Tachicardia parossistica: La tachicardia parossistica è un'accelerazione improvvisa (parossistica) ed elevata del ritmo cardiaco, provocata dall'eccitazione di una zona cardiaca che non appartiene a quelle solitamente responsabili delle contrazioni del cuore. Tale zona è situata nell'atrio o a livello del nodo atrioventricolare che prende temporaneamente il comando del ritmo del cuore. Si manifesta con improvvise palpitazioni cardiache spesso accompagnate a senso di malessere vago, dolore precordiale, talvolta al quadro più o meno grave di collasso cardiocircolatorio. La crisi può durare minuti, ore, giorni e si risolve bruscamente. A volte quando la frequenza è elevata e le condizioni del paziente sono compromesse, può essere una complicanza mortale.
Ne esistono di due tipi. La tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) e la tachicardia parossistica ventricolare (TPV). La tachicardia parossistica sopraventricolare è caratterizzata all'elettrocardiogramma da una frequenza superiore a 150-160 battiti al minuto ritmici, dalla presenza di onde P spesso non visibili per la frequenza elevata, ma che si possono mettere in evidenza, per esempio, con registrazione di una derivazione nell'esofago. La tachicardia parossistica ventricolare è caratterizzata da frequenza elevata, spesso irregolare, complesso QRS alterato nella morfologia, onde P non evidenziabili se non con una derivazione esofagea che dimostra che le onde P sono disgiunte dall'attività ventricolare QRS.
giovedì 27 novembre 2008
Tabe malattia lesione del midollo spinale
Tabe: - In medicina si designa con questo termine, in senso assoluto la tabe dorsale (o atassia locomotrice progressiva), malattia di origine luetica che comporta lesione del midollo spinale accompagnata da degenerazione dei nervi spinali: si manifesta con dolori acutissimi, atassia caratteristica, abolizione dei riflessi, formazione di piaghe, diminuzione del tono muscolare, ecc. Terapia antiluetica, integrabile con piretoterapia. Tra le altre sindromi che portano questo nome, è la tabe meseraica, tubercolosi localizzata alle ghiandole linfatiche del mesentere o ad altri organi dell'addome, specie nei bambini; comporta deperimento, febbre, anemia, tumefazioni addominali, diarrea cronica. Terapia: antibiotici e chemioterapici antitubercolari.
Sifilide - Malattia infettiva di natura venerea
Sifilide - Malattia infettiva di natura venerea, a decorso cronico, causata dal Treponema pallidum e caratterizzata da una serie di fenomeni morbosi, solitamente diversi in periodi di decorso. La malattia ha origini oscure; c'è chi pensa che sia stata portata in Europa dai marinai di Colombo, al ritorno dal primo viaggio in America. Ad ogni modo, si diffuse nel nostro continente verso la fine del XV secolo, assumendo i caratteri di vera e propria epidemia. Venne allora chiamata mal francese dagli Italiani, che ne attribuivano la responsabilità alle truppe di Carlo VIII, e mal napoletano dai Francesi che assediavano Napoli. Soltanto nel 1905 E. Hoffmann e F. Schaudinn isolarono il suo agente specifico.
Il contagio avviene per lo più in seguito a rapporti sessuali, attraverso lesioni anche minime delle mucose o della cute, e, dopo un periodo di incubazione, si distinguono un periodo primario, caratterizzato dalla comparsa del sifiloma iniziale in sede di contagio (ulcera dura o ulcera sifilitica), adeno-patia satellite, e negatività della sierodiagnosi; un periodo secondario, caratterizzato dalla diffusione della malattia a tutto l'organismo con manifestazioni generali piuttosto vaghe, e speciali manifestazioni cutanee (roseole, papule, condilomi, ecc.); ed un periodo terziario, caratterizzato da lesioni deostruenti (gomme) che possono interessare qualsiasi organo (epatite, aortite, coronarite, lesioni meningee, e del sistema nervoso). La malattia è considerata una piaga sociale, ed esistono severe pene contro i contagiatori. Una forma particolare di sifilide è quella congenita, che la madre ammalata trasmette al figlio attraverso la placenta. Le conseguenze sono: o la morte del feto, o la nascita di un bambino con segni caratteristici (ragadi, eruzioni bollose, pemfigo sifilitico, pseudoparalisi, ecc.), ovvero un'infezione latente del neonato, che si manifesterà dopo qualche mese di vita con caratteristiche alterazioni ossee, dentali, oculari, ecc. La terapia della sifilide è oggi ricca di farmaci particolarmente attiva nella cura di attacco della sifilide, la penicillina ha preso il posto degli arsenobenzoli, oggi pressoché abbandonati per la loro tossicità . La penicillina è stata riconosciuta come il più potente medicamento antiluetico. Essa permette di ottenere una risoluzione rapida (qualche giorno) delle manifestazioni sifilitiche primarie, secondarie e congenite.
I risultati sono scarsi nelle forme inveterate a causa della irreversibilità delle lesioni. Notevole importanza ha assunto la penicillina nella sifilide prenatale, perché, iniziata prima del quarto mese di gravidanza, permette di ottenere dei figli sani da gestanti luetiche. La cura dura da 10 a 15 giorni. La scelta del preparato e la condotta della cura va fatta dal medico. Non sono tramontati gli altri antiluetici che, come prima dell'era antibiotici, vanno somministrati dopo la penicillina, in cicli, durante almeno tre anni. La sifilide è anche detta lue.
Il contagio avviene per lo più in seguito a rapporti sessuali, attraverso lesioni anche minime delle mucose o della cute, e, dopo un periodo di incubazione, si distinguono un periodo primario, caratterizzato dalla comparsa del sifiloma iniziale in sede di contagio (ulcera dura o ulcera sifilitica), adeno-patia satellite, e negatività della sierodiagnosi; un periodo secondario, caratterizzato dalla diffusione della malattia a tutto l'organismo con manifestazioni generali piuttosto vaghe, e speciali manifestazioni cutanee (roseole, papule, condilomi, ecc.); ed un periodo terziario, caratterizzato da lesioni deostruenti (gomme) che possono interessare qualsiasi organo (epatite, aortite, coronarite, lesioni meningee, e del sistema nervoso). La malattia è considerata una piaga sociale, ed esistono severe pene contro i contagiatori. Una forma particolare di sifilide è quella congenita, che la madre ammalata trasmette al figlio attraverso la placenta. Le conseguenze sono: o la morte del feto, o la nascita di un bambino con segni caratteristici (ragadi, eruzioni bollose, pemfigo sifilitico, pseudoparalisi, ecc.), ovvero un'infezione latente del neonato, che si manifesterà dopo qualche mese di vita con caratteristiche alterazioni ossee, dentali, oculari, ecc. La terapia della sifilide è oggi ricca di farmaci particolarmente attiva nella cura di attacco della sifilide, la penicillina ha preso il posto degli arsenobenzoli, oggi pressoché abbandonati per la loro tossicità . La penicillina è stata riconosciuta come il più potente medicamento antiluetico. Essa permette di ottenere una risoluzione rapida (qualche giorno) delle manifestazioni sifilitiche primarie, secondarie e congenite.
I risultati sono scarsi nelle forme inveterate a causa della irreversibilità delle lesioni. Notevole importanza ha assunto la penicillina nella sifilide prenatale, perché, iniziata prima del quarto mese di gravidanza, permette di ottenere dei figli sani da gestanti luetiche. La cura dura da 10 a 15 giorni. La scelta del preparato e la condotta della cura va fatta dal medico. Non sono tramontati gli altri antiluetici che, come prima dell'era antibiotici, vanno somministrati dopo la penicillina, in cicli, durante almeno tre anni. La sifilide è anche detta lue.
Scabbia: (o rogna)
Scabbia: (o rogna). - Malattia cutanea prodotta da alcuni Acari, in particolare dal Sarcoptes scabiei, trasmessi all'uomo direttamente o attraverso oggetti infestati. Le femmine fecondate si annidano nell'epidermide scavando sottilissime gallerie (cunicoli) dove depositano le uova, provocando irresistibile prurito specialmente nelle pieghe interdigitali delle mani e dei piedi, alle ascelle, polsi, mammelle, ecc. Terapia: disinfestazione con bagni caldi, saponate, pomate mercuriali, balsamo peruviano, ecc.
Rene: - Organo dell'apparato escretore
Rene: - Organo dell'apparato escretore, a forma di fagiolo, con il margine concavo (ilo) orientato verso la linea mediana, di circa 12 cm. di altezza e 7 cm. di larghezza, sito nella parte alta e posteriore della cavità addominale, dietro il peritoneo, ai lati della colonna vertebrale. I reni sono avvolti da una capsula fibrosa; visti in sezione si presentano costituiti da una parte periferica (sostanza corticale) e da una parte centrale (sostanza midollare) che forma caratteristici coni (piramidi del Malpighi) con gli apici rivolti verso l'ilo. Microscopicamente risultano composti di glomeruli e tubuli che si riuniscono tra loro, e vanno tutti a sboccare nella zona dell'ilo.
Sono riccamente vascolarizzati, e possiedono una fitta rete capillare nella quale avvengono i processi di depurazione del sangue e la conseguente formazione dell'urina; questa, attraverso i glomeruli e i tubuli, giunge sino all'ilo, e verrà poi emessa all'esterno per mezzo delle vie urinarie. I reni sono i più importanti organi escretori del corpo umano; ogni alterazione della loro funzione può essere causa di gravissimi disturbi per l'organismo: il blocco renale può essere causa di morte pressoché immediata. Al plurale femminile, l'espressione le reni indica la regione lombare, la parte bassa della schiena.
Sono riccamente vascolarizzati, e possiedono una fitta rete capillare nella quale avvengono i processi di depurazione del sangue e la conseguente formazione dell'urina; questa, attraverso i glomeruli e i tubuli, giunge sino all'ilo, e verrà poi emessa all'esterno per mezzo delle vie urinarie. I reni sono i più importanti organi escretori del corpo umano; ogni alterazione della loro funzione può essere causa di gravissimi disturbi per l'organismo: il blocco renale può essere causa di morte pressoché immediata. Al plurale femminile, l'espressione le reni indica la regione lombare, la parte bassa della schiena.
Mucosa
Mucosa: In anatomia, nome del rivestimento di alcune cavità e canali (tubo digerente, vie respiratorie, apparato urogenitale, ecc.), sempre umido a causa di secrezioni di ghiandole proprie o annesse. Generalmente ben vascolarizzate le mucose sono intimamente unite alle parti sottostanti, e sono coperte di epitelio. La loro struttura varia da organo ad organo, ma generalmente sono provviste di una tonaca propria fibroelastica, talvolta dotata di fibre muscolari lisce.
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