sabato 7 febbraio 2009

OSTRUZIONE NASALE

OSTRUZIONE NASALE, sindrome imputabile a varie affezioni'che si manifestano tutte con la presenza di difficoltà nella respirazione nasale fino al punto da obbligare il paziente alla sola respirazione buccale; l'ostruzione nasale può essere unilaterale, ma spesso è bilaterale; può essere continua o saltuaria e talora accentuarsi con la flessione del capo. Causa di una ostruzione nasale, puramente meccanica, sono la deviazione del setto nasale, la ipertrofia dei turbinati, soprattutto di quelli inferiori, e la presenza di neoformazioni nelle cavità nasali o in rinofarínge; quando l'ostruzione è meccanica, ha carattere naturalmente costante, mentre può essere saltuaria quando è legata a fatti congestizi della mucosa nasale. L'ostruzione nasale si accompagna spesso ad ostruzione tubarica ed è causa favorente di affezioni dell'orecchio e dei seni paranasali.

OSTEOSCLEROSI, o osteosclerosi idiopatica

OSTEOSCLEROSI, o osteosclerosi idiopatica, o malattia di Albers-Schónber, o osteopatia condensante disseminante, malattia delle ossa che costituisce in un certo senso l'inverso dell'osteoporosi: anziché rarefazione si ha qui un ispessimento delle ossa. Le ossa diventano più dense e compatte, senza che se ne alteri la forma esteriore. Sono specialmente colpite le ossa lunghe e quelle del cranio e del bacino. L'osso perde gran parte della sua elasticità e perciò è più facilmente soggetto a fratture spontanee, le quali d'altronde si consolidano molto facilmente, con un callo osseo esuberante. La malattia, a carattere ereditario familiare, può colpire tanto i bambini quanto gli adulti; la causa è del tutto igno- ta. Per alterazioni delle ossa craniche possono prodursi nell'età infantile lesioni nervose, come compressione del nervo ottico con relativa riduzione del campo visivo, paralisi del nervo facciale, sporgenza degli occhi (esoftalmo).

OSTEOSARCOMA, il tumore più frequente e maligno delle ossa

OSTEOSARCOMA, il tumore più frequente e maligno delle ossa, a rapido sviluppo, che prende origine dal tessuto osseoformatore. La sua sede più frequente è il femore, cui seguono la tibia, l'omero, il bacino, la scapola. Colpisce maggiormente i maschi, con la proporzione di 2 a 1 rispetto alle femmine e l'età in cui incide di più è quella del secondo e terzo decennio. La causa non è nota: in qualche caso è stato descritto un rapporto diretto fra un trauma e l'insorgenza del tumore. I sintomi sono caratterizzati dal dolore persistente nella sede colpita, accompagnato a volte da febbre, tumefazione, rapido deperimento. Agli inizi l'orientamento clinico è difficile ed è raro che possa portare ad una diagnosi perché nei casi incipienti è difficile apprezzare la tumefazione e il dolore è comune a molte altre affezioni.

OSTEORADIONECROSI, disfacimento e morte della sostanza ossea

OSTEORADIONECROSI, disfacimento e morte della sostanza ossea in seguito all'azione delle radiazioni ionizzanti fornite dalle più varie sorgenti (raggi X, radium, bomba al cobalto, betatrone, isotopi radiattivi). Generalmente si verifica in seguito a trattamenti molto intensi e ad alte dosi, quali vengono effettuati nella cura di forme cancerose e dei tumori maligni in genere. L'osso che va incontro alla necrosi si trova nel settore scheletrico irradiato, e la lesione si rende manifesta a qualche mese di distanza dalla fine del trattamento. A seguito della distruzione del tessuto viene a demarcarsi un frammento di osso necrotizzato, sotto forma di vero e proprio sequestro (vedi osteomielite) che può eliminarsi anche spontaneamente. In altri casi invece si rende necessario un intervento chirurgico per provvedere alla rimozione. Non si tratta di forma dolorosa. Oltre all'indagine clinica, con l'esame radiologico si evidenzia la zona necrotizzata per valutarne l'estensione e ricercare eventuali altri distretti interessati e l'esistenza di sequestri. Spetterà al radiologo una esatta valutazione della lesione, soprattutto per distinguerla da un'alterazione di natura neoplastica, con la quale può anche venir confusa per certi aspetti radiologici.

OSTEOPOROSI rarefazione del tessuto osseo

OSTEOPOROSI, malattia contrassegnata dalla rarefazione del tessuto osseo, cosicché le trabecole dell'impalcatura scheletrica divengono assottigliate, si diradano e conferiscono all'osso un aspetto poroso. Quando invece esiste una demineralizzazione per carenza dei sali di calcio si parla di osteomalacia. Può venire colpito tutto lo scheletro e le cause sono diverse, ma fondamentalmente riconducibili a tutti quei fattori che incidono, negativamente sulla circolazione del sangue. Molto diffusa è l'osteoporosi da mancanza di attività, quale si verifica sempre dopo prolungata ingessatura che costringe la parte alla immobilità. Vi sono poi le osteoporosi dovute a vera e propria malattia dei muscoli, la cui sede elettiva è nel tratto prossimale degli arti. Anche le malattie reumatiche corrodono le ossa, per cui a seguito di perdita di proteine e a deficienze circolatorie la densità tissutale diminuisce. Di particolare interesse è l'osteoporosi senile, che colpisce maggiormente la donna dopo i 60 anni, ma è sempre presente in grado più o meno accentuato nella persona anziana e conferisce alle sue ossa la fragilità caratteristica dell'età avanzata.

venerdì 6 febbraio 2009

OSTEOPETROSI, o malattia marmorea

OSTEOPETROSI, o malattia marmorea, o sindrome di Albers-Scboenberg, malattia ereditaria caratterizzata da sclerosi ossea con deformità multiple e fragilità, ingrossamento della milza; alterazioni oculari e auricolari, anemia, nanismo. L'esame radiografico conferma l'aumentata densità delle ossa e denunzia zone di calcificazione intorno ai forami dei nervi cranici e nello spessore dei tessuti molli. L'origine della malattia è oscura. La prognosi è sfavorevole nelle forme infantili, anche perché coesistono gravi alterazioni del sangue. Nell'adulto l'osteopetrosí ha una progressione molto lenta. Non esiste una terapia specifica.