venerdì 6 febbraio 2009
INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA OSSIGENO
INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA OSSIGENO: intossicazione provocata dall'ossigeno, utilizzato in talune attività industriali (saldatura e taglio di metalli con fiamma ossiacetilenica, raffinazione della ghisa, ecc.). Nell'uso dell'ossigeno a pressione normale si possono avere affezioni patologiche interessanti l'apparato respiratorio (riduzione del ritmo respiratorio, broncopneumopatie) e il sangue (ipoglobulia, leucocitosi), accompagnate, a volte, da ipoglicemia, iperazotemia, tachicardia, parestesie. L'uso di ossigeno sotto pressione (4-5 atmosfere) può esser causa di una sindrome convulsiva o, nei casi più lievi, di facile stancabilità, ipertensione, stato di malessere generale (nausea, vertigini, turbe della vista e dell'udito).
INTOSSICAZIONE DA OSSIDO DI CARBONIO
INTOSSICAZIONE DA OSSIDO DI CARBONIO, l'intossicazione da ossido di carbonio si verifica quando il gas viene isolato e captato dall'emoglobina del sangue, la quale ha un'affinità per l'ossido di carbonio 200-300 volte superiore a quella per l'ossigeno; ne deriva quindi un'ipossia delle cellule dei tessuti (soprattutto di quelli del cervello e del cuore) che può provocare uno stato di asfissia grave. Poiché l'ossido di carbonio è di largo uso nell'industria, l'intossicazione può avere quindi carattere professionale, al cui rischio sono esposti, tra gli altri, gli addetti alla produzione, distribuzione e uso industriale dell'ossido di carbonio e sue miscele gassose (gas illuminante), a forni, fornaci e fucine, alla saldatura e taglio dei metalli con arco elettrico, fiamma ossidrica o ossiacetilenica, alla prova e uso dei motori a combustione interna o scoppio, alla lavorazione del vetro con fiamma. La sintomatologia varia a seconda della gravità dell'intossicazione: nelle forme ipercaute si ha dispnea, rapida perdita di coscienza, talvolta convulsioni e, se non si interviene con tempestive cure, morte.
OSSESSIONE
OSSESSIONE, termine psichiatrico con cui si descrive una patologia del pensiero consistente nel fatto che certe idee compaiono nel campo di coscienza del malato senza che questi possa contrastarle. Il fenomeno è detto anancastico ed è sentito come un fatto estraneo e non voluto. Sue caratteristiche sono il senso di costringimento, il presentarsi senza motivo, ripetendosi nel tempo. Si hanno ossessioni ideative, impulsive e fobiche. Esse costituiscono il sintomo di una nevrosi o di una malattia organica (arteriosclerosi, encefalite), purché questa non si accompagni ad una situazione di demenza (incompatibile con la particolare vigilanza della coscienza nel soggetto ossessivo). Oltre alle ossessioni vere e proprie si deve ricordare che vi sono persone con scrupoli ossessivi, cioè con timori di fare o dire certe cose condannate dalla coscienza.
INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA OSMIO
INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA OSMIO: intossicazione provocata dall'osmio e dalle sue leghe e composti, di comune uso industriale (fabbricazione di filamenti di lampade incandescenti e strumenti scientifici di precisione, impiegó come catalizzatore in vari processi chimici). In particolare è soprattutto nocivo il tetrossido di osmio, dotato di capacità caustiche e tossiche, qualora sia inalato in rilevanti quantità. Ne possono derivare irritazioni delle mucose (con riniti, ulcerazioni buccali, cheratocongiuntiviti) e più eccezionalmente broncopneumopatie. La cura è essenzialmente sintomatica.
ORZAIOLO
ORZAIOLO, foruncolo della palpebra centrato su di un bulbo pilifero. Sono interessate le ghiandole pilo-sebacee di Zeissche, vittime di una infezione stafilococcica acuta. L'orzaiolo inizia con una sensazione di fastidio e di dolore puntorio nel bordo palpebrale, che si traduce localmente con l'apparizione di un punto arrossato nel bordo libero delle palpebre. La dolce palpazione con un dito lungo tutto il bordo palpebrale rivela la presenza in un punto ben preciso di un vivo dolore. Nei giorni seguenti il dolore diviene più acuto, tanto da impedire talvolta il sonno. Dopo 2 o 3 giorni un punto giallastro compare sulla sommità della parte saliente, ben presto si ulcera e dà esito a pus: questo attenua immediatamente il fenomeno doloroso. L'evoluzione successiva è rapida verso la guarigione, anche se spesso si vedono comparire altri orzaioli nelle immediate vicinanze del primo. La causa dell'orzaiolo è la medesima della foruncolosi. Si invoca la scarsa pulizia delle dita delle mani, una debilitazione generale, il contagio familiare. Il trattamento consiste nell'ottenere l'evacuazione del pus con un piccolo bisturi o anche con ripetuti impacchi caldo-umidi.
giovedì 5 febbraio 2009
MALATTIA DI OSGOOD-SCIILATTER
MALATTIA DI OSGOOD-SCIILATTER, malattia che fa parte delle epifisiti e riguarda la tuberosità tibiale anteriore, quella piccola salienza ossea che si avverte sulla linea mediana della tibia, subito al di sotto dell'articolazione del ginocchio. Colpisce i giovani fra i 13 e i 16 anni di età, è almeno 10 volte più frequente nei maschi e ne soffrono maggiormente coloro che praticano sport. I sintomi sono essenzialmente rappresentati dal dolore e da un gonfiore di solito piuttosto modesto della parte. La diagnosi è radiologica con la dimostrazione di un'alterazione sia morfologica che strutturale della tuberosità tibiale il cui nucleo si frammenta con aree di addensamento e di rarefazione. Spesso la forma è bilaterale.
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