giovedì 27 novembre 2008
CALAZIO granuloma infiammatorio cartilagine tarso
CALAZIO granuloma infiammatorio della cartilagine del tarso (che costituisce lo scheletro cartilagineo della palpebra) assai frequente ed il cui significato patologico non è sempre evidente: molto probabilmente consegue all'ostruzione infiammatoria del canale di evacuazione 'di una ghiandola di Meibomio (ghiandola con funzione simile alle ghiandole sebacee che si trova, con altre, nello spessore delle palpebre e secerne un liquido untuoso), che provoca il rigonfiamento del tarso e l'autofa,,ia del secreto ghiandolare. Si presenta come un piccolo rilievo tondeggiante della pelle della palpebra della grandezza di un pisello; generalmente la cute non è infiammata. Spesso, là sua sede è sul bordo libero della palpebra. L'evoluzione è in genere verso la formazione di una piccola cisti, raramente si perfora spontaneamente dando esito ad un contenuto fungoso.
CAFFEISMO - intossicazione da caffeina
CAFFEISMO, intossicazione da caffeina che si traduce in una serie di sintomi che interessano diversi apparati. L'abuso del caffé conferisce un aspetto riconoscibile a prima vista: gli intossicati infatti, sono pallidi, magri e presentano tremori alle mani, espressione ansiosa e irrequieta; l'occhio è brillante e la pupilla dilatata. Essi lamentano disturbi del sonno ( sonno difficile, superficiale e non riposante), crampi muscolari dei reni ( aumento dell'urinazione o poliuria ), merita di porre l'accento sui fenomeni cardiovascolari (cuore e vasi sono particolarmente suscettibili alla intossicazione cronica da caffé) che sono caratterizzati da palpitazioni cardiache, da irregolarità del ritmo delle pulsazioni (aritmie) e talora da dilatazione dei vasi, cui si accompagnano vampate di calore, sudorazióne; talaltra da costrizione dei vasi cutanei, cui corrisponde pallore e senso di freddo.
Il danno da caffeismo si verifica solo quando v'è abuso protratto di caffé, fino ad arrivare addirittura al consumo giornaliero di litri di questa bevanda. Si è constatato che il caffeismo è più diffuso tra le donne e nelle classi operaie. Se è erroneo pregiudizio ritenere che il caffé favorisca il flusso mestruale e influisca negativamente sulla fecondità femminile, è invece assodato che i figli nati da donne dedite al caffeismo sono gracili e presentano disturbi della crescita. Durante la vita intrauterina, dalla madre la caffeina passa al feto ed è anche possibile rinvenirne tracce nel latte delle nutrici. Nell'uomo il caffé svolge effetti anafrodisiaci, senza però che si raggiungano stati di vera e propria impotenza. A lungo andare si instaura una sorta di tolleranza progressiva al caffé, sicché chi è dedito al caffeismo tende ad aumentare le quantità di questa bevanda. La sua sospensione drastica non dà luogo a crisi di astinenza, quali si verificano, ad esempio, per l'alcool o per le droghe.
Nei riguardi del trattamento, ciò consente di sospendere di punto in bianco il caffé. All'inizio, a causa di tale privazione si potrà verificare un certo nervosismo, astenia e mal di testa, ma questi fenomeni si risolvono nel volgere di pochi giorni e possono essere attenuati con l'impiego di caffé decaffeinato, ciò che peraltro consente un compenso psicologico alla privazione di questa bevanda.
Il danno da caffeismo si verifica solo quando v'è abuso protratto di caffé, fino ad arrivare addirittura al consumo giornaliero di litri di questa bevanda. Si è constatato che il caffeismo è più diffuso tra le donne e nelle classi operaie. Se è erroneo pregiudizio ritenere che il caffé favorisca il flusso mestruale e influisca negativamente sulla fecondità femminile, è invece assodato che i figli nati da donne dedite al caffeismo sono gracili e presentano disturbi della crescita. Durante la vita intrauterina, dalla madre la caffeina passa al feto ed è anche possibile rinvenirne tracce nel latte delle nutrici. Nell'uomo il caffé svolge effetti anafrodisiaci, senza però che si raggiungano stati di vera e propria impotenza. A lungo andare si instaura una sorta di tolleranza progressiva al caffé, sicché chi è dedito al caffeismo tende ad aumentare le quantità di questa bevanda. La sua sospensione drastica non dà luogo a crisi di astinenza, quali si verificano, ad esempio, per l'alcool o per le droghe.
Nei riguardi del trattamento, ciò consente di sospendere di punto in bianco il caffé. All'inizio, a causa di tale privazione si potrà verificare un certo nervosismo, astenia e mal di testa, ma questi fenomeni si risolvono nel volgere di pochi giorni e possono essere attenuati con l'impiego di caffé decaffeinato, ciò che peraltro consente un compenso psicologico alla privazione di questa bevanda.
Intossicazione da Cadmio
Intossicazione da Cadmio, rischio a cui sono particolarmente esposti i lavoratori addetti all'estrazione del cadmio e alla preparazione delle sue leghe e composti, alla produzione di accumulatori e barre di controllo dei reattori nucleari, alla fabbricazione di cellule pori di cadmio. Il cadmio viene usato nell'industria, soprattutto sotto forma di solfato e di cloruro, e ha un'azione tossica sull'apparato polmonare. L'intossicazione può essere conseguenza di assorbimento della sostanza per via respiratoria o digerente, sotto forma di fumi, vapori o polveri che vanno ad accumularsi nei polmoni e nel fegato. L'intossicazione acuta da inalazione può dar luogo a un accesso febbrile della durata di pochi giorni o, nei casi più gravi, a fenomeni irritativi delle vie aeree (con tracheiti, bronchiti, broncopolmoniti); possono poi aversi anche grave dispnea ed edema polmonare (che può portare a morte).
Nell'assorbimento per via orale compaiono nausea, vomito, diarrea, compromissione renale ( oliguria, ematuria) e nei casi gravi morte da collasso. L'intossicazione cronica presenta analoga sintomatologia, in grado attenuato: i quadri di bronchite con enfisema e le turbe gastro-intestinali possono essere accompagnati da comparsa di caratteristica colorazione giallastra del colletto dei denti, di ulcerazioni e atrofia della mucosa nasale, nonché da grave stato di malessere generale ( colorito terreo, anemia, astenia, dimagramento). Sono inoltre noti casi di alterazioni ossee (osteomalacia, soprattutto interessante bacino, femori, scapole) e renali (proteinuria). La diagnosi si basa essenzialmente sull'anamnesi lavorativa e sulle ricerche del cadmio nel sangue, nelle urine e nelle feci. La cura è sintomatica.
Nell'assorbimento per via orale compaiono nausea, vomito, diarrea, compromissione renale ( oliguria, ematuria) e nei casi gravi morte da collasso. L'intossicazione cronica presenta analoga sintomatologia, in grado attenuato: i quadri di bronchite con enfisema e le turbe gastro-intestinali possono essere accompagnati da comparsa di caratteristica colorazione giallastra del colletto dei denti, di ulcerazioni e atrofia della mucosa nasale, nonché da grave stato di malessere generale ( colorito terreo, anemia, astenia, dimagramento). Sono inoltre noti casi di alterazioni ossee (osteomalacia, soprattutto interessante bacino, femori, scapole) e renali (proteinuria). La diagnosi si basa essenzialmente sull'anamnesi lavorativa e sulle ricerche del cadmio nel sangue, nelle urine e nelle feci. La cura è sintomatica.
CACOSMIA sensazione reale o allucinatoria
CACOSMIA, termine che indica una sensazione reale o allucinatoria ( cioè non corrispondente alla presenza di uno stimolo esterno « oggettivo ») di cattivo odore. La cacosmia è oggettiva quando anche gli altri sentono il cattivo odore (ad esempio nell'ozena, nelle carie dentali, nelle sinusiti); soggettiva se l'odore è avvertito, solo dal soggetto (ad esempio in certe forme infettive, come la difterite, in alcune forme nevrotiche, ma soprattutto nelle allucinazioni olfattorie schizofreniche). La terapia può essere causale, mirante ad eliminare il disturbo generale o locale (corpi estranei nel naso, vedi corpo estraneo nasale), ma anche sintomatica. In quest'ultimo caso possono essere utili inalazioni di sostanze odorose che agiscano in competizione con le sensazioni soggettive, od il lavaggio delle cavità nasali con tintura di benzoino ( odore di mandorle) o di alcool mentolato in adeguate diluitissime soluzioni.
CACHESSIA IPOFISARIA, o panipopituitarismo, o morbo di Simmonds
CACHESSIA IPOFISARIA, o panipopituitarismo, o morbo di Simmonds, quadro di deficit ipofisario, particolarmente grave, contraddistinto da una condizione di cachessia, ovvero di decadimento sino ad estrema magrezza, aspetto vecchieggiante, pallore, caduta dei peli, caduta dei denti, deficit di tutte le funzioni organiche sino al coma e alla morte .
CACHESSIA, digiuno prolungato, malattie croniche debilitanti
CACHESSIA, profondo scadimento dello stato generale di nutrizione dipendente da digiuno prolungato oppure da malattie croniche debilitanti. Il soggetto cachettico presenta un accentuato stato di magrezza caratterizzato da scomparsa dell'adipe sottocutaneo, da rimpicciolimento delle masse muscolari, da assottigliamento della cute, tanto che volgarmente lo si definisce costituito da « pelle e ossa ». In dipendenza di ciò, anche i lineamenti del volto esprimono profonda emaciazione ( faccia volteriana): sporgenza delle orbite e degli zigomi, infossamento dei globi oculari e delle guance, rugosità della pelle che diventa simile a quella dei vecchi. Soggettivamente i malati affetti da cachessia lamentano senso di prostrazione e stanchezza invincibile (astenia) e apatia. In qualche caso la magrezza può essere mascherata da edemi localizzati ( solitamente alle gambe) o generalizzati a tutto il corpo.
Talora la temperatura corporea si abbassa al di sotto dei valori normali (ipotermia), tal'altra insorge febbricola. Gli atti respiratori, oltre che più frequenti, sono affannosi specialmente se si compiono piccoli sforzi fisici. Abbastanza caratteristica è la profusa sudorazione. Tra i sintomi digestivi vanno ricordati la nausea, l'inappetenza e l'irregolarità dell'intestino ( stitichezza alternata a fasi di diarrea).
Talora la temperatura corporea si abbassa al di sotto dei valori normali (ipotermia), tal'altra insorge febbricola. Gli atti respiratori, oltre che più frequenti, sono affannosi specialmente se si compiono piccoli sforzi fisici. Abbastanza caratteristica è la profusa sudorazione. Tra i sintomi digestivi vanno ricordati la nausea, l'inappetenza e l'irregolarità dell'intestino ( stitichezza alternata a fasi di diarrea).
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