In corso di colite si può avere spasmo rettale?
Lo spasmo rettale, definito tenesmo rettale, è un sintomo molto frequente soprattutto nelle forme di colite ulcerosa, che interessano prevalentemente il tratto retto-sigmoideo. Gli spasmi retto-sigmoidei possono provocare fasi di costipazione (stipsi) alternate a fasi di diarrea; il tenesmo viene percepito come sensazione fastidiosa di corpo estraneo nel retto; poiché l'evacuazione è spesso dolorosa la defecazione viene volontariamente inibita, il che aggrava ulteriormente la stipsi. Questa situazione si realizza talvolta nelle fasi precoci della malattia, ed è quella che induce il paziente a sottoporsi a visita medica.
Chi soffre di emorroidi può avere disturbi uguali a quelli che si hanno nelle coliti?
Le emorroidi possono dare disturbi simili a quelli che si osservano nelle coliti. In particolare le emorroidi provocano spasmo dello sfintere anale, con inibizione della defecazione; la defecazione quindi è rallentata, dolorosa e talvolta le feci presentano striature di sangue rosso vivo. Ai fini diagnostici hanno comunque molta importanza la storia del paziente, le modalità d'insorgenza e la durata della stipsi, la sua evoluzione nel tempo; l'esplorazione rettale potrà chiarire un eventuale interessamento emorroidario.
Cosa vuol dire avere la lingua patinosa?
La lingua patinosa con alito cattivo è spesso espressione di intestino pigro, poco funzionante, il che si traduce il più delle volte in costipazione. In passato, questo fenomeno veniva interpretato come dipendente da riassorbimento di tossici intestinali; in realtà ha più senso inquadrarlo come turba neurovegetativa,.
Le malattie della tiroide possono causare disturbi intestinali?
Sì, malattie della tiroide come l'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo possono dar quadri similcolitici. La scarsa funzionalità della tiroide (ipotiroidismo), attraverso un meccanismo riflesso, può provocare stati ipotonici e ipocinetici dell'intestino che si traducono in stipsi. In queste caso le singole evacuazioni possono essere separate da lunghi intervalli, però coi emissione di feci molli per il ridotto as sorbimento idrico. Nel caso invece d eccessiva funzionalità della tiroide (iper tiroidismo) si può instaurare diarrea di turbe neurovegetative. In entrambi i casi la patologia intestinale è secondaria, pei cui si risolve correggendo la funzionanti tiroidea, a meno che il quadro si prolunghi fino a causare vere e proprie alterazioni della parete intestinale.
In corso di enterocoliti possono comparire alterazioni ossee?
Quando le enterocoliti sono imponenti oppure hanno un andamento cronico, possono provocare quadri di malassorbimento secondario; vale a dire per alterazioni della mucosa intestinale si realizza un difettoso passaggio di sostanze nutritizie dal lume intestinale all'organismo, in particolare questo vale per l'assorbimento di vitamine liposolubili (D e K), di calcio e di magnesio. Se con il tempo, per questo motivo, il malassorbimento persiste, si instaurano quadri di osteoporosi, con dolori ossei, deformazioni ossee e possibili fratture ossee.
Le coliti possono insorgere dopo prolungate terapie antibiotiche?
Molte coliti batteriche possono insorgere nel corso di protratte terapie antibiotiche a largo spettro, soprattutto se l'antibiotico è assunto per bocca. Questo si verifica in quanto la terapia antibiotica determina squilibri nella composizione della flora batterica del colon, responsabili di sindromi da iperfermentazione o da eccessiva putrefazione. Il quadro che ne deriva, pur in assenza di lesioni organiche del colon, è tipico dell'enterocolite con diarrea, meteorismo e flatulenza.
domenica 6 aprile 2008
Dissenteria bacillare e colite ulcerosa
Che cos'è la dissenteria bacillare?
È una grave infezione del colon da bacilli (Shigelle) che provocano una tipica colite acuta, spesso con ampia diffusione epidemica di varia gravità in rapporto ai diversi tipi batterici. La diffusione avviene con le feci di malati, di convalescenti o di portatori sani; la trasmissione, favorita dalle mosche e da scarsa igiene personale, avviene soprattutto per contaminazione idrica o alimentare. Le epidemie, per fortuna non molto frequenti nel nostro paese, sono molto frequenti invece nelle aree tropicali e nelle collettività. Il quadro clinico è spesso a esordio violento con febbre alta e diarrea imponente; soprattutto nei bambini possono comparire sintomi neurologici, come le convulsioni.
Quali sono i fattori che possono causare la colite ulcerosa o idiopatica?
La vera eziologia della colite ulcerosa è ancora sconosciuta; tuttavia sono stati
ipotizzati alcuni fattori responsabili che possono interagire fra loro o che sono implicati in maniera diversa da paziente a paziente. È stata attribuita molta importanza, da un lato, a fenomeni di natura immunologica (questo in seguito a riscontro di autoanticorpi verso la mucosa del colon) e, dall'altro, a fattori psicosomatici. La colite ulcerosa insorge spesso in soggetti con peculiari caratteristiche psichiche (immaturità affettiva, tendenza depressiva ed egocentrica, scarsa adattabilità sociale); l'integrarsi di fenomeni psichici con fattori somatici può provocare vere e proprie lesioni anatomiche. Non è da escludere una predisposizione su base genetica, suggerita dalla non infrequente incidenza di più casi nello stesso nucleo familiare.
È una grave infezione del colon da bacilli (Shigelle) che provocano una tipica colite acuta, spesso con ampia diffusione epidemica di varia gravità in rapporto ai diversi tipi batterici. La diffusione avviene con le feci di malati, di convalescenti o di portatori sani; la trasmissione, favorita dalle mosche e da scarsa igiene personale, avviene soprattutto per contaminazione idrica o alimentare. Le epidemie, per fortuna non molto frequenti nel nostro paese, sono molto frequenti invece nelle aree tropicali e nelle collettività. Il quadro clinico è spesso a esordio violento con febbre alta e diarrea imponente; soprattutto nei bambini possono comparire sintomi neurologici, come le convulsioni.
Quali sono i fattori che possono causare la colite ulcerosa o idiopatica?
La vera eziologia della colite ulcerosa è ancora sconosciuta; tuttavia sono stati
ipotizzati alcuni fattori responsabili che possono interagire fra loro o che sono implicati in maniera diversa da paziente a paziente. È stata attribuita molta importanza, da un lato, a fenomeni di natura immunologica (questo in seguito a riscontro di autoanticorpi verso la mucosa del colon) e, dall'altro, a fattori psicosomatici. La colite ulcerosa insorge spesso in soggetti con peculiari caratteristiche psichiche (immaturità affettiva, tendenza depressiva ed egocentrica, scarsa adattabilità sociale); l'integrarsi di fenomeni psichici con fattori somatici può provocare vere e proprie lesioni anatomiche. Non è da escludere una predisposizione su base genetica, suggerita dalla non infrequente incidenza di più casi nello stesso nucleo familiare.
Colon irritabile o colonpatia funzionale o diarrea funzionale
Che cos'è il colon irritabile o colonpatia funzionale o diarrea funzionale?
È un disordine intestinale molto comune che non riconosce cause organiche ma dipende da un'abnorme stimolazione parasimpatica del colon; è una forma molto frequente in soggetti con instabilità emotiva a tendenza ansiosa o con una personalità rigidamente perfezionistica o con forti tratti moralistici. Normalmente questo disordine (non si tratta di una vera malattia) compare dopo i vent'anni ed è raramente presente in vecchiaia; ha un decorso molto variabile, comunque le espressioni soggettive tipiche sono dolori addominali e turbe dell'alvo.
È un disordine intestinale molto comune che non riconosce cause organiche ma dipende da un'abnorme stimolazione parasimpatica del colon; è una forma molto frequente in soggetti con instabilità emotiva a tendenza ansiosa o con una personalità rigidamente perfezionistica o con forti tratti moralistici. Normalmente questo disordine (non si tratta di una vera malattia) compare dopo i vent'anni ed è raramente presente in vecchiaia; ha un decorso molto variabile, comunque le espressioni soggettive tipiche sono dolori addominali e turbe dell'alvo.
Crampi addominali
Che significato hanno i crampi addominali?
Il dolore addominale di tipo crampiforme è spesso causato da iperperistaltismo intestinale (eccessivi movimenti intestinali), dovuto a fenomeni discinetici e spastici, che sono tipici delle enterocoliti qualunque sia la loro natura. In corso di enterocolite comunque il dolore non è isolato, ma è associato a diarrea.
Il dolore addominale di tipo crampiforme è spesso causato da iperperistaltismo intestinale (eccessivi movimenti intestinali), dovuto a fenomeni discinetici e spastici, che sono tipici delle enterocoliti qualunque sia la loro natura. In corso di enterocolite comunque il dolore non è isolato, ma è associato a diarrea.
Tumore del colon
Qual' è il segno d'allarme che può indurre il paziente a pensare di essere affetto da un tumore del colon?
« Il medico curante deve sempre avere presente la storia patologica del paziente, vale a dire che una colite apparentemente guarita da lungo tempo può improvvisamente riacutizzarsi e manifestare una sintomatologia simile a quella del cancro del colon. Al di là dei sintomi visibili uno degli elementi che deve suscitare un allarme è l'insorgere di un'anemia per mancanza di ferro. Nell'adulto questa affezione dipende quasi sempre da uno scompenso dell'apparato digerente, la cui origine può essere determinata da un cancro del colon. »
Esiste una tipologia dell'individuo affetto da cancro del colon?
« In generale, cioè statisticamente, il cancro del colon si manifesta nelle persone che in precedenza non hanno avuto affezioni dell'apparato gastrointestinale. Il sorgere improvviso di un'alterazione acuta in questo settore può quindi far pensare a un tumore. Ma la conferma potrà venire, come ho detto, soltanto dalle analisi. »
Il cancro del colon colpisce gli uomini più delle donne. In quale proporzione? Questo fenomeno può essere spiegato scientificamente?
È una constatazione statistica: il cancro del colon colpisce per il 70-75 per cento gli uomini, in genere tra i 45 e i 60 anni, e per il 25-30 per cento le donne, nella stessa classe di età. Non è stata trovata nessuna spiegazione scientifica a questo proposito. Ma bisogna tenere presente che questa affezione è direttamente proporzionale al grado di sviluppo delle società in cui viviamo, vale a dire che essa sembra dipendere dal regime alimentare e soprattutto dalla mancanza di certi elementi nel cibo che viene ingerito. Ma ci sono altri dati come lo stress, l'ambiente, certe abitudini alimentari sui luoghi di lavoro, che sommati ai primi potrebbero confortare i dati statistici.
« Il medico curante deve sempre avere presente la storia patologica del paziente, vale a dire che una colite apparentemente guarita da lungo tempo può improvvisamente riacutizzarsi e manifestare una sintomatologia simile a quella del cancro del colon. Al di là dei sintomi visibili uno degli elementi che deve suscitare un allarme è l'insorgere di un'anemia per mancanza di ferro. Nell'adulto questa affezione dipende quasi sempre da uno scompenso dell'apparato digerente, la cui origine può essere determinata da un cancro del colon. »
Esiste una tipologia dell'individuo affetto da cancro del colon?
« In generale, cioè statisticamente, il cancro del colon si manifesta nelle persone che in precedenza non hanno avuto affezioni dell'apparato gastrointestinale. Il sorgere improvviso di un'alterazione acuta in questo settore può quindi far pensare a un tumore. Ma la conferma potrà venire, come ho detto, soltanto dalle analisi. »
Il cancro del colon colpisce gli uomini più delle donne. In quale proporzione? Questo fenomeno può essere spiegato scientificamente?
È una constatazione statistica: il cancro del colon colpisce per il 70-75 per cento gli uomini, in genere tra i 45 e i 60 anni, e per il 25-30 per cento le donne, nella stessa classe di età. Non è stata trovata nessuna spiegazione scientifica a questo proposito. Ma bisogna tenere presente che questa affezione è direttamente proporzionale al grado di sviluppo delle società in cui viviamo, vale a dire che essa sembra dipendere dal regime alimentare e soprattutto dalla mancanza di certi elementi nel cibo che viene ingerito. Ma ci sono altri dati come lo stress, l'ambiente, certe abitudini alimentari sui luoghi di lavoro, che sommati ai primi potrebbero confortare i dati statistici.
Funzioni intestinali
L'ambiente di lavoro può influire sulle funzioni intestinali?
L'influenza dell'ambiente di lavoro sulle funzioni intestinali è legata alle modalità di risposta del soggetto agli stimoli dell'ambiente stesso. Ciascun individuo affronta l'ambiente di lavoro, i rapporti con i colleghi con uno spirito diverso, talvolta con stati di tensione e di ansia, che si traducono sotto forma di stimoli nervosi sul tratto intestinale e possono anche provocare anomalie transitorie con stipsi (costipazione) o diarrea, fino a quadri di colite vera e propria nei soggetti che presentano segni di labilità neuropsichica, su sfondo costituzionale.
Le feci con aspetto poltaceo sono espressione di enterocolite?
L'emissione di feci poltacee, grasse, lucenti, grigiastre e spesso maleodoranti, è il disturbo più comune di tutte le sindromi da malassorbimento intestinale, sia primitive che secondarie. Buona parte della patologia infiammatoria intestinale (enteriti, coliti) o parassitaria (giardiasi, elmintiasi) può dare origine a quadri diversi di malassorbimento.
Se si osservano nelle feci piccoli segmenti biancastri si deve pensare a una parassitosi intestinale?
Le parassitosi intestinali sono caratterizzate, oltre che da una sintomatologia intestinale abbastanza vaga e talvolta dalla presenza di prurito anale, dall'emissione con le feci di vermi biancastri; tale emissione può essere spontanea oppure provocata da un purgante. La dimensione e il numero di parassiti eliminati dipendono dal tipo di parassitosi in corso; per esempio, nei bambini è abbastanza frequente la ossiuriasi, che è diagnosticata in seguito alla visualizzazione di numerosissimi piccoli vermi bianchi sulla superficie delle feci. Più lunghe invece sono le tenie o l'Ascaris lumbricoides, di cui ci si può infestare assumendo cibi, specie vegetali, o liquidi contaminati da feci contenenti uova fecondate.
L'influenza dell'ambiente di lavoro sulle funzioni intestinali è legata alle modalità di risposta del soggetto agli stimoli dell'ambiente stesso. Ciascun individuo affronta l'ambiente di lavoro, i rapporti con i colleghi con uno spirito diverso, talvolta con stati di tensione e di ansia, che si traducono sotto forma di stimoli nervosi sul tratto intestinale e possono anche provocare anomalie transitorie con stipsi (costipazione) o diarrea, fino a quadri di colite vera e propria nei soggetti che presentano segni di labilità neuropsichica, su sfondo costituzionale.
Le feci con aspetto poltaceo sono espressione di enterocolite?
L'emissione di feci poltacee, grasse, lucenti, grigiastre e spesso maleodoranti, è il disturbo più comune di tutte le sindromi da malassorbimento intestinale, sia primitive che secondarie. Buona parte della patologia infiammatoria intestinale (enteriti, coliti) o parassitaria (giardiasi, elmintiasi) può dare origine a quadri diversi di malassorbimento.
Se si osservano nelle feci piccoli segmenti biancastri si deve pensare a una parassitosi intestinale?
Le parassitosi intestinali sono caratterizzate, oltre che da una sintomatologia intestinale abbastanza vaga e talvolta dalla presenza di prurito anale, dall'emissione con le feci di vermi biancastri; tale emissione può essere spontanea oppure provocata da un purgante. La dimensione e il numero di parassiti eliminati dipendono dal tipo di parassitosi in corso; per esempio, nei bambini è abbastanza frequente la ossiuriasi, che è diagnosticata in seguito alla visualizzazione di numerosissimi piccoli vermi bianchi sulla superficie delle feci. Più lunghe invece sono le tenie o l'Ascaris lumbricoides, di cui ci si può infestare assumendo cibi, specie vegetali, o liquidi contaminati da feci contenenti uova fecondate.
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