giovedì 5 giugno 2008
Donna - sesso forte
Il vecchio adagio che afferma che le donne rappresentano il sesso debole va profondamente rivisto, anzi radicalmente cambiato. Studi recentemente condotti in America hanno infatti dimostrato che una casalinga che svolge una attività domestica di normale entità richiede un apporto energetico di oltre 2500 calorie al giorno, pari cioè a quello di un uomo che svolge un lavoro medio pesante. Si è, ad esempio, osservato che costa più fatica stirare la biancheria o lavare il pavimento che non costruire un muro di mattoni, che spingere una cariola da mezzo quintale è meno faticoso che batterei tappeti o i materassi. Ed anche se le macchine e gli elettrodomestici hanno molto facilitato il lavoro della casalinga, esso richiede comunque un loro impegno di almeno 10 ore giornaliere, per sette giorni la settimana: qualunque contratto di questo genere farebbe invece subito muovere i sindacati ed i pretori del lavoro, se applicato all'esterno. L'unico impegno che si avvicina a quello delle casalinghe è quello dei contadini: con esso ha anche in comune lo sforzo ed il consumo d'energia.
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martedì 27 maggio 2008
Invidia vizi capitali
Nel nostro newsgroup info medicina si sviluppano spesso discussioni interessanti, oggi ne riportiamo una che ci ha molto interessati.
Cos'è l'invidia ??? chiede un utente ...
Risposta a cura di Onofrio
E' una bellissima domanda. Ho dato un'occhiata ai vizi capitali e ne ho parlato con alcune persone prima di provare a rispondere. La mia idea è che si invidiano le persone per qualità che non possediamo. Uno si può sforzare allo spasimo e diventare bravo in qualcosa o in tante cose, ma rimarranno sempre delle qualità che non arriveremo mai a possedere. Per chi, come me, è arrivato alla soglia del mezzo secolo, la giovinezza può essere fonte di invidia, e siamo già all'irraggiungibile, perché mi rendo conto che 'non sarò più giovane'. Così come non sarò mai bello quanto un uomo che, già dotato di per se, ha praticato sport. L'invidia nasce da una relazione distorta, però, e si sviluppa nelle pieghe dell'incomprensione. Perché noi ammiriamo la qualità. Ci piace una stanza che sia bella e funzionale e siamo pronti ad apprezzare l'artigiano che l'ha arredata, ma nel momento in cui l'artigiano si manifesta come persona con esigenze che sono uguali alle mie possiamo avvertire come fastidio le sue esigenze (umane) perché disturbano la perfezione del prodotto. Come nella Fenomenologia di Eco, Mike Bongiorno è pronto a riverire la sapienza del concorrente a patto che questa non intacchi la sua semplicità che tanto (s'immagina e a volte è così) che tanto piace al pubblico e a patto che il concorrente continui a rivestire la funzione del concorrente, subordinato dunque a chi l'ha chiamato a concorrere. Se il concorrente intacca 'il sistema' può scattare l'invidia che di solito si ritorce contro il concorrente perché questi finisce col concorrere col sistema. Il sistema s'immagina perfetto (Mike persona emula il sistema): se intacchi 'la perfezione' necessariamente devi subire conseguenze negative perché la perfezione è per sua natura 'non invidiosa' e ne consegue che non per 'colpa' sua subirai conseguenze negative, ma per demerito tuo. Credo l'invidia ci sia sempre stata: una volta era il possesso materiale di 'un privilegio' a scatenarla per il fatto che al privilegiato potevano non essere riconosciute le qualità necessarie, oggi temo che a scatenare l'invidia sia la qualità 'tout court'. 'Ha tutte le fortune' diranno in paese di una bella donna che si è laureata in medicina. Se questa non risponde alle provocazioni, aggiungeranno che 'ha pure la puzza al naso'. Il medico invidierà le qualità intellettuali superiori alle sue di un 'non medico' e si tutelerà inventandosi l'orrido ordine dei medici. Che è orrido per antonomasia perché il rispetto di chi esercita la sua professione viene dalla bravura (che non è esente da errore) e non deve venire da una posizione preconcetta di superiorità. Credo sia superabile, come fenomeno indubbiamente deleterio, in un contesto di equilibrio dinamico a fare il bene sapendo che è bene e facendolo apparire per tale. Sperando che il contesto non ci uccida prima… per invidia, naturalmente, che è purtroppo 'cosa nostra'. Per rispondere alla domanda penso sia più problema che malattia (mentale e sociale).
Cos'è l'invidia ??? chiede un utente ...
Risposta a cura di Onofrio
E' una bellissima domanda. Ho dato un'occhiata ai vizi capitali e ne ho parlato con alcune persone prima di provare a rispondere. La mia idea è che si invidiano le persone per qualità che non possediamo. Uno si può sforzare allo spasimo e diventare bravo in qualcosa o in tante cose, ma rimarranno sempre delle qualità che non arriveremo mai a possedere. Per chi, come me, è arrivato alla soglia del mezzo secolo, la giovinezza può essere fonte di invidia, e siamo già all'irraggiungibile, perché mi rendo conto che 'non sarò più giovane'. Così come non sarò mai bello quanto un uomo che, già dotato di per se, ha praticato sport. L'invidia nasce da una relazione distorta, però, e si sviluppa nelle pieghe dell'incomprensione. Perché noi ammiriamo la qualità. Ci piace una stanza che sia bella e funzionale e siamo pronti ad apprezzare l'artigiano che l'ha arredata, ma nel momento in cui l'artigiano si manifesta come persona con esigenze che sono uguali alle mie possiamo avvertire come fastidio le sue esigenze (umane) perché disturbano la perfezione del prodotto. Come nella Fenomenologia di Eco, Mike Bongiorno è pronto a riverire la sapienza del concorrente a patto che questa non intacchi la sua semplicità che tanto (s'immagina e a volte è così) che tanto piace al pubblico e a patto che il concorrente continui a rivestire la funzione del concorrente, subordinato dunque a chi l'ha chiamato a concorrere. Se il concorrente intacca 'il sistema' può scattare l'invidia che di solito si ritorce contro il concorrente perché questi finisce col concorrere col sistema. Il sistema s'immagina perfetto (Mike persona emula il sistema): se intacchi 'la perfezione' necessariamente devi subire conseguenze negative perché la perfezione è per sua natura 'non invidiosa' e ne consegue che non per 'colpa' sua subirai conseguenze negative, ma per demerito tuo. Credo l'invidia ci sia sempre stata: una volta era il possesso materiale di 'un privilegio' a scatenarla per il fatto che al privilegiato potevano non essere riconosciute le qualità necessarie, oggi temo che a scatenare l'invidia sia la qualità 'tout court'. 'Ha tutte le fortune' diranno in paese di una bella donna che si è laureata in medicina. Se questa non risponde alle provocazioni, aggiungeranno che 'ha pure la puzza al naso'. Il medico invidierà le qualità intellettuali superiori alle sue di un 'non medico' e si tutelerà inventandosi l'orrido ordine dei medici. Che è orrido per antonomasia perché il rispetto di chi esercita la sua professione viene dalla bravura (che non è esente da errore) e non deve venire da una posizione preconcetta di superiorità. Credo sia superabile, come fenomeno indubbiamente deleterio, in un contesto di equilibrio dinamico a fare il bene sapendo che è bene e facendolo apparire per tale. Sperando che il contesto non ci uccida prima… per invidia, naturalmente, che è purtroppo 'cosa nostra'. Per rispondere alla domanda penso sia più problema che malattia (mentale e sociale).
lunedì 19 maggio 2008
I fanghi - cura con i fanghi
La cura con i fanghi, chiamata lutoterapia, ha origini molto antiche. I fanghi sono particolari melme costituite dall'intima mescolanza di un'acqua minerale e di una sostanza argillosa. Molto raramente si trovano in natura già pronti per l'uso: generalmente sono necessarie lunghe e complesse operazioni di preparazione, di maturazione in appositi crateri o in apposite vasche, di «impastamento».
Hanno un colore grigio più o meno scuro, un odore caratteristico, una consistenza omogenea e pastosa, ed hanno la particolarità di conservare molto a lungo il calore.
Hanno un colore grigio più o meno scuro, un odore caratteristico, una consistenza omogenea e pastosa, ed hanno la particolarità di conservare molto a lungo il calore.
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cura con i fanghi,
fanghi
venerdì 16 maggio 2008
Acque minerali clorurato-sodiche o salse
Sono caratterizzate dalla prevalenza di cloruro di sodio (il comune sale da cucina) tra tutte le sostanze che contengono. Ad esso possono però essere associate altre sostanze, in particolare il bicarbonato di calcio, il solfato di calcio, il bicarbonato di magnesio, il solfato di sodio, lo jodio, il bromo, il ferro, il litio, ecc.
In questo gruppo può essere fatta rientrare anche l'acqua di mare, che è una delle più complesse e migliori acque minerali naturali.
Possono essere calde o fredde, più o meno radioattive. Si utilizzano principalmente per bere e per bagno, ma anche per inalazioni e per irrigazioni. Vengono inoltre usate per la preparazione di fanghi. Le indicazioni cliniche principali sono date dalle malattie del ricambio (gotta, diabete, obesità), dalle malattie del fegato e delle vie biliari, dalle malattie dello stomaco e dell'intestino; e l'impiego di queste acque è spesso utile anche nelle malattie reumatiche, nelle nevriti e nevralgie, nel rachitismo e nella scrofolosi, in molte malattie ginecologiche.
In questo gruppo può essere fatta rientrare anche l'acqua di mare, che è una delle più complesse e migliori acque minerali naturali.
Possono essere calde o fredde, più o meno radioattive. Si utilizzano principalmente per bere e per bagno, ma anche per inalazioni e per irrigazioni. Vengono inoltre usate per la preparazione di fanghi. Le indicazioni cliniche principali sono date dalle malattie del ricambio (gotta, diabete, obesità), dalle malattie del fegato e delle vie biliari, dalle malattie dello stomaco e dell'intestino; e l'impiego di queste acque è spesso utile anche nelle malattie reumatiche, nelle nevriti e nevralgie, nel rachitismo e nella scrofolosi, in molte malattie ginecologiche.
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Acque minerali,
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Acque mediominerali
Hanno un residuo secco superiore a 0,2 g per mille e inferiore a 1 g per mille e sono anch'esse acque leggere, la cui azione è vicina a quelle delle acque oligominerali, con le quali hanno in comune le indicazioni cliniche, anche se la divisione che di esse è stata fatta in sulfuree, salso-bromo-jodiche, arsenicali-ferruginose, bicarbonate e solfate fa intravedere una certa differenza d'azione dall'una all'altra a seconda delle sostanze chimiche presenti che, pur sempre scarse, sono percentualmente prevalenti.
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Acque mediominerali
Acque oligominerali
Sono chiamate anche oligometalliche, ed hanno un residuo secco molto scarso, non superiore a 0,2 g per mille. Sono considerate acque leggere, benché in realtà svolgano un'azione assai'intensa ed
energica.
Ve ne sono di calde e di fredde, e molte sono radioattive. Si usano soprattutto per bere, ma anche per inalazioni, bagni, irrigazioni vaginali.
Le azioni fondamentali delle acque oligominerali consistono nell'aumentare considerevolmente la quantità di urina, con abbondante eliminazione di acido urico e di altre sostanze dannose all'organismo. Sono quindi acque tipicamente diuretiche, che esercitano un vero lavaggio nell'organismo, molto utile soprattutto nella gotta, nella calcolosi dei reni e delle vie urinarie, nelle infezioni e infiammazioni croniche delle vie urinarie.
energica.
Ve ne sono di calde e di fredde, e molte sono radioattive. Si usano soprattutto per bere, ma anche per inalazioni, bagni, irrigazioni vaginali.
Le azioni fondamentali delle acque oligominerali consistono nell'aumentare considerevolmente la quantità di urina, con abbondante eliminazione di acido urico e di altre sostanze dannose all'organismo. Sono quindi acque tipicamente diuretiche, che esercitano un vero lavaggio nell'organismo, molto utile soprattutto nella gotta, nella calcolosi dei reni e delle vie urinarie, nelle infezioni e infiammazioni croniche delle vie urinarie.
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Acque oligominerali
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