venerdì 26 dicembre 2008
MONONUCLEOSI INFETTIVA, malattia caratterizzata da febbre
MONONUCLEOSI INFETTIVA, malattia caratterizzata da febbre (con caratteri variabili e della durata di un paio di settimane o poco più), faringite, con essudazione, ingrossamento delle ghiandole linfatiche e della milza. Sintomi meno costanti sono: tumefazione delle palpebre, colorazione gialla appena accennata della cute ed eruzione di macchie e di papule estese a tutto il corpo. L'esame del sangue dimostra un aumento dei globuli bianchi con prevalenza di alcune cellule (linfociti e monociti). Le complicazioni sono molto rare; il pronostico è soddisfacente; anche se la causa è virale, il contagio risulta limitato.
MALATTIA DI MONDOR
MALATTIA DI MONDOR, flebite rara quanto singolare che si localizza alla parete toracica (è detta anche flebite a cordone della parete toracica), dove la vena colpita dall'infiammazione, lunga talora fino a 20-30 centimetri, si trasforma in un cordone duro, aderente alla pelle. La malattia prevale nelle donne, fra i 25 e i 55 anni. Talora palpare la vena indurita non è facile, specie nel sesso femminile quando la mammella ostacoli l'osservazione e l'esplorazione. Generalmente il malato si accorge di un indurimento che aderisce alla pelle e che duole leggermente toccandolo.
SINDROME DI MONAKOW
SINDROME DI MONAKOW, o sindrome alterna della calotta e di un peduncolo, forma neurologica causata da un tumore o dalla rottura dell'arteria corioidea anteriore, nella zona cerebrale del mesencefalo (dove il midollo spinale si addentra nella massa encefalica) e del corpo striato. Ne conseguono una paralisi ed una perdita di sensibilità dal lato opposto alla lesione (emiplegia ed emianestesia), talora anche emianopsia. La prognosi è sfavorevole.
MOLLUSCO CONTAGIOSO, dermatosi da virus
MOLLUSCO CONTAGIOSO, dermatosi da virus (onde l'aggettivo contagioso) del gruppo dei virus esclusivamente epidermotropi, cioè che colpiscono solo la parte più superficiale della cute. Le localizzazioni più frequenti sono il viso (palpebre), le mani e i genitali. La natura infettiva di questa dermatosi è stata dimostrata sin dal 1814; facile è la trasmissione tra i bambini nelle scuole, nelle piscine, nelle palestre. Si ricorda il caso singolare di una trasmissione tramite la crema di un vasetto che una massaggiatrice applicava sul viso delle clienti.
MOLA VESCICOLARE, malattia dell'uovo
MOLA VESCICOLARE, malattia dell'uovo (quindi della gravidanza) caratterizzata da produzioni policistiche dei villi, che nel loro insieme costituiscono una massa di vescicole, più o meno voluminosa, a forma di grappolo (mola idatigena). A carico del villo coriale possono esservi una o più dilatazioni cistiche; tra una vescicola e l'altra, a guisa di picciolo, rimane l'esile tratto filamentoso dello stesso villo. Il volume delle vescicole è molto diverso nella medesima mola: da piccole cisti, microscopicamente appena apprezzabili, si va a cisti grosse anche più di una ciliegia. La loro parete è esile, il loro contenuto è ora limpido e trasparente, ora decisamente rossastro ed ematico. Le vescicole sono facilmente distaccabili, singolarmente ed a gruppi.
PARALISI OCULO-FACCIALE CONGENITA DI MOEBIUS
PARALISI OCULO-FACCIALE CONGENITA DI MOEBIUS: sindrome caratterizzata dall'atrofia (o dalla mancanza congenita) di alcuni centri nervosi dai quali partono le fibre che danno luogo a certi nervi cranici. Non è nota la ragione di questa sofferenza nervosa. Il malato è, già dalla nascita, incapace di deglutire, di sollevare la palpebra e di muovere gli occhi. Crescendo avrà anche difficoltà a masticare e la lingua rimarrà atrofizzata. Infatti i nuclei dei nervi cranici più frequentemente compromessi sono quelli del nervo facciale, trigemino, abducente e ipoglosso. Si possono anche avere malformazioni ai piedi ed al torace. Spesso si tratta di malati con ritardo mentale. La terapia consiste nella correzione chirurgica di alcuni difetti (piede torto, incompleta chiusura delle palpebre durante il sonno).
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