Cervicartrosi , localizzazione elettiva e preminente dell'artrosi degenerativa in corrispondenza delle sette vertebre cervicali, ed in particolare su una parte di esse chiamata processo unciforme (uncoartrosi). Comporta dolori al collo che si irradiano in alto,verso la nuca, verso le spalle e le braccia fino ai polsi. I dolori sono in rapporto ad irritazione e compressione da parte del processo artrosico delle radici nervose, impegnate nei forami intervertebrali della colonna cervicale. Ai dolori si possono accompagnare zone di diminuita sensibilità tattile nel territorio innervato dalle radici nervose corrispondenti.
Poiché in corrispondenza delle apofisi trasverse vertebrali passano anche due importanti arterie che riforniscono di sangue il cervelletto, una cervicartrosi di grado discreto può disturbare detto circolo vertebrale, e provocare anemízzazioni intermittenti di sangue diretto al cervelletto. Poiché quest'organo è soprattutto deputato all'equilibrio, ecco che l'artrosi della colonna vertebrale cervicale spesso si accompagna a vertigini intense. La diagnosi corretta di cervicartrosi viene formulata radiograficamente, con una radiografia della colonna vertebrale cervicale (rachide cervicale), scattata in d proiezioni: anteriore e laterale, cioè di fronte e di profilo. È possibile così vedere deformazioni dei corpi vertebrali e delle apofisi, formazioni di escrescenze patologiche dette becchi osteolitici.
venerdì 28 novembre 2008
Tumori del cervello
Tumori del cervello, nel cervelletto, nella parte alta del midollo spinale e nei nervi che nascono dal cervello, insomma negli organi nervosi endocranici, non sono rari i tumori, benigni e maligni: si calcola che circa 5 persone su centomila possano avere un tumore cerebrale. Tutte le età della vita sono colpite da questo tumore: esso è una delle più frequenti neoplasie infantili (rappresentando circa il 25 per cento dei cancri dei bambini), ma certi tumori cerebrali, come i gliomi, colpiscono di più i 20 e i 40 anni, altri, come i glioblastomi e i tumori vasali, si osservano invece tra i 40 e i 60 anni, con leggera prevalenza per il sesso maschile.
I tumori endocranici appartengono a diversi tipi; i più frequenti sono i gliomi, i meningiomi, gli ependimomi, che rivelano una malignità diversa da caso a caso: la tendenza alla trasformazione maligna di forme benigne è però nel cervello più accentuata che altrove, perché i tumori vengono spesso diagnosticati tardi, e perché una loro asportazione completa urta sovente contro insuperabili difficoltà chirurgiche, per cui si hanno facili recidive. Sintomi comuni a tutti i tumori del cervello sono il mal di capo insistente, dovuto alla compressione degli organi nervosi contro la scatola cranica, il vomito che è improvviso e non è preceduto da nausea, le alterazioni del fondo dell'occhio definite come edema della papilla e documentabili all'esame oculistico; a seconda della sede in cui è insorto il tumore si possono poi osservare paralisi muscolari, alterazioni della sensibilità, vertigini, disturbi della deambulazione o della parola e così via.
Questi sintomi di sede sono utili al chirurgo per sapere dove intervenire, ma a questa precisazione si giunge oggi assai più esattamente grazie agli esami radiografici (ventricolografia, angiografia) o isotopici ( scintigrafia del cervello dopo somministrazione di sostanze radioattive artificiali quali radiotecnezio o radiomercurio, che si vanno a fissare elettivamente nelle aree tumorali). La prognosi dei tumori del sistema nervoso centrale non è molto buona, date le difficoltà che si frappongono ad una completa asportazione chirurgica, tuttavia le forme più benigne possono guarire in un quarto circa dei casi; le recenti scoperte in tema di chemioterapia antitumorale hanno tuttavia migliorato anche la situazione delle forme più maligne, che possono esser tenute sotto controllo consentendo quindi di prolungare la sopravvivenza del paziente.
Altri articoli:Castrazione, Malattia dei Cassoni, Case Work, Malattia di Carducci , Cardiotireosi, CARDIOSPASMO, Cardiopatie Congenite, Cardiopatie acquisite, Cardiopalmo, Cardiomegalia ingrossamento, Carcinoma Spinocellulare, Muco Epidermoidale, Carcinoma, Cefaloemia, Cefalea, Cecità, Causalgia, Catexi, Catatonia, Catarsi, Catarro, Cataplessia, Catalessi, Castrazione Ovarica, Complesso di Castrazione , Cheratoacantoma, Cheratite, Cheilosi, Cheilite, Sindrome di CHARLIN, Malattia di CHAGAS, Sindrome di CESTAN-CHENAIS, Cervicite, Cervicartrosi e artrosi degenerativa, Tumori del cervello, Malattie del cervelletto, Cenestopatia.
I tumori endocranici appartengono a diversi tipi; i più frequenti sono i gliomi, i meningiomi, gli ependimomi, che rivelano una malignità diversa da caso a caso: la tendenza alla trasformazione maligna di forme benigne è però nel cervello più accentuata che altrove, perché i tumori vengono spesso diagnosticati tardi, e perché una loro asportazione completa urta sovente contro insuperabili difficoltà chirurgiche, per cui si hanno facili recidive. Sintomi comuni a tutti i tumori del cervello sono il mal di capo insistente, dovuto alla compressione degli organi nervosi contro la scatola cranica, il vomito che è improvviso e non è preceduto da nausea, le alterazioni del fondo dell'occhio definite come edema della papilla e documentabili all'esame oculistico; a seconda della sede in cui è insorto il tumore si possono poi osservare paralisi muscolari, alterazioni della sensibilità, vertigini, disturbi della deambulazione o della parola e così via.
Questi sintomi di sede sono utili al chirurgo per sapere dove intervenire, ma a questa precisazione si giunge oggi assai più esattamente grazie agli esami radiografici (ventricolografia, angiografia) o isotopici ( scintigrafia del cervello dopo somministrazione di sostanze radioattive artificiali quali radiotecnezio o radiomercurio, che si vanno a fissare elettivamente nelle aree tumorali). La prognosi dei tumori del sistema nervoso centrale non è molto buona, date le difficoltà che si frappongono ad una completa asportazione chirurgica, tuttavia le forme più benigne possono guarire in un quarto circa dei casi; le recenti scoperte in tema di chemioterapia antitumorale hanno tuttavia migliorato anche la situazione delle forme più maligne, che possono esser tenute sotto controllo consentendo quindi di prolungare la sopravvivenza del paziente.
Altri articoli:Castrazione, Malattia dei Cassoni, Case Work, Malattia di Carducci , Cardiotireosi, CARDIOSPASMO, Cardiopatie Congenite, Cardiopatie acquisite, Cardiopalmo, Cardiomegalia ingrossamento, Carcinoma Spinocellulare, Muco Epidermoidale, Carcinoma, Cefaloemia, Cefalea, Cecità, Causalgia, Catexi, Catatonia, Catarsi, Catarro, Cataplessia, Catalessi, Castrazione Ovarica, Complesso di Castrazione , Cheratoacantoma, Cheratite, Cheilosi, Cheilite, Sindrome di CHARLIN, Malattia di CHAGAS, Sindrome di CESTAN-CHENAIS, Cervicite, Cervicartrosi e artrosi degenerativa, Tumori del cervello, Malattie del cervelletto, Cenestopatia.
Malattie del cervelletto
Le malattie del cervelletto causate da emorragie e rammollimenti provocati da lesioni arteriose; la loro frequenza è inferiore di dieci volte a quella dei disturbi vascolari del cervello, da malattie infettive (cerebellite acuta, ascessi) , da malformazioni ed atrofie, spesso congenite. I sintomi sono sostanzialmente gli stessi in tutte le malattie e sono: la difficoltà a mantenersi in piedi (astasia), quella di camminare, di fermarsi all'improvviso, di cambiare bruscamente direzione, di seguire una linea retta, di coordinare la contrazione dei muscoli così che essi possano entrare in azione secondo l'ordine ottimale per svolgere il movimento (asinergia), l'incapacità di regolare la contrazione dei muscoli (dismetria), che si spostano in modo troppo rapido e brusco o troppo esteso (ipermetria).
Nella dismetria cerebellare è conservato l'orientamento verso lo scopo ed il controllo della vista non influisce sulla precisione del movimento (come accade nella atassia tabetica) . Nelle malattie del cervelletto si ha inoltre una diminuzione del tono muscolare dallo stesso lato della lesione. Il fenomeno non è molto vistoso, tuttavia i muscoli appaiono più flaccidi ed estensibili del normale.
Talora si ha un aumento del tono, quando il soggetto appoggia i piedi al suolo. In questo caso l'ipertonia contrasta con la flaccidità dei muscoli quando il soggetto è sdraiato.
Il soggetto con malattie cerebellari presenta, sia a riposo che durante il movimento, significativi tremori, minore energia, facile esauribilità muscolare e difficoltà (lentezza) ad iniziare i movimenti. I disturbi dell'equilibrio consistono in vertigini e nistagmo ma non sono dovuti ad una lesione diretta del cervelletto, bensì alla compromissione di alcune vie nervose riguardanti l'equilibrio che lo attraversano. Mancano, invece, i disturbi della sensibilità.
Nella dismetria cerebellare è conservato l'orientamento verso lo scopo ed il controllo della vista non influisce sulla precisione del movimento (come accade nella atassia tabetica) . Nelle malattie del cervelletto si ha inoltre una diminuzione del tono muscolare dallo stesso lato della lesione. Il fenomeno non è molto vistoso, tuttavia i muscoli appaiono più flaccidi ed estensibili del normale.
Talora si ha un aumento del tono, quando il soggetto appoggia i piedi al suolo. In questo caso l'ipertonia contrasta con la flaccidità dei muscoli quando il soggetto è sdraiato.
Il soggetto con malattie cerebellari presenta, sia a riposo che durante il movimento, significativi tremori, minore energia, facile esauribilità muscolare e difficoltà (lentezza) ad iniziare i movimenti. I disturbi dell'equilibrio consistono in vertigini e nistagmo ma non sono dovuti ad una lesione diretta del cervelletto, bensì alla compromissione di alcune vie nervose riguardanti l'equilibrio che lo attraversano. Mancano, invece, i disturbi della sensibilità.
Cenestopatia
Cenestopatia, disturbo della cenestesi, intendendo per cenestesi « il sentimento generale corporeo » o « la somma delle sensazioni che da tutte le parti del corpo sono continuamente trasmesse al sensorio » o « sintesi delle sensazioni organiche ». In altri termini si può ritenere che la cenestesi corrisponda a un sentimento indeterminato del nostro essere corporeo a carattere positivo ( benessere ) o negativo (malessere). Le cenestopatie caratterizzano alcune malattie mentali.
Cementopatia, stato di sofferenza del cemento radicolare
Cementopatia, stato di sofferenza del cemento radicolare. È provocata da apposizioni abnormi di cemento sulle radici dentali o da un riassorbimento del cemento stesso. La forma ipertrofica si riscontra prevalentemente in denti che abbiano perduto la loro vitalità e può essere di entità ridotta oppure tanto estesa da portare addirittura alla fusione delle radici, normalmente separate, di uno stesso dente. Se è di tipo sclerotico può anche provocare una fusione fra il cemento radicolare e l'osso alveolare.
La forma atrofica, che si verifica generalmente in denti parodontotici, consiste invece in una perdita di sostanza più o meno estesa e, talora, tante approfondita da interessare anche il tessuto sottostante al cemento, cioè la dentina; può portare ad una necrosi radicolare circoscritta o diffusa. Entrambe le forme si riscontrano in individui adulti e sono generalmente asintomatiche. La diagnosi è radiologica. Non esiste una cura particolare; solo in taluni casi di necrosi radicolare diffusa può rendersi necessaria l'avulsione del dente. Le conseguenze consistono, nelle forme sclerotiche, in una notevole difficoltà all'estrazione del dente interessato per la stretta aderenza formatasi fra il cemento radicolare e l'osso alveolare; nelle forme atrofiche, in una mobilità del dente o nell'evoluzione in una parodontopatia.
La forma atrofica, che si verifica generalmente in denti parodontotici, consiste invece in una perdita di sostanza più o meno estesa e, talora, tante approfondita da interessare anche il tessuto sottostante al cemento, cioè la dentina; può portare ad una necrosi radicolare circoscritta o diffusa. Entrambe le forme si riscontrano in individui adulti e sono generalmente asintomatiche. La diagnosi è radiologica. Non esiste una cura particolare; solo in taluni casi di necrosi radicolare diffusa può rendersi necessaria l'avulsione del dente. Le conseguenze consistono, nelle forme sclerotiche, in una notevole difficoltà all'estrazione del dente interessato per la stretta aderenza formatasi fra il cemento radicolare e l'osso alveolare; nelle forme atrofiche, in una mobilità del dente o nell'evoluzione in una parodontopatia.
Tumore benigno del cemento dentale Cementoma
Cementoma, tumore benigno del cemento dentale. È una forma piuttosto rara costituita da formazioni arrotondate, a superficie brillante e liscia, aderenti alle radici dentali, localizzate in preferenza vicino ai colletti o nei punti di biforcazione radicolare. Secondo alcuni autori potrebbero considerarsi come un'espressione reattiva dei fenomeni infiammatori tendenti all'espulsione del dente. Il cementoma colpisce prevalentemente individui adulti, senza distinzione di sesso. E' generalmente asintomatíco, però può talvolta provocare delle nevralgie. La diagnosi è radiologica. La cura consiste nell'estrazione del dente interessato qualora provochi dei disturbi. In generale non a conseguenze.
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