sabato 11 ottobre 2008

BISESSUALITA

BISESSUALITA', presenza simultanea dei caratteri (somatici e, in minore o maggiore misura, anche psichici), tipici dei due sessi nello stesso individuo. Nell'accezione corrente, il termine bisessualità esprime la mescolanza di elementi maschili e femminili propria di ogni individuo. La psicanalisi ne ha fatto l'oggetto di osservazioni fondamentali in parte ancora valide. All'epoca di Freud si pensava che la differenziazione sessuale fosse dovuta alla quantità di ormoni maschili o femminili prodotti dalle ghiandole di uno stesso individuo. La endocrinologia non ha confermato questa tesi, anzi: essa ha provato per esempio che l'eccesso di ormoni dello stesso sesso provoca a volte, paradossalmente, l'apparizione di caratteri del sesso opposto.

BASALIOMA, tumore tipico della pelle

BASALIOMA, tumore tipico della pelle, insorto per la proliferazione delle cellule profonde (basali) della epidermide, cioè del rivestimento epiteliale della cute. Il basalioma non ha predilezioni di sesso, preferisce l'età matura e avanzata, si localizza più spesso sulle parti scoperte, specie al volto, dove si evidenzia come una piccola ulcerazione che non mostra alcuna tendenza alla guarigione spontanea o con applicazione di pomate cicatrizzanti. La diagnosi del basalioma è, per queste caratteristiche cliniche, assai facile e, per quanto il tumore sia sostanzialmente benigno ed abbia un decorso molto lento, impone una pronta terapia. Un tempo si usava sottoporre il basalioma ad una irradiazione locale (con il metodo della plesioterapia), ora questa pratica tende ad essere soppiantata dalla asportazione chirurgica dell'ulcera e di un poco della pelle sana vicina: questo intervento è nella massima parte dei casi risolutore, cioè comporta una completa e definitiva guarigione; solo in rari casi il basalioma mostra tendenze alla evoluzione infiltrativa in profondità e in tal caso invece che di basalioma si parla di carcinoma basocellulare.

BARTONELLOSI, o febbre di Oroya infezione acuta o cronica

BARTONELLOSI, o febbre di Oroya, infezione ora acuta, ora cronica, causata da un germe caratterizzato dalla sua variabilità di forma (Bartonella bacilliforme) che viene trasmesso all'uomo attraverso la puntura di un insetto. Fino ad oggi è stata osservata nelle regioni nord-occidentali del Sud America. La bartonellosi determina sintomi generali aspecifici, quali febbre, malessere, mal di testa, dolori alle ossa e alle articolazioni. Però le manifestazioni più caratteristiche sono rappresentate da una grave anemia, da emorragie delle ghiandole linfatiche e da ingrossamento tanto del fegato quanto della milza (epato-splenomegalia). Dopo due-otto settimane si formano verruche (la bartonellosi è anche denominata verruca peruviana) che possono persistere diversi mesi. Per dominare questa infezione si ricorre a dosi elevate di antibiotici (cloramfenicolo, penicillina, streptomicina, tetracicline). Se non viene posta la diagnosi esatta, solo in una parte dei casi si può avere guarigione spontanea nel volgere di alcune settimane; in altri casi la bartonellosi porta a morte.

BARRIERA EMATO-ENCEFALICA, nome struttura anatomica

BARRIERA EMATO-ENCEFALICA, nome che si dà alla struttura anatomica che impedisce a certe sostanze presenti nel sangue (capaci di raggiungere qualsiasi tessuto diffondendosi dai capillari) di entrare nel sistema nervoso centrale. La barriera errato-encefalica si danneggia durante le infezioni (per cui in questa evenienza certi farmaci possono raggiungere la massa del cervello), ma normalmente è permeabile solo a sostanze la cui molecola sia molto piccola (200 àngstróm; un àngstróm è la decimillesima parte del micron, che è la millesima parte del millimetro). Ciò è dovuto al fatto che i capillari cerebrali sono diversi da tutti gli altri. Essi non sono circondati da una membranella esilissima di tessuto connettivo, detta avventizia, ma da speciali manicotti costituiti da cellule, presenti solo nel sistema nervoso centrale, dette cellule della glia. I pedicelli delle cellule gliali sono così vicini tra di loro (intorno al capillare) da lasciare appunto il sottile spazio di circa 200 àngstróm. Le cellule gliali in tal modo esercitano una funzione di filtro selettivo verso tutto ciò che potrebbe essere inutile per il nutrimento delle cellule nervose. Questa è la ragione per cui molti ricostituenti cerebrali sono privi di effetto.

BAROTRAUMA, effetto traumatico cambiamento pressione ambientale

BAROTRAUMA, effetto traumatico provocato da un brusco e notevole cambiamento della pressione ambientale che si manifesta a livello dei seni paranasali (aerosinusite) e dell'occhio (aerotite); causa ne sono le variazioni di pressione che si possono avere soprattutto nelle lavorazioni in cassoni di aria compressa, nelle rapide discese in aereo non pressurizzato e úelle immersioni subacquee. L'aero-sinusite, più frequente nei seni frontali, è il risultato dell'aumento della pressione extrasinusale, in unione spesso alla parziale o totale ostruzione dell'orificio di sbocco del seno, per cui la depressione relativa che si verifica nel seno stesso può provocare vivo dolore, epistassi, emorragia (emoseno) e distacco della mucósa sinusale. Nell'aerotite si ha un versamento emorragico nell'orecchio medio, accompagnato o seguito da perforazione timpanica; l'otalgia è viva e alla perforazione può sovrapporsi una infezione, soprattutto se già coesiste un'infezione cronica rinofaringee; l'evento traumatico è favorito dall'esistenza di una stenosi tubarica

AVVELENAMENTO DA BARBITURICI

AVVELENAMENTO DA BARBITURICI, intossicazione che si ha quando l'assunzione di queste sostanze supera la tolleranza dell'organismo. I sintomi psichiatrici e generali variano a seconda che l'intossicazione sia cronica (in questo caso ci si trova quasi sempre di fronte a personalità nevrotiche) o acuta. Nell'intossicazione cronica, accanto al dimagramento, anche grave, dovuto a disturbi gastrointestinali, si hanno segni di sofferenza del cervelletto (incoordinazione nei movimenti), decadimento mentale, qualche volta eccitazione, spesso allucinazioni e crisi simili a quelle epilettiche (accessi). La prognosi è favorevole se si interrompe l'assunzione delle sostanze barbituriche. Nelle forme acute si ha un disturbo della coscienza che si offusca sino al coma. Le piccole arterie sono paralizzate (polso molle), la frequenza cardiaca aumentata, la sudorazione diventa evidente, i riflessi addominali sono aboliti e la muscolatura dell'occhio paralizzata. La terapia deve essere immediata, basata su sostanze capaci di ripristinare rapidamente ed efficacemente la respirazione, la circolazione e la vigilanza. Utili sono la stricnina, la caffeina, la lobelina e la picrotossina. Occorre la lavatura gastrica, ma la prima manovra da compiere è la respirazione artificiale e, se non si sente più il polso, anche il massaggio cardiaco. Compiute queste manovre, spesso l'intossicato migliora notevolmente, cosicché le successive terapie in ospedale hanno molte possibilità di salvarlo.