venerdì 7 gennaio 2011

Solvente - liquido che scioglie un soluto solido

Un solvente è un liquido che scioglie un soluto solido, liquido o gassoso, dando luogo ad una soluzione. In altre parole, un solvente è il componente di una soluzione che si presenta nello stesso stato di aggregazione della soluzione stessa. Il solvente più comune è l'acqua. Il solvente è quella sostanza presente in maggior quantità in una soluzione.
I solventi in genere hanno un basso punto di ebollizione ed evaporano facilmente o possono essere rimossi per distillazione, lasciando ciò nonostante la sostanza disciolta intatta. I solventi non dovrebbero dunque reagire chimicamente con il soluto (ovvero devono essere chimicamente inerti). I solventi possono anche essere utilizzati per estrarre composti solubili da un miscuglio.
I solventi sono solitamente liquidi chiari e incolori e spesso presentano un odore caratteristico. La concentrazione di una soluzione è l'ammontare di composto disciolto in un certo volume di solvente. La solubilità è l'ammontare massimo di composto solubile in un certo volume di solvente a data temperatura.
Il termine solvente organico si riferisce ai solventi che sono composti organici. Usi comuni dei solventi organici sono nel lavaggio a secco (es. tetracloroetilene), come colle (es. acetone, acetato di metile, acetato di etile) come rimotori di macchie (es. esano), nei detergenti, profumi e soprattutto nelle sintesi chimiche.

Pesticida - respingere o distruggere gli organismi viventi

Pesticida è un termine generico utilizzato per designare tutte le sostanze capaci di controllare, limitare, respingere o distruggere gli organismi viventi (microrganismi, animali o vegetali) considerati come nocivi, o di opporsi al loro sviluppo.


Il termine "pesticida" è più generico dell'espressione "fitofarmaco" poiché ingloba oltre ai prodotti destinati alla protezione delle piante, anche i prodotti ad uso veterinario destinati a proteggere gli animali domestici e da compagnia (ad esempio, il collare antipulci per cani).
Il termine è improprio, derivante dalla traduzione dall'inglese pesticide, seguendo lo stesso modello. Inoltre molto spesso se ne fa un utilizzo strumentale, ovvero lo si usa quando si vuole esprimere un giudizio negativo, quando si vuole apportare una nota polemica all'argomento. Il termine è ormai entrato nel linguaggio comune, a causa dell'ampio utilizzo che ne è stato fatto da parte dei media, e a volte lo si ritrova anche a livello accademico.


La legislazione europea o italiana non riconosce il termine pesticida; al contrario definisce precisamente il significato di biocida, di prodotto fitosanitario e di prodotto antiparassitario contro le avversità delle colture.


Gli effetti dovuti all'uso di pesticidi sull'ambiente e sulla salute sono stati oggetto di dibattito a livello europeo. Il Parlamento Europeo ha adottato recentemente due nuove direttive sull'autorizzazione e la vendita di pesticidi. È stata inoltre stilata una lista di sostanze pericolose, presenti in alcune antiparassitari, il cui uso è stato vietato per pericolosi usi.

Tossicologia - intossicazione e degli enzimi coinvolti nel loro metabolismo

Compito primo della tossicologia è comprendere l'azione diretta o indiretta delle sostanze coinvolte in episodi di intossicazione e degli enzimi coinvolti nel loro metabolismo. Molte sostanze considerate veleni sono infatti tossiche solo indirettamente. Un esempio è il metanolo che non è velenoso di per sé ma solo in quanto convertito in formaldeide nel fegato. Sono molte poi le sostanze le cui molecole diventano tossiche nel fegato per l'azione combinata di altre sostanze esterne, come nel caso del paracetamolo in presenza di alcol. Inoltre, a causa dei meccanismi di stimolazione reciproca degli enzimi, molte molecole diventano tossiche solo in combinazione con altre. La variabilità genetica di certi enzimi del fegato rendono poi la tossicità di molti composti diversa da un individuo ad un altro. Tra i compiti della tossicologia vi sono quindi anche quelli di identificare quali enzimi del fegato rendono tossica una determinata molecola, quali sono le sostanze tossiche prodotte, sotto quali condizioni e in quali individui avviene tale trasformazione, e con quali metodi si possono contrastare le intossicazioni stesse. Di notevole importanza, nello studio del metabolismo dei tossici, è conoscere il meccanismo con il quale agiscono i componenti della famiglia del citocromo P-450, fondamentali nel processo di detossificazione all'interno dell'organismo.
L'entità del danno biologico procurato da una sostanza tossica è legata a diverse variabili, tra le principali si citano:
natura chimica del tossico;
modalità di assorbimento (orale, transdermico, inalatorio, ecc.);
concentrazione;
entità e durata dell'esposizione;
stato di salute generale (buono, malattia preesistente, gravidanza, ecc.)
fattori genetici individuali.
Gli effetti clinici tossicologici possono manifestarsi in modo acuto, subacuto, subcronico o cronico.
La tossicologia tende a studiare in maniera distinta gli effetti tossici in base a due maggiori categorie: tossicità organo-mirata e tossicità non organo-mirata.

giovedì 4 marzo 2010

Chirurgia Magna - Bruno da Longobucco

Chirurgia Magna è l'opera maggiore di Bruno da Longobucco (Longobucco, inizio 1200 - Padova, 1286). Essa è composta da 2 libri, ognuno contenente 20 capitoli, "al fine di poter facilmente trovare quanto si cerca".

Anche se Bruno si riporta già dall'inizio ai nomi dei grandi medici del passato, quali Galeno, o di grandi medici arabi, quali Avicenna, Almesur, Albucasi, Alì Abbas, non si può negare che in certi punti dell'opera vi sono concetti di considerevole originalità. La prosa del libro è "aulica e curiale", come si usava nel tempo, ma l'impostazione della materia è nuova e pratica, fuori dai canoni comuni. Il discorso è scorrevole, facile e la sua interpretazione è chiara.

Centro Nazionale Trapianti

In base alla Legge 1º Aprile 1999 n. 91 il Servizio sanitario nazionale prevede oggi che il coordinamento dell'attività di donazione, prelievo e trapianto sia articolato su quattro livelli:

* nazionale (Centro Nazionale Trapianti)
* regionale (Centri Regionali Trapianto)
* interregionale (Centri interregionali Trapianto) e
* locale (Asl e Centri Trapianto).

Il Centro Nazionale Trapianti, con sede a Roma presso l'Istituto Superiore di Sanità[2], ha il compito di:

* controllare e coordinare l'attività di prelievo e trapianto su scala nazionale, nonché di elaborare e sostenere le linee-guida e formulare le raccomandazioni operative
* monitorizzare, attraverso il Sistema Informativo Trapianti (SIT), e archiviare l'intera attività svolta in Italia; i dati raccolti vengono poi utilizzati per determinare l'evoluzione della qualità dei risultati e per accedere rapidamente alla manifestazione di volontà di un eventuale donatore
* promuovere iniziative in favore della donazione e istituire corsi di formazione specializzati per migliorare il sistema di trapianti in Italia.

Cardioplegia

La cardioplegia è quella procedura che utilizza una soluzione protettiva cardiaca per la perfusione coronarica ad aorta clampata.

La cardioplegia (o protezione cardiaca) si associa alla macchina cuore-polmone (in circolazione extracorporea, CEC) in quanto, mentre quest'ultima avrebbe lo scopo di rendere esangue il campo operatorio e di mantenere vitali i tessuti, la prima ha il fine di conservare le sostanze energetiche attraverso l'arresto cardiaco, ridurre i processi metabolici e degradativi attraverso l'ipotermia e prevenire effetti sfavorevoli dovuti all'ischemia infondendo agenti protettivi.

L'introduzione della cardioplegia si è resa indispensabile in quanto il clampaggio aortico a livello dei seni coronarici, avente lo scopo di interrompere il flusso coronarico per minimizzare la quota di sangue nel campo operatorio, può recare danno alle fibrocellule muscolari cardiache fino a farne perdere la funzionalità. Senza protezione, l'arresto anossico induce distruzione cellulare miocardica dimostrata da un aumento di CK-MB oltre le 120 unità e dopo le 48 ore ritorno alla norma, ma con disfunzione cardiaca per la distruzione cellulare. Più alta è la dismissione di enzimi, più basso è l'indice cardiaco (si fa riferimento a questo parametro per la valutazione della funzionalità cardiaca e, quindi, per stabilire la capacità di sopravvivenza del paziente dopo l'intervento).