venerdì 31 ottobre 2008

Nervo vestibulocochlear Nervo acustico o uditivo


Il nervo vestibulocochlear (noto anche come uditivo o nervo acustico) è l'ottava di dodici nervi cranici, ed è responsabile per la trasmissione del suono e l'equilibrio, le informazioni provenienti da orecchio interno al cervello.

Questo è il nervo lungo il quale le cellule sensoriali dell’ orecchio interno trasmettono le informazioni al cervello.

Esso emerge dal midollo ed entra nel cranio interiore attraverso il meato acustico interno (o meato uditivo interno) nell’ osso temporale, insieme con il nervo facciale.

E’ l'ottavo nervo cranico ed ha due ruoli principali. E 'necessario per trasmettere informazioni, è utilizzato per l'udito.

Il nervo si divide in due grandi divisioni - il nervo cocleare e il nervo vestibolare. In linea generale, il nervo cocleare innervates va alla coclea, mentre il nervo vestibolare va all’ apparato vestibolare.

Nervo accessorio controlla i muscoli del collo


In anatomia, il nervo accessorio è un nervo che controlla specifici muscoli del collo, è considerato uno dei nervi cranici. Basato sulla sua posizione rispetto ad altri tali nervi, è designato l'undicesimo di dodici nervi cranici, ed è quindi abbreviato NC XI. Anche se gli esperti riferiscono in genere al nervo accessorio in singolare, vi sono in realtà due nervi accessorio, uno su ciascun lato del corpo.

Il nervo accessorio si può dividere in due parti: una parte del midollo spinale e una parte cranica.

Come altri nervi cranici, i nervi del midollo spinale accessorio inizia nel sistema nervoso centrale. Tuttavia, a differenza di tutti gli altri nervi cranici, i nervi del midollo spinale accessorio inizia al di fuori del cranio, piuttosto che al suo interno. In particolare, nella maggior parte delle persone fisiche, la fibra del nervo spinale accessorio provenire esclusivamente nei neuroni situati nella parte superiore del midollo spinale.

Abducens Nucleus – Nucleo Abducens

Il nucleo abducens è il nucleo originario da cui emerge il nervo abducens - un nucleo del nervo cranico. Questo nucleo è situato sotto il quarto ventricolo nella porzione caudale del ponte, mediale al solco limitans. Il nucleo abducens lungo con il genu interno del nervo facciale compongono il viso colliculus, una gobba alla fine del caudale mediale preminenza sulla dorsale aspetto del ponte.

Danni al nucleo abducens possono causare, la perdita della capacità di spostare l’occhio verso l'esterno. Questo è visto come danno del nervo abducens.

L’ immagine allegata fornisce una rappresentazione
Vista dorsale, in rosso i nuclei, sensoriali in blu, Olfattivi e centri di ottica non sono rappresentati. (Abducens nucleo è VI)

Abducens nervo sesto nervo abducent


Il nervo abducens (il sesto nervo cranico, chiamato anche il sesto nervo o semplicemente VI) è un "somatiche efferent" nervo che controlla il movimento di un singolo muscolo, il muscolo retto laterale degli occhi. I nervi abducens si trovano in tutti i vertebrati, ad eccezione delle lamprede e delle hagfishes. Il nome latino per il sesto nervo cranico è nervus abducens. La Terminologia Anatomica riconosce ufficialmente due diverse traduzioni in inglese: abducent e abducens. Ciascuna termine è corretta.

"Abducens" è più comune nella letteratura recente, mentre "abducent" predomina nella vecchia letteratura. La National Library of Medicine negli Stati Uniti usa "abducens nervo" nella sua rubrica Medica. La 39a edizione di Gray's Anatomy (2005) inoltre preferisce "abducens nervo".

Il nucleo abducens è situato, sul pavimento del quarto ventricolo, a livello del viso colliculus. Il nucleo abducens è vicino alla linea mediana, come gli altri nuclei che controllano i movimenti degli occhi (il nervo oculomotore e trochlear nuclei).

Aorta Addominale


L’ aorta addominale è la più grande arteria nella cavità addominale. Come parte della aorta, è una diretta continuazione della aorta discendente (del torace). Si comincia a livello del diaframma, attraversando via aortica il livello vertebrale di T12. Si viaggia verso il basso la parte posteriore della parete addominale di fronte alla colonna vertebrale. E 'quindi segue la curvatura delle vertebre lombari, che è, convesso anteriormente. Il picco di questa convessità è a livello della terza vertebra lombare. Corre parallela alla vena cava inferiore, che si trova appena a destra della aorta addominale, e diventa più piccola in diametro quando passa fuori rami.L’ aorta addominale si trova leggermente a sinistra della linea mediana del corpo. È coperta, anteriormente, da una parte minore dello stomaco. Posteriormente, è separato dalle vertebre lombari e intervertebrali dal legamento anteriore longitudinale e lombare sinistro. Sul lato destro è in relazione con la vena azygos.

giovedì 30 ottobre 2008

Addominali Per i vertebrati


Per i vertebrati, come per i mammiferi l'addome (ventre) costituisce la parte del corpo tra il torace (petto) e bacino. La regione delimitata dalla addome è denominata la cavità addominale. Artropodi è la sezione più distale del corpo che si trova dietro il torace o cephalothorax.
Per i vertebrati, l'addome è certamente una grande cavità delimitata dalla muscolatura addominale, e dalla colonna vertebrale.
La cavità addominale è continua con la cavità pelvica. La cavità addominale è continua con la cavità pelvica.

E 'separato dalla cassa toracica con il diaframma. Strutture come la aorta, vena cava inferiore esofago passano attraverso il diaframma. Sia l' addominale che la cavità pelvica rivestiti da una membrana sierosa nota come il peritoneo parietale. Questa membrana è in continuo con il rivestimento di organi peritoneo viscerale, L'addome in vertebrati contiene una serie di organi di appartenenza, per esempio, per il tubo digerente e urinario.

* Tubo digerente: stomaco, piccolo intestino, con grande intestino e appendice cecum
* Accessori organi del tubo digerente: Fegato, cistifellea e pancreas
* Sistema urinario: reni e ureters
* Altri organi: Spleen

Henipavirus è un genere della famiglia Paramyxoviridae


Henipavirus è un genere della famiglia Paramyxoviridae, ordine Mononegavirales contenente due membri, Hendravirus e Nipahvirus. Il henipaviruses sono naturalmente nutriti da Pteropid volpi volanti (battenti volpi) e sono caratterizzate da un grande genoma, una vasta gamma di organismi ospiti e la loro recente azione come agenti patogeni zoonotici in grado di provocare malattie e morte negli animali domestici e l'uomo .

Henipaviruses sono pleomorphic (a forma variabile), in termini di dimensioni che vanno da 40 a 600 nm di diametro. Sono in possesso di una membrana lipidica sovrastante una shell di matrice proteina virale. Al centro è un unico filone elicoidale di RNA genomico strettamente legato a N (nucleocapside) e proteine associate con la L (grande) e P (phosphoprotein) che forniscono proteine RNA polimerasi durante la replica.

All'interno della membrana lipidica sono picchi di F (fusione) di proteine trimers e G . La funzione della proteina G è quello di allegare il virus alla superficie di una cellula ospite attraverso ephrin B2, una proteina altamente conservata presente in molti mammiferi.

Medicina interna - malattie sistemiche

La Medicina interna si occupa di malattie sistemiche degli adulti, vale a dire quelle malattie che colpiscono il corpo nel suo insieme (restrittive, significato attuale), o con tutti gli adulti non-operatorio somatiche medicina (tradizionale, compreso significato), escludendo in tal modo pediatria, chirurgia, ginecologia e ostetricia, e la psichiatria. Operatori di tali specialità sono indicati come i medici. Ci sono diversi subdisciplines di medicina interna:

* Cardiologia
* Assistenza critica medicina
* Endocrinologia
* Gastroenterologia
* Ematologia
* Hepatology
* Malattie infettive
* Nefrologia
* Oncologia
* Proctologia
* Pulmonology
* Reumatologia
* Disturbi del sonno
* Neurologia
* Geriatria

venerdì 17 ottobre 2008

BOTULISMO, intossicazione acuta provocata dall'ingestione di cibi avariati

BOTULISMO, intossicazione acuta provocata dall'ingestione di cibi avariati, in cui siano presenti le tossine del microrganismo Clostridium botulinum. Si tratta generalmente di cibi conservati e, in particolare, di carni insaccate. L'intossicazione si manifesta con vomito e diarrea, seguiti da gravissimi disturbi del sistema nervoso: paralisi della faringe, della laringe, della lingua, dei muscoli respiratori. Il botulismo è spesso mortale. La tossina del Clostridium botulinum, o botulina, è una sostanza dalla tossicità finora insuperata: un trentamilionesimo di grammo è sufficiente a fulminare un topo.

BOTRIOMICOMA, piccola formazione d'aspetto tumorale

BOTRIOMICOMA, piccola formazione d'aspetto tumorale, in genere isolata e unica, di origine in fettiva. Può colpire qualsiasi punto della cute e delle mucose, ma è più frequente in quelle parti più esposte ai traumatismi, come le labbra, il cuoio capelluto, ma soprattutto il palmo delle mani e le dita. L'infezione è causata da un germe, lo stafilococco. Tutte le persone, senza differenza di sesso o età, possono essere colpite. Il sintomo fondomentale è costituito da un rilievo sulla pelle o sulla mucosa, di forma rotondeggiante, molle, di color rosso vivo e facilmente sanguinante, e con una caratteristica speciale, cioè un peduncolo di partenza, nettamente separato dal resto della pelle da un solco circolare. Questa specie di strozzamento alla base rende molto facile la diagnosi. Un'altro dato è importante per la diagnosi: cioè il fatto che la lesione sia insorta dopo un traumata e sino o su una piaga irritata preesistente. La lesione raggiunge il suo massimo sviluppo in 10-15 giorni; non sorpassa mai il volume di una nocciola. Eccezionali sono le conseguenze: adenite, emorragia. Non diventa mai maligna. La cura coniiste nella distruzione completa con coagulazione elettrica e successiva sterilizzazione con antibiotici locali.

BOTRIOCEFALOSI, affezione morbosa parassitaria. Botriocelalo

BOTRIOCEFALOSI, affezione morbosa parassitaria determinata dalla presenza nell'intestino dell'uomo di un verme e precisamente del Botriocelalo. Questo verme è molto lungo (da sei a dieci metri), è costituito da un corpo e da una testa o scolice, lunga tre-cinque millimetri, che è percorsa da solchi che fungono da ventose, con le quali il parassita si àncora alla parete dell'intestino. Il corpo è rappresentato da una lunga catena di segmenti detti proglottidi (in numero di 3-4000) in ognuno dei quali è contenuto l'apparato riproduttivo, dove nella fase della maturazione, si accumulano le uova. Prima di giungere all'uomo, il botriocefalo deve passare attraverso due ospiti intermedi (crostacei, pesci). L'uomo si infesta mangiando carni crude o mal cotte di pesce contenenti la larva del verme (detta plerocercoide). I sintomi più frequenti della botriocefalosi sono caratterizzati da nausea, vomito, diarrea, alternata a periodi di stitichezza, dolori viscerali e, meno frequentemente, da vertigini, mal di testa, prurito.

MALATTIA DI BOSVIEL, ematoma o apoplessia dell'ugola

MALATTIA DI BOSVIEL, ematoma o apoplessia dell'ugola, caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un infiltrato emorragico sottomucoso; la ugola, aumentata di volume fino ad appoggiarsi sulla lingua, provoca sensazione di corpo estraneo, nausea, vomito e tosse; insorge improvvisamente in seguito ad ingestione di cibi troppo caldi o traumatizzanti e tende a risolversi spontaneamente.

ESANTEMA DI BOSTON, , affezione caratterizzata da comparsa di febbre

ESANTEMA DI BOSTON, , affezione caratterizzata da comparsa di febbre, mal di gola e nausea. Si notano subito delle macchie similia quelle del morbillo e della rosolia, localizzate sul viso e sul tronco. Mancano le macchie di Koplik e interessamento linfoghiandolare . La malattia permane fino a poco più di una settimana. Non ci sono controindicazioni ad una alimentazione normale. Si praticano cure sintomatiche solo se le manifestazioni risultano particolarmente moleste.
come si previene. Isolamento del malato. Disinfezione dell'ambiente.

BORSITE, o igroma, infiammazione borse sierose

BORSITE, o igroma, infiammazione acuta o cronica che interessa le borse sierose. Queste sono formazioni anatomiche vescicolari diversamente appiattite, costituite da una parete fibrosa e da un contenuto liquido sieroso, che si trovano al di sotto del tessuto sottocutaneo e che hanno la funzione di cuscinetti elastici nei punti di scorrimento dei muscoli e dei tendini; altre volte esse proteggono superfici ossee che, per la loro conformazione anatomica, sono esposte a traumatismo, come la rotula, l'olecrano, l'acromion. Borse sierore si formano in corrispondenza dei monconi di amputazione, o di pressioni anormali dovute ad apparecchi di protesi, o di esostosi (proliferazioni ossee a carattere benigno ), o di un alluce fortemente deviato. Un trauma violento su una borsa sierosa determina contusione delle pareti ed ematoma; la manifestazione si risolve in pochi giorni con riassorbimento del liquido versatosi nell'interno della cavità e ritorno alle condizioni normali. Il riposo della parte contusa e qualche pomata protettiva sono sufficienti per risolvere il piccolo problema. Al traumatismo può succedere, in un secondo tempo, una suppurazione e allora si hanno i segni locali (tumefazione, dolori, calore, diminuita funzione), viciniori (comparsa di scie linfangitiche e adeniti satelliti) o, talvolta, generali (febbre irregolare o continua, manifestazioni tossiche). Bisogna ricorrere ad applicazioni locali, agli antibiotici o ai sulfamidici o al chirurgo.

domenica 12 ottobre 2008

BLESITA', particolare forma di dislalia

BLESITA', particolare forma di dislalia, consistente nella incapacità di pronunciare alcune consonanti (S, R, L e C palatale) a causa di una lesione anatomica o funzionale delle labbra, della lingua, del palato duro e molle, della glottide e del faringe. I difetti di articolazione della parola hanno significato solo dopo i quattro anni di età. Le cause spesso sono ricercabili in una cattiva comprensione del linguaggio altrui (insufficienza dell'udito e dell'intelligenza) . Le anomalie organiche responsabili possono essere rappresentate da: palatoschisi, lina grossa, talora asimmetrica, labbro ipotonico, mandibola sporgente. Gli esercizi rieducativi devono basarsi sulla precisa conoscenza delle cause del disturbo nel singolo individuo. è utile l'impiego di un registratore per rendere consapevole il dislalico del proprio disturbo. Gli esercizi sono di respirazione, di movimento delle labbra, della lingua, della muscolatura delle guance, di soffio e di articolazione di sillabe e parole, con una continua rassicurazione e stimolazione, sempre sotto il controllo della vista .

INTOSSICAZIONE DA BERILLIO, intossicazione professionale da berillio

INTOSSICAZIONE DA BERILLIO, intossicazione professionale da berillio e composti. L'uso industriale del berillio (o glucino), delle sue leghe e composti, può provocare intossicazioni professionali per l'azione tossica generale ed irritante su pelle, mucose e polmoni che tale sostanza può esercitare. Particolarmente esposti a tale pericolo sono i lavoratori addetti alla produzione del berillio, delle sue leghe e dei suoi composti, alla fabbricazione di cristalli, ceramiche e prodotti refrattari; alle lampade, schermi ed altri materiali fluorescenti; nonché coloro che fanno uso della lega uranio-berillio come sorgente di elettroni nei reattori nucleari, nella costruzione di razzi, veicoli e strumenti di guida per la navigazione spaziale. Va tenuto presente che l'impiego di leghe di berillio è in progressiva diffusione per le caratteristiche di grande stabilità e resistenza al calore, di elasticità e di leggerezza, che fanno di questo un materiale di insostituibile validità per l'industria aeronautica spaziale.

SINDROME DI BENEDIKT, lesione sistema nervoso centrale

SINDROME DI BENEDIKT, insieme dei sintomi dovuti ad una lesione di quella parte del sistema nervoso centrale detta peduncolo cerebrale inferiore, situata tra il midollo spinale e la massa dell'encefalo, nella quale sono collocate le vie di collegamento tra la corteccia cerebrale e la periferia del corpo o le altre zone del cervello. La sindrome è provocata da arteriosclerosi, sifilide e tumori. Ne consegue una insufficiente irrorazione vascolare che provoca una sofferenza nelle vie e nei centri nervosi della zona. È una sindrome rara, che si manifesta con una paralisi completa del viso e degli della parte opposta a quella della lesione (emiplegia), con paralisi del nervo oculomotore comune (terzo nervo cranico) dal lato della lesione, che provoca caduta della palpebra e strabismo e, infine, tremori grossolani e movimenti involontari dal lato opposto a quello della lesione, dovuti al fatto che vengono colpite anche le vie del comando motorio del cervelletto. La prognosi è spesso preoccupante. La terapia deve orientarsi verso la malattia vascolare, infettiva o tumorale che ha provocato la sindrome.

SINDROME DI BALINT, o atassia ottica, paralisi dello sguardo

SINDROME DI BALINT, o atassia ottica, paralisi dello sguardo dovuta ad un blocco psicologico (senza una lesione delle cellule nervose che comandano i movimenti della muscolatura oculare); la causa prima è però organica ed è dovuta ad una atrofia diffusa della corteccia cerebrale. La causa della paralisi è un tumore cerebrale o una lesione vascolare (trombosi, emorragia, embolia) del sistema nervoso centrale. La sindrome non ha preferenze di sesso e di età, anche se, visto ciò che la provoca, è più probabile che si presenti nelle persone anziane. I sintomi più evidenti sono l'incapacità di seguire con gli occhi un oggetto in movimento o di guardare dove si vorrebbe. Ciò rende difficoltoso afferrare gli oggetti con la mano, perché non si riesce a dirigere il movimento con lo sguardo, come accade normalmente. Talora vi è inceppamento nel linguaggio, incapacità di scrivere e aprassia. L'elettroencefalogramma, evidenziando l'atrofia corticale, può aiutare nel formulare la diagnosi.

BALANOPOSTITE, infiammazione della verga maschile

BALANOPOSTITE, infiammazione della verga maschile in corrispondenza del glande e del prepuzio, causata da lesioni traumatiche, chimiche (per lo più medicamentose) e infettive. La balanopostite traumatica va ricercata nella masturbazione, nel coito violento e prolungato. Nel diabete, non infrequentemente, si verifica balanopostite, sia per l'azione irritante diretta del glucosio che, come è noto, è patologicamente presente nell'urina dei diabetici, sia perché lo stato diabetico di per sé favorisce l'instaurarsi di reazioni infiammatorie su base microbica.

sabato 11 ottobre 2008

BLOCCO PUPILLARE, affezione oculare

BLOCCO PUPILLARE, affezione oculare in cui a causa dello addossamento della periferia o radice dell'iride al trabecolo sclero-corneale (zona da cui i liquidi intraoculari defluiscono dall'occhio ) viene impedito il normale fluire del liquido endoculare con conseguenze che possono essere più o meno gravi a seconda della transitorietà o meno del fenomeno. Si accompagna con immobilità della pupilla che permane più o meno dilatata, dolore sovraorbitario o emicranico più o meno accentuato e con abbassamento del visus più o meno pronunciato. Queste crisi possono essere più o meno distribuite nel tempo, ma inevitabilmente conducono al glaucoma acuto per chiusura dell'angolo, con conseguenze nefaste per la vista dell'occhio interessato. La malattia è praticamente sempre bilaterale, anche se l'occhio congenere non ha mai subito fenomeni di blocco pupillare. Se la malattia è diagnosticata al momento del blocco pupillare è sufficiente una terapia medica per controllarla ed avere poi il tempo di praticare la chirurgia in fase di calma. In attacco acuto non esiste altra chance che un intervento praticato al più presto possibile.

BLOCCO PSICOLOGICO, ostacolo, sempre inconscio

BLOCCO PSICOLOGICO, ostacolo, sempre inconscio nelle ragioni e nelle modalità con cui si realizza, che impedisce o rende molto difficile il fluire del pensiero e, quindi, del discorso. Spesso il sintomo saliente è la difficoltà di rievocazione mnemonica delle esperienze e dei vissuti del passato ai quali è legata una forte partecipazione affettiva. Talora è la situazione del momento in cui si trova a determinare il blocco: presenza di pubblico, impressione di sentirsi giudicati, interlocutore con cui si ha un rapporto intenso, come nelle prime fasi delle esperienze amorose sentimentali. La comparsa episodica di un blocco psicologico si può avere in chiunque, per ansia ed anche per stanchezza, ma è frequente negli insicuri di se stessi, negli immaturi psicologicamente, nei nevrotici.

BLEFAROFIMOSI, malattia congenita

BLEFAROFIMOSI, malattia congenita che comprende molte componenti: una ptosi, cioè un a bassamente della palpebra superiore che non può essere più spontaneamente e volontariamente so levata; un epicanto, che è la presenza di una piega cutanea che sorge dalla regione del sacco lacrimale surmonta l'angolo interno o nasale delle palpebre tende a ricoprire l'occhio dal lato interno; e u anomala ristrettezza della fessura palpebrale. Questa malattia è una affezione ereditaria e familiare cioè si ripresenta in molti membri della stessa di scendenza, poiché ha un carattere ereditario dominante. L'attenta osservazione di questa anomalia così complessa mostra, inoltre, che la ptosi è associata anche ad una atrofia motoria di entrambe le palpebre, infatti la pelle è liscia e tesa, senza pieghe. La malattia richiede un intervento di chirurgica estetica ricostruttiva veramente importante e svolgersi in successive fasi.

Come, si previene. La prevenzione è ovviamente legata alla causa che provoca il blefarospasmo e che è compito dello specialista di evidenziare. Tuttavia specie per quanto riguarda i bambini, per evitare il blefarospasmo sintomatico non sarà mai sufficiente ripetere di osservare tutte le norme di semplice igiene oculare, di sottoporsi con una sufficiente frequenza ad esami della vista ed al controllo della correzione ottica per i portatori di occhiali correttivi.

BLEFAROSPASMO, occlusione tonica ed involontaria delle palpebre

BLEFAROSPASMO, occlusione tonica ed involontaria delle palpebre per contrattura del muscolo orbicolare, contenuto nello spessore delle stesse. Questa anomalia riconosce cause diverse: blefarospasmo, spesso osservato in giovani donne che presentino un comportamento psico-motorio predisponente, spesso monolaterale, guaribile con la psicoterapia. Assai raro però che la sua guarigione non sia seguita in questi soggetti dalla comparsa di una altra manifestazione isterica in un altro distretto. Blefarospasmo sintomatico, è una contrazione riflessa permanente per irritazione del nervo trigemino. In particolare è un sintomo da considerare di gran valore indicativo nei bambini, in cui può essere segno della presenza di una malattia sottogiacente e non altrimenti evidenziabile: corpi estranei cornea e, herpes corneale, trichiasi, cheratite acuta, congiuntiviti misconosciute, blefariti, ecc, o, in altre parti del corpo, affezioni dentarie e tonsillari, parassitosi intestinali. Il tic doloroso della faccia, una forma unilaterale assai dolorosa di blefarospasmo accompagnato da lacrimazione è un tipo particolare di nevralgia del trigemino, veramente temibile poiché può portare addirittura a tentativi di suicidio. Il blefarospasmo parkinsoniano si nota nel decorso del Parkinson post-encefalitico e nei vecchi arteriosclerotici; su un sottofondo di rigidità permanente delle palpebre e di tremore fibrillare dei muscoli mimici del viso, sopravvengono delle crisi di occlusione palpebrale, per esempio se si invitano i pazienti ad aprire gli occhi. Questo tipo di blefarospasmo è mitigato dai sedativi e dagli antiparkinsoniani.

BLEFAROCALASI, distrofia della palpebra superiore

BLEFAROCALASI, distrofia della palpebra superiore, quasi sempre bilaterale, caratterizzata dalla formazione di una piega della cute palpebrale eccessivamente lassa che ricade come una tenda al davanti dell'occhio. Si riscontra facilmente nei giovani durante l'età della pubertà o nell'elastoressi generalizzata, malattia congenita, che si manifesta con una esagerata lassezza di alcuni tessuti causata dall'alterazione delle fibre elastiche in essi normalmente contenute. Presso il sesso femminile la blefarocalasi può rendersi più evidente al momento delle mestruazioni o accentuarsi all'epoca della menopausa. L'esatta natura della blefarocálasi è sconosciuta: tuttavia pare essere soprattutto un segno di degerazione del tessuto elastico.
come si previene. Non esiste prevenzione possibile di questa malattia. Tuttavia si può combattere il suo aggravarsi evitando l'eccessivo affaticamene della vista, la prolungata esposizione del viso ai raggi solari, l'uso di cosmetici per il viso. Nelle donne è utile correggere le eventuali disfunzioni ormoniche. In alcuni casi è anche utile un delicato mas saggio. Nei casi estremi e più progressivi sarà indi cara la asportazione chirurgica della cute eccessiva.

BLEFARITE, infiammazione dell'epidermide delle palpebre

BLEFARITE, infiammazione dell'epidermide del bordo libero delle palpebre. È estremamente frequente ed ha una marcata tendenza alla cronicità ed alle recidive. La causa della blefarite non è unica. L'eredità neuro-artritica è un fattore predisponente, così come il rachitismo. Una cattiva igiene alimentare con epatismo, turbe digestive e stipsi, crea un terreno favorevole. Le dermatosi, come l'eczema e la foruncolosi, l'accompagnano frequentemente. Altre cause sono soprattutto i difetti di rifrazione, in particolare l'astigmatismo, l'uso di cosmetici o di alcune pomate antibiotiche e per ultime alcune cause specifiche, come la lebbra e la sifilide. I sintomi che l'accompagnano sono svariati. Arrossamento semplice, accompagnato frequentemente da squame o da pellicole furfuracee, alla base delle ciglia. Spesso si hanno formazioni di crosticine oppure di piccole ulcerazioni alla base delle ciglia. Il tutto accompagnato da sensazione di bruciore delle palpebre, di pesantezza. L'evoluzione è spesso disperatamente cronica.

Processi proliferativi di tipo tumorale BLASTOMA

BLASTOMA, termine di significato generico, che indica i processi proliferativi di tipo tumorale. Quasi sempre però il termine di blastoma ha un significato un poco più restrittivo e serve a definire tumori dotati di un certo grado di malignità; quando un tumore ha un nome che finisce con il suffisso di blastoma, è assai probabile che esso sia maligno (esempio, neuroblastoma, nefroblastoma, glíoblastoma)

BISESSUALITA

BISESSUALITA', presenza simultanea dei caratteri (somatici e, in minore o maggiore misura, anche psichici), tipici dei due sessi nello stesso individuo. Nell'accezione corrente, il termine bisessualità esprime la mescolanza di elementi maschili e femminili propria di ogni individuo. La psicanalisi ne ha fatto l'oggetto di osservazioni fondamentali in parte ancora valide. All'epoca di Freud si pensava che la differenziazione sessuale fosse dovuta alla quantità di ormoni maschili o femminili prodotti dalle ghiandole di uno stesso individuo. La endocrinologia non ha confermato questa tesi, anzi: essa ha provato per esempio che l'eccesso di ormoni dello stesso sesso provoca a volte, paradossalmente, l'apparizione di caratteri del sesso opposto.

BASALIOMA, tumore tipico della pelle

BASALIOMA, tumore tipico della pelle, insorto per la proliferazione delle cellule profonde (basali) della epidermide, cioè del rivestimento epiteliale della cute. Il basalioma non ha predilezioni di sesso, preferisce l'età matura e avanzata, si localizza più spesso sulle parti scoperte, specie al volto, dove si evidenzia come una piccola ulcerazione che non mostra alcuna tendenza alla guarigione spontanea o con applicazione di pomate cicatrizzanti. La diagnosi del basalioma è, per queste caratteristiche cliniche, assai facile e, per quanto il tumore sia sostanzialmente benigno ed abbia un decorso molto lento, impone una pronta terapia. Un tempo si usava sottoporre il basalioma ad una irradiazione locale (con il metodo della plesioterapia), ora questa pratica tende ad essere soppiantata dalla asportazione chirurgica dell'ulcera e di un poco della pelle sana vicina: questo intervento è nella massima parte dei casi risolutore, cioè comporta una completa e definitiva guarigione; solo in rari casi il basalioma mostra tendenze alla evoluzione infiltrativa in profondità e in tal caso invece che di basalioma si parla di carcinoma basocellulare.

BARTONELLOSI, o febbre di Oroya infezione acuta o cronica

BARTONELLOSI, o febbre di Oroya, infezione ora acuta, ora cronica, causata da un germe caratterizzato dalla sua variabilità di forma (Bartonella bacilliforme) che viene trasmesso all'uomo attraverso la puntura di un insetto. Fino ad oggi è stata osservata nelle regioni nord-occidentali del Sud America. La bartonellosi determina sintomi generali aspecifici, quali febbre, malessere, mal di testa, dolori alle ossa e alle articolazioni. Però le manifestazioni più caratteristiche sono rappresentate da una grave anemia, da emorragie delle ghiandole linfatiche e da ingrossamento tanto del fegato quanto della milza (epato-splenomegalia). Dopo due-otto settimane si formano verruche (la bartonellosi è anche denominata verruca peruviana) che possono persistere diversi mesi. Per dominare questa infezione si ricorre a dosi elevate di antibiotici (cloramfenicolo, penicillina, streptomicina, tetracicline). Se non viene posta la diagnosi esatta, solo in una parte dei casi si può avere guarigione spontanea nel volgere di alcune settimane; in altri casi la bartonellosi porta a morte.

BARRIERA EMATO-ENCEFALICA, nome struttura anatomica

BARRIERA EMATO-ENCEFALICA, nome che si dà alla struttura anatomica che impedisce a certe sostanze presenti nel sangue (capaci di raggiungere qualsiasi tessuto diffondendosi dai capillari) di entrare nel sistema nervoso centrale. La barriera errato-encefalica si danneggia durante le infezioni (per cui in questa evenienza certi farmaci possono raggiungere la massa del cervello), ma normalmente è permeabile solo a sostanze la cui molecola sia molto piccola (200 àngstróm; un àngstróm è la decimillesima parte del micron, che è la millesima parte del millimetro). Ciò è dovuto al fatto che i capillari cerebrali sono diversi da tutti gli altri. Essi non sono circondati da una membranella esilissima di tessuto connettivo, detta avventizia, ma da speciali manicotti costituiti da cellule, presenti solo nel sistema nervoso centrale, dette cellule della glia. I pedicelli delle cellule gliali sono così vicini tra di loro (intorno al capillare) da lasciare appunto il sottile spazio di circa 200 àngstróm. Le cellule gliali in tal modo esercitano una funzione di filtro selettivo verso tutto ciò che potrebbe essere inutile per il nutrimento delle cellule nervose. Questa è la ragione per cui molti ricostituenti cerebrali sono privi di effetto.

BAROTRAUMA, effetto traumatico cambiamento pressione ambientale

BAROTRAUMA, effetto traumatico provocato da un brusco e notevole cambiamento della pressione ambientale che si manifesta a livello dei seni paranasali (aerosinusite) e dell'occhio (aerotite); causa ne sono le variazioni di pressione che si possono avere soprattutto nelle lavorazioni in cassoni di aria compressa, nelle rapide discese in aereo non pressurizzato e úelle immersioni subacquee. L'aero-sinusite, più frequente nei seni frontali, è il risultato dell'aumento della pressione extrasinusale, in unione spesso alla parziale o totale ostruzione dell'orificio di sbocco del seno, per cui la depressione relativa che si verifica nel seno stesso può provocare vivo dolore, epistassi, emorragia (emoseno) e distacco della mucósa sinusale. Nell'aerotite si ha un versamento emorragico nell'orecchio medio, accompagnato o seguito da perforazione timpanica; l'otalgia è viva e alla perforazione può sovrapporsi una infezione, soprattutto se già coesiste un'infezione cronica rinofaringee; l'evento traumatico è favorito dall'esistenza di una stenosi tubarica

AVVELENAMENTO DA BARBITURICI

AVVELENAMENTO DA BARBITURICI, intossicazione che si ha quando l'assunzione di queste sostanze supera la tolleranza dell'organismo. I sintomi psichiatrici e generali variano a seconda che l'intossicazione sia cronica (in questo caso ci si trova quasi sempre di fronte a personalità nevrotiche) o acuta. Nell'intossicazione cronica, accanto al dimagramento, anche grave, dovuto a disturbi gastrointestinali, si hanno segni di sofferenza del cervelletto (incoordinazione nei movimenti), decadimento mentale, qualche volta eccitazione, spesso allucinazioni e crisi simili a quelle epilettiche (accessi). La prognosi è favorevole se si interrompe l'assunzione delle sostanze barbituriche. Nelle forme acute si ha un disturbo della coscienza che si offusca sino al coma. Le piccole arterie sono paralizzate (polso molle), la frequenza cardiaca aumentata, la sudorazione diventa evidente, i riflessi addominali sono aboliti e la muscolatura dell'occhio paralizzata. La terapia deve essere immediata, basata su sostanze capaci di ripristinare rapidamente ed efficacemente la respirazione, la circolazione e la vigilanza. Utili sono la stricnina, la caffeina, la lobelina e la picrotossina. Occorre la lavatura gastrica, ma la prima manovra da compiere è la respirazione artificiale e, se non si sente più il polso, anche il massaggio cardiaco. Compiute queste manovre, spesso l'intossicato migliora notevolmente, cosicché le successive terapie in ospedale hanno molte possibilità di salvarlo.

BAMBINI DI BASSO PESO neonati di peso e altezza molto inferiori alla media

BAMBINI DI BASSO PESO, complesso di sintomi presentati da neonati di peso e altezza molto inferiori alla media e con scarsa vitalità. Coloro che nascono prima della ventottesima settimana di gravidanza vengono definiti non vitali. Appartengono alla categoria dei nati di basso peso (immaturi, prematuri, debili congeniti sono termini pressocché analoghi ma non sovrapponibili nella terminologia medica) i bambini che nascono tra la ventottesima settimana, limite minimo di possibile sopravvivenza, e la trentasettesima settimana dall'inizio della gravidanza. Sono debili congeniti i nati che, comunque, sono poco vitali alla nascita; sono immaturi mmaturi i nati con insufficienze funzionali riguardanti soprattutto l'apparato respiratorio e quello dei riflessi di deglutizione; essi hanno inoltre tendenza a non conservare il calore del corpo. Sono prematuri i soggetti nati prima della quarantesima settimana di gravidanza: molti prematuri sono normali e nascono con riflessi validi. Il termine normale di gravidanza è previsto sulle quaranta settimane dopo il primo giorno dell'ultimo ciclo mestruale. Questo criterio è molte volte insufficiente per errato calcolo materno. Sono in linea generale considerati di basso peso i bambini che alla nascita hanno un peso inferiore ai g 2500 e una lunghezza inferiore ai 47 cm, inoltre circonferenza cranica inferiore ai 33 cm e circonferenza toracica inferiore ai 30 cm. Tali bambini hanno testa relativamente grossa e addome prominente; piccole labbra molto evidenti nelle neonate; testicoli frequentemente non discesi nei maschietti. Frequenza respiratoria aumentata con atti respira- tori accelerati. Facili tumefazioni (edemi), emorragie, grande facilità alle infezioni, tendenza ai raffreddori e cattiva termoregolazione. Deficiente capacità digestiva. Le cure sono incubatrici e particolari attenzioni in appositi reparti specificamente attrezzati; somministrare possibilmente latte materno con aggiunte di proteine e soluzioni polivitaminiche; controllo della dieta sotto sorveglianza medica. Si adottano speciali accorgimenti quando il bambino è incapace di succhiare (tiralatte, tettarelle speciali, cucchiaino o contagocce). Sono facili le intolleranze ai vari latti. Si attua la terapia con tonici ed eventualmente antibioticoterapia con appropriata scelta dei farmaci. La sorveglianza del debile congenito si estende ai vari periodi dell'accrescimento, poiché si hanno ritardi, salvo eccezioni, sia nell'evoluzione somatica sia nelle capacità cerebrali, con possibile minore rendimento scolastico.

BAMBINI BLU soggetti affetti da cardiopatie contratte alla nascita

BAMBINI BLU soggetti affetti da cardiopatie contratte alla nascita, o per tare congenite, o per malattie della madre durante la vita intrauterina. Tipica è la rosolia contratta dalla madre nei primi due mesi di gravidanza, quando essa da bambina non la abbia mai avuta. Il termine di bambini blu è stato adottato per questi soggetti, in quanto il carente stato di ossigenazione, dovuto al fatto che il cuore pompa male (in quanto anatomicamente mal confermato fin dalla nascita), conferisce alla pelle un colorito cianotico, cioè azzurrognolo. Tutto ciò è in rapporto al rallentamento della circolazione sanguigna e soprattutto alla scarsa ossigenazione del sangue. Si realizza, insomma, una sintomatologia oggettiva asfittica, come se il bambino fosse soffocato dal di dentro. Qualche cosa di analogo a quanto accade nell'annegato. Il sangue risulta scarsíssimamente ossigenato. I vizi congeniti di cuore che più facilmente portarlo al morbo blu sono: la trilogia e tetralogia di Fallot, una molteplice coesistenza di anomalie anatomiche nel cuore e negli importanti vasi che ad esso confluiscono e che da esso si dipartono.

BALLISMO, movimenti patologici lato del corpo (emiballismo)

BALLISMO, termine con il quale si definiscono movimenti patologici, di solito presenti in un solo lato del corpo (emiballismo) di grande forza, talora brevi e bruschi, talora spasmodici, nei quali si ha un aumento del tono muscolare di tutta la metà del corpo interessato. Si tratta di movimenti involontari ed illogici (smorfie, contorsioni, gesticolazioni) incessanti ed aumentati dall'emozione e dagli sforzi, che scompaiono solo durante il sonno.

Essi sono causati da una lesione al cervello in una zona nella quale passano le fibre nervose che portano il comando del movimento ai muscoli. t una malattia extrapiramidale (vedi extrapiramidali, malattie) che, a differenza delle altre si ha quando è colpito anche il corpo di Luys. Questo è un centro nervoso situato nella parte profonda del cervello, detta ipotalamo, che ha importanza soprattutto nella organizzazione dei movimenti automatici. Studi recenti, nonostante la collocazione anatomica nell'ipotalamo, preferiscono dire che il corpo di Luys è situato nel subtalamo.

Questa distinzione è dovuta alla ragione funzionale per cui le vie di movimento, che partono dai centri nervosi situati nell'ipotalamo, riguardano non già i movimenti automatici della muscolatura volontaria, come il camminare, ma quelli della muscolatura involontaria dei visceri.

BALBUZIE INFANTILE, articolazione della parola inceppata

BALBUZIE INFANTILE, articolazione della parola inceppata. Il disturbo viene ritenuto d'origine psicogena. Genitori eccessivamente protettivi favoriscono nel bambino la comunicazione attraverso gesti senza che si compiano sforzi per la produzione della parola.

Il tartagliare (la ripetizione convulsiva di certe sillabe o parole) e l'impuntarsi (blocco completo del discorso) sono in rapporto e tensione emotiva del bambino; ciò si verifica dal terzo al sesto anno di vita (cioè quando il linguaggio è di recente acquisizione). La balbuzie è più frequente nei maschietti, riconosce variazioni in rapporto ad agenti metereologici (specialmente se vi è senso di oppressione respiratoria) e diventa più grave se si accompagna a emozioni o ad aumentato bisogno di protezione.

La balbuzie del bambino in età scolare richiede cure psicologiche e fonetiche (educazione a coordinare atti respiratori e parola); talvolta correzione con farmaci miorilassanti o debolmente sedativi. L'esame delle condizioni ambientali sotto il profilo psicologico e pochi consigli ai genitori sbloccano spesso una situazione ritenuta irresolubile .

come si previene. Educazione psicologica dei genitori. Evitare stati emozionali violenti e correggere dolcemente la tendenza del bambino a eccessiva protezione.

BALBUZIE, momentanea incapacità

BALBUZIE, momentanea incapacità ad iniziare a parlare a causa di una esitazione, un'interruzione o un blocco che fanno ripetere o prolungare sillabe o parole. A ciò si accompagnano talora spasmi del viso e di tutto l'apparato fonatorio. Le cause della balbuzie sono sostanzialmente sconosciute: alcuni pensano ad un fenomeno di origine psicologica, altri ad una lesione cerebrale organica, altri ancora ad un fatto ereditario. Colpisce di preferenza le età più giovanili, dal momento stesso in cui inizia il linguaggio comunicativo, per attenuarsi spontaneamente nella grande maggioranza dei casi, dopo l'adolescenza. L'età di maggior frequenza va dai tre ai cinque anni.

Da un punto di vista sintomatologico si distinguono abitualmente tre forme: quella tonica (in cui la parola è prolungata all'inizio, come se fosse trascinata), quella clonica (in cui la prima sillaba è ripetuta più volte) e quella mista (in cui i due precedenti aspetti si assommano). Per quanto riguarda le cause di un fenomeno così esteso e che sembra colpire una gran parte della popolazione mondiale (con valori che oscillerebbero dall'1 per cento di certi Autori al 5 per cento di altri), chi pensa a cause genetiche si basa sulla maggior frequenza di balbuzie nei gemelli monovulari (nati dallo stesso uovo e perciò con identico patrimonio genetico, assolutamente identici e dello stesso sesso), rispetto a quelli biovulari ( nati da due diverse uova fecondate, non sono necessariamente dello stesso sesso e si somigliano come i comuni fratelli). Altri si limitano ad affermare che di genetico nella balbuzie vi è solamente la predisposizione. Questa sarebbe legata a molti geni, disposti su vari cromosomi.

BALANOBLENORREA, infiammazione acuta del glande

BALANOBLENORREA, infiammazione acuta del glande, causata dalla infezione blenorragica (detta scolo). È colpita dall'infezione, oltre che la parte più sporgente dell'organo sessuale maschile, anche la piega di pelle che l'avvolge (prepuzio), sicché si determina un gonfiore notevole dell'organo con strozzamento alla base del glande stesso (paralimosi). L'infezione è causata direttamente da un germe, il gonococco, che viene trasmesso attraverso contatto sessuale: si tratta quindi di una malattia venerea.

Sono colpiti pertanto gli uomini in età adulta, ed eccezionalmente bambini attraverso infezione contratta con materiale inquinato (pannolini, lenzuoli, ecc.). I sintomi sono: violento rossore e gonfiore della parte infetta, erosione della mucosa e presenza di pus, che fuoriesce dal meato o foro urinario. Gli esami clinici sono d'obbligo: precisamente occorre dimostrare la presenza del germe, il gonococco, nel pus, un esame che si compie al microscopio. La cura è basata sulla azione della penicillina, per via orale o per iniezioni intramuscolari, alla quale il gonococco difficilmente resiste.

Un preparato ancora più attivo è la spectinomicina, per iniezione: è sufficiente una sola iniezione di due grammi. Come per tutte le infezioni veneree, la dieta deve essere' molto severa: priva di alcoolici, di spezie, droghe, cibi piccanti, selvaggina, raccomandabile, per i primi giorni di malattia, una dieta latteovegetariana. Come conseguenza può insorgere la parafimosi già citata, cioè lo strozzamento alla base del glande, dovuto al gonfiore enorme della parte.

Che cos'è la SINDROME DI AVELLIS o sindrome bulbare ?

SINDROME DI AVELLIS o sindrome bulbare posteriore, lesione della parte alta del midollo spinale che si continua verso la massa cerebrale con il mesencefalo, detta bulbo. t causata da una lesione. vascolare, infiammatoria o tumorale che colpisce, nella zona posteriore del bulbo, la parte in.. terna del nervo accessorio spinale. Ne consegue un'emiparesi del. velo pendulo, della faringe e della laringe, che provoca disartria, difficoltà di deglutizione e anestesia del faringe e della laringe. Nella forma francamente bulbare (centrale e non periferica del nervo spinale) si ha anche una concomitante lesione delle vie che conducono la sensibilità della, parte opposta del corpo ( vie spinotalamiche), che causa un'anestesia termodolorifica del tronco e degli arti. Nel bulbo è colpito il nucleo ambiguo. Se la lesione di tale nucleo è bilaterale, le corde vocali paralizzate si avvicinano tra loro e nell'inspirazione chiudono la glottide provocando un principio di soffocamento cui seguono anche disturbi cardiaci.

INCIDENTE AUTOMOBILISTICO Soccorso

INCIDENTE AUTOMOBILISTICO, può avere conseguenze più gravi del prevedibile quando i soccorritori del traumatizzato, che in genere non sono medici né infermieri, vogliono fare più del necessario. Le prime cure e le modalità di trasporto hanno un'importanza determinante per l'avvenire del ferito. Bisogna dunque sapere ciò che occorre fare, con calma e sangue freddo, e ciò che non si deve fare per troppo zelo. Si estragga l'infortunato dall'automobile cercando di non piegare la schiena né flettere il capo, nell'eventualità che vi siano fratture della colonna vertebrale, e lo si trasporti sul margine della strada per evitare ulteriori incidenti. Lo si adagi in posizione orizzontale, non supino, ma prono o sul fianco, per facilitare la respirazione ed evitare l'ostruzione delle vie respiratorie da materiale estraneo, come sangue e vomito. Contrariamente a quanto in genere si crede, non sulle emorragie, bensì sul mantenimento della respirazione devono concentrarsi le prime cure, perciò se la respirazione è molto stentata si provveda alla respirazione artificiale. Altri provvedimenti d'urgenza sono: tamponare in qualche modo una ferita che perda sangue; mettere con grande delicatezza gli arti fratturati in posizione comoda, su un cuscino o qualcosa di simile. Il ferito in stato di shock, riconoscibile per l'incoscienza, il pallore, la sudorazione, il polso debole e frequente, sarà tenuto assolutamente immobile, con le gambe un po' sollevate. Le fratture della colonna vertebrale, sospettabili per il dolore alla schiena e al collo e per l'incapacità di movimenti del tronco, richiedono la massima cura nello spostamento del ferito: un soccorritore sosterrà la testa, un altro le gambe, un terzo il tronco, tenendo queste parti rigidamente in linea. Se si presume che ci sia una frattura del cranio (fuoruscita di sangue dal naso, dalla bocca, dalle orecchie), massima immobilità e impacchi freddi sul capo. Praticamente tutto deve ridursi a ciò, in attesa dell'ambulanza. Se questa non potesse arrivare si ricorrerà ad un mezzo di fortuna, ossia ad un'automobile,ma esclusivamente in mancanza dell'ambulanza: è molto meglio attendere che effettuare un trasporto immediato ma inadatto, responsabile di sofferenze che potrebbero causare un collasso. Il trasporto sull'ambulanza è importantissimo per il futuro del traumatizzato. Nell'attesa non si permetta mai all'infortunato di sedersi o di camminare, non si diano alcoolici o stimolanti, e non lo si lasci senza sorveglianza. Infine è un errore portare il ferito ad un pronto soccorso qualsiasi per l'ossessione della premura: è meglio percorrere alcuni chilometri in più ma giungere ad un ospedale attrezzato per il complesso di cure, trasfusioni, interventi, di cui sovente il traumatizzato ha bisogno.

AUTOEROTISMO, sensazioni e emozioni sessuali

AUTOEROTISMO, la ricerca nella propria persona di sensazioni o di emozioni chiaramente sessuali o riconducibili a un significato sessuale. L'autoerotismo caratterizza la sessualità infantile. Fu il sessuologo Havelock Ellis a ideare questo neologismo per definire l'inizio della sessualità infantile, durante il quale le pulsioni vengono soddisfatte dal bambino con il proprio corpo. I tre primi stadi di questa sessualità corrispondono a tre zone erogene: orale, anale, genitale. In queste prime fasi dell'erotismo l'individuo considera se stesso oggetto del proprio amore: questo investimento della « libido » nell'« Io » si chiama narcisismo, ma non va confuso tuttavia con l'autoerotismo che, senza sceglierne alcuna in particolare, si accontenta di qualunque parte del corpo. Il termine autoerotismo ,è anche sinonimo di masturbazione.

AUTISMO INFANTILE acquisizioni psichiche

AUTISMO INFANTILE, mancate acquisizioni psichiche in rapporto alla realtà. L assente il sorriso nei primi mesi di vita; il bambino non dimostra alcun interessamento al mondo esterno con dolorosa delusione dei genitori; non appare la parola e inoltre è prèsente una scarsa reazione ai suoni. I giocattoli sono manipolati secondo impulsi propri, con esclusione dei suggerimenti dei parenti. Si ha una ripetizione stereotipata di gesti, come guardare le proprie mani divaricando le dita. Talvolta agitazione, angoscia immotivata ed esplosioni di ira. Lo sviluppo intellettuale subisce un ritardo sempre più grave, man mano che passano i mesi e gli anni. Si fanno cure psicologiche, se possibile un minimo di collaborazione; si somministrano medicamenti agenti sulla psiche.

AUTISMO, fenomeno che caratterizza un tipo di pensiero diverso

AUTISMO, fenomeno che caratterizza un tipo di pensiero diverso, non conforme, soggettivo, rispetto a quello consueto. Con esso il soggetto risponde, spesso inconsapevolmente, ai desideri che la realtà gli impedisce di realizzare. Con ciò i fatti obiettivi vengono deformati o negati. Si parla di autismo infantile per descrivere una cattiva organizzazione dell'affettività dovuta ad un inadeguato rapporto con i genitori. Si può dunque dire che è autistico il pensiero che non deriva dai dati della esperienza, ma da una fantasia che appaga desideri profondi. In alcuni casi il soggetto è in grado di valutare e di accettare il proprio pensiero autistico, come più conveniente di quello reale (fuga nella fantasia). Può accadere che il pensiero autistico sia sgradevole o persecutorio. Il distacco dalla realtà è variamente graduato, ma può giungere a trascurare persino l'alimentazione.

AURA, momento che precede una crisi epilettica

AURA, momento che precede una crisi epilettica (può spesso mancare), consistente in un complesso di sensazioni premonitrici che anticipano l'attacco ed avvertono il malato del suo arrivo. Talora si può trattare di dolore, tal'altra di sensazione di freddo, di gonfiore, di animaletti che si muovono nello stomaco, ecc. Spesso l'aura epilettica consi­ste in allucinazioni visive (il malato vede avvici­narsi gli oggetti circostanti, che si ingrandiscono fino a toccarlo; in questo momento perde la co­scienza), gustative, in disturbi del pensiero, in mo­vimenti improvvisi ed incontrollabili, anche abba­stanza organizzati (come quelli di correre senza meta). La presenza dell'aura epilettica dimostra che l'epilessia è focale e sintomatica, non generalizzata e idiopatica. L'aura epilettica può pre­cedere la crisi di pochi istanti o anche di qualche giorno. Se la sua durata è brevissima, il malato non ha il tempo di sedere o di proteggersi dalla crisi che verrà.

ATTENZIONE, fenomeno che si riferisce ai contenuti psichici

ATTENZIONE, fenomeno che si riferisce ai contenuti psichici che compaiono alla coscienza (con esclusione, dunque, di ciò che è subconscio o inconscio). Il campo di coscienza oscilla nelle diverse persone, che risultano caratterizzate da una attenzione media loro specifica. Esistono soggetti capaci di fare solo una cosa per' volta ed altri in grado di pensarne o farne molte simultaneamente. Si chiama capacità attentiva quella di restringere volontariamente il proprio campo di interessi ad un particolare fine. La capacità attentiva può essere spontanea, provocata (in cui è mantenuto uno stato di attesa), prolungata, concentrata, e diffusa a più avvenimenti. Si tratta di una manifestazione dell'affettività che opera una selezione tra idee che hanno per l'individuo un interesse diverso. Più forte è quest'ultimo, maggiore è la concentrazione. La capacità di mantenere l'attenzione a lungo su un oggetto è anche definita come tenacità. Il termine vigilanza è usato prevalentemente per indicare la capacità di passare da un'idea o da un'esperienza o da una percezione ad un'altra. L'attenzione media può essere molto debole e non permettere applicazioni nello studio o nel lavoro, ma va distinta dal. l'attenzione massima, che consente, in casi di particolare motivazione, capacità di concentrazione imprevedibili. Occorre, perciò, esaminare l'attenzione ripetutamente, per non rimanere ingannati da una prestazione positiva occasionale. L'attenzione è compromessa nelle sue varie forme in diverse sindromi psichiatriche, soprattutto organiche (corea minor, schizofrenia, demenza, nevrosi coatta, ecc.). In psicanalisi si descrive l'ipotesi dell'attenzione come la tendenza del soggetto ad essere selettivamente ed automaticamente attratto verso i temi di maggior preoccupazione personale o verso quelle persone caratterologicamente capaci di corrispondere alle sue aspettative (normali o nevrotiche).

ATTI MANCATI - interesse psicanalitico

ATTI MANCATI, indicano il fenomeno, di interesse psicanalitico, per cui si inizia a fare automaticamente ed inconsapevolmente qualche cosa, interrompendo subito l'azione, in quanto diversa da quella coscientemente programmata. Secondo Freud si riferiscono ad « un materiale psichico incomputabilmente represso, il quale, respinto dalla coscienza, non è stato intieramente privato della capacità di manifestarsi ».

ATTEGGIAMENTO

ATTEGGIAMENTO, in psicologia, la disposizione interiore, spesso inconscia, che determina il comportamento. Si possono avere atteggiamenti diversi di fronte alla stessa situazione, dovuti al concorrere di motivazioni profonde inconsce, talora contrapposte. La storia personale provoca il crearsi di atteggiamenti particolari. La presa di coscienza e la conseguente esposizione degli atteggiamenti profondi, detta opinione, spesso li altera nella loro autenticità, in quanto introduce un elemento che è loro estraneo, cioè la razionalità. Con l'opinione si esprimono atteggiamenti filtrati dalla intenzionalità e dall'opportunità sociale. Talora accade che vi sia un contrasto tra il modo di vivere una certa esperienza (atteggiamento) e ciò che si afferma per convenienza ed opportunità intorno ad essa. Quando il conflitto persiste può nascere una nevrosi. Infatti il soggetto rifiuta inconsciamente di presentarsi esternamente diverso da come è, perché ciò diminuisce od annulla la stima che egli ha di se stesso. Su questo tema vedasi anche adattamento.

ATROPINISMO, avvelenamento da atropina

ATROPINISMO, avvelenamento da atropina, sostanza presente in una famiglia di piante, le solanacee, di cui la più nota è la belladonna, comune in Italia nei luoghi ombrosi, soprattutto sui monti, con frutti che assomigliano alquanto alle ciliegie. L'atropina ha molteplici applicazioni terapeutiche: in oculistica, in malattie dell'apparato digerente e respiratorio, nel morbo di Parkinson, ecc. (dosi 1-2 mg). La dose tossica è piuttosto variabile, ma in genere 10 mg danno una grave forma di avvelenamento, causato per lo più da ingestione di frutti di belladonna ( specialmente nei bambini) o da errori di dose. 1 primi sintomi sono secchezza in bocca ed in gola, raucedine, dilatazione delle pupille, disturbi visivi, palpitazione cardiaca; poi compaiono mal di capo, arrossamento del viso, vertigini, irrequietezza, delirio, allucinazioni, convulsioni, affanno di respiro. Occorre la lavatura gastrica, ma in un primo momento si cerca di ritardare l'assorbimento della sostanza dando da bere a piccoli sorsi un quarto di litro o più di latte, possibilmente tiepido.

ATROFIA OTTICA distruzione fasci nervosi nervo ottico

ATROFIA OTTICA, manifestazione della degenerazione (distruzione) dei fasci nervosi del nervo ottico che si traduce in una riduzione dell'acutezza visiva e del campo visivo, e che può portare alla cecità. Le cause suscettibili a provocare una atrofia ottica sono estremamente varie e polimorfe. Possiamo ricordare i traumi per contusione dell'orbita; i tumori del nervo ottico o del chiasma; le malattie infettive da virus, tubercolari, luetiche, ecc.; le intossicazioni, per esempio alcool-tabagica, da chinino; le malattie vascolari, per esempio gli aneurismi intracranici, le trombosi, della carotide interna, ecc. L'enumerazione di queste numerose cause non deve far scordare che troppo spesso la causa di numerose atrofie ottiche non può essere precisata, malgrado molti esami e ricerche correttamente condotte. I sintomi consistono in: riduzione dell'acutezza visiva, che talvolta dopo adatta terapia può essere recuperata, riduzione del campo visivo, che è sempre presente e che spesso permette di localizzare l'altezza, lungo il tragitto del nervo ottico, a cui è avvenuta la lesione. Si hanno anche alterazioni del senso cromatico d'asse rossoverde. Gli esami clinici consistono soprattutto nell'esame oftalmoscopico del fondo dell'occhio, in esami neurologici, radiologici e del sangue. La cura va attuata in base alla diagnosi esatta, che può soltanto essere posta da specialisti. La conseguenza di questa malattia è la cecità, inevitabile nella maggior parte dei casi, per la difficoltà di precisare la causa della malattia e per la estrema delicatezza dell'organo colpito ( nervo ottico).
come si previene. La prevenzione di questa malattia si riferisce a quella delle cause numerose che la possono provocare e, nel caso di danno unilaterale, nella stretta sorveglianza delle funzioni dell'occhio superstite.

ATROFIA CEREBRALE e cellule nervose

ATROFIA CEREBRALE, fenomeno che indica la scomparsa delle cellule nervose, che vengono sostituite da un tessuto relativamente inerte, incapace di trasmettere l'impulso nervoso (tessuto gliale). A questo consegue una riduzione generale del volume della corteccia cerebrale ed un aumento dello spazio tra essa e la teca ossea (spazio evidenziabile radiologicamente). L'atrofia cerebrale esprime con la demenza, di cui condivide parte delle cause.

ATROFIA, diminuzione di volume di un organo

ATROFIA, diminuzione di volume di un organo o di un tessuto dipendente da riduzione di volume delle cellule costituenti o anche da un'effettiva diminuzione numerica degli stessi. L'atrofia porta a riduzione più o meno marcata delle dimensioni dell'organo colpito. Le cause dell'atrofia vanno ri­cercate in un deficitario apporto di materiali nu­trititi, oppure a una loro difettosa utilizzazione. Si distinguono le seguenti forme: atrofia generale da denutrizione (deportati nei campi di concentramen­to, tumori gastrointestinali, disturbi di digestione e di assorbimento, anoressia nervosa o mancanza di appetito degli psicopatici, cachessie neoplastiche da malattie infettive ed endocríne); atrofia se­nile (involuzione degli organi e apparati a causa della vecchiaia); atrolia da inattività (ad esempio, l'immobilizzazione di un arto per una frattura com­porta fenomeni di atrofia dei muscoli in questa sede); atrolia da compressione (se un tumore ma­ligno o benigno comprime un organo vicino, nella zona di contatto si può avere atrofia; se un calcolo dell'uretere blocca il deflusso dell'urina, questa ri­stagnando opera una pressione sul rene, rendendo­lo atrofico). Nell’atrofia muscolare progressiva, va, i muscoli diventano atrofici a causa di lesioni del cervello.

ATRESIA DELL'ESOFAGO, malformazione congenita

ATRESIA DELL'ESOFAGO, malformazione congenita consistente nella mancata o incompleta canalizzazione dell'abbozzo embrionale dell'esofa­go, per cui l'esofago non è pervio o, se lo è, non è in comunicazione con lo stomaco, ma spesso invece si unisce al lume tracheale in prossimità della sua biforcazione (fistola esofago-tracheale) o talvolta al bronco principale sinistro (fistola eso­fago-bronchiale). La sintomatologia è legata alla impossibilità assoluta di una alimentazione nor­male e, in caso di fistola esofago-tracheale od eso­fago-bronchiale, alla comparsa immediata di com­plicazioni suppurative polmonari. L'atresia del­l'esofago, che si associa solitamente ad altre gravi malformazioni, è incompatibile con la vita; le pos­sibilità di sopravvivenza sono legate ad un tempestivo intervento chirurgico, i cui risultati sono d'al­tronde quanto mai aleatori. L'atresia dell'esofago può anche essere acquisita e rappresenta allora l'esito cicatriziale di una esofagite corrosiva acuta provocata dalla ingestione accidentale o volontaria di sostanze, acide od alcaline, ad azione caustica. La sintomatologia è rappresentata sempre dalla impossibilità alla normale alimentazione, se l'atre­sia è completa; in caso di un'atresia incompleta, vi è difficoltà più o meno grave nella deglutizione e nella progressione dei cibi attraverso l'esofago, con ristagno e rigurgito dei cibi stessi; se l'atresia è incompleta il primo, e sovente sufficiente, prov­vedimento terapeutico è costituito da ripetute se­dute di dilatazioni esofagee con apposita strumen­tazione; se l'atresia è totale diventa indispensa­bile una gastrotomia preliminare, in vista di un intervento chirurgico ricostruttivo.

ATRESIA DELLE FOSSE NASALI

ATRESIA DELLE FOSSE NASALI, malforma­zione consistente nella mancanza di pervietà delle fosse nasali per occlusione delle narici o degli ori­fici nasali posteriori, le coane. L'occlusione delle narici è eccezionalmente di origine congenita, più spesso rappresenta l'esito cicatriziale di un pro­cesso suppurativo o di un processo infiammatorio cronico (lupus, sifilide) o di un trauma; l'atresia coanale, o meglio l'imperforazione coanale, che può essere tanto unilaterale quanto bilaterale, è invece quasi sempre di origine congenita; la pa­togenesi è oscura, si pensa che sia dovuta alla per­sistenza della membrana bucco-nasale della vita embrionale o ad una distrofia d'origine eredo-lue­tica; l'occlusione può essere costituita da un dia­framma solamente membranoso oppure, almeno parzialmente, osseo. In ambedue i casi la sinto­matologia è soprattutto respiratoria, legata alla ostruzione nasale (vedi); l'intervento chirurgico co­stituisce il solo mezzo terapeutico diretto al ripri­stino della funzione respiratoria nasale; nell'atre­sia congenita delle coane l'età migliore per l'inter­vento è quella della pubertà.

ATRESIA DELLA FARINGE, malformazione congenita

ATRESIA DELLA FARINGE, malformazione congenita che si associa spesso all'atresia delle Jos­se nasali contribuendo a realizzare una sin­drome pseudo-adenoidea; il cavo orofaringeo ap­pare ridotto in tutte le sue dimensioni ed è prati­camente virtuale mentre la parete inferiore del velo palatino si presenta aderente alla colonna verte­brale; la sintomatologia è puramente funzionale: la respirazione è insufficiente come nella ostruzione nasale; la voce è sorda, nasale (rinolalia chiusa); l'udito è diminuito come nella ostruzione tubarica; la deglutizione è influenzata dalla immobilizzazione relativa del velopendulo, per cui si ha riflusso degli alimenti liquidi dal naso, quan­do naturalmente non vi sia in. associazione una malformazione delle fosse nasali; la terapia è pu­ramente chirurgica.

ATRESIA DEL CANALE NASO-LACRIMA­LE

ATRESIA DEL CANALE NASO-LACRIMA­LE, malattia dovuta all'ostruzione del canale naso-lacrimale, che fa defluire le lacrime, pervenute dall'occhio nel sacco lacrimale, dal sacco stesso alla cavità nasale dello stesso lato. Può essere dovuta a un difetto di sviluppo del canale naso-lacrimale con persistenza di una membrana imperforata, che normalmente dovrebbe perforarsi in un periodo che va dagli .ultimi mesi di vita intrauterina fino al primo anno circa di vita. Può anche essere dovuta a una infezione proveniente dal naso e che provo­ca una ostruzione secondaria. Un'ultima causa è la presenza nel canale stesso di un tappo costituito dall'accumulo di cellule desquamate. Il sintomo più comune è la fuoriuscita delle lacrime dal sacco congiuntivale, poiché il loro naturale deflusso nel naso è impedito. Spesso questa lacrimazione noio­sa•può complicarsi con una infezione del sacco la­crimale (dacrio-cistite), che richiederà un interven­ti chirurgico risolutore.

come si previene. La prevenzione in caso di atresia del canale e quindi lacrimazione in un piccolo paziente, consiste nell'instillazione di colliri anti­biotici nell'occhio per attendere l'apertura sponta­nea entro il primo anno di vita, evitando il soprav­venire di una infezione delle vie lacrimali, che non la renderebbe più possibile.

giovedì 9 ottobre 2008

Gravissimo deperimento infantile: Atrepsia

ATREPSIA, gravissimo deperimento infantile con arresto dell'accrescimento e imponente diminuzione del peso; scomparsa del grasso sottocutaneo; aspetto scheletrico; disidratazione con pelle rugosa e aspetto senile. La prognosi è severissima. Il decadimento generale può essere determinato da errori alimentari (cibo in quantità insufficiente, dieta incongrua, diarree prolungate); da malformazioni, inibenti l'assunzione di cibo, che interessano il cavo orale o qualsiasi sezione dell'apparato digerente; da malattie infettive acute ( mastoiditi, otiti, gastroenteriti) o croniche ( sifilide, tubercolosi). Le cure sono rappresentate da una dieta appropriata: a base di latte materno; trasfusioni o plasma; ricostituenti vitaminici.

ATETOSI, disturbo costituito da movimenti involontari lenti

ATETOSI, disturbo costituito da movimenti involontari lenti, tentacolari, prevalenti alle dita delle mani e dei piedi, ma presenti anche negli altri muscoli, compresi quelli mimici, accentuati dalle tensioni psicologiche ed attenuati dalla posizione sdraiata e dal sonno. I fenomeni citati possono riguardare anche una sola metà del corpo.

Le cause più frequenti sono le cerebropatie infantili (morbo di Little, morbo di Vogt) e le lesioni circolatorie ed infiammatorie degli anziani che colpiscono alcune zone profonde del cervello (corpo striato, talamo, nucleo rosso, peduncolo cerebellare superiore e, più raramente, l'area N. 6 della corteccia motoria). Recentemente l'atetosi è stata messa in rapporto anche con lesioni del lobo frontale. Spesso essa è associata alla corea, dando luogo così alla coreo-atetosi che può essere parossistica, cioè con crisi che vengono precipitate dal movimento e la cui violenza può far cadere il paziente a terra.

ARTERIE CORONARICHE: ATEROSCLEROSI CORONARICA

ATEROSCLEROSI CORONARICA, localizzazione elettiva nel contesto delle arterie coronarie della malattia arteriosclerotica. Si tratta ciò di un'arteriosclerosi localizzata, con le sue placche, sino ad ostruire parzialmente o totalmente il lume delle vitali arterie coronarie, riducendone il calibro (cioè la portata circolatoria di sangue). I sintomi della aterosclerosi coronarica sono sovrapponibili a quelli dolorosi dell'angina di petto. Nel sangue si trovano i segni indiretti di malattia arteriosclerotica, cioè: aumento del colesterolo, dei grassi (lipidi), dei trigliceridi, ecc.

ATEROSCLEROSI, alterazione parete arteriosa

ATEROSCLEROSI, alterazione della superficie interna della parete arteriosa che diventa irregolare per la presenza, qua e là, di accumuli di grassi misti a prodotti del sangue: sono i cosiddetti ateromi, o placche ateromatose (dal greco athéra, che significa « poltiglia », per il fatto che le placche contengono un materiale molle, poltaceo). Gli ateromi, che costituiscono la lesione più importante e più tipica, dell'aterosclerosi, tendono col tempo ad indurirsi e ad accrescersi: la rapidità con cui s'instaurano e si sviluppano è in rapporto ad errori alimentari e inadeguata igiene di vita (attività fisica carente) che determinano eccessivo accumulo di grassi circolanti, con conseguente « insudiciamento » delle arterie.

Con il passare degli anni, l'aterosclerosi si associa e si confonde con l'arterioscleros, tanto che taluni studiosi le identificano, mentre altri preferiscono denominare la loro contemporanea presenza con l'espressione ateroarteriosclerosi. Ad un certo punto, infatti, rimane difficile distinguere fino a che punto un'arteria sia danneggiata dall'evolvere delle placche ateromatose o dall'invecchiamento naturale dei tessuti che ne costituiscono la parete. Sta di fatto che il punto di arrivo dell'acero-arteriosclerosi può essere sia l'ispessimento della parete arteriosa ed il suo restringimento, causa delle arteriopatie obliteranti, sia l'indebolimento della parete stessa, che può sfiancarsi per un certo tratto, dando così luogo ad un aneurisma.

La malattia aterosclerotica colpisce, nell'ordine di frequenza, le seguenti arterie: aorta, coronarie, arterie cerebrali, arterie femorali, arterie poplitee. L'insufficienza arteriosa si manifesta con sintomi diversi nei diversi organi o territori anatomici. L'aterosclerosi è resa più precoce e più grave dalla presenza o preesistenza del diabete, dell'ipertensione, di un elevato tasso di colesterolo in circolo. Ha un carattere sistemico, nel senso che interessa tutte le arterie dell'organismo, anche se può rendersi manifesta una localizzazione prima, oppure a preferenza, di altre. Gli uomini sono più colpiti delle donne e queste lo sono in genere dopo la menopausa.

ATELETTASIA, situazione patologica polmoni privi di aria

ATELETTASIA, situazione patologica che si riscontra quando zone di polmone, o anche tutto un polmone, per collasso o collabimento degli alveoli, risultano privi di aria. Da questa forma di atelettasia secondaria va distinta l'atelettasia , primitiva che si riscontra nei neonati che non hanno ancora compiuto alcun atto respiratorio: in questi casi l'assenza di aria negli alveoli dipende dal fatto che essi non ne hanno ricevuta. L'atelettasia è un sintomo e come tale può essere provocato da una grande varietà di malattie ( intasamento di rami bronchiali a causa di secrezioni infiammatorie, aspirazione di corpi estranei nei bronchi, loro occlusione ad opera di un tumore, ecc.). Le raccolte di liquidi nei cavi pleurici, operando una compressione sui polmoni, possono causare atelettasia. Nel 2-5 per cento dei pazienti sottoposti a interventi chirurgici di una certa importanta si manifesta atelettasia, a distanza di 24-72 ore dalla operazione.

L'importanza dei sintomi dipende dalla sede dell'ostruzione bronchiale, dalla rapidità con la quale si è instaurata e dalla concomitanza di un processo infiammatorio. Nell'atelettasia post-operatoria la sintomatologia si presenta in maniera particolarmente acuta; in queste condizioni l'atelettasia dà luogo a grave difficoltà respiratoria (dispnea), a aumento delle pulsazioni cardiache (tachicardia), a dolore toracico e a febbre. L'esame radiografico del torace è molto importante ai fini diagnostici. La terapia e la prognosi dipendono dalla causa responsabile dell'atelettasia.

ATELESI, incapacità di coordinare attività psicologiche

ATELESI, incapacità di coordinare le diverse attività psicologiche in rapporto alla differenza dei fini a cui ciascuna di esse è diretta. Il fenomeno si verifica negli schizofrenici. In essi la dissociazione si può avere tra vita interiore e mondo esterno, tra contenuti di coscienza ed esperienze dell'Io e tra categorie ( tempo, spazio, realtà) interne ed esterne.

Disturbo del coordinamento dei movimenti ATASSIA

ATASSIA, disturbo del coordinamento dei movimenti dovuto ad alterazione della sensibilità delle ossa, dei muscoli e delle articolazioni. Si distinguono una forma dinamica, o locomotoria, che si manifesta nel camminare (il soggetto solleva esageratamente la gamba, la lancia in avanti e batte a terra il calcagno, controllando il movimento con la vista) o nel compiere fini movimenti con le mani (il soggetto non sa infilare un ago, sciogliere un nodo o tracciare una linea con gli occhi chiusi); e una forma statica, caratterizzata dalla incapacità, ad occhi chiusi, di mantenere la posizione eretta (fenomeno di Romíerg). Atassia della marcia si ha nelle lesioni delle parti più antiche del cervelletto (nella sindrome archicerebellare e nella sindrome paleocerebellare), dovute a malformazioni congenite delle ossa craniche (latibasta), a mancanza congenita di qualche parte del cervelletto,

ATARASSIA, stato psicologico di benessere

ATARASSIA, stato psicologico di benessere nel quale manca qualsiasi forma di ansia. I farmaci capaci di conferire questo equilibrio affettivo e di togliere la tensione profonda, senza alterare la lucidità della coscienza, sono detti atarassici.

ASTROCITOMA, tumore del cervello, del cervelletto o del midollo spinale

ASTROCITOMA, tumore del cervello, del cervelletto o del midollo spinale, appartenente al gruppo dei gliomi e molto simile all'astroblastoma, in confronto al quale appare di andamento clinico meno maligno, con maggiori possibilità di sopravvivenza dopo l'intervento chirurgico di asportazione.

ASTIGMATISMO - astigmatico

ASTIGMATISMO, un occhio è detto astigmatico quando di un punto dà un'immagine retinica che non è un punto, ma una figura speciale costituita da due piccole rette perpendicolari tra loro e non situate sullo stesso piano. L'astigmatismo deriva dal fatto che i differenti diottri oculari non sono sferici, ma presentano dei raggi di curvatura differenti, secondo le differenti direzioni dello spazio, realizzando così una figura speciale chiamata toro. La visione dell'astigmatico è caratteristica: non può vedere nitido a nessuna distanza, poiché l'immagine di un punto sulla retina è sempre un cerchio di diffusione. La causa principale è la deformazione della faccia anteriore della cornea che non è più un segmento di sfera perfetto.

Questa deformazione è congenita e può variare durante la crescita. Qualche caso di astigmatismo regolare può essere acquisito, come nel caso delle incisioni chirurgiche della cornea nelle operazioni per cataratta e glaucoma. I sintomi sono caratteristici: l'astigmatico lamenta raramente una diminuizione visiva, mentre più spesso descrive disturbi della fissazione prolungata, cioè cefalee, arrossamenti oculari, fotofobie, ecc. Questo difetto viene corretto con l'uso di speciali lenti, che si chiamano cilindri.

ASTEREOGNOSIA, perdita della capacità di riconoscere gli oggetti al tatto

ASTEREOGNOSIA, perdita della capacità di riconoscere gli oggetti al tatto ( senza il controllo della vista) con integrità dei recettori sensoriali. Si tratta di un deficit del riconoscimento immediato e non della difficoltà a trovare la parola che designa l'oggetto (è una agnosia semantica). Il disturbo è dovuto ad una lesione, secondo alcuni autori, di certe zone della corteccia cerebrale situate alla base delle circonvoluzioni parietali; secondo altri ad un deficit della sensibilità generale della corteccia. Quest'ultima interpretazione è inaccettabile perché il bambino riconosce prima l'oggetto familiare e poi la sua forma geometrica.

Associazione tra astenia e stato confusionale ASTENOMANIA

ASTENOMANIA, associazione tra astenia e stato confusionale. Si manifesta con perplessità, ansia, indecisione, errori nella percezione del tempo e dello spazio, spesso a causa di una commozione cerebrale o di una intossicazione o di una forma psicotica.

Mancanza di forza ASTENIA diabete

ASTENIA, etimologicamente, mancanza di forza; il termine descrive lo stato di soggetti affettivamente labili e timidi, secondo alcuni su base costituzionale, che reagiscono passivamente alle contrarietà della vita elaborando, nella rinuncia, un risentimento interiore, associato al rifiuto della lotta. La causa di tale manifestazione è una profonda indecisione ed una incapacità ad attuare scelte volontarie spontanee.

Ciò rende gli astenici preda rela. tivamente facile delle decisioni altrui. Questi soggetti resistono poco alle fatiche e all'impegno intellettuale, non a causa di una incapacità organica, ma per una apatia psicologica. Spesso presentano note di depressione e di fobia, ma più frequentemente tendenze ipocondriache. Del tutto distinta da questa è la forma di astenia muscolare, detta miastenia. Al di fuori di questi casi, l'astenia può essere un sintomo di malattie generali ( anemia, insufficienza cardiaca, tumore, insufficienza endocrina della tiroide, delle ghiandole surrenali, dell'ipofisi e delle ovaie, eccesso ormonale). Astenia si ha anche nel diabete, in malattie epatiche e nelle intossicazioni croniche.

Difficoltà a stare in piedi mantenendo l'equilibrio ASTASIA

ASTASIA, difficoltà a stare in piedi mantenendo l'equilibrio. Tale disturbo è presente nelle paralisi agli arti inferiori, nelle affezioni che compromettono l'equilibrio e, talora, nell'isterismo.

ASSIDERAMENTO azione generale del freddo sull'organismo

ASSIDERAMENTO, è la conseguenza dell'azione generale del freddo sull'organismo, per cui si manifestano una serie di fenomeni che si ripercuotono su tutte le funzioni vitali, a differenza del congelamento che è una lesione locale da freddo. L'azione delle basse temperature, particolarmente sentita nelle zone battute dal vento o quando l'umidità dell'aria è elevata, o nell'immersione in acqua, è dovuta ad una rapida sottrazione di calore dal corpo. L'organismo resiste al freddo aumentando la produzione interna di calore (per esempio con i brividi) e restringendo i vasi sanguigni periferici per diminuire l'eliminazione di calore all'esterno, ma quando particolari condizioni ostacolano questi provvedimenti difensivi fisiologici, come nel caso di persone affaticate, di alcoolisti, oppure di una prolungata azione del freddo, compaiono i sintomi dell'assideramento: pallore, apatia, sonnolenza , annebbiamento della vista, tremore, difficoltà di parola. Bisogna trasportare il paziente in un ambiente caldo ma non troppo, e mai vicino al fuoco per evitare un'eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni periferici e un collasso; lo si spoglierà con delicatezza, lo si coprirà con coperte di lana e si frizionerà il corpo con neve o con pezzuole imbevute d'acqua fredda fino a che non comincerà a riscaldarsi. Nei casi gravi e con tendenza al coma, occorre praticare la respirazione artificiale. Appena ripresi i sensi si daranno bevande calde, per esem. pio latte o caffè, mai alcoolici. In genere occorrono 6 o più ore per riportare alla norma la temperatura corporea.

Appena compaiono i sintomi premonitori, trasportare il paziente in un ambiente caldo come si è detto sopra. Se ciò avviene in montagna durante un'escursione, fermarsi immediatamente, coprire il colpito il meglio possibile, con tende, coperte o teloni cerati contro il vento e la pioggia, montare una tenda oppure mettere il paziente in un sacco a pelo o avvolgerlo con sacchi e cercare soccorso. Il paziente deve essere trasportato in barella.

ASSENZE, brevissime perdite di coscienza

ASSENZE, brevissime perdite di coscienza, talora associate a sensazioni particolari, ed accompagnate da piccoli movimenti muscolari (delle palpebre, del capo, delle braccia) o da perdita del tono muscolare con tendenza alla caduta, ed anche da incontinenza urinaria. Sono il sintomo di quella forma di epilessia definita piccolo male; in questo caso durano da cinque a venti secondi e possono comparire fino ad un centinaio di volte al giorno. Il malato sospende improvvisamente ciò che sta facendo o dicendo ed impallidisce. t una forma che colpisce frequentemente i bambini.

Intossicazione da Aspirina sudorazione profusa

Intossicazione da Aspirina, ha come sintomi sudorazione profusa, stordimento, vertigini, ronzii alle orecchie, vomito continuo, agitazione, delirio, oppure sonnolenza e coma. Le dosi terapeutiche dell'aspirina, che è acido acetilsalicilico, sono 0,5-1 g due o tre volte al giorno, ma talora quantità di poco superiori sono già tossiche per una particolare idiosincrasia ( sono noti casi di morte per l'ingestione di 5 g!) . Occorre la lavatura gastrica, ma in un primo momento si potrà cercare di ritardare l'assorbimento dell'aspirina nello stomaco dando da bere a piccoli sorsi un quarto di litro o più di latte, possibilmente tiepido.

ASPIRAZIONE

ASPIRAZIONE, tendenza del comportamento umano verso una meta, spesso inconsapevole. Il livello di aspirazione indica la misura con la quale il soggetto adegua i propri programmi di vita alla possibilità oggettiva e soggettiva di realizzarli. Se vi è congruenza si dice che il livello è adeguato e si giudica il soggetto capace di fare previsioni realistiche sul proprio comportamento futuro. Se vi è incongruenza, può accadere che il soggetto sopravvaluti le proprie possibilità, come pensandosi attraverso una illusione di potenza fantasiosa, ma criticata (nevrosi) o non criticata (paranoia). Talora il livello di aspirazione è scarso rispetto alle possibilità ed indica una tendenza alla autosvalutazione o un adattamento antieconomico, ma rassegnato, alla svalutazione operata dall'ambiente sul soggetto.

ASPERMIA aspermatismo mancata produzione dello sperma

ASPERMIA, o aspermatismo, letteralmente: la mancata produzione dello sperma; condizione che si traduce nell'incapacità maschile di eiaculare; non ha una causa primitiva ormonale, bensì una causa psichica o neurologica (vedi sterilità maschile). La eiaculazione, tuttavia, può aversi spontaneamente in polluzioni notturne

ASPERGILLOSI, malattia degli uomini e degli animali, causata da miceti

ASPERGILLOSI, malattia degli uomini e degli animali, causata da miceti (aspergilli), microscopici funghi, del genere aspergillus. A seconda dei tessuti o organi interessati si producono reazioni infiammatorie croniche a carico della cute, dei bronchi e del condotto uditivo esterno e più raramente dei polmoni, dei reni, ecc. Gli aspergillí sono per lo più dei saprofiti, cioè agenti che difficilmente causano malattie in quanto mal si adattano ai tessuti animali viventi, poiché per il loro sviluppo richiedono una particolare ricchezza di ossigeno e d'altra parte la temperatura corporea troppo elevata degli animali e dell'uomo non è loro confacente. Esplicano azioni dannose nei tessuti umani (cute, polmone, mucose) se l'ospite è in quel momento particolarmente recettivo, vuoi perché il paziente è portatore, ad esempio, di una tubercolosi polmonare, vuoi perché esso si trova in uno stato di debilitazione e, in particolare, di deficit immunitario. Il trattamento antibiotico con amfotericina B è molto efficace, associato, a seconda del quadro clinico, a eventuale terapia chirurgica.

Asma allergico professionale

ASMA PROFESSIONALE, forme di asma allergico professionale sono diffuse nel mondo del lavoro, ove sono largamente presenti numerosi antigeni capaci di provocare la produzione di anticorpí di tipo reaginico.

Tra i lavoratori più esposti ad asma professionale sono i fornai (per l'inalazione di polveri di frumento), i tipografi ( gomma arabica), i tostatoci di caffè (fumi di caffè), gli operai dell'industria farmaceutica ( antibiotici, sulfamidici), i tintori (parafenilendiamina), i verniciatori, gli addetti al trattamento di pelle e peli animali (cuoio, feltro), alla manipolazione di cotone, canapa, lino, alla lavorazione di legni esotici (polveri di legno, resine, funghi), ecc.

L'accertamento dell'origine professionale di una forma di asma allergico è importante perché, oltre alla terapia medicamentosa ( analoga a quella delle altre forme comuni) può essere consigliabile provvedere, spesso, all'allontanamento dell'interessato dalla lavorazione nociva. La diagnosi si basa sull'anamnesi lavorativa e sui risultati dei tests cutanei o intradermici.

ASMA CARDIACO, difficoltà di respiro malato di cuore

ASMA CARDIACO, grave forma di difficoltà di respiro che sopravviene nel malato di cuore, in genere cronico, quando il cuore pompa male per totale insufficienza del suo muscolo (miocardio). Soprattutto il ventricolo sinistro che non ce la fa a pompare il sangue nella grande circolazione. Ciò porta al rallentamento di tutta la circolazione sanguigna e alla stasi a monte del cuore sinistro: da qui consegue la stasi del piccolo circolo, cioè del circolo polmonare. Gli accessi di asma cardiaco sopravvengono nel malato quando è a letto, soprattutto durante la notte. Il malato si appoggia coi gomiti contro il piano del letto, tende a sedersi, assume quella posizione che i cardiologi chiamano ortopnoica.

Ascoltando col fonendoscopio il torace, il medico sente rumori e sibili di tipo asmatiforme. Il malato è visibilmente pallido al volto, con gli occhi in fuori, in preda a grande agitazione, e ha « fame d'aria ». La crisi è più o meno prolungata nel tempo, ma a volte può risultare fatale per la vita. Non bisogna confondere l'asma cardiaco con l'asma bronchiale. Sono due eventi simili, ma completamente diversi nel loro meccanismo di insorgenza. L'asma bronchiale è la classica forma di difficoltà di respiro in rapporto a spasmo dei bronchi, o broncospasmo, tipica della malattia asmatica su base allergica. L'asma cardiaca, dipende invece da insufficienza del ventricolo sinistro e da ristagno del piccolo circolo a monte del cuóre sinistro.

ASMA BRONCHIALE, malattia dell'apparato respiratorio

ASMA BRONCHIALE, malattia dell'apparato respiratorio caratterizzata da attacchi acuti recidivanti, da respiro sibilante, da forti difficoltà alla respirazione ( dispnea) , da tosse e da espettorazione di muco, soprattutto verso la fine dell'accesso.

L'asma bronchiale si manifesta per lo più prima dei 20 anni. Molto indicativo è lo studio del respiro in quanto in questa forma morbosa la fase dell'espirazione è più prolungata che di norma. I bambini, anziché vere crisi parossistiche, spesso presentano tosse notturna e respiro sibilante sotto sforzo; talora i disturbi bronchiali sono preceduti da prurito e rinite sierosa, una sorta di raffreddore con cospicua perdita, tra uno sternuto e l'altro, di materiale acquoso. Nell'adulto l'attacco è molto tipico: il inalato è costretto a mettersi in posizione seduta o eretta perché non riesce a respirare ( avverte la sensazione di « fame d'aria »); il torace è espanso, in quanto il paziente, dopo aver inspirato, non riesce ad espellere un equivalente volume d'aria. Infatti l'espirazione avviene con estrema difficoltà. Il sibilo dell'asmatico nel corso della crisi è talmente forte e rumoroso che viene udito anche al di fuori della sua stanza. Nei casi più gravi d'asma bronchiale la sintomatologia acuta, quando è scarsamente sensibile alle cure, si prolunga nel tempo ed allora si parla più propriamente di male asmatico.

ASINERGIA, incapacità di controllare i movimenti muscolari

ASINERGIA, incapacità di controllare con precisione i movimenti muscolari fini e di piccola ampiezza, dovuta àlla mancanza di contemporaneità tra la contrazione dei muscoli che si devono accorciare ed il rilasciamento di quelli opposti, che si devono allungare. Un sintomo di sofferenza del cervelletto e si esprime con un maggior tempo per iniziare e terminare i movimenti volontari, con difficoltà a compiere movimenti ripetitivi , con goffaggine nei movimenti alternati (vedi adiadococinesia), con scomposizione nei movimenti complessi e con difficoltà nel linguaggio, per cui la parola viene scandita.

ASIMBOLIA, incapacità a riconoscere un oggetto

ASIMBOLIA, incapacità a riconoscere un oggetto pur sapendone descrivere le proprietà fisiche, con integrità degli organi di senso. Si distinguono una asimbolia tattile (di Bing), una acustica, una ottica ed una per il proprio schema corporeo.

Questa ultima, se non riguarda l'immagine di sé in senso globale, si definisce preferibilmente asomatoagnosia. Il disturbo è dovuto generalmente alla interruzione dei collegamenti tra le zone del cervello che ricevono gli stimoli provenienti dagli organi di senso e quelle che li elaborano (non deficit sensoriale, ma percettivo).

ASFISSIA NEONATALE impedimento grave della respirazione

ASFISSIA NEONATALE, complessa e seria sintomatologia per impedimento grave della respirazione. Si manifesta così: colorito cianotico, incoscienza, ipotonía muscolare, assenza di sensibilità, diminuzione della temperatura, dilatazione delle pupille.

Può essere causata da: malattie materne, anormali contrazioni uterine prima della espulsione del feto, ostruzione delle vie respiratorie, compressione del cordone ombelicale, emorragia cerebrale, shock, malformazioni cardiache e respiratorie, immaturità respiratoria. Trattamento ostetrico preventivo, ossigenoterapia, manovre di rianimazione, aspirazione delle vie aeree e del contenuto gastrico, somministrazione di sostanze stimolanti sono le cure urgenti indispensabili.

ASFISSIA - impedimento della funzione respiratoria

ASFISSIA, è, in senso generico, l'impedimento della funzione respiratoria, e specificamente l'impedimento dell'arrivo dell'ossigeno nei polmoni. Si può avere asfissia per molte cause: avvelenamento da ossido di carbonio, annegamento, mancanza di ossigeno nell'ambiente, edema polmonare, ostruzioni delle vie respiratorie da corpi estranei o da processi morbosi, strangolamento, schiacciamento del torace. Fra l'arresto della respirazione e la comparsa di offese vitali definitive e irreversibili intercorre sempre un periodo, sia pure brevissimo, durante il quale, se le circostanze sono favorevoli, è possibile tentare di ristabilire l'arrivo dell'ossigeno nei polmoni.

ASESSUALITA', mancanza di sessualità. Freud

ASESSUALITA', mancanza di sessualità. Secondo Freud questa mancanza, in realtà, non è possibile; quando gli istinti sessuali sembrano scomparsi, significa soltanto che sono inibiti (e riappaiono deviati in sintomi nevrotíci).

ASCIALIA, assenza di escrezione salivare

ASCIALIA, assenza di escrezione salivare. Non è quasi mai completa e può essere causata da forme morbose altamente febbrili o da forti perdite di liquidi nel corso di malattie del ricambio (diabete insipido o mellito) o dell'apparato digerente (gastroenteriti coleriformi). Può verificarsi anche nel corso di malattie nervose croniche o di affezioni morbose della bocca o delle ghiandole salivari quali il morbo di Gougerot-Sjógren, in cui si ha una loro mancanza congenita. Come fatto primitivo colpisce di preferenza donne anziane a tendenza nervosa o sotto traumi psichici.

Il sintomo principale è dato dalla secchezza della bocca, tale da ostacolare la masticazione e la deglutizione, tanto che il malato deve aiutarsi in queste funzioni bevendo frequentemente. Le mucose orali e la lingua appaiono rosse e screpolate, talora addirittura ulcerate. I denti appaiono spesso ampiamente cariati. La diagnosi è clinica, se si formula osservando direttamente il cavo orale. La cura è innanzitutto causale, cioè a carico delle malattie che hanno provocato l'ascialia; nei casi più ostinati, è utile la somministrazione di pilocarpina a dosi ridotte per bocca o per iniezione. Le conseguenze consistono in gravi danni delle mucose orali e spesso anche in una più facile insorgenza di processi cariosi.

ASCESSO TONSILLARE e peritonsillare

ASCESSO TONSILLARE, o più esattamente peritonsillare, costituisce la complicanza di una tonsillite acuta o, più frequentemente, di una riacutizzazione di una tonsillite cronica. La raccolta purulenta si forma nello spazio peritonsillare, compreso fra la capsula tonsillare e la fascia faringo-basilare che riveste il muscolo costrittore superiore. L'ascesso è spesso monolaterale; il germe responsabile è di solito lo streptococco emolitico. La posizione anatomotopografica della raccolta ascessuale corrisponde a quattro tipi di ascesso: ascesso anterosuperiore, tra tonsilla e pilastro anteriore, il più frequente (80 per cento dei casi); ascesso posterosuperiore, tra tonsilla e pilastro posteriore ( 15 per cento dei casi); ascesso inferiore, lateralmente al polo inferiore della tonsilla (4 per cento dei casi) ; ascesso esterno, tra tonsilla e parete muscolare della faringe, il più raro (], per cento dei casi). Sintomatologia: disfagia dolorosa che arriva all'impossibilità della deglutizione; otalgia omolaterale; temperatura febbrile elevata; scialorrea e fetore dell'alito; stato di sofferenza generale. Non sottoposto ad opportuna terapia, l'ascesso può dare gravi complicazioni: edema laringeo, tromboflebite del seno cavernoso, glomerulonefrite, endocardite, artrite e setticemia.

Ascesso Gengivale - pus gengive

ASCESSO GENGIVALE, raccolta di pus in corrispondenza di una tasca gengivale. Deriva da fatti infiammatori del parodonto, il complesso di formazioni anatomiche che fissano il dente (gengiva, osso alveolare, legamento, cemento); è frequente in soggetti parodontopatici o in corrispondenza di denti ricoperti da capsule mal eseguite o con otturazioni debordanti o con forti depositi di tartaro. Il sintomo principale è un forte arrossamento e una tumefazione della gengiva in vicinanza del colletto gengivale. Questa localizzazione, vicina al dente, è anzi caratteristica dell'ascesso gengivale a differenza di quello dentale, in cui la tumefazione è più alta, in corrispondenza dell'apice radicolare. Il dolore può essere più o meno intenso, sovente in rapporto con l'estensione della tumefazione. Generalmente non si riscontrano rialzo febbrile né stato tossico generale.

La diagnosi, piuttosto facile quando si tratti di un soggetto parodontopatico, in cui questi ascessi sono frequenti e spesso ripetuti anche intorno a numerosi elementi dentali, si presenta più difficoltosa quando vi sia una localizzazione unica, vicino ad un dente privo di vitalità, per la possibile confusione con un ascesso dentale. In questi ultimi casi sarà sempre bene eseguire un esame radiogra. fico. La terapia consiste nel drenaggio della tasca, mediante apertura di essa a livello del colletto dentale o nell'asportazione della tasca mediante gengivectomia. Opportuni anche gli sciacqui con colluttori antisettici, le applicazioni locali di gengivari e, talora, la somministrazione di antibiotici a specifica azione antifusospirillare. L'ascesso gengivale, che generalmente guarisce abbastanza rapidamente, tende però a recidivare facilmente se non si elimina la tasca gengivale patologica. La conseguenza del ripetersi di questi ascessi è una ampia distruzione dei tessuti parodontali, tale da rendere necessaria anche l'estrazione del dente o dei denti interessati.

ASCESSO DEL DOUGLAS, raccolta di un essudato purulento

ASCESSO DEL DOUGLAS, raccolta di un essudato purulento in quella formazione (detta appunto di Douglas) che si costituisce per la riflessione del peritoneo dalla faccia anteriore del retto, sulla faccia posteriore dell'utero e della parte superiore della vagina. Tale formazione è detta anche, e meglio, tasca, o sfondato, o seno, o cavo rettouterino.

Data la posizione anatomica declive di tale sfondato, è intuitivo come esso possa essere sede di raccolte purulente o non (ad esempio, versamenti sanguigni o sierosi) che provengono dagli organi contenuti nella cavità addominale, per loro processi patologici ( emorragici o settici). Tali raccolte possono essere evacuate tramite infissione attraverso il fornice vaginale (colpotomia), dopo che una facile diagnosi ( sia per via vaginale che rettale) ha evi- denzíato, sulla scorta dei sintomi ( senso gravativo perineale, dolore, eventualmente febbre) tale rigonfiamento anomalo.

ASCESSO CEREBRALE, o encefalite suppurativa

ASCESSO CEREBRALE, o encefalite suppurativa, ascesso che può colpire qualsiasi zona del sistema nervoso centrale, benché; " a seconda di ciò che lo provoca, abbia una sede preferenziale. Esso può essere causate, da un processo infettivo dell'orecchio, delle mastoidi, della cute e delle ossa craniche, del naso ( foruncoli) o del labbro, da traumi cranici ( sia immediatamente, sia a distanza di anni), da bronchiti ed endocarditi. Se l'ascesso cerebrale parte dall'orecchio e dai suoi annessi interni, la sua sede è temporale o nel cervelletto.

Se si apre nei vasi sanguigni, può dare origine ad una meningite purulenta. Non vi è una preferenza particolare in rapporto al sesso o all'età, salvo che come conseguenza sporadica di vizi cardiaci congeniti, in questo caso si verifica. nei bambini o negli adolescenti. I sintomi generali sono: febbre elevata, intermittente, con brividi nelle forme acute, talora mancanza di febbre o febbriciattola nelle forme subacute; cefalea accentuata dai movimenti del capo, dimagramento, ottundimento psicologico; talora segni di irritazione meningea con convulsioni generalizzate, fino al coma, e segni di ipertensione endocranica.

Negli ascessi del lobo temporale la compressione delle vie ottiche e la lesione delle fibre nervose che conducono il comando dei movimenti può provocare un deficit di metà del campo visivo opposto alla zona della lesione (emianopsía laterale omonima) e paralisi del corpo dal lato opposto (emiplegia controlaterale). Se l'ascesso è a sinistra, si può anche avere alasia. Tra le complicazioni più gravi vi è l'apertura dell'ascesso nei ventricoli cerebrali e la meningite purulenta. Ambedue possono dar luogo a morte. L'esame più utile è quello del liquido cefalorachidiano, contenuto nelle cavità meningee, che circonda tutto il sistema nervoso centrale, sia nella scatola cranica che nel midollo spinale. Esso può presentarsi purulento.

La terapia è antibiotica e chirurgica. In quest'ultimo caso serve per diminuire l'aumento di pressione all'interno della scatola cranica, al fine di evitare il pericolo di un edema cerebrale ed a svuotare, sterilizzandolo, l'ascesso. Questo verrà asportato solo in un secondo momento, quando si sarà incistato, per evitare la diffusione del pus. Senza terapia l'ascesso cerebrale può ritenersi mortale. L'antibiotico dovrà essere attivo in modo specifico contro i batteri presenti (di solito stafilococchi e pneumococchi).