martedì 24 marzo 2009

PATERECCIO, processo infiammatorio delle dita

PATERECCIO, processo infiammatorio delle dita che si presenta in numerose varietà. I sintomi sono diversi, secondo la natura, l'estensione e la profondità nei diversi strati interessati. Dolore, infiammazione, calore, funzione ridotta o abolita sono i sintomi principali; nei casi gravi coesistono febbre, stato di angoscia, possibilità di reazione linfatica, con linfangite satellite, di adenite e di setticemia. La causa è talvolta banale e consiste in una puntura, in un'escoriazione; altre volte l'infezione è susseguente ad una lesione traumatica più importante, oppure ad una medicazione divenuta infetta. Il patereccio può essere superficiale, e allora assume un aspetto eritematoso (arrossamento doloroso).

TUMORI DELLE PARTI MOLLI

TUMORI DELLE PARTI MOLLI, sotto il nome di parti molli si riuniscono tutti quei tessuti, largamente distribuiti nel corpo, che non sono scheletrici, né appartengono a organi ben definiti. Sono così parti molli i muscoli, il grasso, i connettivi di sostegno, le strutture anatomiche non ossee delle articolazioni, il complesso dei tessuti vascolari e nervosi periferici; sono quindi tumori delle parti mólli tutte quelle neoformazioni che insorgono in queste aree del corpo umano. I tumori delle parti molli possono essere benigni o maligni. Tra i primi prevalgono di gran lunga i lipomi del grasso, i libro-mi del tessuto connettivo, gli schwannomi, o neurinomi, insorgenti dai nervi periferici, molti angiomi di origine vascolare; i secondi sono invece tutti denominati sarcomi ed è possibile distinguere tra essi quelli che originano dal connettivo fibroso (fibrosarcomi), dal grasso (liposarcomi), dai muscoli (mio-sarcomi) e così via. Mentre i tumori benigni si presentano come ingrossamenti ben circoscritti, a crescita limitata nel tempo, curabili con semplice asportazione chirurgica, quelli maligni hanno accrescimento progressivo e illimitato, invadono i tessuti vicini, provocano dolore, disturbi funzionali e decadimento generale.

PAROTITE EPIDEMICA orecchioni

PAROTITE EPIDEMICA, o orecchioni, malattia virale acuta contagiosa, prevalentemente infantile, caratterizzata da: un periodo di incubazione, che varia da dodici a ventiquattro giorni; un periodo prodromico, caratterizzato da febbre, malessere e dolori retroauricolari; un ingrossamento molle-elastico delle ghiandole salivari (ghiandole parotidi, situate bilateralmente tra il lobulo auricolare e la branca verticale della mandibola, e ghiandole salivari, situate sotto le branche orizzontali mandibolari), accompagnato da dolori, febbre, mancanza di appetito, gola arrossata, difficoltà nella masticazione (la dolenzia dura intorno a tre giorni, la tumefazione poco più di una settimana); un periodo di regressione. Nel periodo di tumefazione ghiandolare i fori di uscita del dotto di Stenone (canali salivari), che si trovano sulla parte interna della guancia all'altezza dei molari, sono incostantemente arrossati. La febbre persiste fino a cinque giorni e può raggiungere valori elevati; esistono anche casi che decorrono senza febbre. La tumefazione parotidei può essere modestissima (e la parotite epidemica si presta allora a errori, venendo confusa con tumefazioni ghiandolari); in altri casi l'ingrossamento paroti- deo si accompagna a edema, che si propaga a tutta la guancia e conferisce al piccolo malato un aspetto grottesco (da cui le denominazioni di orecchioni, mal del monton, ecc.).

TUMORE DELLA PAROTIDE

la parotide, la maggiore delle ghiandole salivari, posta nella parte alta del collo, subito al disotto dell'orecchio, è sede abbastanza frequente di tumori di tipo epiteliale, denominati tumori misti perché sembrano a complessa costituzione, mentre in realtà si tratta di adenomi. Caratteristica tipica di questi tumori misti è quella di essere benigni, ma di mostrare una facile tendenza alle recidive se non vengono asportati completamente: è anche possibile che ad ogni nuova recidiva (vi sono casi di sei o sette recidive successive) il tumore diventi un poco più maligno, sino a diventare un cancro, nel qual caso si parla di tumore misto maligni. Questa caratteristica dei tumori parotidei in particolare, e salivari in generale, impone un tipo di trattamento peculiare, quale non viene generalmente fatto in casi di tumore benigno: oltre alla neoformazione occorre sin dal primo momento asportare con essa l'intera ghiandola, fare cioè un'operazione di parotidectomia totale, l'unica che assicuri una definitiva guarigione, ma che va condotta con particolari cautele, perché nell'interno della parotide scorre il nervo facciale, che deve essere risparmiato dal bisturi, pena l'insorgenza di una paralisi dei muscoli del volto.

PARODONTOPATIA alterazione patologica

PARODONTOPATIA, alterazione patologica dei tessuti parodontali (cemento radicolare, fibre periodentali, osso alveolare, limbo gengivale). In generale è diffusa a tutti gli elementi dentali, ma può essere anche localizzata solamente intorno a qualche gruppo di denti. La parodontopatia è causata da fattori locali e da fattori sistemici che risultano strettamente collegati fra di loro nel determinismo della malattia. Si può ritenere, in generale, che i fattori locali rappresentino la causa scatenante, mentre la gravità del decorso clinico e l'entità delle lesioni sono intimamente correlate alla reattività del terreno che è strettamente influenzato dai fattori sistemici generali. Tra essi ricordiamo: i fattori carenziali, quali deficienze dietetiche qualitative o quantitative, disvitaminosi, deficienze di sali minerali (calcio e fosforo); i fattori disendocrini; le vasculopatie; le alterazioni della crasi ematica e le malattie croniche sistemiche. Tra i fattori eziologici locali vanno considerati per primi i fattori irritanti che alterano direttamente il parodonto marginale e ne provocano lesioni infiammatorie.

giovedì 12 febbraio 2009

MORBO DI PARKINSON

MORBO DI PARKINSON: o paralisi agitante, malattia del sistema nervoso centrale (vedi extrapiramidali, malattie) che si sviluppa in entrambi i sessi verso i cinquant'anni (benché vi sia anche una forma di Parkinson giovanile), in soggetti apparentemente sani. La malattia è dovuta a una degenerazione delle cellule nervose situate nella sostanza nera di Sommering (un centro del sistema extrapiramidale collocato nel mesencefalo), dalle quali scompare, appunto, il pigmento colorato, e delle cellule del globo pallido (un altro centro, primitivo, del sistema extrapiramidale). In questa sofferenza cellulare svolge una parte importante sia la' senescenza che la sclerosi delle arterie, tuttavia nessuna causa è specifica. La malattia inizia in modo subdolo, lento, con dolori alle braccia, tremore, difficoltà di movimento e rigidità dei muscoli. L'aumento del tono muscolare è sempre presente. Il malato flette il tronco ed il capo in avanti, irrigidisce tutto il corpo, piega leggermente le braccia e le mani (come se dovesse scrivere), non muove più il viso (amimia), cammina a passettini senza oscillare le braccia, non coordina più i movimenti degli occhi. Un altro segno quasi costante è un tremore lento a riposo, soprattutto alle braccia ed alle mani, che diminuisce durante il movimento, ma persiste nella scrittura (che è piccola e tremula). I malati sentono l'angoscioso bisogno di muoversi continuamente, benché abbiano l'impressione di essere legati. Avvertono anche un fastidioso senso di caldo in tutto il corpo. La malattia non dà segni mentali, salvo una rarissima depressione od altri fenomeni imputabili al decadimento dato dall'età.