Quando l'attività lavorativa si è particolarmente protratta e si sono spese molte energie, si può accusare una sensazione di fatica, localizzata ad una certa regione muscolare o generalizzata, che impone all'organismo un più lungo riposo: quello che intercorre, appunto, tra una giornata lavorativa e l'altra e che include il sonno. Vi sono però casi in cui la stanchezza non scompare neppure con il riposo notturno, e la nuova giornata vede l'uomo iniziare la sua attività ancora affaticato. Giorno dopo giorno si verificherà un accumulo crescente di stanchezza, una sorta di vero e proprio esaurimento caratterizzato non solo da un calo di rendimento ma anche da sensazioni di malessere generale, di repulsione per il lavoro, di desiderio di dormire. Tale condizione indubbiamente patologica richiede specifiche misure sull'uomo (adeguato riposo) e sulle condizioni lavorative (riduzione del carico di lavoro). La fatica quindi è una conseguenza di modificazioni biologiche locali che finiscono con l'interessare poi, progressivamente, l'intero organismo. Non va ignorato, tuttavia, che la fatica non è sempre e solo conseguenza di un superlavoro di un apparato o dell'intero organismo, ma può essere indotta o accentuata da fattori psicologici.
mercoledì 16 aprile 2008
la fatica
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