L'unione di due gameti, cioè di due cellule destinate alla riproduzione perché adatte a fondersi nel processo di fecondazione, rappresenta il primo attimo di vita del microcosmo umano: è una cellula (l'uovo) fecondata, nella quale si accumulano le sostanze necessarie per lo sviluppo dell'embrione. In essa vive il divenire dell'uomo, potenzialmente esistono e si svilupperanno un poco per volta le sue caratteristiche morfologiche, le sue attitudini psichiche e mentali, il suo futuro. Nell'attimo del concepimento si attua il primo «gioco» di unione-separazione: l'amplesso dell'uomo e della donna permette la fusione della cellula maschile con quella femminile: da questa intima unione si forma, differenziandosi, la cellula iniziale di un nuovo essere vivente, l'uomo.
È questo il risultato unico e imprevedibile di migliaia di miliardi di possibili combinazioni cromosomiche. Si calcola infatti che la cellula iniziale contenga 14.380 geni portatori dei caratteri ereditari .
giovedì 5 giugno 2008
Picofisiologia - mondo fisiologico e quello psichico
La psicologia non è che una lente, attraverso la quale tutto questo mondo interno appare chiaro, sia nella sua struttura costituzionale, sia nella sua funzionalità dinamica. Ma nel microcosmo tutto è coordinato e nulla è separato: neppure i sistemi fisiologici e quelli mentali. Noi siamo stati costretti a vederli separatamente per poterne analizzare — sia pure a volo d'uccello — ogni singola parte. Ora, però, lo vogliamo osservare nel suo insieme; usiamo quindi la lente della psicofisiologia.
Ci rendiamo ormai immediatamente conto che il mondo fisiologico e quello psichico non sono che due parti di un unico universo. E sono in strettissima relazione fra loro. Vediamo così che elementi affettivi ed emotivi, hanno immediata rispondenza nel corpo: a seconda delle loro modulazioni (gioia-dolore; ansia-calma; paura-serenità; terrore-allegria; spavento- sorpresa; depressione-euforia) la partecipazione somatica è intensa sia all'esterno che all'interno, tanto che le reazioni interessano tutte le zone fisiologiche: sono circolatorie, respiratorie, cardiache, pressorie; reazioni della muscolatura liscia, degli sfinteri, della cistifellea, della vescica; avvengono modificazioni della secrezione (ipersecrezione salivare, gastrica, urinaria, tiroidea), del metabolismo, della distribuzione sanguigna, e così via. Anche esternamente osserviamo che il corpo trema, suda freddo, ha caldo improvviso, impallidisce, arrossisce; le pulsazioni del cuore in un solo attimo cambiano ritmo; le scariche di adrenalina possono diventare violente; la pressione può salire o scendere improvvisamente; la respirazione farsi affannosa o calmarsi.
Questo, in una sintesi molto breve e schematica, è il nostro microcosmo.
Ci accingiamo ora ad osservare la sua evoluzione attraverso le tappe più importanti del suo essere al mondo.
Ci rendiamo ormai immediatamente conto che il mondo fisiologico e quello psichico non sono che due parti di un unico universo. E sono in strettissima relazione fra loro. Vediamo così che elementi affettivi ed emotivi, hanno immediata rispondenza nel corpo: a seconda delle loro modulazioni (gioia-dolore; ansia-calma; paura-serenità; terrore-allegria; spavento- sorpresa; depressione-euforia) la partecipazione somatica è intensa sia all'esterno che all'interno, tanto che le reazioni interessano tutte le zone fisiologiche: sono circolatorie, respiratorie, cardiache, pressorie; reazioni della muscolatura liscia, degli sfinteri, della cistifellea, della vescica; avvengono modificazioni della secrezione (ipersecrezione salivare, gastrica, urinaria, tiroidea), del metabolismo, della distribuzione sanguigna, e così via. Anche esternamente osserviamo che il corpo trema, suda freddo, ha caldo improvviso, impallidisce, arrossisce; le pulsazioni del cuore in un solo attimo cambiano ritmo; le scariche di adrenalina possono diventare violente; la pressione può salire o scendere improvvisamente; la respirazione farsi affannosa o calmarsi.
Questo, in una sintesi molto breve e schematica, è il nostro microcosmo.
Ci accingiamo ora ad osservare la sua evoluzione attraverso le tappe più importanti del suo essere al mondo.
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Picofisiologia
Cervello sensazioni sia fisiche che psichiche
Il cervello può essere paragonato ad una perfettissimi centrale elettronica molto sofisticata, alla quale giungono tutte le stimolazioni dell'ambiente esterno e dalla quale partono, elaborate velocissimamente, risposte corrispondenti a sensazioni sia fisiche che psichiche. Alle sensazioni affettive, alle emozioni, ai sentimenti corrispondono reazioni fisiche di tutti i tipi: circolatorie, vascolari, respiratorie, cardiache, secretorie, sia interne che esterne.
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Cervello
Madre e bambino movimenti espressivi del viso e del corpo
A movimenti espressivi del viso e del corpo, qualunque possa esserne stata l'origine, hanno in se stessi grande importanza per il nostro benessere. Essi costituiscono i primi mezzi di comunicazione fra madre e bambino. Sorridendo la madre approva il figlio e lo incoraggia; aggrottando le ciglia gli comunica la sua disapprovazione. I movimenti espressivi conferiscono vivacità ed energia alle parole che pronunciamo; rivelano le intenzioni e i pensieri degli altri più veracemente delle parole, che possono essere false.... Tutte queste conseguenze derivano in parte dallo stretto rapporto che esiste fra quasi tutte le emozioni e la loro manifestazione interiore».
Charles Darwin (1872)
Charles Darwin (1872)
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Madre e bambino
Donna - sesso forte
Il vecchio adagio che afferma che le donne rappresentano il sesso debole va profondamente rivisto, anzi radicalmente cambiato. Studi recentemente condotti in America hanno infatti dimostrato che una casalinga che svolge una attività domestica di normale entità richiede un apporto energetico di oltre 2500 calorie al giorno, pari cioè a quello di un uomo che svolge un lavoro medio pesante. Si è, ad esempio, osservato che costa più fatica stirare la biancheria o lavare il pavimento che non costruire un muro di mattoni, che spingere una cariola da mezzo quintale è meno faticoso che batterei tappeti o i materassi. Ed anche se le macchine e gli elettrodomestici hanno molto facilitato il lavoro della casalinga, esso richiede comunque un loro impegno di almeno 10 ore giornaliere, per sette giorni la settimana: qualunque contratto di questo genere farebbe invece subito muovere i sindacati ed i pretori del lavoro, se applicato all'esterno. L'unico impegno che si avvicina a quello delle casalinghe è quello dei contadini: con esso ha anche in comune lo sforzo ed il consumo d'energia.
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martedì 27 maggio 2008
Invidia vizi capitali
Nel nostro newsgroup info medicina si sviluppano spesso discussioni interessanti, oggi ne riportiamo una che ci ha molto interessati.
Cos'è l'invidia ??? chiede un utente ...
Risposta a cura di Onofrio
E' una bellissima domanda. Ho dato un'occhiata ai vizi capitali e ne ho parlato con alcune persone prima di provare a rispondere. La mia idea è che si invidiano le persone per qualità che non possediamo. Uno si può sforzare allo spasimo e diventare bravo in qualcosa o in tante cose, ma rimarranno sempre delle qualità che non arriveremo mai a possedere. Per chi, come me, è arrivato alla soglia del mezzo secolo, la giovinezza può essere fonte di invidia, e siamo già all'irraggiungibile, perché mi rendo conto che 'non sarò più giovane'. Così come non sarò mai bello quanto un uomo che, già dotato di per se, ha praticato sport. L'invidia nasce da una relazione distorta, però, e si sviluppa nelle pieghe dell'incomprensione. Perché noi ammiriamo la qualità. Ci piace una stanza che sia bella e funzionale e siamo pronti ad apprezzare l'artigiano che l'ha arredata, ma nel momento in cui l'artigiano si manifesta come persona con esigenze che sono uguali alle mie possiamo avvertire come fastidio le sue esigenze (umane) perché disturbano la perfezione del prodotto. Come nella Fenomenologia di Eco, Mike Bongiorno è pronto a riverire la sapienza del concorrente a patto che questa non intacchi la sua semplicità che tanto (s'immagina e a volte è così) che tanto piace al pubblico e a patto che il concorrente continui a rivestire la funzione del concorrente, subordinato dunque a chi l'ha chiamato a concorrere. Se il concorrente intacca 'il sistema' può scattare l'invidia che di solito si ritorce contro il concorrente perché questi finisce col concorrere col sistema. Il sistema s'immagina perfetto (Mike persona emula il sistema): se intacchi 'la perfezione' necessariamente devi subire conseguenze negative perché la perfezione è per sua natura 'non invidiosa' e ne consegue che non per 'colpa' sua subirai conseguenze negative, ma per demerito tuo. Credo l'invidia ci sia sempre stata: una volta era il possesso materiale di 'un privilegio' a scatenarla per il fatto che al privilegiato potevano non essere riconosciute le qualità necessarie, oggi temo che a scatenare l'invidia sia la qualità 'tout court'. 'Ha tutte le fortune' diranno in paese di una bella donna che si è laureata in medicina. Se questa non risponde alle provocazioni, aggiungeranno che 'ha pure la puzza al naso'. Il medico invidierà le qualità intellettuali superiori alle sue di un 'non medico' e si tutelerà inventandosi l'orrido ordine dei medici. Che è orrido per antonomasia perché il rispetto di chi esercita la sua professione viene dalla bravura (che non è esente da errore) e non deve venire da una posizione preconcetta di superiorità. Credo sia superabile, come fenomeno indubbiamente deleterio, in un contesto di equilibrio dinamico a fare il bene sapendo che è bene e facendolo apparire per tale. Sperando che il contesto non ci uccida prima… per invidia, naturalmente, che è purtroppo 'cosa nostra'. Per rispondere alla domanda penso sia più problema che malattia (mentale e sociale).
Cos'è l'invidia ??? chiede un utente ...
Risposta a cura di Onofrio
E' una bellissima domanda. Ho dato un'occhiata ai vizi capitali e ne ho parlato con alcune persone prima di provare a rispondere. La mia idea è che si invidiano le persone per qualità che non possediamo. Uno si può sforzare allo spasimo e diventare bravo in qualcosa o in tante cose, ma rimarranno sempre delle qualità che non arriveremo mai a possedere. Per chi, come me, è arrivato alla soglia del mezzo secolo, la giovinezza può essere fonte di invidia, e siamo già all'irraggiungibile, perché mi rendo conto che 'non sarò più giovane'. Così come non sarò mai bello quanto un uomo che, già dotato di per se, ha praticato sport. L'invidia nasce da una relazione distorta, però, e si sviluppa nelle pieghe dell'incomprensione. Perché noi ammiriamo la qualità. Ci piace una stanza che sia bella e funzionale e siamo pronti ad apprezzare l'artigiano che l'ha arredata, ma nel momento in cui l'artigiano si manifesta come persona con esigenze che sono uguali alle mie possiamo avvertire come fastidio le sue esigenze (umane) perché disturbano la perfezione del prodotto. Come nella Fenomenologia di Eco, Mike Bongiorno è pronto a riverire la sapienza del concorrente a patto che questa non intacchi la sua semplicità che tanto (s'immagina e a volte è così) che tanto piace al pubblico e a patto che il concorrente continui a rivestire la funzione del concorrente, subordinato dunque a chi l'ha chiamato a concorrere. Se il concorrente intacca 'il sistema' può scattare l'invidia che di solito si ritorce contro il concorrente perché questi finisce col concorrere col sistema. Il sistema s'immagina perfetto (Mike persona emula il sistema): se intacchi 'la perfezione' necessariamente devi subire conseguenze negative perché la perfezione è per sua natura 'non invidiosa' e ne consegue che non per 'colpa' sua subirai conseguenze negative, ma per demerito tuo. Credo l'invidia ci sia sempre stata: una volta era il possesso materiale di 'un privilegio' a scatenarla per il fatto che al privilegiato potevano non essere riconosciute le qualità necessarie, oggi temo che a scatenare l'invidia sia la qualità 'tout court'. 'Ha tutte le fortune' diranno in paese di una bella donna che si è laureata in medicina. Se questa non risponde alle provocazioni, aggiungeranno che 'ha pure la puzza al naso'. Il medico invidierà le qualità intellettuali superiori alle sue di un 'non medico' e si tutelerà inventandosi l'orrido ordine dei medici. Che è orrido per antonomasia perché il rispetto di chi esercita la sua professione viene dalla bravura (che non è esente da errore) e non deve venire da una posizione preconcetta di superiorità. Credo sia superabile, come fenomeno indubbiamente deleterio, in un contesto di equilibrio dinamico a fare il bene sapendo che è bene e facendolo apparire per tale. Sperando che il contesto non ci uccida prima… per invidia, naturalmente, che è purtroppo 'cosa nostra'. Per rispondere alla domanda penso sia più problema che malattia (mentale e sociale).
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