mercoledì 8 aprile 2009

TENSIONE PREMESTRUALE, dipende dall'eccessiva concentrazione di follicolina

TENSIONE PREMESTRUALE, dipende dall'eccessiva concentrazione di follicolina (follicolinemia); produce nella donna mestruata dei disturbi talvolta normali talvolta patologici. Facoltativamente compaiono, in condizioni fisiologiche, sintomi psichici (tendenza all'isolamento, umore variabile, eccitabilità psichica e affettiva), intestinali (meteorismo, flatulenza, vomito, diarrea), respiratori (coriza, asma), urinari (tenesmo, pollachiuria), metabolici (variazione del peso per ritenzione di acqua, acetomia, acetonuria), dolori colecistiti. Altre volte si manifestano: aumento dell'appetito fino alla bulimia, tensione dei seni, ripugnanza o eccitazione sessuale. In condizioni patologiche le ricorrenze mensili determinano, per evidenziazione di processi latenti: crisi epilettiche e isteriche, tetania, manifestazioni cutanee, colecistiti, appendiciti, annessiti, ovario

AUMENTO DELLA TENSIONE INTRAOCULARE, ipertensione oculare

AUMENTO DELLA TENSIONE INTRAOCULARE, ipertensione oculare in genere provocata da un aumento della resistenza al deflusso dell'umor acqueo. Questo si forma nella camera posteriore (dietro l'iride) a livello dei processi ciliari, filtra tra cristallino e superficie posteriore dell'iride e passa nella camera anteriore attraverso la pupilla. Il passaggio tra la camera posteriore e quella anteriore non è sempre facile, poiché l'iride si può trovare più o meno aderente alla faccia anteriore del cristallino e creare una specie di blocco (blocco pupillare fisiologico) che in alcune condizioni patologiche può essere ermetico. Una volta giunto nella camera anteriore, l'umor acqueo si trova imprigionato tra la parete anteriore dell'iride e quella posteriore della cornea, per cui non ha che una via di uscita: un canale circolare (canale di Schlemm), contenuto entro la sclera, nell'angolo sclerocorneale.

Per passare dalla camera anteriore in questo canale, l'umor acqueo deve superare una specie di filtro poroso, il trabecolo. Perché il fluido possa circolare esiste nell'occhio una certa pressione: ogni ostacolo alla circolazione del fluido creerà quindi una ipertensione intraoculare.

TENOSINOVITE, infiammazione di un tendine e della sua guaina (sinovia)

TENOSINOVITE, infiammazione di un tendine e della sua guaina (sinovia) di natura infiammatoria o tubercolare. La forma tbc si manifesta nel corso dell'infezione che abbia colpito qualche organo e avviene per disseminazione attraverso la corrente sanguigna. Colpisce di preferenza i tendini della mano e i sintomi sono caratterizzati da tumescenza, dolore, limitazione alla flesso-estensione delle dita. Il processo tende ad aprirsi una strada verso l'esterno attraverso tragitti fistolosi. La terapia è quella chemioterapica antitubercolare. Se gli esiti comportano rigidità della mano si rende necessario l'intervento chirurgico. Per la tenosinovite infiammatoria, la cui sintomatologia è affine, la cura antibiotica porta alla guarigione.

TENIASI, infezione parassitaria

TENIASI, infezione parassitaria talvolta asintomatica che può produrre stipsi alternata a diarrea, nausea e vomito, coliche addominali, insonnia, midriasi (pupille dilatate), scialorrea (aumentata salivazione), astenia, dimagrimento e più raramente convulsioni o segni meningei. È dovuta a diverse varietà di platelminti (vermi piatti segmentati), denominate tenie, che vivono da parassiti nell'uomo o in vari vertebrati (bovini, suini, cani, gatti). Alcune specie (tenia saginata, tenia solium) vivono nell'intestino umano; altre sono parassite dell'uomo allo stato di larva (vedi ecbinococcosi). Questi platelminti, di lunghezza variabile, sono vermi cosmopoliti ermafroditi, si nutrono per osmosi, sono molto longevi (vivono alcuni anni), non permettono altre infestazioni (da qui la definizione di verme solitario); molte specie sono fornite di scolice (testa con ventose), da cui si originano a catena le proglottidi, le quali contengono le uova.

TENESMO, tensione dolorosa talvolta accompagnata da bruciore

TENESMO, tensione dolorosa talvolta accompagnata da bruciore e dal desiderio parzialmente insoddisfatto d'espulsione; si verifica a livello dell'ano (tenesmo rettale) o della vescica (tenesmo vestitale). Il fenomeno rettale può manifestarsi per proctite, emorroidi, ragadi, cancro rettale, polipi, linfogranulomatosi rettale, atonia intestinale con formazione di fecalomi, stenosi infiammatorie e cicatriziali, esiti di traumi, infiammazioni, adenomi, cancri prostatici, tumori e retroversione dell'utero. Un tenesmo vestitale può essere riferito a infiammazioni, tumori delle vie urogenitali, calcolosi, affezioni rettali e prostatiche, mieliti, sclerosi a placche, sclerosi laterale amiotrofica, traumi pelvici, urine eccessivamente acide, spasmi tetanici, operazioni sul retto.

ROTTURA DEL TENDINE DI ACHILLE

ROTTURA DEL TENDINE DI ACHILLE , rottura provocata da un agente traumatico tagliente; determina la retrazione dei due estremi con impedimento della deambulazione. La cura è solo chirurgica e consiste nell'avvicinamento e nella sutura dei due estremi sezionati, da eseguirsi il più presto possibile. Il fatto che il tessuto tendineo non cicatrizzi e che solo quello peritendineo sia in grado di farlo, può dar luogo a complicazioni post-operatorie per il blocco dello scorrimento del tendine stesso.