domenica 29 marzo 2009
POLMONITE INFIAMMAZIONE DEI POLMONI
POLMONITE infiammazione d'una zona di uno o di entrambi i polmoni (in quest'ultimo caso si parla di polmonite bilaterale). Molteplici sono le cause, e molto variabile è quindi la sintomatologia. Consideriamo prima di tutto la polmonite da microbi, e precisamente da pneumococchi, oppure da pneumobacilli, da stafilococchi, da streptococchi, ecc. È questa la cosiddetta polmonite franca, o fíbrinosa, o crupale, o lobare. Ha un inizio repentino con brividi di freddo, febbre molto elevata, senso di malessere generale, dolore trafiggente, puntorio, nella regione del torace corrispondente al focolaio, affanno di respiro, tosse con espettorato emorragico (l'espettorato, che ha un colore rosso-lampone nella prima fase della malattia, assume nella fase di risoluzione una tinta rosso-giallastra e viene chiamato allora sputo croceo), arrossamento del viso, talora delirio. Spesso si ha anche una vescicola di erpete alle labbra. In genere dalla 5a giornata in poi, più spesso nella 5°-7°-9°, avviene una rapida risoluzione della malattia per crisi: la febbre cade rapidamente, si ha una profusa sudorazione e l'ammalato prova una sensazione di benessere accompagnata da un benefico sonno. Di solito perciò la malattia finisce rapidamente come rapidamente era iniziata. Si possono però avere decorsi molto differenti da quello classico, cioè forme che durano soltanto 2-3 giorni, e invece altre che si protraggono più a lungo. Nei vecchi, negli alcoolisti, nei diabetici e in genere negli organismi debilitati, la sintomatologia è spesso incompleta, con scarsa febbre e, per contro, con grave depressione delle forze, debolezza del cuore, intenso affanno di respiro, tendenza al collasso. Si possono avere complicazioni sotto forma di pleuriti e soprattutto di pleurite purulenta (empiema pneumonico). Sovente anche il cuore viene colpito, e comunque in ogni caso la resistenza del cuore è un elemento determinante per la prognosi della malattia. Bisogna però dire che la polmonite oggi non ha più la gravità di un tempo, grazie all'efficacia delle cure antibiotiche; inoltre essa è divenuta meno frequente di una volta. I raffreddamenti rappresentano un importante fattore predisponente. Un andamento assai diverso è quello della polmonite virale, o polmonite atipica primaria, causata da virus diversi quali adenovirus, virus respiratorio sinciziale, virus parainfluenzali, virus dell'ornitosi e della psittacosi, e inoltre da particolari microrganismi simili ai virus, i micoplasmi. Questa forma colpisce di preferenza individui in giovane età ( dai bambini fino a soggetti di 25-30 anni) e persone al di sopra dei 50 anni. I fattori meteorologici hanno certamente importanza poiché durante i mesi freddi si ha un aumento della frequenza dei casi. La sintomatologia è di solito benigna, le condizioni generali sono discrete, ed anche la funzione respiratoria è scarsamente compromessa. I primi disturbi consistono in mal di capo, senso d'irritazione e secchezza della gola, tosse stizzosa, asciutta, molto molesta, in seguito più umida, a volte con espettorato con piccole striature sanguigne. La febbre, moderata, almeno nei primi giorni, può persistere però a lungo, anche per alcune settimane. L'af- fanno di respiro è eccezionale, salvo che nei bambini e specialmente nei lattanti. In genere è necessario l'esame radiologico del torace per mettere in evidenza il focolaio infiammatorio dei polmoni. La durata media della malattia varia da 8 a 15 giorni. Rare sono le complicazioni a carico del cuore, della pleura, ecc. Ricordiamo ancora la polmonite ipostatica, conseguente alla congestione delle parti inferiori e posteriori dei polmoni, che può prodursi in individui con debole circolazione sanguigna che rimangono per lungo tempo a letto sdraiati sul dorso ( vecchi, operati). Infine si può avere polmonite come complicazione di malattie infettive quali il morbillo o l'influenza. In genere tutte le polmoniti, quale che ne sia la causa, richiedono un'immediata terapia con antibiotici, per esempio tetracicline, in attesa che l'esame batteriologico dell'espettorato possa eventualmente mettere in evidenza i microbi in causa, dopo di che si potrà scegliere un antibiotico più specifico in rapporto alla specie microbica, per esempio la penicillina, l'ampicillina, l'eritromicina, il cloramfenicolo, ecc. Non occorrono prescrizioni dietetiche particolari, bisognerà però tenére conto dell'inappetenza e della difficile digestione dei pazienti. In genere non è necessario calmare la tosse, anzi è bene lasciare che la tosse favorisca l'espettorazione. Quando il malato ha affanno di respiro ed è cianotico, è opportuno intervenire con ossigenoterapia e analettici (stimolanti del respiro) come coramina, micoren, ecc; è sempre utile Somministrare molti liquidi, sotto forma di spremute d'arancia, di limone, succhi di frutta, tè, caffè. Una piccola quantità di alcoolici, se il malato ne desidera, può essere utile. Se vi sono palpitazione e delirio, si ricorrerà ad applicazioni fredde sul capo e a piccole dosi di bromuri o barbiturici, associate con caffeina o canfora per non deprimere troppo la respirazione. Si farà uso di bagni freddi, impacchi freddi sul torace, vescica di ghiaccio sul capo, quando la febbre sia molto elevata. Contro il dolore toracico si rivelano efficaci i cataplasmi di farina di lino o senapati e le applicazioni di olio canforato.
venerdì 27 marzo 2009
PERIMETRITE
PERIMETRITE, voce che deriva dal greco (perì = intorno, e metros = utero; il suffisso ite sta per infezione) e che significa infiammazione del peritoneo che riveste il piccolo bacino e degli organi in esso contenuti. È generalmente chiamata anche col nome di peritonite-pelvica, o pelviperitonite, sinonimi entrambi corretti, accettabilissimi e, nel linguaggio comune, di uso più corrente dello stesso termine perimetrite (più tecnico e professionale). Si tratta di un'infezione di rado primaria, per lo più secondaria alla flogosi degli annessi e/o dell'utero, o a propagazione verso il basso (talora elettiva, come nella tubercolosi) di una peritonite generalizzata. Per la precisione è da dirsi che anche in un'annessíte non manca mai la reazione, più o meno estesa, del peritoneo, ma nella dizione peri-metrite si vuole far rimarcare il fatto che la reazione peritoneale, per la sua intensità e per la sua diffusione, passa in primo piano, dominando la scena clinica. Dal punto di vista dell'eziopatogenesi si rileva che al peritoneo pelvico possono giungere gli stessi germi patogeni abituali delle infezioni genitali, e per le stesse vie di elezione.
PERIFLEBITE
PERIFLEBITE, fatto infiammatorio che si osserva spesso — ma non sempre — nelle flebiti superficiali, che sono caratterizzate costantemente da una prevalenza delle manifestazioni infiammatorie, e consiste nell'estensione ai tessuti circostanti la vena dell'infiammazione stessa. La pelle, in questi casi, è arrossata e calda, non soltanto sopra il vaso colpito, ma anche tutt'attorno. Con pomate a base di eparinoidi oppure di cortisone a basso dosaggio, è possibile dominare in pochi giorni questo sintomo di accompagnamento delle flebiti.
PERICONDRITE DEL PADIGLIONE AURICOLARE
PERICONDRITE DEL PADIGLIONE AURICOLARE, processo infiammatorio conseguente spesso ad eczema, a foruncolosi, ad otoematoma, ma anche ad interventi chirurgici eseguiti senza una accurata asespi; il padiglione si presenta tumefatto, ispessito e dolente; si forma in seguito una raccolta ascessuale fra pericondrio e cartilagine e quest'ultima va incontro a precoci manifestazioni regressive con esito in necrosi e successiva eliminazione di sequestri cartilaginei; la terapia, antibiotica e sulfamidica, deve essere tempestiva onde evitare la retrazione cicatriziale susseguente alla necrosi cartilaginea, che è causa di notevole deformazione estetica del padiglione.
PERICITOMA, tumore originato dai periciti
PERICITOMA, tumore originato dai periciti, cellule poste all'immediata periferia dei piccoli vasi sanguigni; è noto anche sotto i nomi di emangiopericitoma o di peritelioma. Di rara osservazione, e di insorgenza possibile in qualsiasi parte del corpo, è diagnosticabile soltanto con l'esame microscopico di un suo frammento prelevato per biopsia; molte volte però neppure l'esame microscopico può stabilire se si tratti di varietà benigna o maligna: si ha l'impressione che la forma sia inizialmente benigna, e che poi con il passare del tempo divenga lentamente maligna se non è stata curata radicalmente, con asportazione chirurgica (non sempre agevole) o con irradiazione (alla quale il pericitoma è abbastanza ma non del tutto sensibile).
PERICITOMA, tumore originato dai periciti, cellule poste all'immediata periferia dei piccoli vasi sanguigni
PERICITOMA, tumore originato dai periciti, cellule poste all'immediata periferia dei piccoli vasi sanguigni; è noto anche sotto i nomi di emangiopericitoma o di peritelioma. Di rara osservazione, e di insorgenza possibile in qualsiasi parte del corpo, è diagnosticabile soltanto con l'esame microscopico di un suo frammento prelevato per biopsia; molte volte però neppure l'esame microscopico può stabilire se si tratti di varietà benigna o maligna: si ha l'impressione che la forma sia inizialmente benigna, e che poi con il passare del tempo divenga lentamente maligna se non è stata curata radicalmente, con asportazione chirurgica (non sempre agevole) o con irradiazione (alla quale il pericitoma è abbastanza ma non del tutto sensibile).
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