domenica 29 marzo 2009

PUBERTA' RITARDATA COMPARSA TARDIVA DEI CARATTERI SESSUALI

PUBERTA' RITARDATA comparsa tardiva dei caratteri sessuali, dovuta ad un'insufficienza primitiva delle ghiandole sessuali, a lesioni di altre ghiandole endocrine, a ipoalimentazione cronica grave. Nelle femmine il ritardo si manifesta abitualmente con la sola mancanza di mestruazioni; nel maschio sono più frequenti i disturbi staturali (gigantismo), le alterazioni femminiloidi, l'obesità, i dolori dovuti all'accrescimento e l'incoordinazione motoria. Vanno tentate terapie ormoniche, con effetti spesso sorprendenti. L'alimentazione deve comprendere dosi generose di proteine. e di vitamine.

PUBERTA' PRECOCE COMPARSA ANTICIPATA DEI CARATTERI SESSUALI

PUBERTA' PRECOCE, comparsa anticipata dei caratteri sessuali (testicoli e pene precocemente aumentati di volume, baffi e barba nel maschio; seni, peli ascellari e pubici nella femmina). Tale comparsa viene ritenuta precoce se si verifica prima dogli otto anni nelle femmine e prima dei dieci anni nei maschi. La sintomatologia può essere in rapporto al fatto che le ghiandole endocrine (ipofisi, surrenali, ghiandole sessuali) subiscono un'attivazione precoce (pubertà precoce vera), oppure è dovuta alla coesistenza di tumori (cerebrali, ipofisari surrenalici e genitali), o d'idrocefalo, o di cicatrici postencefalitiche o postmeningitiche, o di malformazioni delle ossa cerebrali, o di numerose più rare cause (pseudopubertà precoce); cause eccezionali possono anche essere fatte risalire a somministrazione precoce di ormoni o ad alimentazione unilaterale, con alimenti contenenti tali sostanze. Sono richiesti esami complementari (ricerche di ormoni nel sangue e nelle urine, esami cellulari in rapporto alla genetica, radiografie del cranio, esame del fondo dell'occhio). Potenzialmente la fertilità (spermatogenesi, gravidanze a termine) è possibile. Non devono essere sottovalutati i problemi psicologici che si determinano nelle famiglie e nel soggetto che è affetto da pubertà precoce. La terapia è deludente.

PSORIASI MALATTIA CUTANEA

PSORIASI malattia cutanea tra le più frequenti, ad andamento cronico, con recidive caratteristiche, non contagiosa, tendente a presentarsi in più membri di una famiglia; la manifestazione cutanea fondamentale è la squama, cioè un ammasso di lamine cornee che tendono a staccarsi dalla superficie della pelle. Le localizzazioni più frequenti delle squame sono: la superficie estensoria degli arti (gomiti, ginocchi, gambe, avambracci); poi il cuoio capelluto, il dorso, la regione sacrale. La malattia colpisce ambo i sessi, raramente nell'infanzia, frequentemente nell'età giovanile e media; come si è detto v'è una forte incidenza familiare. Le cause della psoriasi sono ancor oggi uno dei problemi più complessi della dermatologia. Le lesioni sono imperniate su un disturbo della cheratopoiesi: aumento di spessore dello strato corneo con lamelle prive di nucleo (paracheratosi), zaffiri interpapillari aumentati (iperacantosi), allungamento delle papille del derma (papillomatosi) . Ma il meccanismo che mette in moto questo disordine non è stato ancora precisato: le teorie più attendibili sono quelle di un'alterazione del metabolismo, specie degli zuccheri, oppure del fosforo, oppure dei grassi. L'esordio della malattia è subdolo, con comparsa di poche chiazze squamose, e di regola il d'ecorso è cronico. Le squame sono piuttosto grandi e poggiano su una base lievemente arrossata, che fa da alone alla squama stessa. Tre sintomi sono classici di questa lesione e permettono quindi una diagnosi rapida: il segno di Auspitz (staccando la squama, sulla base si formano piccole emorragie puntiformi); il segno della macchia di cera (grattando con l'unghia la squama, si formano grumi bianchi dall'aspetto di una cera); il segno di Koebner (quando la malattia è in corso qualsiasi trauma sulla pelle fa comparire nuove squame). La grandezza delle squame è molto varia, da un semplice puntino a una moneta; l'estensione è pure variabile e arriva sino alla diffusione in tutto il corpo, compreso il cuoio capelluto, dove le squame sono molto ampie, ma non impediscono il normale sviluppo dei capelli. Anche le unghie possono essere colpite: si formano piccole depressioni che danno all'unghia l'aspetto di un ditale. Della psoriasi si hanno anche alcuni quadri clinici particolari: nella forma artropatica si ha la comparsa, in piena eruzione squamosa, di artriti acute, specie alle mani e ai piedi; nella forma eritrodermica si ha la comparsa di un arrossamento violento, diffuso a tutto il corpo.

PSITTACOSI MALATTIA INFETTIVA

PSITTACOSI malattia infettiva. La causa è un microrganismo avente alcuni caratteri dei virus e altri dei microbi, per cui può essere considerato una forma intermedia, appartenente al genere Myagawanella. L'infezione è assai diffusa fra i pappagalli (specialmente fra quelli provenienti dall'America meridionale), nei quali determina una grave sintomatologia a carico dell'apparato respiratorio e gastrointestinale. L'animale se ne sta in un angolo della gabbia, abbattuto, sonnolento, privo d'appetito, tremante e con le penne arruffate; in circa la metà dei casi la malattia termina con la morte. Data l'estrema contagiosità dell'infezione, in queste condizioni il pappagallo costituisce un pericolo per le persone che lo avvicinano. Il contagio avviene per la manipolazione degli escreti, e anche per l'inspirazione dell'aria contenente particelle essiccate degli escreti stessi. Ciò spiega quanto sia facile la trasmissione all'uomo. Ma questo non è tutto: bisogna aggiun- gere infatti che qualsiasi pappagallo, e non soltanto quello manifestamente ammalato, può c ere una fonte d'infezione, in quanto il virus è sovente annidato nell'animale senza che dia segno della sua presenza. Nell'uomo la malattia, dopo un'incubazione di 8-14 giorni, esordisce con malessere, dolori agli arti e ai lombi, senso di stanchezza, inappetenza, brividi e febbre alta. Dopo 2-3 giorni la tosse, il vomito, la diarrea, il mal di capo tormentano il paziente cheè depresso, insonne, delirante. Infine compaiono i segni di una polmonite virale che solo con lentezza si risolve, trapassando poi in una lunga convalescenza. Il più importante esame di laboratorio per la diagnosi è la reazione di deviazione del complemento sul sangue, positiva però soltanto dopo il 15°-20° giorno di malattia. La cura si effettua con gli antibiotici tetracicline, molto efficaci, in genere da somministrare per 8-10 giorni.

PSICOSI TERMINE CHE DESCRIVE LE MALATTIE MENTALI

PSICOSI termine che descrive le malattie mentali provocate da una causa esterna ( tossica, infettiva, traumatica, dismetabolica). Le psicosi possono essere la manifestazione psichiatrica di una malattia generale dell'organismo (con il cervello integro) o la manifestazione psichiatrica di una alterazione organica primitiva del sistema nervoso centrale. Quando la causa esterna è evidente si parla di psicosi esogene (epilessia traumatica, sifilide, alcoolismo, disendocrinie, ecc.); quando manca tale evidenza si parla di psicosi endogene (o di processi patologici cerebrali). A quest'ultimo gruppo appartengono la schizofrenia e la psicosi maniaco-depressiva. Si usa spesso il termine processo per definire le psicosi endogene, perché con tale termine si vuole indicare un improvviso mutamento nella situazione psicologica del malato (in analogia con un processo infettivo).

PSICOPATIE ALTERAZIONI DELLA PERSONALITA'

PSICOPATIE termine con cui in psichiatria si designano delle alterazioni nell'evoluzione della personalità su base congenita, nelle quali manca una sofferenza del sistema nervoso centrale (che, invece, qualifica le psicosi). La psicopatia può manifestarsi in qualsiasi età della vita, anche relativamente tardi. Si differenzia dalla nevrosi perché la psicopatia è stabile (si potrebbe dire inevitabile). Schneider definisce le personalità psicopatiche come « quelle persone che soffrono e che fanno soffrire la società ». Oggi si dubita fortemente del concetto di personalità psicopatica, poiché è veramente difficile trovarla nella forma pura. Tuttavia si descrivono personalità psicopatiche ipertimiche (attive, litigiose, permalose), depresse (pessimiste, senza coraggio né energia), insicure (sia di sé che degli altri), fanatiche (con un'idea dominante), che vogliono imporsi (capricciose, gelose, irrequiete), di timore variabile, con comportamento esplosivo, con ottusità affettiva, abuliche, asteniche.