L'orticaria più che una malattia deve essere considerata una reazione cutanea dovuta a cause diverse (alimentari, farmacologiche, da contatto con metalli e altre sostanze, ecc.) e consiste in una eruzione di forma diversa (pomfi o chiazze) di colore rosa pallido che ha la caratteristica di provocare un intenso prurito e di scomparire in breve tempo. Esiste una predisposizione individuale verso l'orticaria, come verso tutte le malattie allergiche (rinite, asma bronchiale, ecc.), così come esistono sostanze in grado di provocare, più facilmente di altre, tale caratteristica reazione.
Tra gli alimenti più spesso in causa vi sono : pesce, fragole, uova, cioccolato, carne, farina. Tra le medicine sono incriminate: l'aspirina, i barbiturici, il chinino, i sulfamidici, gli antibiotici. I metalli (ferro, alluminio ecc.), i detersivi, gli acidi e altre sostanze le più disparate possono, se entrano in contatto con la cute di soggetti predisposti, scatenare la caratteristica eruzione pruriginosa.
La terapia consiste prima di tutto nella sospensione o nell'allontanamento della sostanza responsabile, nell'uso di pomate antistaminiche e di antistaminici per via generale. Quando tutto ciò risulta inefficace è indispensabile ricorrere al medico.
sabato 19 aprile 2008
Morso di topi gatti cani uccelli
Morso di topi, gatti, cani, uccelli: i morsi di tali animali comportano un duplice pericolo: locale, in quanto provocano una ferita; generale, in quanto possibili fonti di infezioni:
Il tetano che può far seguito a qualsiasi morso, indipendentemente dall'animale che l'ha provocato (vedere la voce Tetano), laspirochetosi provocata dal morso di ratto; il morbo detto artigli di gatto che fa seguito alle lesioni da morso o graffio di gatto; la rabbia che può svilupparsi dopo il morso di un cane.
La rabbia, conseguente al morso di un cane o gatto, è una malattia provocata da un virus che ha una particolare attrazione per il sistema nervoso centrale e che può colpire tutti i mammiferi, ma soprattutto il cane, il quale, proprio per la sua stretta convivenza con l'uomo, è anche l'animale più pericoloso. Il virus della rabbia, sempre mortale per gli animali, eliminato con la saliva, viene trasmesso all'uomo con la morsicatura.
Quando il virus rabbico attecchisce nell'uomo (si tenga presente che il più delle volte le difese organiche riescono a distruggerlo nel punto di ingresso, per cui tale malattia si sviluppa piuttosto raramente nel genere umano), dopo un periodo di incubazione di circa quaranta giorni, cominciano a comparire spasmi muscolari, contrazioni, paralisi, mentre la temperatura corporea raggiunge livelli altissimi (42 gradi) ed il paziente muore in stato di coma. Il comportamento da tenere in caso di morsicatura da parte di un cane odi un altro animale è il seguente:
• se il cane è stato catturato o se è comunque in proprio possesso, deve essere tenuto sotto controllo e visitato da un veterinario una volta alla settimana. Se durante questo periodo l'animale dimostra di essere sano, non si intraprende alcun trattamento per l'individuo morsicato. Nel caso, invece, che si sviluppi la malattia durante il periodo di osservazione, bisogna somministrare rapidamente del siero antirabbico iperimmunizzato al soggetto che ha subito la morsicatura;
• se l'animale non è stato catturato, bisogna iniziare subito la sieroprofilassi, dando quindi per scontato che il cane sia idrofobo.
Il tetano che può far seguito a qualsiasi morso, indipendentemente dall'animale che l'ha provocato (vedere la voce Tetano), laspirochetosi provocata dal morso di ratto; il morbo detto artigli di gatto che fa seguito alle lesioni da morso o graffio di gatto; la rabbia che può svilupparsi dopo il morso di un cane.
La rabbia, conseguente al morso di un cane o gatto, è una malattia provocata da un virus che ha una particolare attrazione per il sistema nervoso centrale e che può colpire tutti i mammiferi, ma soprattutto il cane, il quale, proprio per la sua stretta convivenza con l'uomo, è anche l'animale più pericoloso. Il virus della rabbia, sempre mortale per gli animali, eliminato con la saliva, viene trasmesso all'uomo con la morsicatura.
Quando il virus rabbico attecchisce nell'uomo (si tenga presente che il più delle volte le difese organiche riescono a distruggerlo nel punto di ingresso, per cui tale malattia si sviluppa piuttosto raramente nel genere umano), dopo un periodo di incubazione di circa quaranta giorni, cominciano a comparire spasmi muscolari, contrazioni, paralisi, mentre la temperatura corporea raggiunge livelli altissimi (42 gradi) ed il paziente muore in stato di coma. Il comportamento da tenere in caso di morsicatura da parte di un cane odi un altro animale è il seguente:
• se il cane è stato catturato o se è comunque in proprio possesso, deve essere tenuto sotto controllo e visitato da un veterinario una volta alla settimana. Se durante questo periodo l'animale dimostra di essere sano, non si intraprende alcun trattamento per l'individuo morsicato. Nel caso, invece, che si sviluppi la malattia durante il periodo di osservazione, bisogna somministrare rapidamente del siero antirabbico iperimmunizzato al soggetto che ha subito la morsicatura;
• se l'animale non è stato catturato, bisogna iniziare subito la sieroprofilassi, dando quindi per scontato che il cane sia idrofobo.
Pesci velenosi
Pesci velenosi: tra questi il più diffuso nei nostri mari è il pesce ragno, che vive nei pressi delle spiagge, semiaffondato nella sabbia, e che, essendo dotato di spine velenose dorsali, con facilità ferisce i piedi di chi lo calpesta.
Tale puntura provoca un violento dolore locale seguito da gonfiore. Tutto scompare nel giro di poche ore ; rari sono i sintomi generali e i casi mortali. La cura è essenzialmente locale e si avvale dell'applicazione di ammoniaca e pomate antistaminiche.
I ricci di mare sono privi di un vero e proprio potere venefico e richiedono solo una pronta disinfezione della parte colpita; gli aculei rimasti conficcati nella pelle devono essere prontamente e pazientemente rimossi.
La lesione indotta dal contatto con le meduse è essenzialmente di natura chimica ed è sovrapponibile a quella provocata da una ustione; l'uso di pomate antistaminiche al cortisone si rivela molto utile in questi casi.
Tale puntura provoca un violento dolore locale seguito da gonfiore. Tutto scompare nel giro di poche ore ; rari sono i sintomi generali e i casi mortali. La cura è essenzialmente locale e si avvale dell'applicazione di ammoniaca e pomate antistaminiche.
I ricci di mare sono privi di un vero e proprio potere venefico e richiedono solo una pronta disinfezione della parte colpita; gli aculei rimasti conficcati nella pelle devono essere prontamente e pazientemente rimossi.
La lesione indotta dal contatto con le meduse è essenzialmente di natura chimica ed è sovrapponibile a quella provocata da una ustione; l'uso di pomate antistaminiche al cortisone si rivela molto utile in questi casi.
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Pesci velenosi
Morsi di ragni
Morsi di ragni: il morso del ragno è facilmente riconoscibile in quanto la lesione è caratterizzata dalla presenza di due piccoli punti di penetrazione provocati dagli uncini di cui questi animali sono dotati; in Italia, a parte il genere Iatrodectus (che si trova nell'Italia Meridionale e nelle Isole), i ragni sono poco pericolosi.
Il veleno provoca dolore nel punto di iniezione, e determina la necrosi dei tessuti. Il trattamento consiste nella disinfezione locale e nell'iniezione di siero specifico.
Il veleno provoca dolore nel punto di iniezione, e determina la necrosi dei tessuti. Il trattamento consiste nella disinfezione locale e nell'iniezione di siero specifico.
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morsi di ragni
Punture di insetti velenosi
Punture di insetti: tra gli insetti velenosi largamente diffusi in Italia sono gli imenotteri (vespe, api, formiche, zanzare, ecc.) i quali sono in grado di iniettare sostanze venefiche, a scopo offensivo e difensivo; nell'uomo provocano in genere solo una vivace reazione locale. Talora vi può essere anche una grave reazione generale, ma ciò è sempre dovuto ad una particolare reattività individuale di tipo allergico o alla contemporanea puntura da parte di molti insetti della stessa specie velenosa.
Altri insetti, come le cimici, pur non possedendo un vero e proprio apparato velenifero, all'atto della puntura iniettano nell'uomo la secrezione delle ghiandole salivari, provocando notevoli disturbi. Le zanzare appartenenti al genere Anopheles iniettano una sostanza in grado di impedire la coagulazione del sangue limitatamente al punto di iniezione, e dotata di spiccata azione pruriginosa.
La gravità di questo tipo di puntura è legata essenzialmente a tre fattori: la molteplicità delle punture, che possono portare al coma e alla morte; la sede della puntura (pericolo di asfissia per edema della glottide, se la lesione avviene sulla lingua o in gola, e di cheratite se viene colpito l'occhio); una sensibilità individuale esaltata (soggetto allergico o debilitato). Il trattamento locale di tali lesioni consiste nell'estrazione dell'aculeo se questo è rimasto conficcato nella pelle e nell'applicazione di una pomata antistaminica in grado di togliere il prurito e di ridurre il pomfo; quello generale è del tutto simile a quello che si applica in casi di shock.
Altri insetti, come le cimici, pur non possedendo un vero e proprio apparato velenifero, all'atto della puntura iniettano nell'uomo la secrezione delle ghiandole salivari, provocando notevoli disturbi. Le zanzare appartenenti al genere Anopheles iniettano una sostanza in grado di impedire la coagulazione del sangue limitatamente al punto di iniezione, e dotata di spiccata azione pruriginosa.
La gravità di questo tipo di puntura è legata essenzialmente a tre fattori: la molteplicità delle punture, che possono portare al coma e alla morte; la sede della puntura (pericolo di asfissia per edema della glottide, se la lesione avviene sulla lingua o in gola, e di cheratite se viene colpito l'occhio); una sensibilità individuale esaltata (soggetto allergico o debilitato). Il trattamento locale di tali lesioni consiste nell'estrazione dell'aculeo se questo è rimasto conficcato nella pelle e nell'applicazione di una pomata antistaminica in grado di togliere il prurito e di ridurre il pomfo; quello generale è del tutto simile a quello che si applica in casi di shock.
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punture insetti
Lombalgia dolore a livello lombare
È il dolore a livello lombare. In molti casi è conseguenza di un'artrosi vertebrale (specialmente dopo i cinquant'anni); in casi più rari il dolore è molto violento, tanto che la persona non può più raddrizzarsi (si sospetta allora un'ernia del disco). Il dolore si manifesta alla vita, con irradiazione alla schiena e agli arti inferiori.
Chi è colpito da lombalgia deve mettersi a riposo su un letto rigido (la solita asse sotto il materasso), adagiato sul dorso, e chiamare il medico.
Chi è colpito da lombalgia deve mettersi a riposo su un letto rigido (la solita asse sotto il materasso), adagiato sul dorso, e chiamare il medico.
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lombalgia
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