domenica 29 marzo 2009
TUMORI DEL RENE NEOFORMAZIONI DEI RENI
TUMORI DEL RENE neoformazioni che interessano il rene. I tumori del rene sono nel complesso rari, non rappresentano più dell'uno per cento del totale. Sono di diverso tipo, a seconda dell'età del paziente. Nell'età infantile sono predominanti i nefroblastomi, o tumori di Wilms, notevolmente maligni, probabilmente di origine malformativa, che provocano decadimento generale, anemia, febbre, presenza di sangue nelle urine. La diagnosi di questi tumori è radiologica, la terapia consiste nell'asportazione del rene ammalato e in successivi trattamenti radiologici e farmacologici, che consentono di prolungare la vita del paziente. Nei soggetti anziani, al di là dei 60 anni, sono invece frequenti gli ipernefromi, o adenocarcinomi renali a cellule Chiare, che hanno un decorso molto lungo, danno metastasi tardive ai polmoni e alle ossa, si manifestano con dolori lombari e presenza di sangue nelle urine e vengono diagnosticati ricorrendo ad una urografia (esame radiologico dei reni). L'ipernefroma si cura chirurgicamente, facendo seguire all'intervento un trattamento radiologico. Un terzo e più raro tumore renale è il papilloma, o urotelioma, che insorge nei bacinetti renali e che colpisce prevalentemente individui anziani di sesso maschile. Anche questo tumore si cura come l'ipernefroma, con discrete possibilità di guarigione,. Rarissimi e privi di importanza clinica sono i tumori renali benigni, che di solito si scoprono accidentalmente quando si opera il rene per altre malattie e che non danno alcun segno clinico di rilievo.
TUBERCOLOSI DEL RENE INFEZIONE TUBEROLARE
TUBERCOLOSI DEL RENE localizzazione nel rene dell'infezione tubercolare. Il periodo di massima incidenza va dai 20 ai 40 anni. Solitamente ed inizialmente è interessato un solo rene ed i primi sintomi sono di tipo vescicale (minzioni ripetute e scarse con bruciori), poiché quasi sempre è concomitante una cistite (infiammazione della vescica) tubercolare. Talora, ma non obbligatoriamente almeno nelle prime fasi, il paziente accusa dolore al rene anche sotto forma di attacchi acuti (colica). All'esame delle urine si riscontra pus ed ematuria (globuli rossi nell'urina). La febbre è incostante e la funzionalità renale globale è rispettata. La tubercolosi renale, pur potendo presentare delle remissioni, è una malattia evolutiva, se non adeguatamente curata, e nel 15 per cento dei casi si diffonde all'altro rene. Naturalmente se entrambi i reni sono colpiti, la prognosi è assai grave, mentre se la tubercolosi è unilaterale essa è risolvibile con specifici antibiotici e chemioterapici in associazione tra di loro, e, qualora questi fallissero o la lesione fosse troppo estesa, con l'intervento chirurgico (nefrectomia monolaterale, o asportazione del rene). Grandi progressi sono stati fatti oggi in questo tipo di interventi chirurgici, che permettono una percentuale notevole di successi.
EMORRAGIE DEL RENE
EMORRAGIE DEL RENE il sintomo iniziale è rappresentato da un dolore spontaneo o provocato da movimenti e da sforzi, cui si accompagna un senso di angoscia. Nelle ore seguenti compare nella regione lombare una tumefazione che può essere appena apprezzabile o avere un volume pari a un'arancia; palpando col palmo della mano si ha la sensazione di una crepitazione dovuta ai coaguli. Più tardi compaiono: macchie simili a ecchimosi, uno stato di subbittero e febbre elevata. La radiografia svela opacità perirenale. La secrezione di urina risulta diminuita. Le cause possono risalire a un grave trauma, alla presenza di una lesione renale anteriore, a un aneurisma dell'arteria renale, a un'emorragia surrenale, a periarterite nodosa, ad alterazioni della struttura sanguigna. Il trattamento è chirurgico: si procede all'evacuazione della loggia renale e al tamponamento successivo. Indicazioni alla nefrectomia si verificano quando si constata un'estesa distruzione del tessuto renale.
ASCESSO DEL RENE
ASCESSO DEL RENE infezione caratterizzata da raccolte di materiale purolento, cremoso, giallognolo o verdastro, causata il più delle volte da germi piogeni, o germi del pus. La sintomatologia è contraddistinta da febbre molto elevata, dolori nella regione renale e eliminazione di pus attraverso l'urina (esaminando al microscopio un campione di urina, si osserva la presenza di numerosi globuli bianchi alterati). All'inizio la terapia è essenzialmente a base di antibiotici, ma se l'infezione non tende a recedere bisogna ricorrere all'intervento chirurgico sul rene per evacuare il pus incistatosi nel contesto dell'organo. L'ascesso, anziché nel rene, può formarsi attorno ad esso ed in tal caso si parla di ascessi peri o para-renali; questi determinano sintomi non molto diversi da quelli provocati dall'ascesso renale. Anche in tale ultima circostanza la terapia consiste in generose somministrazioni di antibiotici e, se questi non sono risolutivi, nell'intervento chirurgico evacuativo.
REINFEZIONE GHIANDOLARE TUBERCOLARE
REINFEZIONE GHIANDOLARE TUBERCOLARE, si ha quando le ghiandole, sede del complesso primario tubercolare, che ordinariamente guariscono se curate in modo opportuno, sono invece causa di: lieve deperimento, astenia, pallore, stati di sudorazione limitata ad alcune ore del giorno; compare anche febbricola e questo si verifica anche molti anni dopo la guarigione clinica. Dal punto di vista medico la febbre ghiandolare da reinfezione specifica, può confondersi con la sintomatologia dell'infezione primaria quando il primo impatto con l'infezione specifica è stato misconosciuto o è passato in maniera inavvertita. Radiograficamente, si nota un ilo polmonare congesto con segni di reazione perighiandolare. La intradermoreazione alla tubercolina, come è ovvio, rimane positiva. La velocità di sedimentazione è alta.
RECESSIONE DELL'ANGOLO TRAUMI OCULARI
RECESSIONE DELL'ANGOLO complicazione temibile di tutti i traumi oculari. Questa alterazione, che è solo apprezzabile dallo specialista mediante uno speciale esame, la gonioscopia, consiste nella disinserzione della radice dell'iride dalle sue connessioni con la parete del globo, per cui l'iride è come strappata alla periferia. Decorre praticamente asintomatica poiché i disturbi provocati dal trauma mascherano questa condizione. Si può rivelare solo dallo specialista ad un esame diretto in un occhio traumatizzato, esame che deve essere sempre eseguito poiché a distanza di tempo, anche dopo un anno, quando qualsiasi lesione o danno recato dal trauma è sparito, esso può provocare un glaucoma secondario, con tutte le sue nefaste conseguenze. Il glaucoma è provocato dalla cicatrizzazione successiva alla disinserzione, che può occludere l'angolo camerulare e impedire l'accesso al trabecolo e quindi il deflusso normale dei liquidi endoculari.
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