giovedì 9 ottobre 2008
ASFISSIA - impedimento della funzione respiratoria
ASFISSIA, è, in senso generico, l'impedimento della funzione respiratoria, e specificamente l'impedimento dell'arrivo dell'ossigeno nei polmoni. Si può avere asfissia per molte cause: avvelenamento da ossido di carbonio, annegamento, mancanza di ossigeno nell'ambiente, edema polmonare, ostruzioni delle vie respiratorie da corpi estranei o da processi morbosi, strangolamento, schiacciamento del torace. Fra l'arresto della respirazione e la comparsa di offese vitali definitive e irreversibili intercorre sempre un periodo, sia pure brevissimo, durante il quale, se le circostanze sono favorevoli, è possibile tentare di ristabilire l'arrivo dell'ossigeno nei polmoni.
ASESSUALITA', mancanza di sessualità. Freud
ASESSUALITA', mancanza di sessualità. Secondo Freud questa mancanza, in realtà, non è possibile; quando gli istinti sessuali sembrano scomparsi, significa soltanto che sono inibiti (e riappaiono deviati in sintomi nevrotíci).
ASCIALIA, assenza di escrezione salivare
ASCIALIA, assenza di escrezione salivare. Non è quasi mai completa e può essere causata da forme morbose altamente febbrili o da forti perdite di liquidi nel corso di malattie del ricambio (diabete insipido o mellito) o dell'apparato digerente (gastroenteriti coleriformi). Può verificarsi anche nel corso di malattie nervose croniche o di affezioni morbose della bocca o delle ghiandole salivari quali il morbo di Gougerot-Sjógren, in cui si ha una loro mancanza congenita. Come fatto primitivo colpisce di preferenza donne anziane a tendenza nervosa o sotto traumi psichici.
Il sintomo principale è dato dalla secchezza della bocca, tale da ostacolare la masticazione e la deglutizione, tanto che il malato deve aiutarsi in queste funzioni bevendo frequentemente. Le mucose orali e la lingua appaiono rosse e screpolate, talora addirittura ulcerate. I denti appaiono spesso ampiamente cariati. La diagnosi è clinica, se si formula osservando direttamente il cavo orale. La cura è innanzitutto causale, cioè a carico delle malattie che hanno provocato l'ascialia; nei casi più ostinati, è utile la somministrazione di pilocarpina a dosi ridotte per bocca o per iniezione. Le conseguenze consistono in gravi danni delle mucose orali e spesso anche in una più facile insorgenza di processi cariosi.
Il sintomo principale è dato dalla secchezza della bocca, tale da ostacolare la masticazione e la deglutizione, tanto che il malato deve aiutarsi in queste funzioni bevendo frequentemente. Le mucose orali e la lingua appaiono rosse e screpolate, talora addirittura ulcerate. I denti appaiono spesso ampiamente cariati. La diagnosi è clinica, se si formula osservando direttamente il cavo orale. La cura è innanzitutto causale, cioè a carico delle malattie che hanno provocato l'ascialia; nei casi più ostinati, è utile la somministrazione di pilocarpina a dosi ridotte per bocca o per iniezione. Le conseguenze consistono in gravi danni delle mucose orali e spesso anche in una più facile insorgenza di processi cariosi.
ASCESSO TONSILLARE e peritonsillare
ASCESSO TONSILLARE, o più esattamente peritonsillare, costituisce la complicanza di una tonsillite acuta o, più frequentemente, di una riacutizzazione di una tonsillite cronica. La raccolta purulenta si forma nello spazio peritonsillare, compreso fra la capsula tonsillare e la fascia faringo-basilare che riveste il muscolo costrittore superiore. L'ascesso è spesso monolaterale; il germe responsabile è di solito lo streptococco emolitico. La posizione anatomotopografica della raccolta ascessuale corrisponde a quattro tipi di ascesso: ascesso anterosuperiore, tra tonsilla e pilastro anteriore, il più frequente (80 per cento dei casi); ascesso posterosuperiore, tra tonsilla e pilastro posteriore ( 15 per cento dei casi); ascesso inferiore, lateralmente al polo inferiore della tonsilla (4 per cento dei casi) ; ascesso esterno, tra tonsilla e parete muscolare della faringe, il più raro (], per cento dei casi). Sintomatologia: disfagia dolorosa che arriva all'impossibilità della deglutizione; otalgia omolaterale; temperatura febbrile elevata; scialorrea e fetore dell'alito; stato di sofferenza generale. Non sottoposto ad opportuna terapia, l'ascesso può dare gravi complicazioni: edema laringeo, tromboflebite del seno cavernoso, glomerulonefrite, endocardite, artrite e setticemia.
Ascesso Gengivale - pus gengive
ASCESSO GENGIVALE, raccolta di pus in corrispondenza di una tasca gengivale. Deriva da fatti infiammatori del parodonto, il complesso di formazioni anatomiche che fissano il dente (gengiva, osso alveolare, legamento, cemento); è frequente in soggetti parodontopatici o in corrispondenza di denti ricoperti da capsule mal eseguite o con otturazioni debordanti o con forti depositi di tartaro. Il sintomo principale è un forte arrossamento e una tumefazione della gengiva in vicinanza del colletto gengivale. Questa localizzazione, vicina al dente, è anzi caratteristica dell'ascesso gengivale a differenza di quello dentale, in cui la tumefazione è più alta, in corrispondenza dell'apice radicolare. Il dolore può essere più o meno intenso, sovente in rapporto con l'estensione della tumefazione. Generalmente non si riscontrano rialzo febbrile né stato tossico generale.
La diagnosi, piuttosto facile quando si tratti di un soggetto parodontopatico, in cui questi ascessi sono frequenti e spesso ripetuti anche intorno a numerosi elementi dentali, si presenta più difficoltosa quando vi sia una localizzazione unica, vicino ad un dente privo di vitalità, per la possibile confusione con un ascesso dentale. In questi ultimi casi sarà sempre bene eseguire un esame radiogra. fico. La terapia consiste nel drenaggio della tasca, mediante apertura di essa a livello del colletto dentale o nell'asportazione della tasca mediante gengivectomia. Opportuni anche gli sciacqui con colluttori antisettici, le applicazioni locali di gengivari e, talora, la somministrazione di antibiotici a specifica azione antifusospirillare. L'ascesso gengivale, che generalmente guarisce abbastanza rapidamente, tende però a recidivare facilmente se non si elimina la tasca gengivale patologica. La conseguenza del ripetersi di questi ascessi è una ampia distruzione dei tessuti parodontali, tale da rendere necessaria anche l'estrazione del dente o dei denti interessati.
La diagnosi, piuttosto facile quando si tratti di un soggetto parodontopatico, in cui questi ascessi sono frequenti e spesso ripetuti anche intorno a numerosi elementi dentali, si presenta più difficoltosa quando vi sia una localizzazione unica, vicino ad un dente privo di vitalità, per la possibile confusione con un ascesso dentale. In questi ultimi casi sarà sempre bene eseguire un esame radiogra. fico. La terapia consiste nel drenaggio della tasca, mediante apertura di essa a livello del colletto dentale o nell'asportazione della tasca mediante gengivectomia. Opportuni anche gli sciacqui con colluttori antisettici, le applicazioni locali di gengivari e, talora, la somministrazione di antibiotici a specifica azione antifusospirillare. L'ascesso gengivale, che generalmente guarisce abbastanza rapidamente, tende però a recidivare facilmente se non si elimina la tasca gengivale patologica. La conseguenza del ripetersi di questi ascessi è una ampia distruzione dei tessuti parodontali, tale da rendere necessaria anche l'estrazione del dente o dei denti interessati.
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Ascesso Gengivale,
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ASCESSO DEL DOUGLAS, raccolta di un essudato purulento
ASCESSO DEL DOUGLAS, raccolta di un essudato purulento in quella formazione (detta appunto di Douglas) che si costituisce per la riflessione del peritoneo dalla faccia anteriore del retto, sulla faccia posteriore dell'utero e della parte superiore della vagina. Tale formazione è detta anche, e meglio, tasca, o sfondato, o seno, o cavo rettouterino.
Data la posizione anatomica declive di tale sfondato, è intuitivo come esso possa essere sede di raccolte purulente o non (ad esempio, versamenti sanguigni o sierosi) che provengono dagli organi contenuti nella cavità addominale, per loro processi patologici ( emorragici o settici). Tali raccolte possono essere evacuate tramite infissione attraverso il fornice vaginale (colpotomia), dopo che una facile diagnosi ( sia per via vaginale che rettale) ha evi- denzíato, sulla scorta dei sintomi ( senso gravativo perineale, dolore, eventualmente febbre) tale rigonfiamento anomalo.
Data la posizione anatomica declive di tale sfondato, è intuitivo come esso possa essere sede di raccolte purulente o non (ad esempio, versamenti sanguigni o sierosi) che provengono dagli organi contenuti nella cavità addominale, per loro processi patologici ( emorragici o settici). Tali raccolte possono essere evacuate tramite infissione attraverso il fornice vaginale (colpotomia), dopo che una facile diagnosi ( sia per via vaginale che rettale) ha evi- denzíato, sulla scorta dei sintomi ( senso gravativo perineale, dolore, eventualmente febbre) tale rigonfiamento anomalo.
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