martedì 3 febbraio 2009
OFTALMIA NEONATALE, infiammazione congiuntivale
OFTALMIA NEONATALE, infiammazione congiuntivale che colpisce il neonato; le cause sono riportabili a instillazioni di nitrato d'argento (la malattia ha inizio nei primi due giorni di vita) o a batteri ( prevalgono infezioni da gonococco o da stafilococco con inizio tra il sesto giorno di vita) oppure a virus (prime manifestazioni tra il quinto e il decimo giorno di vita). L'esame microscopico del pus congiuntivale è decisivo per la diagnosi del tipo di infezione. L'irrigazione con soluzione fisiologica è sufficiente per curare la congiuntivite da nitrato d'argento; nelle altre evenienze sono necessarie cure locali e generali con antibiotici. La cura di solito migliora enormemente la prognosi; in assenza di terapia possono residuare cicatrici permanenti della cornea e cecità parziale o totale.
ODONTOMA, tumore benigno
ODONTOMA, tumore benigno formato in proporzione variabile dai tessuti che costituiscono il dente. Si distinguono odontomi molli e duri. Questi tumori sono localizzati di preferenza al mascellare inferiore, frequentemente nell'angolo mandibolare, e si reperiscono per lo più in individui giovani. Originano dal germe dentario durante la sua evoluzione. La sintomatologia può essere scarsa quando il tumore è di piccole dimensioni e consiste in eventuali dolori a tipo nevralgico; si fa invece molto evidente man mano che l'odontoma aumenta di volume, sino ad apparire come una tumefazione, in, stretto rapporto con l'osso mascellare. La diagnosi è radiologica ed istologica sul tumore asportato. La cura è chirurgica e consiste nello scollamento della massa tumorale ed in un accurato raschiamento della cavità residua. Le conseguenze consistono nella possibile perdita degli elementi dentali vengono a trovarsi in contiguità della massa tumorale.
OCRONOSI alterazione del metabolismo proteico
OCRONOSI, affezione piuttosto rara, imputabile ad alterazione del metabolismo proteico, che colpisce sia il naso che il padiglione auricolare e si manifesta con la presenza di depositi di acido alcaptonico con l'aspetto di macchie nerastre di varie dimensioni. La terapia consiste nel ridurre gli alimenti ricchi di fenilanina e tirosina, specialmente formaggio, uova e cereali e nella prescrizione di cure termali con acque oligominerali che favoriscono l'eliminazione di acido alcaptonico.
OCCLUSIONE CORONARICA
OCCLUSIONE CORONARICA, evento anatomopatologico che comporta la chiusura completa del passaggio del sangue a livello delle coronarie. La patologia è improvvisa, imprevedibile, iperacuta. Portano ad occlusione coronarica svariate situazioni morbose. Innanzitutto la coronarosclerosi (vedi coronaropatie), assai frequente perché le coronarie sono sede prediletta di localizzazione elettiva della malattia arteriosclerotica. Poi l'embolia acuta delle coronarie, per improvvisa partenza di emboli dall'endocardio nelle varie forme di endocardite (specialmente l'endocardite lenta). Poiché le coronarie sono due, si può avere occlusione della coronaria anteriore, quando coesista un infarto miocardico acuto a sede anteriore; della coronaria posteriore nell'infarto miocardico posteriore. Naturalmente il blocco di circolazione a livello delle coronarie porta immediatamente a quell'evento morboso che si chiama infarto del miocardio. Il malato avverte improvvisamente un acutissimo dolore in regione precordiale, come si trattasse di una angina pectoris prolungata. E' chiuso da una morsa al petto che lo strema, suda vistosamente freddo, presenta segni di collasso cardiocircolatorio, è estremamente inquieto. Il polso aumenta di frequenza, la tensione arteriosa, invece, cade. Si verifica lieve febbre, spostamento della glicemia e di alcuni enzimi cardiaci caratteristici dell'occlusione acuta delle coronarie e dell'infarto che ne consegue.
martedì 27 gennaio 2009
OBLITERAZIONE ARTERIOSA ACUTA
OBLITERAZIONE ARTERIOSA ACUTA, uno dei quadri più drammatici che è dato osservare nel campo delle malattie vascolari. Si determina allorché un ostacolo ferma d'un tratto il sangue arterioso ad un certo livello, all'intprno di un'arteria, impedendogli di proseguire. Si verifica più frequentemente agli arti inferiori e interessa in quasi la metà dei casi l'arteria femorale. Non sempre l'arteria è chiusa del tutto: gli effetti dell'occlusione si manifestano anche quando solo un terzo del lume del vaso è pervio. Le cause più frequenti sono l'embolia (distacco di un trombo formatosi nella cavità di un cuore malato più probabilmente nella metà sinistra del cuore con arresto di solito in corrispondenza di una biforcazione arteriosa, oltre la quale il trombo non può procedere) e la trombosi (rapida formazione di un trombo o coagulo in sede, dentro l'arteria, quando questa sia danneggiata al suo interno da preesistenti localizzazioni atero-arteriosclerotiche).
OBESITA' IDROSALINA
OBESITA' IDROSALINA, forma di obesità in cui si verifica ritenzione di acqua e di sali (sodio), dovuta ad alterazione dell'ipotalamo, con conseguente aumentata secrezione di ormone antidiuretico, e a disfunzione ipofisaria, con eccesso di secrezione di ACTH ( ormone adrenocorticotropo) e deficienza di secrezione di TSH (ormone tireotropo). La sintomatologia è accompagnata da frequenti edemi alle gambe che non scompaiono con il riposo, da scarsità di urina, da abituale cefalea, da alterazioni mestruali nelle donne, da deficiente produzione spermatica nell'uomo, da eccesso di fame e di sete e, frequentemente, da depressione psichica. La diagnosi differenziale con gli altri tipi di obesità si pone soprattutto in base alla determinazione del bilancio idrosalino; altri test, specie ormonologici, possono servire a differenziare l'obesità idrosalina da quella ipotalamica, dal morbo e dalla sindrome di Cushing, e dalla distrofia adiposo-genitale.
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