lunedì 13 aprile 2009

TORSIONE DEL PEDUNCOLO neoplasie ovarice

TORSIONE DEL PEDUNCOLO, frequente complicazione che si verifica nelle neoplasie ovarice (benigne o maligne, cistiche o solide) a causa della rotazione del tumore sul suo asse. L tanto più facile a verificarsi quanto più il peduncolo (cioè il tralcio vascoloconnettivale che salda l'ovaio alla parete pelvica) è sottile e lungo, ancorché possa verificarsi, ma meno frequentemente, in casi di peduncolo breve, largo o addirittura sessile. Le cause che possono favorire la rotazione del tumore sul suo asse sono varie: il movimento ascensionale del tumore (che avviene in modo spiraliforme) quando questo, ingrossandosi, ascende dal piccolo bacino alla grande cavità addominale; la mobilità del tumore: i movimenti delle anse intestinali; le profonde inspirazioni; i movimenti bruschi del corpo (salti, cadute, danza).

La rotazione può avvenire bruscamente o lentamente e può essere parziale o totale. Si possono avere un solo giro o più di uno, fino a cinque-sei. Se la torsione è parziale ed avviene lentamente, le conseguenze possono essere anche scarse, ma se essa è progressiva o totale, si verifica la mancata nutrizione della neoplasia (per strozzamento dei vasi venosi, ma soprattutto arteriosi, contenuti nel peduncolo), la quale cade in sfacelo, provocando una peritonite grave e talora mortale.

giovedì 9 aprile 2009

TORSIONE DEL PEDUNCOLO

TORSIONE DEL PEDUNCOLO, frequente complicazione che si verifica nelle neoplasie ovari che (benigne o maligne, cistiche o solide) a causa della rotazione del tumore sul suo asse. L tanto più facile a verificarsi quanto più il peduncolo (cioè il tralcio vascoloconnettivale che salda l'ovaio alla parete pelvica) è sottile e lungo, ancorché possa verificarsi, ma meno frequentemente, in casi di peduncolo breve, largo o addirittura sessile.

Le cause che possono favorire la rotazione del tumore sul suo asse sono varie: il movimento ascensionale del tumore (che avviene in modo spiraliforme) quando questo, ingrossandosi, ascende dal piccolo bacino alla grande cavità addominale; la mobilità del tumore: i movimenti delle anse intestinali; le profonde inspirazioni; i movimenti bruschi del corpo (salti, cadute, danza). La rotazione può avvenire bruscamente o lentamente e può essere parziale o totale.

Si possono avere un solo giro o più di uno, fino a cinque-sei. Se la torsione è parziale ed avviene lentamente, le conseguenze possono essere anche scarse, ma se essa è progressiva o totale, si verifica la mancata nutrizione della neoplasia (per strozzamento dei vasi venosi, ma soprattutto arteriosi, contenuti nel peduncolo), la quale cade in sfacelo, provocando una peritonite grave e talora mortale.

TONSILLITE, processo infiammatorio acuto o cronico

TONSILLITE, processo infiammatorio acuto o cronico che colpisce le tonsille; mentre le forme acute fanno parte di un quadro generale che interessa tutto l'orofaringe (vedi angina), le forme croniche acquistano un rilievo particolare perché costituiscono un focus responsabile di manifestazioni reumatiche, nefritiche e di malattie del collageno. La tonsillite cronica può rappresentare l'esito di una tonsillite acuta, ma più spesso si instaura come tale fin dall'inizio; sia nell'uno che nell'altro caso esiste sempre alla base una incapacità relativadel tessuto linforeticolare tonsillare ad espletare il normale compito di elaborazione del materiale antigenico; l'ipertrofia tonsillare è infatti l'espressione di un tentativo, senza esito, di riportare in equilibrio una situazione già definitivamente compromessa.

TIROSINOSI

TIROSINOSI, malattia di cui sono sintomi: itterizia, ingrossamento del fegato, anemia, nefrosi, perdita di minerali scheletrici, aumento del fosforo nel sangue e del calcio nell'urina. La malattia conduce a morte, talvolta nelle prime settimane di vita, talaltra nel corso di qualche anno. Nel sangue si trova aumento di metionina e tirosina (è l'accumulo di queste sostanze a determinare la malattia). Una dieta con riduzione di metionina e di tirosina non è ancora stata messa a punto.

TIROSINEMIA, malattia dipendente dalla mancanza congenita di un enzima

TIROSINEMIA, malattia dipendente dalla mancanza congenita di un enzima, la idrossifenilpiruvico-ossidasi, per cui non può avvenire la normale trasformazione della tirosina, un aminoacido costituente delle proteine, in acido idrossifenilpiruvico e acido omogentisinico. Ne deriva pertanto un accumulo nei tessuti ed un aumento della tirosina presente nel sangue. I sintomi insorgono a 2-4 mesi di età: cirrosi epatica con ingrossamento del fegato, emorragie, decorso rapidamente mortale. Si può avere anche una forma cronica, meno drammatica: dopo alcune settimane o mesi dalla nascita compaiono emorragie, anemia, segni di rachitismo vitamino- resistente e difetto dei tubuli renali per cui nell'urina vi è presenza di albumina e glucosio, di grandi quantità di aminoacidi e fosfati; nel sangue un aumento dei cloriti ed una diminuzione del potassio.

TIROIDITI, condizioni di infiammazione della tiroide

TIROIDITI, condizioni di infiammazione della tiroide. La càusa del processo infiammatorio può essere costituita da infezioni batteriche o virali, da autoaggressione (formazione di anticorpi antitiroide elaborati da varie cellule e agenti in senso distruttivo), da traumi, da agenti fisici (irradiazioni). Le forme di infiammazione possono essere acute (infettive, batteriche e virali, e non infettive o traumatiche e fisiche), subacute (tiroidite granulomatosa giganto-cellulare di De Quervain, determi- nante focolai in uno o entrambi i lobi della tiroide, più frequente nel sesso femminile e fra i 25 e i 50 anni, caratterizzata da febbre, dolore e tumefazione in sede tiroidea, suscettibile di trattamento con antibiotici, con antinfiammatori ed eventualmente con terapia chirurgica e con irradiazioni) e croniche (tiroidite di Riedel o tiroidite fibroso-indurativa, caratterizzata da gozzo non voluminoso, dolenzia soltanto alla palpazione, durata compresa fra pochi mesi e 5-6 anni, suscettibile di trattamento con antibiotici, antinfiammatorie con terapia tiroidea sostitutiva; tiroidite di Hashimoto, dovuta a complessi processi di autoaggressione e caratterizzata da aumento irregolare della tiroide con aspetto a grossi nodi, instaurantesi in modo subdolo e progressivo ed evolvente verso l'ipotiroidismo più o meno completo nel corso di mesi o di anni, suscettibile di terapia con trattamenti di blocco anticorpale, antinfiammatori e ormoni tiroidei sostitutivi).