Fino al 1968 la chirurgia dei trapianti viene considerata in fase pionieristica; dopo quell'anno c'è un vero e proprio «boom» dei trapianti d'organo, mentre viene delineandosi e consolidandosi fin dall'inizio un'impostazione interdisciplinare della loro preparazione ed esecuzione, nel senso che immunologo, specialista d'organo (il nefrólogo nel caso del rene, il cardiologo nel caso del cuore), chirurgo e anestesista collaborano strettamente, nello studio prima e poi nell'assistenza del paziente.
La realtà dei trapianti d'organo entrò in maniera spettacolare nelle case di tutti dopo che nella notte fra il due e il tre dicembre 1967 il cardiochirurgo Christian Barnard eseguì a Città del Capo il primo trapianto di cuore. Accanto alla enorme portata emotiva dell'evento, colpi fin dall'inizio l'opinione pubblica quanto vi era di azzardato e di aleatorio in quell'atto chirurgico: la sfida non era di ordine tecnico, era di ordine biologico. Per quanto il chirurgo e i suoi collaboratori si impegnino fin dall'inizio, per la buona riuscita del trapianto, a individuare l'organo dalle caratteristiche biologiche più compatibili con l'organismo del ricevente, il loro sforzo durante il decorso post-operatorio e durante tutto il dopo intervento (quindi anche quando il trapiantato è rientrato a casa e ha ripreso la sua vita) consiste nel contrastare la reazione di rigetto.
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lunedì 28 aprile 2008
Trapianti d'organo
II primo trapianto che fu tentato nel corso della storia dell'uomo fu un autotrapianto, ossia l'innesto di un lembo di pelle da un punto a un altro del corpo dello stesso paziente. Solo nel corso di questo secolo, quando il progresso delle tecniche chirurgiche rese possibile il trasferimento di un organo nella sua globalità da un individuo all'altro, ci si rese conto che la riuscita tecnica dell'intervento non bastava ad assicurare il successo del trapianto: tutt'oggi la chirurgia dei trapianti non si trova alle prese con problemi tecnici, che appaiono in gran parte risolti, bensì con problemi biologici e più propriamente immunologici perché si scoprì, quando ancora questo tipo di chirurgia era del tutto sperimentale, che l'organismo ricevente si opponeva alla presenza di un organo proveniente da un altro organismo.
Il problema dei trapianti era allora e rimane oggi il problema della reazione di rigetto. Per la storia il primo trapianto d'organo fu un trapianto sperimentale di rene su animale di laboratorio eseguito nel 1902 da Uhlman. Sotto il profilo tecnico il più grande contributo venne dato a questa chirurgia quale si può benissimo vivere alla condizione di seguire appropriate regole igieniche e comportamentali.
Il problema dei trapianti era allora e rimane oggi il problema della reazione di rigetto. Per la storia il primo trapianto d'organo fu un trapianto sperimentale di rene su animale di laboratorio eseguito nel 1902 da Uhlman. Sotto il profilo tecnico il più grande contributo venne dato a questa chirurgia quale si può benissimo vivere alla condizione di seguire appropriate regole igieniche e comportamentali.
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