martedì 17 giugno 2008

Agorafobia - timore angoscioso paura

AGORAFOBIA, timore angoscioso che provoca la paura ad attraversare strade, piazze e luoghi aperti in genere. Il malato si rende conto (a differenza dello psicotico ) che si tratta di un fatto anormale, ma non riesce a vincere, se non a grande prezzo, questo blocco interiore. Il malato sfugge ogni luogo aperto, limitando così la propria vita di relazione ma, nel contempo, vivendo questo comportamento con grande sofferenza interiore.

Si tratta di un sintomo nevrotico, per cui se il malato si impone di superare con la volontà il blocco, accade quasi sempre che se ne generi un altro, perché la carica affettiva che determinava il timore non si elimina (secondo gli psicanalisti) impedendole di manifestarsi con un particolare comportamento.

Agnesia ovarica - assenza congenita delle ovaie

AGENESIA OVARICA, assenza congenita delle ovaie. Clinicamente conosciuta col nome di sindrome di Turner-Albright, si ritiene non sia dovuta a processi patologici selettivi delle gonadi, ma all'assenza embrionaria (quindi dello sviluppo intrauterino) delle cellule della filiera genitale. Il quadro clinico è caratterizzato da amenorrea primaria (mestruazione mai avvenuta), statura più bassa della norma (non oltre 132 cm), cubito valgo (esagerazione dell'angolo del gomito), collo palmato (plica cutanea che si estende come un'ala, simmetrica, dai lati del collo sino all'acromion ), alterazioni oculari (strabismo convergente o divergente, talora esoftalmo), atrofia mammaria, assenza di pelo ascellare e pubico.

La vagina, l'utero e le tube sono, per solito, normali. Così pure l'intelligenza. Talora, ma meno frequentemente, sono associati altri sintomi: sordomutismo, coartazione aortica, ipoplasia surrenalica, spina bifida occulta, ecc. Dal punto di vista endocrino si rileva che l'escrezione degli ormoni ipofisari è abnormemente elevata (l'ipofisi è infatti normale), quella surrenalica è bassa (17 ketosteroidi non oltre mg 1,5/24 ore), pressocchè nulla quella degli ormoni estrogeni. I rilievi clinici suesposti, ed i dosaggi ormonali, permettono una facile diagnosi che deve però venire confermata da un controllo visivo addominale (laparatomia esplorativa o, meglio, laparoscopia). La diagnosi differenziale col nanismo pituitario riposa sul rilievo di ormoni gonadotropi scarsi e statura ancor più bassa (non oltre cm 120).

La terapia è essenzialmente ormonale, onde ristabilire i mestrui e migliorare le condizioni psichiche e matrimoniali. Essa utilizza estrogeni e progesterone secondo schemi fisiologici, sia per via orale che parenterale. Però i risultati sono scarsi per quanto concerne l'atrofia mammaria ed il sistema pilifero.

Afrodisia - accentuazione morbosa del desiderio

AFRODISIA, accentuazione morbosa del desiderio (il termine, in greco significa lussuria, libidine). Gli afrodisiaci sono le sostanze che hanno la proprietà di eccitare ai piaceri dell'amore e che, comunque, accrescono l'istinto e il piacere sessuale. Gli afrodisiaci possono avere una azione stimolante non nociva se presi a piccole dosi, ma addirittura velenosa se presi a forti dosi o ripetutamente. Tra i più noti: cantaride, cocaina, fosforo, oppio, morfina, hascisc, stricnina, yohimbina.

lunedì 16 giugno 2008

Affettività

AFFETTIVITÀ', tendenza a vivere in modo positivo o negativo un'esperienza specifica. Nasce dall'interazione tra il soggetto ed il suo ambiente (anche interiore ). Si può avere una tendenza ad allontanarsi dall'oggetto o ad allontanare l'oggetto da sé, ad avvicinarsi all'oggetto o ad avvicinare l'oggetto a sé. Se l'oggetto è un pensiero o il ricordo di un'esperienza del passato subirà la stessa sorte. L'affettività è, cioè, una carica di energia psichica che investe l'oggetto determinandone la capacità di attrazione o di repulsione.

L'affettività è una risposta (inconscia, priva di azione, anteriore ad una valutazione critica) ad una variazione dell'ambiente esterno o interno della personalità e consiste in una soddisfazione piacevole o in un disagio sgradevole. Si tratta di una carica innata, di tipo istintivo, ma modificabile dall'ambiente e dall'educazione. Si presenta, perciò, sotto il duplice aspetto: biologico e psicologico.

L'affettività è la tendenza (non l'azione) ad orientare il comportamento verso il permanere nello stato di piacevolezza o a por fine a quello di spiacevolezza. Non si tratta di un'esperienza assoluta, ma relativa, che nasce dal confronto con altre esperienze ( effetto del contrasto ). È la relazione con gli stati precedenti o il complesso della situazione che qualifica il desiderio di permanervi o di uscirne. Consegue che uno stato molto piacevole fa giudicare meno gradito uno stato che, in senso assoluto, sarebbe desiderato. Una situazione moderatamente sgradevole, inoltre, se viene inserita in un complesso di stimoli piacevoli, viene accettata positivamente (effetto dell'assimilazione ).

Quando il soggetto prende coscienza del proprio vissuto ed ha l'esperienza, di fronte ad una certa situazione, di piacere, dolore, gioia, paura, tristezza ed amore, cioè quando « valuta » la tendenza che prima aveva nebulosamente avvertito e quando traduce in « azione » la spinta inconsapevole, si dice che ha un « sentimento ». Il sentimento fa assumere un significato di valore alle esperienze della vita. Esso è una risultante della personalità biologica, ma soprattutto della cultura sociale anteriore.

In tal senso il sentimento si evolve nel tempo, fino a mutare in modo radicale. Il sentimento nasce dalla sensazione, ma non vi è contenuto: è una percezione soggettiva di gradevolezza o di sgradevolezza, capace di rievocare, attraverso rappresentazioni di fatti o di luoghi, stati psicologici già vissuti in precedenza. Il sentimento si realizza attraverso la consapevolezza del giudizio sul proprio vissuto, giudizio che manca quando si parla di affettività in senso stretto. Esso si concretizza in una situazione soggettiva dell'Io, in cui le qualità dell'informazione sono vissute con immediatezza.

Anche le oscure impressioni sensoriali che provengono dagli organi interni viscerali contribuiscono al tono sentimentale generale, dando quella esperienza soggettiva gradevole o sgradevole che si chiama cenestesi.

Affaticamento - astenia condizione di affaticamento

AFFATICAMENTO, termine popolare in medicina; più propriamente astenia. La cardiopatia in stato avanzato comporta sempre una condizione di affaticamento, quando ci si accinge a fare anche piccoli sforzi: salire le scaie, eseguire lievi lavori manuali, stirare, lavare, ecc. Il malato, in tutte queste situazioni, si sente spossato.

Come si previene. Portando in compenso la circolazione con adeguata terapia cardiotonica.

Affanno - difficolta di respirazione

AFFANNO, termine popolare che sta ad indicare difficoltà di respirazione. Più propriamente il termine medico è dispnea. L'affanno rappresenta un sintomo comune a malattie acute e croniche dell'apparato respiratorio ed a cardiopatie scompensate.

Consiste in una seria difficoltà di respiro {dispnea) che compare nell'atto di fare uno sforzo (affanno da sforzo), e anche a riposo {affanno a riposo). Quest'ultimo caso è più grave, e si suol dire pittorescamente che il malato, seduto in una caratteristica posizione sul letto con molti cuscini dietro la schiena, « ha fame d'aria ».

Quando l'affanno è molto accentuato il paziente avverte una autentica fame d'aria che si accompagna a sensazione soggettiva di tale gravità da temere di venir soffocato.