Gli stati infiammatori dell'esofago hanno un valore clinico abbastanza limitato: il più delle volte si manifestano nel corso di altre malattie di carattere generale (di tipo infettivo) oppure sono una conseguenza di lesioni esofagee. Secondo il decorso si distinguono in esofagiti acute (catarrali e flemmose) e in esofagiti croniche conseguenti generalmente a gravi lesioni esofagee locali. Le varie forme di infiammazioni intestinali hanno una duplice causa: generale, legata cioè alla presenza di malattie sistemiche, come il tifo, l'amebiasi ecc., oppure locale, legata ad alterazioni del contenuto intestinale, come sostanze tossiche irritanti (alimenti guasti, mercurio, fosforo), batteri. I processi infiammatori possono interessare contemporaneamente tutto il canale intestinale (enterocoliti), talvolta con interessamento dello stomaco (gastroenteriti), oppure colpire singoli segmenti dell'intestino, come il duodeno (duodeniti), il tenue (enteriti), il colon (coliti), il sigma (sigmoiditi), il retto (proctiti). Una malattia del sistema gastrointestinale che, insieme all'infarto e all'ipertensione, detiene la scomoda fama di « malattia della civiltà » è l'ulcera gastroduodenale, una forma morbosa che colpisce milioni di individui. La malattia si manifesta con crisi dolorose che presentano una determinata periodicità: l'ammalato soffre per i dolori dieci-quindici giorni consecutivi, poi si ha un periodo, della durata anche di diversi mesi, in cui non si ha nessun sintomo e il paziente vive, anzi, in pieno benessere. Anche durante la giornata il dolore manifesta una periodicità determinata: compare 1-2 ore dopo i pasti, presenta un'intensità variabile, dà la sensazione di un crampo, di un movimento di torsione dello stomaco. Il dolore si avverte all'altezza dello stomaco, con un'estensione verso il margine costale di sinistra. In taluni casi il dolore si sente anche presso il centro della schiena. Si può anche associare un vomito acido che fa scomparire gli attacchi dolorosi.
La diagnosi dell'ulcera gastroduodenale si basa soprattutto sull'uso della radioscopia, della radiografia, della gastroscopia, della gastroscopia bioptica, cioè l'esame radioscopico associato al prelievo di un frammento della mucosa dello stomaco o del duodeno, dell'endoscopia a fibre ottiche, con cui è possibile indagare qualsiasi anfrattuosita dello stomaco e dell'intestino. Dal punto di vista radiologico l'ulcera gastroduodenale appare come una « nicchia » che forma
una sporgenza sui contorno dello stomaco e del duodeno. La cura dell'ulcera è medica e chirurgica. Se diagnosticata in tempo può essere curata con pieno successo. Il canale intestinale rappresenta spesso la sede di numerosi parassiti che provocano diverse forme morbose (parassitosi): i sintomi più comuni sono costituiti da feci frequenti, di aspetto pastoso e di odore fetido, con dolori addominali del tipo a cintura. Si possono anche avere perdita di appetito e nausea. La ricerca dei parassiti si effettua in laboratorio, su feci fresche, e deve essere ripetuta per molti giorni consecutivi: i parassiti sono del tipo più diverso e vanno dall'ameba dissenterica alle giardie, ascaridi, ossiuri, tricocefali, anchilostomi, Trichomonas e così via. Talvolta l'esame può mettere in evidenza la presenza di salmonelle, e le manifestazioni diarroiche allora sono considerate come la manifestazione di una salmonellosi. In questo caso è bene escludere in maniera rigorosa l'eventuale esistenza di una infezione tifoidea, effettuando esami specifici del tipo dell'emocoltura (coltivazione del sangue in un apposito terreno di coltura) e della siero-diagnosi. Data poi la struttura tubulare dell'intestino vi si possono verificare fenomeni di occlusione, ossia di chiusura, con conseguenze molto gravi.
sabato 5 aprile 2008
Malattie polmone terapia chirurgica
Quali sono le malattie del polmone che possono beneficiare della terapia chirurgica?
Tra le principali indicazioni all'intervento si deve annoverare il cancro del polmone, purché esso non abbia dato metastasi in altri settori dell'organismo e purché venga diagnosticato in tempo, vale a dire non ancora esteso ampiamente al polmone e alle vie bronchiali. Infatti dal punto di vista terapeutico il problema del cancro è esclusivamente un problema di diagnosi tempestiva: solo in tale circostanza l'asportazione del tumore o dell'organo ammalato garantisce la guarigione o, meglio, la sopravvivenza del paziente per un periodo discretamente lungo (viene calcolata una durata media della vita di 5 anni dopo intervento di exeresi per ecoplasia polmonare). Anche nel caso di tumori benigni l'intervento di exeresi trova il suo campo di applicazione: in questi casi anzi l'intervento porta alla guarigione del paziente.
Tra le principali indicazioni all'intervento si deve annoverare il cancro del polmone, purché esso non abbia dato metastasi in altri settori dell'organismo e purché venga diagnosticato in tempo, vale a dire non ancora esteso ampiamente al polmone e alle vie bronchiali. Infatti dal punto di vista terapeutico il problema del cancro è esclusivamente un problema di diagnosi tempestiva: solo in tale circostanza l'asportazione del tumore o dell'organo ammalato garantisce la guarigione o, meglio, la sopravvivenza del paziente per un periodo discretamente lungo (viene calcolata una durata media della vita di 5 anni dopo intervento di exeresi per ecoplasia polmonare). Anche nel caso di tumori benigni l'intervento di exeresi trova il suo campo di applicazione: in questi casi anzi l'intervento porta alla guarigione del paziente.
Costituzione lobi polmonari chirurgia polmonare
Come è costituito ciascun lobo del polmone?
Il diffondersi della chirurgia polmonare ha indotto a studiare in modo più profondo l'anatomia del polmone e così si è potuta dimostrare la suddivisione di ogni lobo in unità indipendenti per struttura e funzioni, chiamate segmenti polmonari. Tali segmenti si presentano in numero pressoché costante e in forma di piramidi triangolari o quadrangolari, con la base alla superficie pleurica e con l'apice all'ilo polmonare, mentre le facce laterali di ciascun segmento collimano con quelle dei segmenti vicini e si affacciano alle scissure interlobari. Data la loro autonomia, anche tali segmenti possono essere asportati singolarmente: l'intervento si chiama segmentectomia. I segmenti polmonari sono dieci nel polmone destro e otto nel polmone sinistro per la fusione di quattro segmenti in due.
Il diffondersi della chirurgia polmonare ha indotto a studiare in modo più profondo l'anatomia del polmone e così si è potuta dimostrare la suddivisione di ogni lobo in unità indipendenti per struttura e funzioni, chiamate segmenti polmonari. Tali segmenti si presentano in numero pressoché costante e in forma di piramidi triangolari o quadrangolari, con la base alla superficie pleurica e con l'apice all'ilo polmonare, mentre le facce laterali di ciascun segmento collimano con quelle dei segmenti vicini e si affacciano alle scissure interlobari. Data la loro autonomia, anche tali segmenti possono essere asportati singolarmente: l'intervento si chiama segmentectomia. I segmenti polmonari sono dieci nel polmone destro e otto nel polmone sinistro per la fusione di quattro segmenti in due.
Tubercolosi infezione tubercolare
Cos'è tubercolosi?
La tubercolosi è una malattia infettiva, contagiosa per l'uomo e per vari animali, dovuta alla penetrazione nell'organismo del Mycobacterium tuberculosis, detto anche bacillo di Koch dal nome del suo scopritore, Robert Koch, che lo isolò e lo descrisse ufficialmente il 24 marzo del 1882.
Che caratteristiche ha il bacillo di Koch?
Il bacillo di Koch è stato classificato nel 1957 nella classe degli Schizomiceti e nell'ordine degli Attinomicetali; ha la forma di bastoncello ad estremità arrotondate, lungo da 1,5 a 4 micron e largo 0,3-0,5 micron. Il bacillo è avvolto da una membrana di sostanza cerea, che gli dà particolare resistenza agli agenti fisici e chimici. È aerobio obbligato (ha bisogno dell'ossigeno per vivere), con condizioni ottimali di sviluppo alla temperatura di 37-38 °C e a pH (ossia l'acidità del mezzo) di 6,8-7.
Quali sono le varietà del bacillo di Koch che possono interessare l'uomo?
Numerose sono le varietà esistenti del bacillo di Koch, ma quelle che possono interessare l'uomo sono la varietà umana, che oggi è responsabile della maggior parte delle forme tubercolari, e la varietà bovina che è attualmente solo eccezionalmente patogena per l'uomo.
Quali sono le possibilità di vita del bacillo della tubercolosi?
Il bacillo di Koch può sopravvivere al buio per mesi o anni; tuttavia esso è molto sensibile alla luce solare: infatti è possibile affermare che la luce solare diretta uccide il bacillo tubercolare in pochi minuti, ma che alla luce dei paesi del nord può sopravvivere per più di 5 ore. Nei paesi tropicali dove la malattia si diffonde probabilmente di notte o nelle case buie, l'uso diretto della luce solare e un metodo utile per uccidere i bacilli. Naturalmente il bacillo di Koch può essere ucciso rapidamente in 5 minuti alla temperatura di 70 °C.
Come si trasmette all'uomo l'infezione tubercolare?
La sorgente d'infezione più comune è oggi l'uomo malato; solo di tanto in tanto sono in causa gli animali infetti. Il contagio interumano, cioè tra una persona e l'altra, avviene soprattutto per via respiratoria tramite le goccioline di saliva infetta, dispersa nell'ambiente dal malato con gli starnuti o con i colpi di tosse. È importante precisare che il bacillo può essere inalato direttamente in quanto le goccioline di saliva del soggetto malato di tubercolosi, precipitate sui mobili o sul pavimento evaporano col tempo, ma il germe si mescola con la polvere e può così inquinare ancora l'ambiente.
La tubercolosi è una malattia infettiva, contagiosa per l'uomo e per vari animali, dovuta alla penetrazione nell'organismo del Mycobacterium tuberculosis, detto anche bacillo di Koch dal nome del suo scopritore, Robert Koch, che lo isolò e lo descrisse ufficialmente il 24 marzo del 1882.
Che caratteristiche ha il bacillo di Koch?
Il bacillo di Koch è stato classificato nel 1957 nella classe degli Schizomiceti e nell'ordine degli Attinomicetali; ha la forma di bastoncello ad estremità arrotondate, lungo da 1,5 a 4 micron e largo 0,3-0,5 micron. Il bacillo è avvolto da una membrana di sostanza cerea, che gli dà particolare resistenza agli agenti fisici e chimici. È aerobio obbligato (ha bisogno dell'ossigeno per vivere), con condizioni ottimali di sviluppo alla temperatura di 37-38 °C e a pH (ossia l'acidità del mezzo) di 6,8-7.
Quali sono le varietà del bacillo di Koch che possono interessare l'uomo?
Numerose sono le varietà esistenti del bacillo di Koch, ma quelle che possono interessare l'uomo sono la varietà umana, che oggi è responsabile della maggior parte delle forme tubercolari, e la varietà bovina che è attualmente solo eccezionalmente patogena per l'uomo.
Quali sono le possibilità di vita del bacillo della tubercolosi?
Il bacillo di Koch può sopravvivere al buio per mesi o anni; tuttavia esso è molto sensibile alla luce solare: infatti è possibile affermare che la luce solare diretta uccide il bacillo tubercolare in pochi minuti, ma che alla luce dei paesi del nord può sopravvivere per più di 5 ore. Nei paesi tropicali dove la malattia si diffonde probabilmente di notte o nelle case buie, l'uso diretto della luce solare e un metodo utile per uccidere i bacilli. Naturalmente il bacillo di Koch può essere ucciso rapidamente in 5 minuti alla temperatura di 70 °C.
Come si trasmette all'uomo l'infezione tubercolare?
La sorgente d'infezione più comune è oggi l'uomo malato; solo di tanto in tanto sono in causa gli animali infetti. Il contagio interumano, cioè tra una persona e l'altra, avviene soprattutto per via respiratoria tramite le goccioline di saliva infetta, dispersa nell'ambiente dal malato con gli starnuti o con i colpi di tosse. È importante precisare che il bacillo può essere inalato direttamente in quanto le goccioline di saliva del soggetto malato di tubercolosi, precipitate sui mobili o sul pavimento evaporano col tempo, ma il germe si mescola con la polvere e può così inquinare ancora l'ambiente.
Proteggere gli anziani dalle infezioni polmonari
Che cosa si deve fare per proteggere gli anziani dalle infezioni polmonari?
« L'80 per cento delle persone anziane è affetta da bronchite cronica, ormai diventata una malattia sociale. La bronchite cronica, peraltro, colpisce anche individui in età media e quindi in età lavorativa, e porta a una invalidità permanente o a una riacutizzazione periodica della malattia che diventa così la principale causa di assenteismo dai posti di lavoro. Studi particolareggiati su questo argomento sono stati fatti dalla scuola inglese spinta anche dalle particolari condizioni climatiche del paese. La miglior profilassi delle infezioni polmonari per le persone anziane è certamente la vaccinazione antinfluenzale, mentre la profilassi a base di somministrazione di antibiotici a periodi intermittenti, sostenuta fino a pochi anni fa, è oggi scartata da tutte le scuole mediche perché, anche se fatta con antibiotici a largo spettro, è una somministrazione alla cieca che porta con sé tutti i fenomeni secondari da antibiotico; vaccinazione antinfluenzale dunque per le persone anziane e precauzioni nei confronti del fumo, dell'inquinamento atmosferico e dell'igiene delle condizioni dei posti di lavoro per le persone più giovani. »
« L'80 per cento delle persone anziane è affetta da bronchite cronica, ormai diventata una malattia sociale. La bronchite cronica, peraltro, colpisce anche individui in età media e quindi in età lavorativa, e porta a una invalidità permanente o a una riacutizzazione periodica della malattia che diventa così la principale causa di assenteismo dai posti di lavoro. Studi particolareggiati su questo argomento sono stati fatti dalla scuola inglese spinta anche dalle particolari condizioni climatiche del paese. La miglior profilassi delle infezioni polmonari per le persone anziane è certamente la vaccinazione antinfluenzale, mentre la profilassi a base di somministrazione di antibiotici a periodi intermittenti, sostenuta fino a pochi anni fa, è oggi scartata da tutte le scuole mediche perché, anche se fatta con antibiotici a largo spettro, è una somministrazione alla cieca che porta con sé tutti i fenomeni secondari da antibiotico; vaccinazione antinfluenzale dunque per le persone anziane e precauzioni nei confronti del fumo, dell'inquinamento atmosferico e dell'igiene delle condizioni dei posti di lavoro per le persone più giovani. »
Tipi di pleuriti esami e diagnosi
Le pleuriti sono pericolose? Da che cosa sono provocate?
« La pleurite è un'infiammazione dei foglietti viscerale e parietale della pleura. Le pleuriti possono essere secche, ossia l'infiammazione non porta alla formazione di liquido nella cavità pleurica, o essudative che molte volte necessitano di toracentesi, ossia di una puntura e asportazione del liquido formatosi. Le pleuriti possono avere una diversa eziologia: esistono pleuriti di tipo tubercolare e pleuriti di tipo batterico o misto batterico e virale; esistono pleuriti neoplastiche e pleuriti reumatiche. Ovviamente a seconda dell'eziologia la prognosi è diversa. Le pleuriti tubercolari oggi sono pressoché scomparse anche perché la tubercolosi è in grande diminuzione perlomeno in paesi quali il nostro; le pleuriti reumatiche sono ancora abbastanza frequenti; le pleuriti batteriche sono molto frequenti e si parla di pleuropolmonite se la malattia colpisce il lobo inferiore del polmone con interessamento sia del parenchima polmonare che del cavo pleurico. Le pleuriti neoplastiche sono purtroppo decisamente in aumento come tutta la patologia neoplastica. »
Come si curano? Guariscono completamente o lasciano delle conseguenze per tutta la vita?
« Questa malattia si cura a seconda dell'agente eziologico che l'ha provocata; in genere si fa una puntura esplorativa perché dai caratteri del liquido si può già avere un'idea dell'eziologia stessa. Gli esami chimico-fisici, batteriologici e citologici porteranno poi a una diagnosi di certezza. Direi che le pleuropolmoniti e le pleuriti reumatiche guariscono per lo più completamente senza lasciare alcuna traccia o lasciando modeste pinzettature della pleura che vengono solo evidenziate radiologicamente ma che funzionalmente non danno alcun disturbo. Altre volte possono residuare delle sinfisi pleuriche alla base che producono una ipomobilità della base stessa, per cui si ha una modesta diminuzione della funzione respiratoria che però è sempre compensata. Nelle pleuriti tubercolari è molto più facile che ci siano residui da un punto di vista sia della sinfisi che della funzione respiratoria. Le pleuriti neoplastiche hanno una prognosi sfavorevole perché hanno un andamento recidivante; si produce continuamente una quantità di liquido nel cavo pleurico anche se oggi si sono trovati dei farmaci che, introdotti nel cavo stesso, bloccano in parte la formazione del liquido, »
Qual è l'età in cui si è più colpiti?
« Anche l'età è in funzione dell'eziologia della pleurite stessa. Nell'età giovanile le pleuriti più frequenti sono le pleuropolmoniti e le pleuriti tubercolari; nell'età media si è più frequentemente colpiti da pleuriti neoplastiche. »
« La pleurite è un'infiammazione dei foglietti viscerale e parietale della pleura. Le pleuriti possono essere secche, ossia l'infiammazione non porta alla formazione di liquido nella cavità pleurica, o essudative che molte volte necessitano di toracentesi, ossia di una puntura e asportazione del liquido formatosi. Le pleuriti possono avere una diversa eziologia: esistono pleuriti di tipo tubercolare e pleuriti di tipo batterico o misto batterico e virale; esistono pleuriti neoplastiche e pleuriti reumatiche. Ovviamente a seconda dell'eziologia la prognosi è diversa. Le pleuriti tubercolari oggi sono pressoché scomparse anche perché la tubercolosi è in grande diminuzione perlomeno in paesi quali il nostro; le pleuriti reumatiche sono ancora abbastanza frequenti; le pleuriti batteriche sono molto frequenti e si parla di pleuropolmonite se la malattia colpisce il lobo inferiore del polmone con interessamento sia del parenchima polmonare che del cavo pleurico. Le pleuriti neoplastiche sono purtroppo decisamente in aumento come tutta la patologia neoplastica. »
Come si curano? Guariscono completamente o lasciano delle conseguenze per tutta la vita?
« Questa malattia si cura a seconda dell'agente eziologico che l'ha provocata; in genere si fa una puntura esplorativa perché dai caratteri del liquido si può già avere un'idea dell'eziologia stessa. Gli esami chimico-fisici, batteriologici e citologici porteranno poi a una diagnosi di certezza. Direi che le pleuropolmoniti e le pleuriti reumatiche guariscono per lo più completamente senza lasciare alcuna traccia o lasciando modeste pinzettature della pleura che vengono solo evidenziate radiologicamente ma che funzionalmente non danno alcun disturbo. Altre volte possono residuare delle sinfisi pleuriche alla base che producono una ipomobilità della base stessa, per cui si ha una modesta diminuzione della funzione respiratoria che però è sempre compensata. Nelle pleuriti tubercolari è molto più facile che ci siano residui da un punto di vista sia della sinfisi che della funzione respiratoria. Le pleuriti neoplastiche hanno una prognosi sfavorevole perché hanno un andamento recidivante; si produce continuamente una quantità di liquido nel cavo pleurico anche se oggi si sono trovati dei farmaci che, introdotti nel cavo stesso, bloccano in parte la formazione del liquido, »
Qual è l'età in cui si è più colpiti?
« Anche l'età è in funzione dell'eziologia della pleurite stessa. Nell'età giovanile le pleuriti più frequenti sono le pleuropolmoniti e le pleuriti tubercolari; nell'età media si è più frequentemente colpiti da pleuriti neoplastiche. »
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