venerdì 26 dicembre 2008

INTOSSICAZIONE DA MORFINA

INTOSSICAZIONE DA MORFINA, intossicazione che ha come sintomi dapprima un breve stadio di leggero eccitamento, accompagnato da rossore del volto, vertigini, mal di capo, nausea, vomito, agitazione, allucinazioni, poi subentra rapidamente uno stadio di depressione caratterizzato da una invincibile tendenza al sonno, infine perdita della coscienza, respiro stentato, polso debolissimo, cute pallida o cianotica e fredda, pupille ristrette. La dose letale è alquanto variabile, data la grande diversità della tolleranza individuale: dosi intorno a 50 mg possono essere già gravemente tossiche, 100-200 mg sono in genere mortali (la dose terapeutica è di 5-20 mg).

MORBO CELIACO, o celiachia

MORBO CELIACO, o celiachia, malattia della prima infanzia dovuta a malassorbimento, con tre sintomi fondamentali: arresto dell'accrescimento in peso e statura (infantilismo), addome voluminoso, steatorrea, ossia emissione digrandi quantità di feci grigiastre, untuose, lucenti per l'elevato contenuto di sostanze grasse. Lo stato di denutrizione è rivelato dalla cute flaccida, pallida, con sfumatura giallastra; intorno agli occhi c'è un alone scuro, i capelli sono opachi, le unghie presentano disturbi di crescita.

MORBILLO, malattia molto contagiosa

MORBILLO, malattia molto contagiosa, caratterizzata da un periodo di incubazione (variabile da sette a diciassette giorni), da un periodo prodromico (tre, cinque o più giorni di febbre, che tende ad aumentare, arrossamento della gola e delle fauci, corizza, congiuntivite, tosse secca stizzosa), da un periodo eruttivo (compaiono delle macchie lenticolari con inizio dalle regioni mastoidee, talvolta coalescenti e diffuse, successivamente al viso, al tronco e agli arti, con febbre persistente) e da un periodo finale (in cui si ha caduta della febbre, desquamazione e modesto prurito). Un sintomo fondamentale è costituito dalle macchie di Koplik (macchie biancastre alonate di rosso che compaiono nel periodo prodromico all'altezza dei molari sulla faccia interna delle guance). Eccezionalmente il morbillo può essere grave per fenomeni emorragici generalizzati.

MALATTIA DI MOORE

MALATTIA DI MOORE, malattia caratterizzata da tumefazioni periodiche, effimere per durata, e da disturbi funzionali di modesta entità. Colpisce l'adolescenza, ha un'eziologia oscura e una prognosi ottima. Non esistono terapie efficaci.

MONOPLEGIA - paralisi di un arto

MONOPLEGIA, termine neurologico con cui si descrive una paralisi (cioè la perdita del movimento volontario) di un arto solo. Questa mancanza di forza, se riguarda un braccio, dipende quasi sempre da una trombosi della branca terminale dell'arteria cerebrale anteriore (detta arteria di Heubner), che irrora la porzione di capsula interna nella quale passano le vie che conducono il comando del movimento dalla corteccia cerebrale al muscolo. Per la monoplegia a carico della gamba, la trombosi è solitamente dovuta al ramo ricorrente dell'arteria cerebrale anteriore, che irrora la porzione di corteccia cerebrale da cui partono i comandi per il movimento della gamba.

MONONUCLEOSI INFETTIVA, malattia caratterizzata da febbre

MONONUCLEOSI INFETTIVA, malattia caratterizzata da febbre (con caratteri variabili e della durata di un paio di settimane o poco più), faringite, con essudazione, ingrossamento delle ghiandole linfatiche e della milza. Sintomi meno costanti sono: tumefazione delle palpebre, colorazione gialla appena accennata della cute ed eruzione di macchie e di papule estese a tutto il corpo. L'esame del sangue dimostra un aumento dei globuli bianchi con prevalenza di alcune cellule (linfociti e monociti). Le complicazioni sono molto rare; il pronostico è soddisfacente; anche se la causa è virale, il contagio risulta limitato.

MALATTIA DI MONDOR

MALATTIA DI MONDOR, flebite rara quanto singolare che si localizza alla parete toracica (è detta anche flebite a cordone della parete toracica), dove la vena colpita dall'infiammazione, lunga talora fino a 20-30 centimetri, si trasforma in un cordone duro, aderente alla pelle. La malattia prevale nelle donne, fra i 25 e i 55 anni. Talora palpare la vena indurita non è facile, specie nel sesso femminile quando la mammella ostacoli l'osservazione e l'esplorazione. Generalmente il malato si accorge di un indurimento che aderisce alla pelle e che duole leggermente toccandolo.

SINDROME DI MONAKOW

SINDROME DI MONAKOW, o sindrome alterna della calotta e di un peduncolo, forma neurologica causata da un tumore o dalla rottura dell'arteria corioidea anteriore, nella zona cerebrale del mesencefalo (dove il midollo spinale si addentra nella massa encefalica) e del corpo striato. Ne conseguono una paralisi ed una perdita di sensibilità dal lato opposto alla lesione (emiplegia ed emianestesia), talora anche emianopsia. La prognosi è sfavorevole.

MOLLUSCO CONTAGIOSO, dermatosi da virus

MOLLUSCO CONTAGIOSO, dermatosi da virus (onde l'aggettivo contagioso) del gruppo dei virus esclusivamente epidermotropi, cioè che colpiscono solo la parte più superficiale della cute. Le localizzazioni più frequenti sono il viso (palpebre), le mani e i genitali. La natura infettiva di questa dermatosi è stata dimostrata sin dal 1814; facile è la trasmissione tra i bambini nelle scuole, nelle piscine, nelle palestre. Si ricorda il caso singolare di una trasmissione tramite la crema di un vasetto che una massaggiatrice applicava sul viso delle clienti.

MOLA VESCICOLARE, malattia dell'uovo

MOLA VESCICOLARE, malattia dell'uovo (quindi della gravidanza) caratterizzata da produzioni policistiche dei villi, che nel loro insieme costituiscono una massa di vescicole, più o meno voluminosa, a forma di grappolo (mola idatigena). A carico del villo coriale possono esservi una o più dilatazioni cistiche; tra una vescicola e l'altra, a guisa di picciolo, rimane l'esile tratto filamentoso dello stesso villo. Il volume delle vescicole è molto diverso nella medesima mola: da piccole cisti, microscopicamente appena apprezzabili, si va a cisti grosse anche più di una ciliegia. La loro parete è esile, il loro contenuto è ora limpido e trasparente, ora decisamente rossastro ed ematico. Le vescicole sono facilmente distaccabili, singolarmente ed a gruppi.

PARALISI OCULO-FACCIALE CONGENITA DI MOEBIUS

PARALISI OCULO-FACCIALE CONGENITA DI MOEBIUS: sindrome caratterizzata dall'atrofia (o dalla mancanza congenita) di alcuni centri nervosi dai quali partono le fibre che danno luogo a certi nervi cranici. Non è nota la ragione di questa sofferenza nervosa. Il malato è, già dalla nascita, incapace di deglutire, di sollevare la palpebra e di muovere gli occhi. Crescendo avrà anche difficoltà a masticare e la lingua rimarrà atrofizzata. Infatti i nuclei dei nervi cranici più frequentemente compromessi sono quelli del nervo facciale, trigemino, abducente e ipoglosso. Si possono anche avere malformazioni ai piedi ed al torace. Spesso si tratta di malati con ritardo mentale. La terapia consiste nella correzione chirurgica di alcuni difetti (piede torto, incompleta chiusura delle palpebre durante il sonno).

MALATTIA DI MOEBIUS, o paralisi oculomotoria

MALATTIA DI MOEBIUS, o paralisi oculomotoria periodica con emicrania, forma morbosa che compare nei giovani, forse dovuta ad un aneurisma della carotide interna o a infezioni croniche nel seno cavernoso che comprimono o danneggiano il mesencefalo. La sindrome consiste in crisi di mal di testa che durano anche qualche giorno e che cessano improvvisamente, lasciando una paralisi alla muscolatura dell'occhio innervata dall'oculomotore comune ( terzo paio dei nervi cranici).

MIXOSARCOMA, tumore maligno delle parti molli

MIXOSARCOMA, tumore maligno delle parti molli, costituito da cellule stellate immerse in sostanza mucosa. Qualche volta il mixosarcoma deriva da connettivo di tipo embrionale, altra volta invece si tratta di un fibrosarcoma in cui vi è casualmente abbondanza di muco. Terapia e prognosi sono quelle dei sarcomi .

MIXOMA DEL CUORE, tumore cardiaco

MIXOMA DEL CUORE, tumore cardiaco che ha per sede elettiva l'interno dell'atrio sinistro. Il tumore si sviluppa lentamente, ma progressivamente, fino ad invadere tutta la cavità striale sinistra, ma può anche comprimere il setto interatriale e altre strutture cardiovascolari viciniori. I disturbi che il malato avverte sono in rapporto con le dimensioni e la crescita del mixoma. In genere si ha: difficoltà di respiro, congestione del piccolo circolo, alterazione del ritmo del cuore, stasi a vari organi, edemi diffusi. Se il mixoma si stacca e occlude improvvisamente e completamente l'ostio atrioventricolare della valvola mitralica, si ha una grave embolizzazione mortale per tamponamento del cuore dall'interno.

MIXOMA, tumore del connettivo fibroso

MIXOMA, tumore del connettivo fibroso, benigno, di rarissima osservazione, caratterizzato dal fatto di contenere molto muco in cui sono immerse rare cellule connettivali di aspetto stellato, simili a quelle che si vedono nel connettivo embrionale. Qualche volta è molto difficile, al microscopio, distinguere il mixoma benigno da quello maligno.

giovedì 25 dicembre 2008

MITOMANIA

MITOMANIA, o pseudologia fantastica, termine psichiatrico con cui si indica una patologia del contenuto del pensiero. Il malato inventa racconti con i quali tende a mostrarsi all'interlocutore come una persona importante. La base di ciò stà in un desiderio di prestigio, che si esprime con vanità e orgoglio, ma in maniaci, in deboli mentali, in isterici può accadere che si finisca col credere a ciò che si dice, naturalmente in modo inconscio.

MIOTONIA

MIOTONIA, rara malattia neurologica a carattere familiare, nella quale l'atrofia muscolare si accompagna all'aumento di tono di alcuni muscoli. Thomsen ne ha descritto una forma congenita, caratterizzata da un aumento del tono e della massa muscolare. Ne consegue una difficoltà di movimento che, senza impedire lo svolgimento normale della vita, lo ostacola. La forma prende il nome di Thomsen, perché il medico che l'ha descritta ha potuto verificare che si era presentata nella sua famiglia per cinque generazioni successive.

MIOSITE, infiammazione dei muscoli

MIOSITE, infiammazione dei muscoli di origine traumatica, nervosa, endocrina, o secondaria ad infezioni di vicinanza, nelle miositi bisogna curare le cause determinanti e i danni locali. Sono possibili anche forme infettive, provocate da stafilococco, streptococco e germi vari, che colpiscono individui defedati e ipoalimentati. Queste miositi compaiono in forma acuta grave; talvolta coesistono ascessi locali (ne sono sintomi la febbre, la riduzione e il dolore nei movimenti, la tumefazione locale con fluttuazione che denota la colliquazione muscolare). Nella cura sono impiegati, secondo i casi, gli impacchi locali, il riposo, gli antibiotici, l'aspirazione del pus o l'intervento chirurgico.

MIOSI

MIOSI, termine usato quando una pupilla presenta un diametro pupillare inferiore rispetto all'altra, o quando entrambe hanno diametro ridotto rispetto a quello normale (5 mm circa). Se la miosi è unilaterale le cause sono dovute ad affezioni oculari acute (cheratiti, corpi estranei corneali), ad Triti acute, a contusioni oculari, all'uso di colliri parasimpaticomimetici (pilocarpina, eserina), a paralisi spastica monolaterale del simpatico oculare (sindrome di Claude-Bernard-Horner), a irritazione spasmodica nel territorio di innervazione del nervo trigemino (otiti medie).

MIOSCLEROSI

MIOSCLEROSI, sclerosi caratterizzata da atrofia e indurimenti muscolari a prevalente carico degli arti inferiori, che sono quasi immobilizzati, semirigidi e rattrappiti; coesistono alterazioni cutanee e sottocutanee con tendenza a parallela atrofia. Queste lesioni muscolari colpiscono i vecchi in età avanzata; i disturbi sono attenuabili con massaggi, mobilizzazione attiva e passiva, idroterapia.

MIOSARCOMA tumori maligni muscolari

MIOSARCOMA, termine generico che indica i tumori maligni muscolari (leiomiosarcomi e rabdomiosarcomi, ), specie, tra essi, quelli più indifferenziati e atipici, di cui non si riesce A individuare al microscopio la reale natura.

MIOPIA

MIOPIA, alterazione della refrazione per cui la potenza refrattiva dell'occhio è troppo forte se rapportata alla sua lunghezza antero-posteriore, da cui si deduce che l'immagine non è a fuoco sulla retina e che il suo punto focale è spostato al davanti della retina. La miopia può anche essere dovuta a sublussazione del cristallino, a cataratta iniziale, a spasmo dell'accomodazione.

MIOPATIE malattie muscolari

MIOPATIE, termine neurologico con il quale si descrivono le malattie muscolari (anche in assenza di una lesione del sistema nervoso). Ne conseguono un'astenia muscolare o una paralisi. Nelle miopatie sono colpiti prima i muscoli degli arti più vicini alle spalle o al bacino, poi, via via, quelli più lontani. Anche il viso è sempre interessato. Tra le principali miopatie si annoverano la polimiosite e la distrofia muscolare progressiva

MIOEPITELIOMA, raro tumore della pelle,

MIOEPITELIOMA, raro tumore della pelle, delle ghiandole salivari e della mammella, benigno e con forma di piccolo nodulo, che origina da cellule muscolari situate in stretta vicinanza degli epiteli ghiandolari. La sua importanza è legata al fatto che talvolta esso mostra, al microscopio, aspetti ingannevoli di malignità; la cura consiste nella semplice asportazione ed assicura una completa guarigione.

MIODESOPSIE

MIODESOPSIE, o mosche volanti, segno comune a molte alterazioni vitreali, che richiede perciò un attento esame. Il paziente si lamenta di aver davanti agli occhi dei piccoli corpi che si muovono seguendo i movimenti dell'occhio, la cui forma viene descritta simile ad un capello, a moscherini o a una tela di ragno. Il paziente tenta di allontanare questi corpuscoli sfregando le palpebre o ammiccando, ma si rende conto che il disturbo risiede nell'interno dell'occhio e ciò lo turba al punto da generare a volte una vera e propria ossessione. Questo fenomeno è collegato a fatti degenerativi del vitreo, conseguenti a manifestazioni dello stesso genere della corio-retina; ad essi consegue colliquazione del vitreo, che diviene più fluido che di norma.

MIOCLONIA

MIOCLONIA, termine neurologico che descrive contrazioni di un singolo muscolo caratterizzate dal fatto di essere involontarie, improvvise, rapidissime, con un risultato motorio molto .modesto. Le contrazioni possono rimanere isolate o presentarsi in serie. Possono esservene da 5 ogni minuto (mioclonie lente) fino a 50 (mioclonie rapide). Quando i muscoli coinvolti sono molti si possono avere anche movimenti degli arti, del viso, della bocca, ecc. Il disturbo indica una ipereccitabilità del sistema nervoso. Uno stimolo sensoriale molto modesto può dar luogo ad una reazione motoria (spesso, come si è detto, ripetitiva) più o meno estesa.

MIOCHIMIA

MIOCHIMIA, termine neurologico con il quale si descrivono le ondulazioni che compaiono in certi muscoli (soprattutto ai polpacci) in alcune malattie neurologiche (polinevriti da intossicazione), ma anche in atleti dopo uno sforzo. Si tratta di ondulazioni che sembrano scorrere lungo il muscolo; possono durare alcuni mesi e, se non sono il sintomo di una sofferenza della cellula nervosa, scompaiono spontaneamente. Poiché possono essere anche causate dal freddo, occorre che il soggetto venga esaminato in un ambiente caldo, in modo da poter escludere questa causa banale.

MIOCARDITE CRONICA

MIOCARDITE CRONICA, infiammazione cronica del tessuto cardiaco; ne sono sintomi: aumento di volume del cuore, rilevabile alla percussione, segni variabili di insufficienza cardiaca, palpitazioni, crisi dolorose, dispnea, incostante ipertensione arteriosa; l'inizio è subdolo e, durante il decorso, si hanno recrudescenze parossistiche con comparsa di edemi, ingrossamento del fegato, stasi polmonare. L'elettrocardiogramma mette in evidenza disturbi del ritmo e alterazioni dei segmenti del tracciato. La miocardite cronica, determinata da sclerosi del miocardio, colpisce spesso gli individui ultracinquantenni affetti da arteriosclerosi, i reumatici cronici, i sifilitici, i diabetici, talvolta i gottosi.

MIOCARDITE ACUTA

MIOCARDITE ACUTA, infiammazione del tessuto cardiaco in fase acuta. I sintomi funzionali della miocardite acuta sono spesso incostanti e poco marcati, oppure sono inizialmente imponenti ed in questo ultimo caso si manifestano coni temibili segni di una grave insufficienza cardiovascolare. Compaiono palpitazioni, ansietà, dolori precordiali, debolezza generale, dispnea. I toni cardiaci diventano cupi e talora galoppanti (ritmo di galoppo); la pressione arteriosa diminuisce ed il polso si fa frequente; il cuore si ingrossa, come può rilevare il medico alla percussione; gli eventuali soffi sono esponenti di gravità. Più frequente è la tachicardia; altre volte è rilevabile bradicardia o ritmo fetale (toni cardiaci molto ravvicinati).

MIOCARDIOSCLEROSI, lesione non infiammatoria del miocardio

MIOCARDIOSCLEROSI, lesione non infiammatoria del miocardio, riscontrabile negli affetti da arteriosclerosi; ne sono sintomi: facile stanchezza, dolori alle regioni toraciche, dispnea, senso di oppressione, seguiti da scompenso cardiaco. Il volume del cuore è aumentato, a spese prevalentemente del ventricolo sinistro; coesistono quadri arteriosclerotici (ateroma aortico, ipertensione, alterazioni elettrocardiografiche, alterazioni coronariche pressoché costanti).

MIOCARDIOPATIA ARTERIOSCLEROTICA

MIOCARDIOPATIA ARTERIOSCLEROTICA preminente localizzazione dell'arteriosclerosi a livello del muscolo cardiaco (miocardio). Il cuore ingrossa, e lo si dimostra sia ai raggi X, sia con l'elettrocardiogramma. I sintomi della miocardiopatia arteriosclerotica sono quelli dell'insufficienza cardiaca. Nel sangue risultano positivi i test che dimostrano l'evoluzione della malattia arteriosclerotica. Aumentano, infatti, il colesterolo, le lipoproteine, i trigliceridi, ecc.

MIOBLASTOMIOMA, o mioblastoma, tumore benigno

MIOBLASTOMIOMA, o mioblastoma, tumore per lo più benigno, originato dalle cellule muscolari (secondo un'altra ipotesi, da cellule nervose) e situato preferenzialmente nella lingua (sono anche possibili localizzazioni più rare in tutti gli altri organi), in forma di piccolo nodulo molliccio ricoperto da mucosa ispessita. La semplice asportazione chirurgica assicura la guarigione.

MALATTIA DI MILLS

MALATTIA DI MILLS: o emiplegia spinale ascendente progressiva, rara malattia di origine oscura, che si può avere nelle persone anziane, causata, forse, da una atrofia spontanea delle cellule nervose del midollo spinale dalle quali partono le fibre dirette al muscolo volontario (motoneuroni). Ne consegue una paralisi che parte da un piede e che risale, nel giro anche di anni, verso la gamba e poi il braccio, prima da un solo lato e poi da ambedue, provocando l'atrofia dei muscoli.

SINDROME DI MILLAR

Faringite che colpisce i bambini in buone condizioni generali; ne sono sintomi eccessi di soffocazione notturna, raucedine Garingismo stridulo, pseudocrup). Sono prescritti inalazioni, aerosols, sedativi, eventualmente antibiotici. Bisogna evitare i pasti serali abbondanti e dedicare massima attenzione all'ambiente, che deve essere non troppo caldo né troppo secco.

MIELOSI - leucemia

MIELOSI, forma di leucemia in cui la proliferazione tumorale riguarda le cellule bianche del sangue di origine midollare ossea. Si contrappone alle linfoadenosi, leucemie in cui viceversa proliferano le cellule bianche del sangue che originano dalle ghiandole e dai tessuti linfatici.

TUMORE A MIELOPLASSI, o mieloplaxoma

TUMORE A MIELOPLASSI, o mieloplaxoma, o tumore gigantocellulare dell'osso, o osteoclastoma, neoplasia ossea per lo più benigna, discretamente frequente, che colpisce le estremità delle ossa lunghe in individui trai 20 e i 50 anni e si manifesta con tumefazione, dolore, tendenza alla frattura spontanea e caratteristico aspetto soffiato dello scheletro all'esame radiologico. Il tumore gigantocellulare delle ossa è costituito, come dice il suo nome, da cellule giganti, a molti nuclei, chiamati mieloplassi e destinate, normalmente, al periodico riassorbimento del tessuto osseo.

MIELOLIPOMA

MIELOLIPOMA, raro e piccolo tumore della regione renale e in particolare del surrene, formato da tessuto grassoso e da cellule analoghe a quelle che si ritrovano nel midollo dell'osso. Non ha importanza clinica in quanto non dà segni di sé e si scopre quasi sempre solo all'autopsia.

martedì 23 dicembre 2008

MICROMASTIA

MICROMASTIA, termine che deriva dal greco (micros = piccolo, e mastós = mammella) e che indica uno sviluppo puberale insufficiente delle mammelle. Le cause che possono determinare un siffatto quadro sono riferibili, in genere, a tre situazioni particolari: stati di ipogenitalismo da insufficienza ovarica (primitiva, o secondaria, come ad esempio nell'ipotiroidismo) con ritardato sviluppo di tutti i caratteri sessuali secondari; sindromi da virifizzazione, per iperattività corticosurrenale o per tumori funzionanti dell'ovaio (androblastoma); congenita e diminuita recettività del tessuto mammario agli stimoli trofici dell'increzione ovarica. La diagnosi è facile e si fà alla sola ispezione.

MICROFTALMO

MICROFTALMO, grave malformazione caratterizzata dal diminuito volume del globo oculare, e da altre alterazioni delle strutture più delicate dell'occhio, per cui questo è raramente funzionante. Si accompagna spesso ad altre più gravi malformazioni d'ordine generale, a volte incompatibile con la vita. Non esiste terapia possibile.

MICROCORNEA

MICROCORNEA, anomalia congenita presente alla nascita, che si trasmette ereditariamente, non del tutto infrequente. Si presenta con una cornea di diametro più piccolo del normale, ma trasparente, spesso associata ad altre malformazioni oculari: microftalmo (globo di dimensioni ridotte), anomalie di sviluppo dell'angolo camerulare (glaucoma congenito), cataratta congenita, ecc. Può essere bilaterale. Nei casi menò gravi è possibile un'intervento chirurgico nei riguardi della cataratta o del glaucoma.

MICOSI OCULARI, infezione degli occhi provocata da funghi

MICOSI OCULARI, infezione degli occhi provocata da funghi. L'aumento considerevole dei casi di micosi oculari e generali degli ultimi anni è dovuto non solo ad una migliore diagnosi, ma anche alla utilizzazione missiva della antibioticoterapia nel corso di affezioni gravi e all'uso eccessivo dei corticosteroidi. Indipendentemente dalle micosi dell'occhio e dei suoi annessi si constata un numero sempre crescente di micosi generali con manifestazioni oculari. I funghi, che sono gli agenti patogeni delle micosi, sono organismi viventi privi di clorofilla, a metà strada tra i batteri e le alghe, non sono contagiosi, ad eccezione delle tigne, e pervengono all'occhio sia per via congiuntivale o lacrimale, sia per via ematolinfogena in occasione di una micosi polmonare, cutanea o generalizzata.

MICOSI FUNGOIDE, rara forma tumorale della pelle

MICOSI FUNGOIDE, rara forma tumorale della pelle, strettamente apparentabile con i linfocitomi . È a lungo decorso e attraversa un primo stadio in cui assomiglia a un banale eczema, un secondo stadio in cui la pelle mostra noduli rilevati rosso-bluastri, una fase finale in cui la lesione interessa anche linfoghiandole e altri organi. Ha decorso lentissimo e fasi di guarigione spontanea temporanea: per queste ragioni è sovente di difficile diagnosi, anche perché al microscopio la lesione fungoide non ha sempre un quadro facile da riconoscere. La terapia è simile a quella usata per i linfocitomi.

MICOSI, affezioni cutanee determinate da miceti (funghi)

MICOSI, affezioni cutanee determinate da miceti (funghi), cioè da organismi viventi di tipo vegetale, che si riproducono senza fase sessuata. Le micosi si distinguono in superficiali e profonde: le prime si localizzano alla cute e agli annessi cutanei (peli e unghie); le seconde, negli strati più profondi della cute e del sottocutaneo e negli organi interni. Esempi di micosi superficiale sono: la pitiriasi versicolor, le tricofizie, le microsporie, il favo, le epidermofizie, le tigne, le onicomicosi. Esempi di micosi profonde sono: le sporotricosi, il micetoma del piede, l'istoplasmosi, le blastomicosi.

MICETOMA, o piede di Madura

MICETOMA, o piede di Madura ( regione dell'India dove la malattia è più frequente), micosi profonda che colpisce il piede in tutti i suoi tessuti: cute, sottocutaneo, muscoli, ossa. La causa è da attribuire all'innesto di miceti (funghi) diversi, tipo Actinomices, aspergilli, ecc. Questi provocano una grave infezione che si manifesta con tumefazione e deformazione dura del piede, che poi si trasforma in un insieme di noduli pieni di pus che si aprono all'esterno tramite tragitti fistolosi. Un esame microscopico mette in evidenza i parassiti prelevati dal pus delle fistole. La terapia consiste in iniezioni di ioduro di potassio; in casi resistenti, si deve ricorrere all'amputazione.

MIASTENIA, malattia di interesse neurologico

MIASTENIA, malattia di interesse neurologico, più frequente nelle donne dai venti ai quarant'anni, caratterizzata da una grandissima faticabilità dei muscoli. Può comparire nel corso di varie malattie endocrine (ipertiroidismo, ipotiroidismo, iposurrenalismo, ipersurrenalismo, insufficienza ipofisaria, iperparatiroidismo) o in concomitanza di un'ipertrofia del timo, ma può essere un sintomo del diabete. R dovuta ad un ostacolo nella trasmissione dell'impulso nervoso dal nervo al muscolo volontario in corrispondenza della zona in cui il nervo entra nella massa muscolare (placca neuromuscolare). Qui, normalmente si libera (quando giunge l'impulso nervoso) una sostanza chimica, l'acetilcolina, che eccita il muscolo. Nei miastenici questa sostanza sembra insufficiente. La debolezza muscolare si attenua immediatamente se viene somministrata (sperimentalmente) dell'acetilcolina e aumenta se si dà al malato l'enzima che distrugge l'acetilcolina (acetilcolino esterasi).

MIALGIA EPIDEMICA, o malattia di Bornholm

MIALGIA EPIDEMICA, o malattia di Bornholm, malattia cosmopolita, inizialmente descritta nell'isola danese di Bornholm, i cui sintomi sono caratterizzati da un periodo d'incubazione variabile da due giorni a due settimane e da dolori diffusi febbrili, cefalea, tonsilliti, disturbi gastrointestinali e toraciti, tumefazioni ghiandolari diffuse; la durata di tale sintomatologia è di quattro o cinque settimane, con pericoli di ricadute dopo qualche settimana o a distanza di mesi. I dolori trafittivi o costrittivi con esacerbazioni notturne colpiscono in ordine decrescente di frequenza le porzioni inferiori del torace e superiori dell'addome, gli arti, le regioni dorso-lombari e la nuca; coesistono difficoltà respiratorie, sensazioni acustiche di sfregamento pleurico (pleurodinia toracica dovuta a scarsa espansione alveolare prodotta da dolore inspiratorio) e iperestesia cutanea.

METROPATIA EMORRAGICA

METROPATIA EMORRAGICA, forma di sanguinamento uterino su base funzionale. Le emorragie, sintomo clinico capitale delle metropatie emorragiche, sono di diversa entità. In genere saltuarie, possono essere violente soprattutto nella metropatia giovanile ed in quella della menopausa. Il meccanismo di queste emorragie pare sia la necrosi di particelle della mucosa per il conflitto tra la rapida crescita della stessa, imposta dall'ormone estrogeno, e lo sviluppo; più lento dei vasi.

METRITE

METRITE, termine che deriva dal greco (metra = utero) e che definisce uno stato infiammatorio del miometrio, cioè della parte muscolare dell'utero (è usato anche il sinonimo miometrite), da non confondere con l'endometrite e con la perimetrite (vedi), che invece corrispondono all'infiammazione rispettivamente della parte interna, cavitaria dell'utero (endometrio) ed alla infiammazione della sua parte più esterna, periferica (perimetrio). Ciò non esclude, ovviamente, che una metrite possa coesistere con una endometrite c/o con una perimetrite.

METEREOPATOLOGIA

METEREOPATOLOGIA, branca delle cognizioni mediche in cui, per convenzione, vengono trattate la metereopatia, la cosmopatia e la telluropatia. Le metereopatia si verificano quando le variazioni metereologiche appaiono bruscamente o quando l'organismo è carente nella propria difesa metereologica. Bambini neurolabili, individui affetti da squilibri vagale e simpatici, neuroartritici, apatici, sono più frequentemente sensibili alle variazioni atmosferiche. Gli accidenti dovuti al caldo, specie quando questo è accompagnato da forte umidità e abbassamento della pressione atmosferica, sono le sudorazioni eccessive con perdita di sali minerali e astenía, il colpo di calore e il colpo di sole; vi sono interessati individui esposti al sole, fonditori, macchinisti, lattanti che vivono in locali mal ventilati. Questi ultimi, specie se coesistono gastroenterite o sintomi di malassorbimento, possono subire delle manifestazioni gravi, come disidratazione, dispnea, agitazione, convulsioni. Il freddo ha azione su molti alcoolisti nel periodo di smaltimento di una sbornia e sui lattanti. Sono frequenti nei periodi freddi le malattie dette a frigore, come coriza spasmodica, polmoniti, pleuriti; reumatismo e tubercolosi diventano più gravi a causa del freddo.

METEORISMO, accumulo di gas nel tubo digerente

METEORISMO, accumulo di gas nel tubo digerente, per cui può determinarsi un aumento della tensione addominale. Alla percussione è percepibile un rumore timpanico; nei casi accentuati l'addome si dilata e diviene prominente. Cause gravi di meteorismo sono la peritonite, la dilatazione cronica per atonia gastrica o per paralisi postoperatoria, per stenosi pilorica, per megacolon, per dispepsia flatulenta, per stati infettivi come tifo, per stipsi ostinata, per intossicazione acute (tipico il meteorismo che compare in seguito ad ingestione di tetracloruro di mercurio), per coliche (addominali, epatiche, renali), per occlusione intestinale, per insufficienza apatica grave.

METATARSALGIA

METATARSALGIA, dolore alla regione metatarsale, corrispondente alla parte medio-anteriore del piede, posta fra le ossa tarsali (posteriori) e le falangi delle dita (anteriori). Il dolore può essere provocato dalle cause più diverse. Nell'avampiede piatto esso si localizza sulle teste del secondo e del terzo metatarso, che si presentano indurite e rigide, con un esacerbamento al minimo appoggio. I tacchi alti favoriscono la forma, che trae giovamento dall'applicazione di una soletta ortopedica alla scarpa. Nella malattia di Thomas-Morton la causa della metatarsalgia è dovuta ad una affezione che interessa il nervo digitale del terzo spazio (neuroma piantare). In essa il dolore è molto acuto e impedisce la deambulazione.

METASTASI TUMORALE OSSEA

METASTASI TUMORALE OSSEA, diffusione nello scheletro di tumori primitivi quasi totalmente di origine epiteliale, manifestatisi nei più vari organi. Le metastasi si originano da microframmenti di tessuto tumorale trasportato a distanza attraverso la via ematica e linfatica. Mentre i tumori primitivi ossei sono più frequenti nell'età infantile, quelli metastatici prevalgono nell'età adulta. Nel cancro della mammella si ha una percentuale di metastasi ossee, in rapporto al tumore primitivo, molto elevata. Le metastasi si manifestano più frequentemente con aspetti radiologici di osteolisi, ma possono essere anche di tipo misto e con manifestazioni osteocondensanti, che conferiscono alla struttura ossea un aspetto addensato, iperostosico.

METASTASI cellule tumorali maligne

METASTASI, termine che indica il trasporto a distanza, attraverso i vasi sanguigni o linfatici, di cellule tumorali maligne, con possibilità di impianti a distanza della neoplasia, per successiva proliferazione delle cellule maligne emigrate. Il processo è frequente per tutti i tumori maligni, ma alcuni di questi hanno più di altri la prerogativa di colonizzare a distanza: sono molto facili a dare metastasi i sarcomi dei muscoli, i linfomi maligni, certi carcinomi dei polmoni, i melanomi, i tumori della mammella e dello stomaco. I tumori di natura epiteliale danno più facilmente, almeno in un primo tempo, metastasi nelle ghiandole linfatiche più vicine, e allora si parla di metastasi linfonodali regionali; i sarcomi invece si diffondono piuttosto attraverso i vasi sanguigni, cosa che del resto avviene in un secondo tempo anche per i tumori epiteliali.

METAPLASIA

METAPLASIA, processo patologico consistente nella trasformazione di un tessuto in uno diverso, sotto stimolo irritativo cronico. Le metaplasie più frequenti sono la trasformazione dell'epitelio cilindrico del collo dell'utero e dei bronchi del epitelio pavimentoso a più strati, e la trasformazione del connettivo fibroso in cartilagine o in osso. Le metaplasie epiteliali dell'utero e dei bronchi possono preludere ad un tumore. Un'altra metaplasie da tener presente è quella dello stomaco, la cui mucosa tende ad assomigliare a quella dell'intestino: questa metaplasie intestinale può anch'essa preludere a un cancro.

METAMORFOPSIA

METAMORFOPSIA, alterata visione della forma degli oggetti. L'immagine visiva si forma esattamente sulla retina, che riveste perciò quella che è la funzione dello schermo in un proiettore di immagini; è evidente che ogni deformazione di questo speciale schermo provocherà una simile deformazione dell'immagine che vi viene proiettata. La metamorfopsía è un'alterazione presente in tutte le malattie della coroide e della retina del polo posteriore dell'occhio, che interessano la regione maculare. In queste malattie la retina maculare viene a essere interessata da varie alterazioni susseguenti all'infiammazione, come edema, emorragie, atrofia del tessuto, che la deformano e provocano la percezione alterata delle forme (ad esempio, una linea retta può essere percepita ondulata o segmentata).

BRONCOPNEUMOPATIE DA METALLI DURI

BRONCOPNEUMOPATIE DA METALLI DURI: cobalto, tungsteno, titanio, tantalio, mobildeno sono, tra i metalli duri, quelli che vengono più comunemente usati, per la loro particolare resistenza all'usura, nell'industria. Le loro polveri depositandosi nei polmoni, possono dar luogo a pneumoconiosi (vedi). A tale rischio sono esposti gli operai che lavorino tali metalli per la preparazione di leghe o carburi, utilizzati poi per la fabbricazione di strumenti taglienti e di stampi per coniare monete, per protezione di impianti radiologici, nonché per la produzione di numerosi utensili. Come nelle altre pneumoconiosi, nei polmoni si verifica la formazione di una fibrosi; la sintomatologia clinica è caratterizzata da catarro, tosse, dispnea, bronchite, insufficienza respiratoria.

METAEMOGLOBINOPATIA CONGENITA

METAEMOGLOBINOPATIA CONGENITA, forma morbosa di cui è sintomo la cianosi intensa della cute e delle mucose visibili, in assenza di sintomi di cardiopatie; coesistono dispnea, astenia, modesto aumento dei globuli rossi, aumento nel sangue della metaemoglobina (prodotto di ossidazione dell'emoglobina) per cui si rendono impossibili gli scambi respiratori e l'apporto di ossigeno ai tessuti; il sangue assume un color cioccolato. Responsabile della malattia è l'accumulo di metaemoglobina nei globuli tossi per carenza enzimatica. Nella terapia sono adoperati il blu di metilene e l'acido ascorbico.

MESOTELIOMA, mesoteli

MESOTELIOMA, si chiamano oggi mesoteli quelle cellule che in unico strato rivestono le membrane sierose, cioè pleure, peritoneo e pericardio; i mesoteliomi sono i tumori derivati da queste cellule. Essi hanno di volta in volta aspetti connettivali o epiteliali o misti e il rilievo di questi caratteri ne consente la diagnosi al microscopio. Pare che il respirare a lungo polveri di asbesto (contenenti granuli cristallini di silice) ne favorisca la comparsa: i mesoteliomi sono pertanto da catalogare tra i tumori professionali. La sede pleurica è la più frequente, quella pericardica la più rara.

MESONEFROMA. raro tumore maligno dell'ovaia

MESONEFROMA. raro tumore maligno dell'ovaia o dell'utero, di natura malformativa in quanto ripete la struttura del rene embrionario. Si comporta clinicamente come qualsiasi altro tumore maligno uterino od ovarico, sicchè il suo riconoscimento è affidato all'esame microscopico, che mette in evidenza specifiche caratteristiche strutturali a cellule chiare. Si cura chirurgicamente e con successivi, trattamenti radiologici e farmacologici.

MESOCARDIA e malformazioni cardiache

MESOCARDIA, anomalia congenita della posizione del cuore, intermedia tra la destrocardia e la situazione normale, per cui la punta del cuore è rivolta in avanti e appena a destra; si accompagna spesso ad altre malformazioni cardiache.

MESOAORTITE LUETICA

MESOAORTITE LUETICA, manifestazione tardiva della lue o sifilide; consiste in un'infiammazione ad andamento cronico dell'aorta nel suo tratto iniziale (arco aortico e aorta toracica). E' detta mesoaortite perché la struttura più compromessa dall'aggressione luetica è la tunica media, ossia lo strato intermedio dei tre strati che compongono la parete delle arterie e dell'aorta stessa. L'indebolimento della parete arteriosa può determinare in uno o più punti lo sfiancamento della parete con la formazione conseguente di un aneurisma.

MESENTERITE, infiammazione del mesentere

MESENTERITE, infiammazione del mesentere, che può manifestarsi in forma acuta (la quale interessa l'infanzia e l'adolescenza con prevalenza per H sesso maschile), e cronica (mesenterite retrattile). Nella forma acuta il quadro morboso è simile a quello che compare nel corso dell'appendicite acuta (dolori, nausee, febbre, senso di resistenza delle pareti addominali, aumento dei leucociti nel sangue ecc.). Il dolore raggiungerebbe spesso la sua intensità massima senza essere progressivo come nella compromissione appendicolare. In assenza di una diagnosi esatta, s'impone l'intervento operatorio qualora non si abbia regressione dei sintomi. Nella mesenterite retrattile, dovuta a cause poco conosciute, si manifestano sintomi intestinali vaghi e spesso mal differenziabili (dolori addominali, rigonfiamenti passeggeri. dell'addome, nausee, vomito episodico e, nei casi gravi, occlusione intestinale).

MESENCHIMOMA

MESENCHIMOMA, allo stato embrionario, dal quale, nel corso dello sviluppo, possono derivare vari tessuti; si dà quindi il nome di mesenchimomi a quei tumori di natura connettivale che sono scarsamente differenziati, o che sono costituiti da miscugli di vari tessuti, ad esempio vascolare, grassoso, muscolare, fibroso, cartilagineo e via dicendo. I mesenchimomi possono essere benigni o maligni, e la distinzione tra le due varietà deve essere fatta al microscopio; i primi si asportano chirurgicamente, i secondi esigono anche trattamenti radiologici e farmacologici. Questi tumori possono insorgere in qualsiasi parte del corpo e in tutte le età; sono nel complesso rari.

MESENCEFALITE

MESENCEFALITE, termine neurologico con il quale si descrivono le malattie del mesencefalo, cioè dei peduncoli cerebrali e della lamina quadrigemina. Nel peduncolo cerebrale passano le vie nervose che portano al cervello le informazioni provenienti dal corpo e quelle che portano il comando del movimento volontario dalla corteccia, attraverso il midollo spinale, ai muscoli (vie piramidali). Nella parte centrale del mesencefalo sono contenuti due altri centri nervosi: il nucleo rosso e la sostanza nera di Sommering, connessi con il funzionamento del sistema extrapiramidale e con il cervelletto. I tubercoli quadrigemini permettono una serie di riflessi di tipo oculare di fronte a stimoli acustici. Nel mesencefalo è anche contenuta la formazione reticolare, che ha un'importante funzione eccitato-ria nei confronti della corteccia cerebrale.

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA MERCURIO

il mercurio ed i suoi composti (tra i quali il sublimato corrosivo, il cinabro, il nitrato mercuroso, il fulminato e il cianuro di mercurio) sono largamente usati nell'industria e nell'agricoltura; essi possono essere quindi causa di malattia professionale per la loro azione, assai tossica in particolare sul sistema nervoso. Esposti a tale rischio sono gli addetti a numerose e disparate lavorazioni, le più pericolose delle quali risultano essere l'estrazione e la produzione del mercurio, la preparazione delle sue amalgame e composti, la fabbricazione e la manutenzione di apparecchi a mercurio, la preparazione e l'uso di coloranti a base di mercurio, la lavorazione del pelo e del feltro con nitrato mercuroso per la fabbricazione di cappelli, la preparazione di inneschi per esplosivi con fulminato di mercurio, la produzione e l'uso di pesticidi a base di composti organici del mercurio. L'intossicazione più comune è quella cronica (idrargirismo), dovuta a inalazione di polveri o vapori o, più raramente, soprattutto per i composti organici, ad assorbimento per via transcutanea.

MERALGIA PARESTETICA, o malattia di Bernard

MERALGIA PARESTETICA, o malattia di Bernard, malattia in cui compaiono dolori, ipotermia e parestesie che interessano la faccia esterna della coscia; i sintomi diventano più molesti nella stazione eretta e nella marcia, durano talvolta degli anni e sono attribuibili a sofferenza del nervo femoro-cutaneo. Le cause determinanti sono in rapporto a malattie generali (diabete, tifo, ecc.) o a compressione vertebrale; possono anche attribuirsi ad un disturbo locale senza cause evidenziabili.

MENINGIOMA

MENINGIOMA, dalle meningi, le tre membrane che avvolgono cervello, cervelletto e midollo spinale, e precisamente dalla membrana intermedia, chiamata aracnoide, originano tumori chiamati meningiomi, che sono quasi sempre di natura benigna: i pochi tra essi che hanno carattere di malignità sono definiti meningoblastomi o meningosarcomi. I meningiomi colpiscono con leggera prevalenza le donne, si manifestano tra i 40 e i 60 anni, hanno aspetto rotondeggiante e colorito rossastro; crescendo comprimono i tessuti nervosi (cervello, cervelletto, midollo, a seconda della loro sede di insorgenza) determinando i sintomi comuni a tutti i tumori endocranici o endospinali, e in più usurano, sempre per compressione, l'osso vicino, in modo che possono essere riconosciuti anche con un esame radiologico.

SINDROME DI MENITRE

SINDROME DI MENITRE: affezione morbosa individuata dal medico francese Meniére nel 1861 e caratterizzata da una triade sintomatologica costante: ipoacusia, vertigini e acufeni; la malattia è imputabile ad un'alterazione dei meccanismi di regolazione della produzione e del riassorbimento dei liquidi labirintici ed in particolare dell'endolinfa; la sintomatologia è legata all'insorgenza di un idrope endolinfatico che interessa nella maggior parte dei casi entrambi i labirinti e che modifica le costanti chimico-fisiche e bioelettriche del liquido in cui sono immersi i recettori del labirinto membranoso. Il meccanismo attraverso cui si instaura l'idrope endolinfatico è legato ad un fattore neurovascolare per cui a livello della rete vasale labirintici si verifica una costrizione arteriolare seguita da dilatazione capillare; ne risulta un rallentamento della corrente sanguigna fino alla stani, per cui compaiono anossia delle cellule ed aumento della permeabilità vasale, quindi edema ed aumento della pressione endolinfatica.

venerdì 19 dicembre 2008

MENINGITE


MENINGITE, termine che descrive le malattie dei tessuti che circondano il sistema nervoso centrale all'interno della scatola cranica e del canale vertebrale. Si tratta di un tessuto fibroso e rigido che riveste il canale e la scatola dalla parte dell'osso (dura madre) e di un tessuto molle e spugnoso che riveste l'organo nervoso o che riempie gli spazi tra la massa nervosa e la dura madre. Questi spazi sono relativamente ampi e contengono il liquido cefalorachidiano (liquor). Un tempo la meninge che aderiva al tessuto nervoso veniva chiamata pia madre e quella che costituiva il tessuto spugnoso compreso tra la pia e la dura prendeva il nome di aracnoide (per il suo aspetto di tela di ragno). Da ciò deriva il nome di aracnoidite dato ad alcune malattie meningee, benché oggi sia accertato che l'aracnoide e la pia siano tutt'uno (anche da un punto di vista embriologico).

Le meningite possono comparire a qualsiasi età ed avere le cause più diverse. Le meningite acute (o subacute) sono: la meningite cerebrospinale epidemica, la meningite da germi piogeni, la meningite da contiguità topografica, la meningite da sepsi (pneumococcica o gonococcica), ecc. Tutte queste sono forme purulente. Non suppuratine sono la meningite tubercolare, la meningite sierosa e la meningite linfocitaria benigna.

MENINGIOMA

MENINGIOMA, dalle meninge, le tre membrane che avvolgono cervello, cervelletto e midollo spinale, e precisamente dalla membrana intermedia, chiamata aracnoide, originano tumori chiamati meningiomi, che sono quasi sempre di natura benigna: i pochi tra essi che hanno carattere di malignità sono definiti meningoblastomi o meningosarcomi. . I meningiomi colpiscono con leggera prevalenza le donne, si manifestano tra i 40 e i 60 anni, hanno aspetto rotondeggiante e colorito rossastro; crescendo comprimono i tessuti nervosi (cervello, cervelletto, midollo, a seconda della loro sede di insorgenza) determinando i sintomi comuni a tutti i tumori endocranici o endospinali, e in più usurano, sempre per compressione, l'osso vicino, in modo che possono essere riconosciuti anche con un esame radiologico.

MEMORIA, capacità di conservare informazioni

MEMORIA, capacità di conservare certe informazioni e di utilizzarle successivamente. Non è una qualità solamente umana, ma una proprietà biologica degli esseri viventi. Si può misurare (nell'uomo) con varie tecniche: quella del risparmio (guadagno nel tempo che si impiega a reimparare cose non significative apprese in precedenza e dimenticate), quella della riproduzione (misura di ciò che si ricorda dopo un certo tempo in rapporto a ciò che si è appreso), quello del riconoscimento (misura dei dati che si ricordano, riconoscendoli frammisti a molti altri). Esiste una specie di amnesia fisiologica in base alla quale si dimentica la maggior parte degli elementi memorizzati nei primi minuti. Successivamente si dimentica sempre di meno.

MELOREOSTOSI, affezione scheletrica

MELOREOSTOSI, affezione scheletrica contrassegnata da una colata densa e spessa che percorre un osso nel senso della sua lunghezza, assimilabile allo scolare della cera lungo una candela. Si tratta di una forma di origine ignota, che inizia nell'età infantile con una lieve prevalenza nel maschio. Colpisce quasi sempre un solo arto e più particolarmente il femore. Spesso non provoca nessun disturbo e la sua presenza viene svelata dall'esame radiologico eseguito per tutt'altra indicazione. Qualche volta può dare gonfiore all'arto colpito con dolore locale più o meno intenso.

SINDROME DI MELKERSSON

SINDROME DI MELKERSSON, o paralisi recidivanti del nervo facciale con edema del volto, sindrome di interesse neurologico causata da un edema alla bocca di origine virale o allergica, che compare nei bambini. La mucosa linguale è infiltrata da linfociti, è ispessita ed edematosa (talora presenta linfogranulomi), ma soprattutto è edematoso il nervo facciale nel canale di Fallopio, dove resta compresso. Ne scaturisce una paralisi di tipo periferico (viso immobile, angolo del labbro abbassato, bocca stirata verso il lato sano, rughe frontali scomparse, piega naso-labiale appiattita, incapacità di fischiare, soffiare, chiudere l'occhio, pronunciare le parole che hanno lettere labiali; mancano i riflessi orbicolare, della glabella e corneale; la base della lingua è abbassata), con crisi di emicrania. Il viso è gonfio, la lingua è grossa, le labbra sporgono in avanti.

MELENA emissioni sanguigne dal retto

MELENA, termine generico riservato alle emissioni sanguigne dal retto. Il sangue può essere riconosciuto dal malato (colore caratteristico), dal medico (sangue di aspetto nerastro), dal laboratorista (esame microscopico delle feci). La cause anali sono dovute a emorroidi, a ragadi, a fistole, a corpo estraneo contundente. Le cause rettali, per cui si rende spesso indispensabile la rettoscopia, sono un carcinoma, o un polipo, o un'ulcerazione, o un trauma (da introduzione di cannula), o una proclite infettiva, o l'invasione del retto da parte di processi morbosi quali cancro vescicale, cancro uterino, sarcoma, ascesso pelvico, bilharziosi. Malattie generali gravi, come colera, febbre gialla, sepsi, tifo, emopatie, anemia perniciosa, possono determinare melena.

MELANOSI malattia della pelle (volto, dorso delle mani)

MELANOSI, malattia tipica delle zone esposte della pelle (volto, dorso delle mani), ma non rara anche in parti coperte, quali il dorso. Descritta in Francia da Dubreuilh e in Inghilterra da Hutchinson, dai quali prende nome, la melanosi si manifesta in soggetti adulti e anziani come una macchia irregolare di vari colori, dal nero al blu al grigio al roseo, che cambia progressivamente di forma e di colore con il passare del tempo. La melanosi è una tipica precancerosi: lasciata a sè evolve fatalmente verso il melanoma maligno, ma questa evoluzione è lentissima, durando facilmente un decennio e più. Ilericolo incito nella lesione ne consiglia tuttavia i cura, che è radiologica: la melanosi è infatti l'unico tra i tumori dei melanociti che sia sensibile alle irradiazioni.

MELANOSARCOMA, neoformazione maligna

MELANOSARCOMA, neoformazione maligna del tratto uveale (iride, corpo ciliare e coroide), primitiva, altamente metastatizzante per via ematica (fegato), fortemente temibile per il suo inizio subdolo e per la sua frequente tendenza a metastatizzare rapidamente. Siccome il melanosarcoma si sviluppa a carico di qualunque parte della membrana uveale, il suo aspetto è estremamente vario secondo la sede. Spesso la sua evidenziazione avviene solo in occasione di una visita specialistica del fondo dell'occhio, richiesta per altri motivi.

MELANOMA

MELANOMA, negli strati più profondi dell'epidermide, nella membrana coroidea dell'occhio e in poche altre sedi sono presenti, normalmente, cellule capaci di elaborare un pigmento nero, detto melanina (dal greco melanos, nero). Queste cellule, chiamate melanociti, sono, in determinate condizioni, capaci di proliferare attivamente e di produrre tumori, che possono essere benigni (lentigo e nevi, vedi), potenzialmente maligni maligni: questi ultimi si chiamano melanomi.

MELANODONTIA lesione denti da latte

MELANODONTIA, lesione che colpisce i denti da latte rendendoli di colore nerastro. Gli elementi dentali più facilmente interessati sono gli incisivi e i canini superiori. L'eziologia è sconosciuta; si ritiene però che la lesione possa essere messa in relazione con forme di avitaminosi o con squilibri della nutrizione. Colpisce in genere i bambini fra uno e tre anni di età. La sintomatologia consiste nella comparsa, sulle superfici vestibolari degli elementi dentali, di macchie biancastre che diventano poi brune sino ad assumere un colore nero carbone, con distruzione completa dello smalto e messa a nudo della dentina sottostante. Queste zone di usura si estendono progressivamente dalla superficie vestibolare a tutta la superficie del dente, circondandolo e provocandone la frattura.

MEGAESOFAGO, malformazione congenita

MEGAESOFAGO, malformazione congenita costituita da un aumento di ampiezza del lume dell'esofago, associato spesso ad un aumento della sua lunghezza; si riscontra con eguale frequenza nei due sessi e si associa spesso ad altre malformazioni, dell'intestino o dei bronchi; in alcuni casi l'affezione non è congenita, ma imputabile ad una flogosi cronica, con esito in fibrosi cicatriziale, o a fatti spastici accentuati e prolungati della muscolatura dell'esofago, da cui deriva una successiva ipertrofia della muscolatura stessa; la sintomatologia è costituita da disfagia meccanica, all'inizio intermittente e in seguito continua; l'accumularsi degli alimenti nell'esofago ne provoca una distensione dolorosa (fino al vomito degli alimenti stessi) che compare verso la fine del pasto.

MEGACOLON, o malattia di Hirscbspring

MEGACOLON, o malattia di Hirscbspring, malattia caratterizzata da abnorme dilatazione del colon (porzione di intestino che precede il retto), dovuta ad assenza di esatta innervazione in corrispondenza del suo ultimo tratto (sigma colico) per la quale si determina una dilatazione &ll'intestino a monte, in cui si depositano le feci ristagnanti. Stitichezza ostinata, distensione dell'addome sono i sintomi essenziali, che vengono confermati dall'esame radiografico ed eventualmente dalla biopsia rettale (esame delle cellule recuperare mediante puntura e aspirazione).

MEDULLOBLASTOMA

MEDULLOBLASTOMA, variante del glioma, caratterizzata microscopicamente dal fatto di essere formato da speciali piccole cellule gliali e clinicamente dalla preferenza per l'età infantile (sotto i dieci anni) e per la sede nel cervelletto. I sintomi sono quelli soliti per i tumori endocranici, con in più gravi disturbi dell'equilibrio e della deambulazione. Il medulloblastoma è tumore molto maligno: le cure chirurgiche (con alta mortalità operatoria) e radiologiche possono assicurare soltanto un prolungamento della sopravvivenza per un limitato numero di anni; solo nelle forme che colpiscono gli adulti, e che sono rare, la malignità appare minore e nel 50 per cento dei casi curati si arriva a cinque e più anni di sopravvivenza.

TUMORI DEL MEDIASTINO

TUMORI DEL MEDIASTINO, il mediastino è quella regione del torace che è situata nella zona mediana, tra i due polmoni e sopra e dietro il cuore, estendendosi dallo sterno in avanti, alla colonna vertebrale all'indietro. Nel mediastino hanno sede la ghiandola timo, alcune ghiandole linfatiche, tessuto grassoso, vasi e nervi, tutte formazioni che possono dare origine a tumori. Nel mediastino infatti ritroviamo i timomi, molti linfomi (qui ad esempio è frequente la varietà scleronodulare del linfogranuloma), tumori nervosi come neuroblastomi e ganglioneuromi; inoltre nel mediastino non sono rari i tumori insorti da malformazioni ed appartenenti al gruppo dei teratomi ed embriomi

SINDROME MEDIASTINICA

SINDROME MEDIASTINICA, sindrome caratterizzata da dispnea, disfagia, disfonia, alterazioni cardiache e sviluppo di circolo venoso collaterale toracico. I sintomi, dovuti a compressione di diversi organi situati nel mediastino (lo spazio mediano della cavità toracica compreso tra i due polmoni), richiedono una terapia medica sintomatica eziologica e, nei casi gravi, la mediastinotomia anteriore (resezione più o meno estesa dello sterno e delle cartilagini costali) o posteriore (resezione delle costole).

SINDROME DI MAURIAC

SINDROME DI MAURIAC, condizione di diabete infantile caratterizzata da aumento di volume del fegato per accumulo di glicogeno (zucchero di deposito) e di grassi nel contesto dell'organo, da obesità disarmonica, da ritardo della pubertà, da elevati tassi di lipidi e di colesterolo nel sangue, da ipersensibilità all'insulina. La sindrome sembra imputabile essenzialmente ad uno squilibrio di richiesta e di dosaggio insulinico, in rapporto alle cause che si verificano comunemente nel diabete giovanile e infantile e in particolare alla tendenza dei soggetti ad orientare l'azione insulinica alla sintesi dei grassi.

MATRONISMO PRECOCE, o sindrome di Pende

MATRONISMO PRECOCE, o sindrome di Pende, forma di obesità, propria delle bambine, accompagnata da precocità sessuale e da nanismo. La malattia sarebbe dovuta a un'insufficienza tiroidea con coesistente iperattività surrenale.

MASTURBAZIONE

MASTURBAZIONE, pratica erotica tendente alla provocazione dell'orgasmo e del piacere sessuale all'infuori dell'accoppiamento; in altre parole, si tratta del cosiddetto piacere solitario. È molto frequente nell'adolescenza, più rara in soggetti adulti, nei quali è talora indice di scarsa maturità psicosessuale. Infatti nei giovani può essere l'unico equivalente sessuale possibile, quasi una necessità fisiologica, dato che l'educazione e l'ambiente socio-culturale non permettono all'adolescente altre possibilità di sfogo per gli impulsi sessuali. Oggi non si ritiene più, come in passato, che la masturbazione, per se stessa, provochi disturbi fisici o psichici di qualche entità. Stati nevrotici, tuttavia, possono conseguire al conflitto psichico e morale che spesso accompagna la masturbazione.

MASTOPATIA alterazioni mammarie - malattia della mammella

MASTOPATIA, termine generico che significa letteralmente malattia della mammella, ma che è comunemente usato per definire quelle alterazioni mammarie che sono caratterizzate dalla comparsa di nodosità e cisti multiple e che sono tipiche dell'età media, attorno agli anni della menopausa. La mastopatia riconosce diverse varietà: la prima e più frequente è quella che si chiama mastopatia fibrocistica, o malattia cistica, nella quale la mammella presenta, accanto ad aree di indurimento (fibrosi), piccole cisti delimitate da cellule che al microscopio hanno un aspetto chiaro; in una seconda varietà mancano le piccole cisti e prevalgono i fenomeni di indurimento e pertanto la forma è definita mastopatia fibrosa; una terza varietà è chiamata mastopatia complessa ed è caratterizzata da fibresi, da piccole cisti, da proliferazione delle cellule che rivestono i canalini interni della mammella (papillomatosi duttale), da proliferazione irregolari delle cellule che secernono il latte (adebosi) e dalla coesistenza di piccoli fibroadenomi .

MASTOIDITE

MASTOIDITE, processo infiammatorio delle cellule mastoideè (situate nell'osso mastoide); può avere carattere acuto, ed è in questo caso la complicanza di una otite media purulenta acuta, o cronico, e accompagna allora un'otite media purulenta cronica. La mastoidite acuta è quasi sempre imputabile ad una intempestiva o inadeguata terapia di una affezione purulenta dell'orecchio medio; difatti ogni otite è una otomastoidite, perché esiste sempre una compartecipazione collaterale della mucosa delle cellule mastoidee e soprattutto di quella che riveste l'antro; l'infiltrazione infiammatoria della mucosa dell'aditus ad antrum ostruisce l'aditus stesso, che costituisce l'unica comunicazione tra orecchio medio e cellule mastoidee; ne risulta, in seguito alla ritenzione purulenta, un processo osteitico con fusione dei setti ossei e conseguente empiema.

MASTOCITOMA, tumore cutaneo

MASTOCITOMA, tumore cutaneo di riscontro eccezionale, costituito da nodosità formate da mastociti, cellule capaci di formare eparina (una sostanza anticoagulante). Qualche volta può rappresentare un sintomo di leucemia mastocitica, cioè di leucemia caratterizzata dalla proliferazione maligna generalizzata dello stesso tipo di cellule.

MASTITE infezione della ghiandola mammaria

MASTITE, termine che deriva dal greco (mastós = mammella, e ite = suffisso che sta per infezione) e che definisce l'infezione della ghiandola mammaria, che nella quasi totalità dei casi si riscontra nelle donne che allattano. L'infezione è causata, per lo più, dallo stafilococco, specialmente aureo, talora dallo streptococco, raramente dal gonococco o da altri germi, quali il Bacterium coli, il pneumococco, l'Oidium albicans, gli anaerobi, ecc., germi che sono portati in luogo talora dalle mani di chi assiste la puerpera, talaltra dalla puerpera stessa. Il più delle volte, però, i germi provengono dalla bocca del poppante. Bisogna ricordare anche che gli agenti infettanti, specie strepto e stafilococchi, possono esistere, saprofitariamente, nei dotti galattofori e causare la mastice, in occasione del loro virulentarsi per le cause concomitanti ed estemporaneo più svariate.

TUMORE GLOMICO DI MASSON

TUMORE GLOMICO DI MASSON, tumore benigno che si presenta all'inizio come una macchiolina a capocchia di spillo, di colore rosso-bluastro, situato per lo più all'apice delle dita, prevalentemente sotto l'unghia. Si produce originando da una comunicazione arterovenosa a livello della pelle. Il primo sintomo che si manifesta ,è un vivo dolore in un dito della mano o sotto l'unghia, che può insorgere spontaneamente oppure in seguito ad un leggero contatto, oppure ancora per esposizione al freddo. Il dolore, talvolta, insorge ancor prima che il piccolo tumore si sia reso evidente: inizialmente dura poco, in seguito sempre più a lungo, con crisi che tendono a farsi più frequenti e più intense col passare del tempo.

MASOCHISMO atto sessuale in stato di inferiorità

MASOCHISMO, neologismo (derivato dal nome di Leopold von Sacher Masoch, scrittore austriaco dell'800, autore di numerosi romanzi d'amore ed erotici) con i quali si definisce la perversione per cui l'atto sessuale si può compiere solamente in stato di inferiorità, d'avvilimento e di sofferenza. Il masochista prova piacere soltanto quando l'essere amato lo tormenta e lo sevizia, non solo moralmente ma anche fisicamente. Più la sottomissione all'essere amato è completa, dolorosa ed umiliante, più grande è il godimento. All'origine del masochismo può esservi sia una tendenza autodistruttiva primaria, sia un sadismo che si è introflesso e mutato nella situazione opposta. Eventuali sentimenti di colpa e bisogno di punizione possono alimentare ed accrescere tale deviazione.

MASCULINOVOBLASTOMA raro tumore dell'ovaia

MASCULINOVOBLASTOMA, raro tumore dell'ovaia, apparentato con il luteoma; ha diametro di pochi centimetri, è rotondo, di colorito giallo intenso. La donna che ne è colpita mostra segni di mascolinizzazione, quali riduzione del volume delle mammelle, ingrossamento del clitoride, pelosità, voce afona, disturbi mestruali. Si cura con l'asportazione chirurgica dellovaia.

SINDROME DI MARTORELL

SINDROME DI MARTORELL, malattia descritta nel 1944 da due autori, Martorell e Fabré, dovuta all'ostruzione dei tronchi arteriosi che traggono origine dall'arco dell'aorta: il tronco anonimo da cui si staccano la carotide comune destra e la succlavia destra, la carotide comune sinistra, la succlavia sinistra. Queste arterie irrorano la testa e gli arti superiori. La malattia è anche denominata sindrome da ostruzione dei tronchi sopra-aortici. L'arteriosclerosi, con i suoi effetti obliteranti è fra le cause più frequenti. La malattia può presentarsi in tutte le età, ma prevale dopo la maturità e la maggiore incidenza si riscontra tra gli uomini. E' alquanto rara. Secondo l'autore che le dà il nome, cause infiammatorie sarebbero in gioco nella metà dei casi: in queste forme sarebbe più colpito il sesso femminile, in età giovanile.

SINDROME DI MARINESCO-SIOGREN

SINDROME DI MARINESCO-SIOGREN, rarissima sindrome ereditaria, che inizia verso il primo anno di vita e che si trasmette in modo recessivo, caratterizzata da difficoltà di coordinamento muscolare (andatura barcollante, asinergia, dismetria), a cui consegue un inceppamento nella parola (disartria) e talora anche un'atrofia dei muscoli. I soggetti colpiti hanno uno sviluppo psicologico e fisico rallentato, con alterazioni dello scheletro osseo e segni vari di sofferenza nervosa (soprattutto alle vie piramidali). Quasi sempre si ha nistagmo orizzontale e rotatorio. Non vi è alcuna terapia efficace, ma la malattia non compromette in alcun modo la sopravvivenza.

MALATTIA DI MARIE-SAINTON

MALATTIA DI MARIE-SAINTON, disostosi cleido-cranica, malattia che consiste in un deficit di ossificazione delle ossa della volta cranica, che dà al malato l'aspetto di un bambino con idrocefalo, e nella mancanza delle clavicole, dovuta ad una causa ereditaria che si trasmette in modo dominante. Il cranio diventa esageratamente largo, le spalle cadono e si possono avere anche altre malformazioni dello scheletro (cífosi, scoliosi, aplasia della sinfisi pubica, ecc.), ma non si hanno sofferenze di alcun tipo a carico del sistema nervoso centrale, né delle attività psicologiche. La terapia è chirurgica.

MALATTIA DI MARIE

MALATTIA DI MARIE, o eredo-atassia cerebellare, malattia di interesse neurologico, che compare dopo i 20 anni senza che se ne conosca la causa e senza alterazioni specifiche nel cervello (benché qualche autore ritenga che vi sia un'atrofia ereditaria delle vie nervose che uniscono i nuclei del ponte a quelli olivari ed ai centri del cervelletto). La malattia si manifesta con disturbi di coordinazione (difficoltà a camminare e a regolare i movimenti) e con contrazione spastica dei muscoli. Può guarire spontaneamente. Nessuna terapia è efficace.

SINDROME DI MARCHESANI

SINDROME DI MARCHESANI, sindrome caratterizzata da gravi alterazioni oculari, nanismo, brachicefalia, incapacità alla flessione digitale. La malattia comincia nei primi due lustri di vita ed è inguaribile. La terapia è medica e talvolta chirurgica, con risultati poco brillanti.

MARASMA

MARASMA, dimagramento estremo prodotto da emergenze patologiche varie; sono interessati tutti gli organi e sistemi con evidente calo di peso. Tali condizioni conseguono ad un'alimentazione squilibrata e calorimetricamente insufficiente, a mancanza di cibo (povertà estrema, campi di concentramento) o a incapacità a deglutire e trattenere il cibo: labbro leporino, palatoschisi, dispepsia cronica, alimentazione incongrua per ignoranza circa il tipo e la quantità di alimenti necessari all'accrescimento, errori dietetici, ipovitaminosi gravi. Sono cause concorrenti del marasma la malnutrizione per infezione intestinale prolungata, il malassorbimento per tubercolosi o per malattie infettive a decorso cronico, ecc.

MANIERISMO

MANIERISMO, termine psichiatrico con il quale si descrive un comportamento affettato esageratamente, caramelloso, palesemente artificiale, goffo, che compare soprattutto nello schizofrenico delirante, ma anche nell'ipomaniaco o nel debole mentale. Nelle persone normali, insicure e timorose dell'autorità, il manierismo diventa esagerata deferenza, mentre nello schizofrenico manca la partecipazione affettiva a ciò che il malato sta facendo o dicendo, cosicché i gesti abituali appaiono privi di qualsiasi spontaneità. Il manierismo è indicativo di un turbamento della volontà.

MANIA

MANIA, termine psichiatrico che descrive una psicosi (malattia mentale) acuta, caratterizzata da un aumento del tono affettivo e dell'umore, da un'abnorme rapidità nella associazione delle idee, da una accelerazione del pensiero e dell'attività. Può manifestarsi improvvisamente, senza segni premonitori, o più lentamente. Il malato si sente allegro, ringiovanito per motivi interiori. La sua sensibilità al dolore è diminuita. Le sue idee si rincorrono velocemente, cosicché egli salta da un argomento all'altro, incapace di fissarsi su un tema. L'ascoltatore talora non riesce a seguire quello che egli dice, ma il pensiero non è confuso e incoerente. L'attenzione è distraibilissima.

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA MANGANESE

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA MANGANESE, il manganese è d'uso comune nell'industria e può essere causa di intossicazioni professionali per la sua azione tossica sul sistema nervoso centrale. Le principali fonti di rischio sono le attività lavorative che provvedono alla produzione di manganese, delle sue leghe e composti, alla fabbricazione di pile a secco e di fiammiferi, alla preparazione di materiali di vetro e ceramica, alla saldatura con elettrodi al manganese. L'assorbimento avviene essenzialmente attraverso le vie respiratorie, provocando a questi fenomeni irritativi, con possibilità di evoluzione in polmonite.

CANCRO DELLA MAMMELLA

CANCRO DELLA MAMMELLA, insieme all'utero, allo stomaco e all'intestino, le mammelle femminili sono tra gli organi più colpiti dal cancro nella specie umana, ma l'incidenza di questo tumore varia assai da paese a paese: tra le popolazioni di lingua anglosassone e quelle del nord-Europa, ogni centomila abitanti si lamentano ogni anno trenta casi di morte per cancro mammario femminile, mentre in altri paesi, come il Giappone e il Venezuela, questa cifra cade a 4 per centomila (in Italia abbiamo una frequenza intermedia tra queste, con 15 casi di morte per cancro mammario ogni centomila abitanti); molto raro è invece il cancro mammario maschile, che è cento volte meno frequente di quello femminile. Non si conoscono con precisione le cause di questo tumore, ma si può ricordare che, accanto a fattori razziali o ambientali (che giustificano il divario di incidenza tra i diversi paesi), hanno un ruolo fattori ormonali sessuali: il cancro mammario è meno frequente nelle donne che hanno partorito parecchi figli, nelle donne che hanno avuto il primo figlio in età molto giovane, nelle donne che sono state sottoposte in età giovane ad asportazione delle ovaie; tra gli ormoni sessuali femminili, sarebbero gli estrogeni a favorire la comparsa del tumore.

MALOCCLUSIONE, anomalia dell'occlusione

MALOCCLUSIONE, anomalia dell'occlusione, cioè dei rapporti fra le arcate dentarie allorché giungono in contatto fra di loro. Una malocclusione può essere congenita, per spostamento in avanti o all'indietro della mandibola rispetto al normale punto di occlusione, oppure può essere provocata, ad esempio da precontatti fra alcuni elementi dentari. Questi precontatti si verificano in genere per la presenza di elementi protesici mal eseguiti o per la perdita di alcuni elementi dentali seguita da spostamenti in posizione anomala dei denti residui. Può colpire sia i bambini che gli adulti.

MALNUTRIZIONE

MALNUTRIZIONE, insufficiente ed alterato rifornimento di principi nutritivi alla cellula. La malnutrizione è il risultato di un insieme di fattori psicologici, sociali, culturali, economici, politici ed educativi. Ognuno di questi è più o meno importante per un dato luogo e per un dato individuo: se tali variabili sono solo temporaneamente negative, la malnutrizione può essere acuta e quindi recedere rapidamente lasciando esiti né permanenti né dannosi; ma se esse sono continuamente avverse e non modificate, la malnutrizione diviene cronica. Ne seguono danni irreparabili ed eventualmente la morte.

SINDROME DI MALKERSSON

SINDROME DI MALKERSSON, sindrome che ha come sintomi caratteristici: paralisi periferica del facciale, crisi di emicrania, edema del viso con labbra di tapiro, lingua ingrossata; i sintomi sono dapprima ricorrenti ma, in seguito, diventano cronici. La malattia, di origine oscura, colpisce l'infanzia. La terapia è sintomatica ma deludente.

TUMORE DI MALHERBE

TUMORE DI MALHERBE, raro tumore benigno della pelle, tipico dell'età infantile, che si presenta come un nodulo duro ed è costituito da proliferazione delle cellule degli strati inferiori dell'epidermide e da depositi di sali di calcio nel contesto delle cellule tumorali. L'asportazione chirurgica del tumore conduce alla guarigione. Secondo alcune ipotesi recenti, questo tumore non deriva dagli strati inferiori dell'epidermide, ma da uno dei follicoli da cui nascono i peli e quindi gli viene attribuito il nome di pilomatrixoma.

MALFORMAZIONI OSSEE

MALFORMAZIONI OSSEE, sviluppo anomalo delle ossa con alterazioni che ne possono interessare sia il numero la morfologia. Le malformazioni si presentano a carico di molte ossa e possono essere dovute a fattori ereditari, ma anche esogeni, che esercitano la loro azione durante lo sviluppo del feto.

MALATTIE PROFESSIONALI tecnopatie

MALATTIE PROFESSIONALI, o tecnopatie, forme morbose dovute all'azione patogena di sostanze o materiali tossici con cui l'uomo viene a contatto per motivi di lavoro, ovvero dovuta alle influenze dannose sull'organismo di lavorazioni che per le proprie caratteristiche non rispettano le leggi dell'anatomia, della fisiologia e della psicologia umana. A questa definizione la legge italiana pone però precise e gravi limitazioni, riconoscendo come professionali solo le forme morbose provocate da specifiche occasioni tossiche, nocive o comunque pericolose, elencate in un'apposita tabella di legge.

MALATTIE DA POSIZIONI DI LAVORO

MALATTIE DA POSIZIONI DI LAVORO, talune posizioni che l'organismo umano deve assumere per espletare l'attività lavorativa, qualora abbiano caratteristiche antifisiologiche e si protraggano a lungo, possono provocare alterazioni patologiche che, a seconda dei casi, interessano cute, ossa e articolazione, muscoli e vasi sanguigni. Interessano la cute i calli professionali che si vengono a formare in conseguenza alla compressione esercitata da strumenti di lavoro (come nel caso di quelli presentati sulle dita delle mani dai sarti o dagli scrivani per l'uso prolungato di forbici o penna), o per persistenti particolari posizioni (è il caso delle borse sierose che si producevano nel tessuto sottocutaneo del ginocchio nelle lavandaie o nei lucidatoci di pavimenti, un tempo costretti a lavorare appunto in ginocchio).

MALATTIE CUTANEE PROFESSIONALI

MALATTIE CUTANEE PROFESSIONALI, le malattie che possono essere causate da molte sostanze chimiche e da numerosi agenti fisici presenti normalmente nell'ambiente di lavoro: l'aumento costante della quantità di nuovi prodotti che entrano in uso industriale ha avuto come conseguenza una vasta diffusione di tali forme morbose professionali. Tra gli agenti che possono essere causa di affezioni della pelle sono, tra i metalli ed i metalloidi, il nichel, il cobalto, il mercurio, il cromo; tra gli agenti fisici sono i frammenti o frustoli di metallo e lana di vetro, i peli d'animali, i raggi ultravioletti, le radiazioni ionizzanti; tra le sostanze chimiche, una innumerevole quantità.

MALATTIA REUMATICA

MALATTIA REUMATICA, termine conferito ad affezioni morbose molto diverse, che possono manifestarsi con caratteri acuti o cronici; viene colpito in maniera prevalente l'apparato locomotore, con manifestazioni articolari ed extra-articolari e con possibilità di complicanze cardiache, renali, di altri organi; coesistono nella maggioranza dei casi fenomeni reattivi del mesenchima, do`cumentati da evidenti modificazioni dell'equilibrio proteico del siero (aumento di gamma-globuline, della velocità di sedimentazione, positività delle prove di labilità colloidale, della proteina C reattiva, ecc.) e dalla positività di test sierologici come il titolo di Wassermann.

MALATTIA METABOLICA

MALATTIA METABOLICA, malattia ereditaria o acquisita che ha rapporto con un'alterazione del metabolismo. L'assenza di un enzima determina l'interruzione di una catena di sintesi per cui può essere interessato il ricambio dei glucidi (ad esempio: diabete, glicogenosi), dei nucleoprotidi (ad esempio: gotta), delle proteine (ad esempio: aminoacidopatie), dei lipidi (ad esempio: obesità, dislipidosi), nonché gli equilibri acidobasici ionici, osmotici, idrici, minerali, vitaminici, ecc.

MALATTIA EREDITARIA

MALATTIA EREDITARIA, malattia da aberrazione cromosomica, frequente varietà di malattia congenita, dovuta ad anomalie cromosomiche della cellula uovo fecondata (i cromosomi sono organuli endonucleari costituiti da un piccolo asse iniziale, denominato cromonema, rivestito da cromatina ADN). Si possono realizzare anomalie di numero e di struttura dei cromosomi (delezione o traslocazione), alterazioni dei cromosomi somatici (aberrazione cromosomica) o di quelli sessuali (aberrazione gonosomica).

MALATTIA ENZIMATICA

MALATTIA ENZIMATICA, malattia legata ad un difetto costituzionale ed ereditario che impedisce la sintesi di un enzima. Ne conseguono disturbi molto gravi e complessi, come la glicogenosi, l'idiozia fenilpiruvica, alcune nefropatie tubulari, l'emocromatosi idiopatica, ecc.

MALATTIA DA RAGGI

MALATTIA DA RAGGI, insieme di manifestazioni patologiche che si producono in seguito a sedute di radioterapia. Appena scoperti i raggi X, quando la radioscopia veniva prolungata oltre un certo tempo, questi disturbi vennero descritti, da radiologi di lingua tedesca, con il nome di Roentgen-katter, che però oggi non viene più usato. Oggi, anche per l'avvento del rinforzatone di immagini, che fa assorbire al paziente una dose minima di radiazioni, e per la notevole riduzione delle indagini radioscopiche, oltre che per la loro minor durata, tali disturbi si possono ritenere praticamente scomparsi.

MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO

MALATTIA EMOLITICA DEL NEONATO, forma morbosa (da somministrazione materno-fetale) che colpisce il feto negli ultimi mesi della vita intrauterina, o il neonato nei primi giorni di quella extraulterina, e che può avere varie estrinsecazioni cliniche, tutte peraltro riconducibili alle tre sindromi fondamentali dell'idrope fetoplacentare, dell'ittero grave del neonato e dell'anemia congenita.

MALATTIA DA RAGGI

MALATTIA DA RAGGI, insieme di manifestazioni patologiche che si producono in seguito a sedute di radioterapia. Appena scoperti i raggi X, quando la radioscopia veniva prolungata oltre un certo tempo, questi disturbi vennero descritti, da radiologi di lingua tedesca, con il nome di Roentgenkatter, che però oggi non viene più usato. Oggi, anche per l'avvento del rinforzatone di immagini, che fa assorbire al paziente una dose minima di radiazioni, e per la notevole riduzione delle indagini radioscopiche, oltre che per la loro minor durata, tali disturbi si possono ritenere praticamente scomparsi.

MALATTIA CONGENITA

MALATTIA CONGENITA, malattia dalla quale il bambino è già afflitto alla nascita; può essere ereditaria o acquisita. Quest'ultima può avere cause multiple contratte nel primo trimestre di vita intrauterina, ossia nel periodo fetale (radiazioni ionizzanti, prodotti chimici, malattie infettive), oppure in quello embrionale (anomalie morfologiche e viscerali dovute ad azioni tossiche, carenziali o infettive che agiscono a partire dal quarto mese di vita intrauterina) .

MALATTIA

MALATTIA, condizione patologica in base a cui un organismo vivente (animale o vegetale) reagisce con una successione dinamica di fenomeni difensivi ad una causa anormale, fino alle ultime conseguenze, che possono essere la guarigione (restitutio ad integrum), l'esito con postumi permanenti (cicatrici, anchilosi, retrazioni cicatriziali, menomazioni anatomiche funzionale e biologiche), o la morte. Nel corso di una malattia sono prese in considerazione le cause determinanti (quando è possibile stabilire un rapporto certo tra causa ed effetto), il periodo di incubazione, il momento dell'insorgenza, i sintomi nei periodi iniziali, di stato e terminali.

MALASSORBIMENTO

MALASSORBIMENTO, sindrome dovuta ad un diminuito e alterato assorbimento delle sostanze alimentari da parte dell'intestino tenue, associato o no a disturbi della digestione. La conseguenza è la perdita di princìpi nutritivi essenziali, che determina uno stato di denutrizione più o meno pronunciato. I sintomi sono molteplici e variabili, ma ve n'è uno costante o quasi, la diarrea cronica con steatorrea, cioè con emissione di feci abbondanti, di aspetto grigiastro e untuoso perché contenenti molti grassi. I dolori addominali sono moderati, l'addome in genere è voluminoso e teso, in contrasto con la magrezza del corpo, e sovente il fegato è ingrossato. Si hanno inoltre sintomi di carenza di minerali e di vitamine, per esempio di ferro e di vitamine del gruppo B, con infiammazione della lingua (glossite) e della bocca (stomatite), anemia, alterazioni della pelle; di calcio e di vitamina D, con tetania, dolori e deformità ossee e articolari, osteoporosi, fratture; della vitamina K, con emorragie; di potassio, con senso di stanchezza, crampi, disturbi cardiaci.

MALARIA, paludismo, o febbre palustre

MALARIA, paludismo, o febbre palustre, malattia infettiva prodotta da ematozoi (protozoi che vivono nel sangue e che sono inoculati in seguito a punture di zanzare), che può avere un andamento acuto (accessi febbrili preceduti da intensi brividi e seguiti da profuse sudorazioni che compaiono ad intermittenze regolari), cronico (coesistono con la febbre, anemia, subittero, ingrossamento del fegato e della milza, con probabile esito in cachessia palùstre) o intermittente. L'incubazione, molto variabile, dura da otto a quindici giorni e può essere anche più corta se l'inoculazione degli ematozoi è stata massiva; tuttavia sono descritti anche casi in cui il periodo d'incubazione è notevolmente più lungo (da due settimane a qualche mese).

Tabagismo e fumo di tabacco

Il fumo è un termine che caratterizza il consumo di tabacco in generale. E ' più spesso utilizzato per descrivere il comportamento delle persone tossicodipendenti al fumo di tabacco, rispetto al consumo occasionale.

Il fumo di tabacco è specificato talvolta in contrapposizione al fumo passivo, l'involontaria inalazione del fumo di tabacco.

Il Tabacco fumato è stato principalmente portato dagli americani . Nel 1556, André Thévet ha introdotto la pianta in Europa vicino a Angoulême. La prima illustrazione botanica è data da Nicolas Monarde tabacco nel 1571.

Il nome Nicotiana è onore del suo scopritore, il tabacco ha incontrato un grande successo presso la corte di Francia, dove ha prestato le virtù medicinali.

Cardinal de Richelieu ha introdotto una tassa sul tabacco, e Colbert ha stabilito un monopolio statale per la vendita nel 1674. Il fumo è diventato il marchio di raffinatezza in alta società. La sigaretta è stata introdotta in Francia nel 1825.

Il tabacco è consumato in diversi modi:

* Affumicato (sigarette, pipe, sigari, sigaretti, bidi, grosso rotolo, un progetto comune - vale a dire mescolato con la cannabis), in modo Narghilè. ;
* Pregiato (per inalazione);
* Stuck (da ammollo in bocca): Un "Machage" o mettendo una palla tra labbro e gomma. La svedese snus è un tabacco fermentate presentate in piccole bustine.

sabato 13 dicembre 2008

LEUCOPLASIA VULVARE

LEUCOPLASIA VULVARE, voce che deriva dal greco (leucòs = bianco, e plax = placca) e definisce una particolare modificazione della mucosa il cui epitelio si tramuta in chiazze, o strie, di aspetto madreperlaceo. La leucoplasia (o leuco-plachia) è la sola vera lesione precancerosa delle mucose. È in effetti benigna, e può non trasformarsi mai in cancro, ma il potenziale di trasformazione è così grande che è fatto praticamente obbligo di toglierla di mezzo ogni qualvolta capita di osservarla. Oltre che in sede vulvare la leucoplasia si manifesta anche sul collo uterino, a volte in forme tanto dissimulate che solo la colposcopia le può scoprire. Viceversa, la localizzazione vaginale è rarissima. La leucoplasia vulvare può colpire diverse sedi della vulva, ma generalmente preferisce la zona superointerna delle piccole e delle grandi labbra e la commessura vulvare posteriore. Non va confusa con la vitiligo, dermatosi banale ed abbastanza frequente della vulva, che è dovuta alla mancanza (o scomparsa) di pigmento in diverse zone, ma senza infiltrazione, in cui cioè la cute conserva la sua flessibilità ed elasticità. Le chiazze di vitiligo hanno una bianchezza lattea che risalta ancor più per confronto di vicinanza con la cute normopigmentata. La vitiligo, inoltre, è quasi sempre simmetrica. L'esame istologico della vitiligo, oltre a denunciare l'assenza del pigmento, dimostra una disposizione normale delle tuniche cutanee.

LEUCOPLASIA LARINGEA

LEUCOPLASIA LARINGEA, processo infiammatorio cronico, circostritto, della mucosa laringea, il cui epitelio di rivestimento si ispessisce presentando fenomeni di metaplasia e talora di corneificazione, per cui la mucosa acquista appunto un caratteristico aspetto biancastro; da un punto di vista clinico viene considerata una precancerosi, poiché statisticamente nel dieci per cento all'incirca dei casi si ha una trasformazione epiteliomatosa; la sintomatologia è identica a quella che si ha nellelatingiti croniche; la diagnosi si avvale dell'esame istologico si, prelievo eseguito in laringoscopia diretta o indiretta; la terapia è la stessa che viene attuata nelle laringiti croniche; ad essa si associa una terapia con la vitamina A, che ha un'azione protettiva degli epiteli, e con estrogeni per via aerosolica; può trovare indicazione anche la roentgenterapia, mentre non appare consigliabile la terapia chirurgica, salvo che la lesione appaia nettamente circoscritta.

LEUCOPLASIA

LEUCOPLASIA, termine che significa placca bianca e si riferisce a lesioni specifiche delle mucose e pseudomucose, costituite da epitelio pavimentoso (labbra, bocca, vulva, laringe), che normalmente hanno un colorito roseo. In presenza di leucoplasia la mucosa si fa bianca, rilevata, dura, per proliferazione abnorme delle cellule pavimentose e per una loro tendenza a caricarsi di sostanze cornee simili a quelle della pelle. Le leucoplasie sono abbastanza frequenti negli individui anziani, a seguito di traumi, di irritazioni infiammatorie, di cattiva nutrizione sanguigna della mucosa. Nell'uomo si hanno leucoplasia frequenti in bocca per traumi causati da protesi dentarie o per fumo di tabacco; nella laringe le leucoplasia sono la conseguenza di eccessi vocali o ancora di fumo; sulla vulva le lesioni sono uno dei segni della craurosi . Le leucoplasia sono tipici fenomeni precancerosi e come tali vanno curate ( asportazione, cure mediche, ecc.).

LEUCOPLACHIA

LEUCOPLACHIA, macchia biancastra, ispessita, dura, che si forma specialmente sulla mucosa delle labbra, della lingua, delle guance, del palato. La sua importanza deriva dal fatto che essa rappresenta una forma precancerosa, vale a dire ha la capacità potenziale di trasformarsi in un tumore maligno, trasformazione che naturalmente può avvenire o non avvenire. Le cause più frequenti delle leucoplachie sono piccoli traumatismi ripetuti, per esempio dovuti a denti cariati o con margini taglienti, a otturazioni dentarie debordanti, oppure l'abuso di tabacco sotto forma di sigarette, sigari, pipa, e anche di tabacco da masticare, le infezioni come la sifilide, la mancanza o la deficienza di vitamine nell'alimentazione, ecc. Le leucoplachie colpiscono maggiormente il sesso maschile, in età variante fra 40 e 60 anni.

LEUCOMA, cicatrice della cornea

LEUCOMA, cicatrice della cornea. Quando, per varie cause, la cornea viene lesa e poi guarisce con formazione di cicatrice, la cornea stessa non è più trasparente come quella costituita da tessuto sano, ma più o meno opaca e grigiastra secondo il suo spessore. Queste opacità vengono chiamate leucomi e sono conseguenza di affezioni infiammatorie o degeneratine della cornea per alterazioni settiche, traumatiche, da causa chimica e fisica, più raramente per distrofie congenite, progressive o non. La cura medica va riservata, perché solo in questi casi efficace, ai leucomi recenti e molto tenui; consiste nell'uso di medicamenti atti a guidare la cicatrizzazione affinché questa avvenga nel modo meno anarchico possibile (pomate vitaminiche, al glucosio molto concentrato, con ahtienzimi, ecc.).

LEUCEMIA

LEUCEMIA, termine che significa letteralmente sangue bianco e indica quei processi patologici in cui, accanto ad uno stato di anemizzazione (diminuzione dei globuli rossi del sangue), compare un caratteristico aumento del numero dei globuli bianchi, che normalmente sono circa 6000 per millimetro cubo di sangue e che invece in caso di leucemia raggiungono cifre che variano dai 50.000 ai 300.000 elementi e più. Poiché le cellule bianche del sangue sono di vari tipi e nascono o nel midollo osseo o nelle ghiandole linfatiche, alle alterazioni riscontrabili nel sangue si accompagna-no anche lesioni a carico del midollo osseo o delle linfoghiandole, e non è difficile che nel cor-so della malattia anche altri organi e tessuti vengano invasi dal processo proliferativo. Si distinguono così leucemie linfatiche (composte da linfociti originati nelle linfoghiandole) leucemie mieloidi (da mielos, midollo), costituite da cellule bianche di origine midollare.

LETARGO ISTERICO

LETARGO ISTERICO, anomalia del sonno negli isterici. L'ammalato cade improvvisamente in un sonno che appare normale dopo una intensa emozione. Tuttavia le sue pàlpebre tremano ed i suoi occhi sono ruotati verso l'alto (cosa che non accade nel sonno fisiologico). Anche il tono muscolare è alterato: o i muscoli sono troppo flaccidi, o troppo rigidi. I riflessi osteotendinei sono accentuati. Può accadere che, premendo alcune zone della cute maggiormente sensibili, si scateni una crisi convulsiva (naturalmente isterica e non epilettica).

LESBISMO, omosessualità femminile

LESBISMO, omosessualità femminile, denominata anche saffismo, tribadismo. In origine iltermine saffica indicava la omosessuale passiva, di aspetto femminile, mentre quello di ttibade definiva la omosessuale di aspetto mascolino, che assume un ruolo attivo. È noto che queste denominazioni date comunemente all'omosessualità femminile traggono la loro origine da una tra le più note omosessuali che la storia ricordi, la poetessa Saffo, nata nel 612 a.C. nell'isola di Lesbo. Come per l'uomo, questa distinzione è puramente schematica e non corrisponde alla realtà. Inoltre il rapporto tra donne omosessuali è spesso sfumato, incompleto: molto spesso, nelle donne è frequente una omosessualità latente. Le cause della omosessualità femminile, come di quella maschile, sono molteplici: ma a differenza dell'uomo, che spesso diventa omosessuale per motivi risalenti all'infanzia e legati ai rapporti con i genitori (padre tirannico e madre debole, o viceversa), la donna diventa lesbica perché è influenzata, nella maggioranza dei casi, da pressioni culturali o sociali.

LENTIGO

LENTIGO, termine che indica lesioni di carattere tumorale e pretumorale della pelle, che hanno l'aspetto di macchie nerastre, piane o appena rilevate. a margini netti, rotonde: molti dei nei di bellezza sono lentigo. Esistono alcune varietà di lentigo, come la lentigo nevoide dei giovani e degli adulti (il tipico neo di bellezza), e la lentigo senile, che compare nelle parti esposte al sole (dorso delle mani e volto): la prima, crescendo di volume, può trasformarsi in un nevo, la seconda può seppur raramente evolvere in un melanoma .

LEISHMANIOSI

LEISHMANIOSI, denominata anche leishmaniosi viscerale, o anemia splenica infantile, o Kalaazar (termine indiano che significa febbre nera perché talora la malattia si accompagna ad una pigmentazione bruna della pelle), malattia infettiva che colpisce essenzialmente il sangue, il fegato, la milza, il midollo osseo, le ghiandole linfatiche. E' causata da un protozoo, la Leishmania Donovani. La malattia è rara in Italia; il maggior numero di casi si ha nei bambini. La trasmissione avviene attraverso la puntura d'un piccolo insetto notturno, il flebotomo pappatacio, di colorito grigio chiaro a riflessi argentei.

LEIOMIOSARCOMA

LEIOMIOSARCOMA, tumore maligno dei muscoli involontari o lisci; deriva da precedenti leiomiomi o è maligno sino dall'inizio. Ha le stesse sedi, lo stesso aspetto e gli stessi sintomi del leiomioma, ma tende a infiltrarti in tessuti vicini, a dare segni evidenti di malessere generale e talvolta a dare metastasi soprattutto nei polmoni. I leiomiosarcoma debbono essere asportati con ampia parte di tessuti sani vicini e a questo trattamento deve fare in genere seguito una radio e una chemioterapia: queste cure combinate danno buona probabilità di guarigione o di lunga sopravvivenza, soprattutto nei leiomiosarcoma dell'utero, che sono un po' meno aggressivi di quelli delle altre sedi, specie degli arti e delle cavità retroperitoneali, che sono invece i più ribelli ai trattamenti.

LEIOMIOMA

LEIOMIOMA, tumore benigno, costituito da cellule dei muscoli involontari, che al microscopio hanno un aspetto liscio (in greco leios). Poiché l'utero è l'organo in cui vi è maggior abbondanza di muscolo liscio, i leiomiomi sono tipici di questo viscere, ma leiomiomi possono comparire anche in molte altre sedi contenenti muscolo liscio, quali il canale digerente (stomacc, e intestino), la prostata, la vescica, i bronchi e le pareti dei vasi sanguigni (in questo ultimo caso si parla talvolta di leiomiomi vascolare).

MALATTIA DI LEINER

MALATTIA DI LEINER, eritrodermia desquamativa dei neonati, malattia del neonato che ha come sintomi arrossamento perianale con pelle secca e squamosa, cui succede una generalizzazione a tutto il corpo. La cute è essudante in corrispondenza delle pieghe, come l'inguine, gli spazi retroauricolari e interdigitali; il prurito è assente; sono spesso associati anemia e disturbi gastrointestinali. Colpisce i lattanti (specie maschi e di classi povere) nei primi giorni di vita e ha un'evoluzione lunga con abituale guarigione (in due o tre settimane) senza cicatrici o ricadute. Le cause sono ancora sconosciute (discusso lo stafilococco). La dieta è normale con riduzione in rapporto a coesistenti intolleranza.

LEBBRA

LEBBRA, malattia infettiva denominata anche morbo di Hansen. Può colpire quasi tutti gli organi e apparati. È causata dal bacillo di Hansen o Microbatterio della lebbra, molto simile a quello della tubercolosi. Nella maggior parte dei casi la malattia ha inizio nell'infanzia e nella giovinezza. Si distinguono due forme cliniche: la lebbra tubercoloide (tipo T), con lesioni della pelle (macchie) limitate, poco infiltrate, ma con frequenti lesioni nervose, insensibilità di zone cutanee, gangrene secche, ecc.; e la lebbra lepromatosa (tipo L), con lesioni cutanee ricche di bacilli, infiltrate, estese (noduli cutanei o lepromi), che conferiscono al volto un aspetto caratteristico, la cosiddetta lacies leonina, e inoltre con localizzazioni ghiandolari, nel fegato, nei reni, nell'intestino, nelle ossa, negli occhi

SINDROME DI LASEGUE

SINDROME DI LASEGUE, o mania di persecuzione, sindrome di interesse psichiatrico caratterizzata da un delirio di colpa e di indegnità, presente nella psicosi melanconica, nella demenza senile, nella paralisi progressiva luetica ed in altre forme morbose in cui allo stato ansioso si unisca una tenace idea di autonegazione. Naturalmente non si tratta di una mania.

LARINGOTIFO

LARINGOTIFO, complicanza laringea del tifo, diventata rara da quando è entrato nella terapia il cloroamfenicolo. Il laringotifo compare verso la seconda o terza settimana di malattia e consiste in una laringite ulcerosa che giunge fino alla necrosi e provoca stenosi laringea.

LARINGOCELE

LARINGOCELE, affezione relativamente rara e più frequente nell'adulto di sesso maschile, costituita da un'ernia della mucosa laringea, che è spesso favorita dalla presenza di prolungamenti anomali congeniti del ventricolo di Morgagni; causa scatenante è l'aumento violento, ripetuto e costante della pressione endolaringea, provocato da crisi violente di tosse o da intensi sforzi vocali. Il laringocele può essere interno, quando la sacca aerea che si forma solleva la falsa corda e la plica ariepiglottica, o esterno, quando, attraverso la membrana tiroidea, si porta alla regione cervicale, o infine misto, quando si manifestano contemporaneamente le due forme, interna ed esterna.

LARINGITE STRIDULA

LARINGITE STRIDULA, manifestazione morbosa caratterizzata da inizio brutale, febbre, rinofaringite, raucedine, mancanza di fiato (dispnea) e, talvolta, colorazione livida bluastra 'interessante cute e mucose. Occorre distinguerla dal molto più grave croup ricerche microscopiche dei germi (l'essudato è prelevato con tampone) e con l'esame laringoscopico ( sconsigliabile nelle forme gravi). La malattia colpisce te corde vocali e gli spazi sottostanti con gravità diversa, ma la prognosi è molto più lieta che per il croup. Le cause sono imputabili a virus, bacillo dell'influenza o altri germi; bisogna anche escludere che si tratti di una laringite da ingestione di corpo estraneo.

LARINGITE, infiammazione mucosa laringea

LARINGITE, infiammazione della mucosa laringea ad andamento acuto o cronico. Tra le forme acute la più frequente è quella catarrale, che è caratterizzata da disfonia, senso di secchezza in gola e tosse secca e stizzosa; all'esame obbiettivo la mucosa laringea appare iperemica, particolarmente in corrispondenza delle corde vocali e nella regione aritenoidea spesso ristagna del muco denso e aderente; causa del processo infiammatorio è di solito un virus in associazione al pneumococco, allo stafilococco ed all'haemophilus influentiae; la guarigione è per lo più spontanea, la terapia è puramente sintomatica. Tipica nel suo quadro clinico è la laringe acuta ipoglottica infantile, che colpisce soprattutto il sesso maschile nei primi quattro anni di età ed ha netto carattere stagionale, comparendo soprattutto durante i mesi invernali; l'eziologia è virale con sovrapposizione microbica. Il processo morboso può presentarsi in forma semplice, soffocante o soffocante complicata; le tre forme sono caratterizzate dalla comparsa in un'infiltrazione edematosa sottoglottica più o meno grave, che determina disfonia e dispnea; la forma più frequente è quella soffocante, che per i caratteri della disfonia assurse il nome di laringite stridula, ma nella quale il sintomo dominante è la dispnea continua ed imponente; la forma più grave è quella soffocante complicata, nella quale alla dispnea si associano altri sintomi che denunciano l'estensione del processo alla trachea ed ai bronchi.