giovedì 4 marzo 2010

La psiconcologia è la psicologia applicata all'oncologia.

La psiconcologia è la psicologia applicata all'oncologia.

Il disagio psicologico che si manifesta a seguito della diagnosi e della cura di una patologia organica grave può essere definito come una “normale” reazione ad una diagnosi “ab-norme”; ansia, depressione, collera, sbalzi d’umore, negazione, isolamento, pensieri di suicidio, regressione, confusione mentale, disturbi del ciclo sonno\veglia, disturbi alimentari, sensi di colpa, razionalizzazione, alexitimia, proiezione, spostamento, formazione reattiva sono le più frequenti manifestazioni “fisiologiche” che hanno un'importante funzione adattativa.

Non sempre è facile capire se le reazioni del paziente alla diagnosi sono reazioni normali, fisiologiche, oppure se si tratta di sintomi di una situazione di patologia psicologica, che richiede un supporto adeguato al paziente, sia di tipo psicologico che di tipo psichiatrico.

Il sintomo "acuto" o "fisiologico" si distingue da quello "cronico" o "patologico" sulla base della qualità, della quantità, dell’intensità, verificando da quanto tempo si manifesta e che intensità ha, e quanto influisce sulla vita della persona e sulle sue relazioni.

L’importanza di una corretta diagnosi psicologica o psicopatologica permette di aiutare il paziente stesso nel processo di cura e di guarigione, ove possibile.

Di seguito un breve e sintetico elenco dei principali disagi psicopatologici più frequenti nel paziente oncologico come presentati nel Manuale pratico di Psico-Oncologia, di Grassi, Biondi e Costantini (2003).

Psicofarmaci farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale

Con la definizione di psicofarmaci si identificano diverse classi di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. Si possono classificare in base al tipo di molecole (classi farmaceutiche) o all'effetto terapeutico. Fra essi i più utilizzati sono: gli ansiolitici, gli antidepressivi e i neurolettici (o antipsicotici); che a loro volta includono molecole appartenenti a classi diverse. A questi possiamo aggiungere il litio e gli antiepilettici usati come stabilizzatori dell'umore. Ci sono anche psicofarmaci ipnotici.

Non si può parlare di un effetto terapeutico comune della psicofarmacologia proprio per la eterogeneità delle molecole e dei disturbi trattati (Responder, non responder): alcune patologie si risolvono con una terapia ben condotta, altre croniche e recidivanti (ovvero perduranti nel tempo o che si ripresentano ciclicamente, soprattutto se i trattamenti farmacologici sono discontinuati), il loro effetto è di attenuare almeno i sintomi del disturbo mentale, favorendo una eventuale psicoterapia, o almeno una convivenza con la malattia mentale, nei casi in cui questa renda impossibile al paziente mantenere un lavoro e una vita normali.

In ogni caso l'uso e la prescrizione di psicofarmaci va valutato attentamente per gli effetti collaterali, a volte pesanti, e la possibilità di errori nell'assunzione, che possono portare a una riaccensione dei sintomi o a vere e proprie intossicazioni, il cui esito è raramente letale; inoltre il trattamento con alcuni tipi di psicofarmaci deve essere interrotto gradualmente, pena l'insorgere di sintomi di astinenza.

psichiatria forense risvolti medico-legali della psichiatria

La psichiatria forense è il settore disciplinare che studia i risvolti medico-legali della psichiatria e le problematiche forensi che spesso si affrontano in campo penale e civile con soggetti affetti da patologia psichica.

Si sviluppa intorno al XIII e XIV secolo.

Tra gli aspetti trattati da questo settore disciplinare vi sono:

* la responsabilità professionale dello psichiatra, come il rischio di denuncia per sequestro di persona per TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) non opportunamente e legittimamente prescritto o quello di denuncia di omissione di soccorso per un ricovero non effettuato, perché non ritenuto indispensabile dallo psichiatra, cui seguono atti auto- o etero-aggressivi.
* le attività connesse alle richieste del giudice o del difensore di perizia psichiatrica dell'imputato, per valutare l'imputabilità, ovvero la capacità di comprendere e sostenere l'evento processuale, ed anche se, al momento in cui il fatto è stato commesso, il reo fosse in tale stato patologico mentale da diminuire totalmente o grandemente la sua capacità di intendere e di volere.

La perizia psichiatrico-forense necessita di indagini di tipo clinico e strumentale

Parodontologia è una branca dell'Odontoiatria

La parodontologia è una branca dell'Odontoiatria che studia i tessuti del parodonto (peri = attorno; odons = dente) e le patologie ad esso correlate. Il parodonto è costituito 1 - gengiva 2 - osso alveolare 3 - cemento radicolare (tessuto che ricopre la radice del dente) 4 - legamento parodontale. La parodontologia si occupa quindi dell'insieme dei tessuti molli (il legamento periodontale e la gengiva) e duri (cemento e tessuto osseo alveolare) che circondano il dente e che assicurano la sua stabilità nell'arcata alveolare (in condizioni di salute). La parodontologia, si occupa anche delle malattie che interessano il parodonto, queste vengono chiamate genericamente malattie parodontali o parodontopatie, o piorrea (termine storico oggi ancora utilizzato nella popolazione).

La malattia parodontale è una malattia che ha una componente batterica, quindi infettiva, ma questa non è sufficiente a portare la malattia parodontale.

Neuropsicologia

Nelle neuroscienze la neuropsicologia si caratterizza per il suo obiettivo di studiare i processi cognitivi e comportamentali correlandoli con i meccanismi anatomo funzionali che ne sottendono il funzionamento.

Si basa sul metodo scientifico e condivide il punto di vista del processamento dell'informazione della mente tipico della psicologia cognitiva (o cognitivismo).

La neuropsicologia si inserisce nel settore delle neuroscienze, ed ha aree di sovrapposizione con la psicologia, la neurologia, la psichiatria e le reti neurali.

I neuropsicologi lavorano nelle università (ricerca di base e applicata), in cliniche o ospedali (coinvolti nel trattamento di pazienti con problemi neurologici e neuropsicologici), nell'industria (es. farmaceutica) o in altre strutture ove sia richiesta una competenza scientifica sul funzionamento fisiologico e patologico del sistema nervoso.

Neonatologia - specializzazione di pediatria

La neonatologia è una specializzazione di pediatria che consiste nella cura medica dei neonati, specialmente delle malattie neonatali e delle nascite premature. È una specialità che si attua in ospedale, ed è di solito praticata nelle unità di cura intensiva neonatale.

I principali pazienti dei neonatologi sono bambini appena nati che sono malati o che hanno bisogno di cure mediche specialistiche a causa della nascita prematura, basso peso alla nascita, crescita intrauterina ritardata, malformazione congenita (difetto di nascita), sepsi, o asfissia neonatale.

Una concezione più estesa considera lo sviluppo fisico e psichico, normale o patologico, del neonato (Psicologia perinatale).

Mentre un alto numero di mortalità infantile fu riconosciuto dalla British medical community già dal 1860, la moderna cura intensiva neonatale è una disciplina di recente innovazione. Nel 1898 il Dr. Joseph B. DeLee creò la prima incubatrice per i bambini prematuri a Chicago, Illinois. Il primo testo americano riguardante la cura dei nati prematuri fu pubblicato nel 1922. Nel 1952 la dottoressa Virginia Apgar descrisse l'APGAR score un sistema a punteggio per la valutazione delle condizioni fisiche dei nuovi nati. Ma fu solo nel 1965 che fu aperta la prima sezione di cura intensiva neonatale presso New Haven, Connecticut e nel 1975 l'associazione pediatrica americana stabilì dei criteri per la certificazione della neonatologia.