venerdì 11 aprile 2008

Cirrosi biliari

Che cosa sono le cirrosi biliari?
Le cirrosi biliari sono un gruppo di cirrosi nelle quali il momento determinante per lo sviluppo della malattia è rappresentato da un danno dei dotti biliari che si trovano sia dentro che fuori del fegato. I dotti biliari sono particolari strutture che convogliano la bile, prodotta dalle cellule epatiche, nell'intestino. Di queste cirrosi si distinguono due tipi: cirrosi biliare primitiva e cirrosi biliare secondario. La forma primitiva sarebbe determinata da complessi fenomeni di ordine immunologico, mentre la forma secondaria è determinata o da una infezione delle vie biliari (dovuta per lo più alla presenza di calcoli) oppure da un mancato o difettoso sviluppo delle vie biliari.

Come si manifestano le cirrosi biliari?
I sintomi clinici di una cirrosi biliare secondaria sono praticamente sovrapponibili a quelli determinati dalla presenza di calcoli nelle vie biliari. Si hanno perciò il dolore e la febbre. In pratica, si può affermare che una calcolosi delle vie biliari di lunga durata, non curata o mal
curata, può a lungo termine complicarsi con una infezione cronica delle vie biliari (colangite) e sfociare in una cirrosi. I sintomi clinici della cirrosi biliare primitiva sono invece spesso poco definibili e tale affezione ha un decorso subdolo. Si manifesta nella maggioranza dei casi in donne di 30-40 anni di età con prurito (presente in genere già da alcuni anni), ittero, piccole lesioni cutanee di colore giallastro (xantomi), determinate dall'accumulo di colesterolo. Tali sintomi fanno pensare alla presenza di calcoli, ma gli esami radiologici risultano negativi, Esami appropriati del sangue e soprattutto la biopsia del fegato consentirannc una corretta diagnosi.

Da epatite virale acuta a epatite cronica

Quando una epatite virale acuta diventa cronica?
In condizioni normali una epatite acuta si risolve completamente nel giro di qualche mese e raramente qualche forma (epatite acuta protratta) supera i 5-6 me si. Nel caso che dopo 6 mesi da un attacco di epatite virale acuta persistano sintomi come la stanchezza, un ittero me desto, difficoltà a digerire, assenza di appetito e vi siano esami alterati della funzionalità epatica, è necessario controllare con molta attenzione questi pazienti perché una epatite cronica è molto probabile. Tali criteri sono stati stabiliti dal Comitato dell'Associazione per lo studi del fegato.

Forme di epatite cronica trattamento terapeutico

Quanti tipi o forme di epatite cronica esistono?
È essenziale non solo ai fini della terapia ma anche della prognosi fare una distinzione tra le varie forme di epatiti croniche. Sulla esclusiva base istologia (osservando cioè al microscopio un frammento di fegato prelevato con particolari metodiche) si possono distinguere delle forme meno gravi, cioè le epatiti croniche che persistenti, che nella grande maggioranza dei casi tendono a guarire e per le quali non si deve intraprendere nessun trattamento terapeutico. L'altre gruppo è rappresentato dalle epatiti croniche aggressive o attive (nelle varietà moderatamente o intensamente attive) pe le quali è invece essenziale un trattamento terapeutico adeguato. L'epatite cronica aggressiva colpisce entrambi i sessi in genere predilige l'età matura (soggetti di 40-60 anni).

Epatiti acute complicate terapie

Nelle epatiti acute complicate quali provvedimenti terapeutici si devono attuare?
In pazienti con quadro clinico di epatite severa viene talora applicata la terapia cortisonica, sebbene la reale efficacia del cortisone in queste forme non sia del tutto accertata. Nei pazienti con epatite fulminante, con necrosi massiva del fegato, deve essere applicata una terapia di supporto: si deve mantenere l'equilibrio idroelettrolitico, controllare l'eventuale sanguinamelo, sostenere il circolo, correggere gli squilibri dello zucchero e altre complicazioni nella speranza che, dopo alcuni giorni, il fegato possa rigenerare, cioè possano le cellule epatiche residue moltiplicarsi, sostituendosi al fegato ormai distrutto. Nel caso di epatite acuta fulminante non si devono somministrare al paziente proteine; si deve invece dare un disinfettante intestinale (per esempio: neomicina) per evitare la produzione di fattori tossici da parte delia normale flora batterica, cioè dei normali germi presenti nell'intestino. Esistono, nel caso dell'epatite fulminante, altre possibilità terapeutiche, non ancora però molto diffuse nella pratica clinica. Una possibilità è quella di mettere in contatto il paziente affetto da epatite fulminante, quindi già in coma, con un fegato di maiale funzionante, che possa sostituire, con la propria attività, quella del fegato malato fino a che il fegato del paziente, per mezzo della rigenerazione delle sue cellule, non sia di nuovo in grado di svolgere le sue normali funzioni. Un'altra possibilità è la plasmaferesi, cioè la depurazione, per mezzo di membrane, del sangue dai fattori tossici che si accumulano in corso di epatite acuta fulminante.

Cura epatite virale acuta

Come si cura l'epatite virale acuta? È necessario il ricovero in ospedale?
Non esiste una cura specifica per l'epatite virale acuta non complicata; il ricovero in ospedale può essere indicato nei casi in cui la diagnosi è dubbia o nelle forme più gravi, oppure ancora in soggetti anziani o sofferenti per altre malattie più gravi della stessa epatite.

Il paziente deve stare a letto?
In genere è consigliabile il riposo a letto: infatti il paziente con epatite virale acuta si sente molto stanco e preferisce, spontaneamente, restare a riposo. È senz'altro però indicata una riduzione dell'attività fisica.

Come deve essere la dieta dei paziente con epatite acuta?
È consigliabile una dieta altamente calorica, che spesso deve essere somministrata al mattino in quanto il paziente pilo avere nausea durante il giorno. Nel caso che il paziente, in fase acuta, abbia vomito persistente può essere indicata la somministrazione di elementi nutritivi per via endovenosa (per esempio, fleboclisi).

Ci sono medicine controindicate al paziente con epatite virale acuta?
Dovrebbero essere escluse tutte le medicine che causano colestasi, cioè ritenzione della bile nel fegato, e tutte quelle medicine che o vengono metabolizzate, cioè elaborate, dal fegato stesso, dando un sovraccarico di lavoro a questo organo già sofferente, o che possono essere epatole-sive. Anche il cortisone dovrebbe essere evitato nelle forme di epatiti virali acute non complicate: si è visto che in taluni casi l'uso di cortisone, nelle epatiti acute ad andamento benigno, facilita l'evoluzione verso l'epatite cronica.

giovedì 10 aprile 2008

Epatite acuta cause e rischi epidemie

Esistono professioni più esposte al rischio dell'epatite acuta?
Sì, tutti coloro che per motivi di lavoro vengono a contatto con il sangue di pazienti, che possono essere infettati col virus dell'epatite, sono dei soggetti particolarmente esposti al rischio dell'epatite virale acuta; questi sono in genere il personale paramedico e medico, intendendo sia i medici che fanno prelievi o visitano pazienti infettati sia gli infermieri che vengono a contatto con siringhe o altro materiale o con secrezioni di soggetti ammalati; i tecnici di laboratorio, che eseguono le indagini chimiche sul sangue dei pazienti, come pure coloro che si occupano del lavaggio della biancheria o della vetreria o di qualsiasi altro materiale infettato col virus dell'epatite.

Quali sono le età più esposte all'epatite virale acuta?
Per quanto riguarda l'epatite acuta causata dal virus di tipo A, la cosiddetta epatite infettiva, sono in genere più esposti i bambini, che spesso sono oggetto di epidemie diffuse; viceversa, per quanto riguarda l'epatite virale di tipo B o quella ancora non ben identificata da virus di tipo C, non esiste un'età particolare, in quanto queste forme sono soprattutto secondane a trasfusioni.

Esistono epidemie di epatite?
Sì, le epidemie di epatite virale sono riscontrabili in soggetti in genere di giovane età, i quali siano stati infettati con il virus dell'epatite di tipo A. Tale virus è infatti altamente contagioso (molto di più del virus dell'epatite di tipo B) ed è capace di provocare vaste epidemie. La sua via di diffusione è soprattutto quella oro-fecale, e le fonti di contagio sono acque inquinate, fognature inadeguate ecc.