sabato 19 aprile 2008

Lombalgia dolore a livello lombare

È il dolore a livello lombare. In molti casi è conseguenza di un'artrosi vertebrale (specialmente dopo i cinquant'anni); in casi più rari il dolore è molto violento, tanto che la persona non può più raddrizzarsi (si sospetta allora un'ernia del disco). Il dolore si manifesta alla vita, con irradiazione alla schiena e agli arti inferiori.

Chi è colpito da lombalgia deve mettersi a riposo su un letto rigido (la solita asse sotto il materasso), adagiato sul dorso, e chiamare il medico.

Iniezione intramuscolare come si pratica

La siringa, separata dall'ago e dal pistone, deve essere messa a bollire in un apposito contenitore o in una piccola pentola pulita. Sul fondo è bene mettere del cotone o un po' di garza. La siringa deve essere coperta dall'acqua. Si copre il recipiente e si lascia bollire per dieci minuti. Dopo essersi lavate le mani e averle disinfettate con alcol, si monta la siringa e la si appoggia in modo che l'ago riposi su un tampone imbevuto dall'alcol.

Tutte queste operazioni diventano superflue utilizzando le siringhe di plastica a perdere, confezionate in modo ermetico e già sterilizzate. Si scuote la fialetta è si sega il collo con l'apposita seghetta. Si introduce l'ago nella fialetta e si aspira il liquido lentamente. Poi, tenendo l'ago verso l'alto, si fanno uscire un paio di goccioline di liquido, in modo che non ci sia più aria. La puntura intramuscolare va fatta sulla parte superiore ed esterna della natica.

Si disinfetta la parte con cotone imbevuto d'alcol. La puntura si fa perpendicolarmente alla parte, con un movimento rapido del polso. Si aspira un po' col pistone (se si vede del sangue nella siringa bisogna pungere di nuovo), si inietta lentamente, si toglie l'ago e si fa una frizione con il cotone imbevuto d'alcol.

giovedì 17 aprile 2008

Occhio ai fulmini - parafulmine

La sicurezza assoluta contro i fulmini si ha soltanto nelle case munite di parafulmine. Esso non è altro che una punta metallica saldata a un cavo elettrico messo a terra. Questa punta attira i fulmini e li scarica, neutralizzandoli. La stessa funzione, cioè quella di creare una via preferenziale ai fulmini, attirandoli e facendoli scaricare, viene assolta anche da alberi, pali, antenne. Per questo motivo una casa a un centinaio di metri da un bosco o da un traliccio è sicura anche se non ha il parafulmine.

Anche nelle case sicure, tuttavia, è bene tenere presenti alcuni accorgimenti; l'aria calda infatti attira i fulmini ed è spesso causa di tragedie domestiche. Se si è in casa quando scoppia un temporale bisogna stare lontani dal camino, che costituisce una colonna di aria calda, chiudere le finestre e, soprattutto se non esiste un impianto di messa a terra, spegnere lavatrici, lavastoviglie e ogni altro elettrodomestico. Troppo spesso questi elementari accorgimenti non sono osservati e le conseguenze possono essere disastrose.

mercoledì 16 aprile 2008

Folgorazione.

Con tale termine si indica l'azione della corrente elettrica sul corpo umano. Tralasciando di descrivere gli accidenti da folgorazione sul lavoro, conviene soffermarsi su quelli che avvengono tra le pareti di casa, causati appunto dagli apparecchi elettrodomestici, quando, per qualunque ragione, vengono meno i presidi atti a renderli innocui e sicuri.

I più pericolosi di tali strumenti sono gli accendigas (la massaia li impugna con le mani umide), gli asciugacapelli, ma praticamente tutti gli elettrodomestici possono nascondere un potenziale pericolo. A parte le lesioni cutanee nel punto di contatto con la corrente, che vanno da una semplice ustione di primo grado (arrossamento) alla necrosi, con conseguente necessità di amputazioni, gli accidenti più gravi sono la paralisi respiratoria e la fibrillazione ventricolare del miocardio, vale a dire più semplicemente l'arresto del respiro e la paralisi del cuore.

Bisogna resistere all'istintivo impulso di toccare l'infortunato o, peggio, di tagliare il filo con le forbici; occorre invece staccare le prese di corrente 0, meglio, togliere la corrente al contatore prima di soccorrere l'infortunato. Se è incosciente è bene chiamare l'ambulanza e, nel frattempo, controllare se respira; in caso contrario si deve praticare la respirazione bocca a bocca. Se l'infortunato si riprende e appare in preda a shock (egli ha subito un vero e proprio elettroshock), è necessario tenerlo tranquillo, comunque sdraiato. Non raramente possono intervenire, in un secondo tempo, le gravi complicanze prima accennate. Se l'aspetto dell'infortunato appare subito di una certa gravità (assenza di respiro e di polso), e indispensabile praticare il massaggio cardiaco.

Purtroppo non tutti gli ospedali posseggono i defibrillatori, il cui rapido impiego è determinante per la vita dell'infortunato. Ogni volta che si maneggia uno strumento elettrico bisogna avere mani asciutte, piedi ben calzati e isolati dal terreno. Si pensi all'uso di un asciugacapelli in un bagno pregno di vapore acqueo, con i piedi bagnati su di un tappetino umido, con la possibilità che la resistenza ( 0 spirale incandescente che scalda l'aria) venga a contatto con i capelli bagnati.
Altra frequente eventualità è quella del bimbo che infila il cacciavite o le forbici nella presa di corrente: esistono in commercio prese costruite per evitare tali evenienze. Inoltre la tecnica moderna fornisce il cosiddetto salvavite che, applicate al contatore, evita il corto-circuito o la scarica

Fasciature proteggere una lesione emorragia

Le fasciature hanno lo scopo di proteggere una lesione, traumatica od infiammatoria, dall'azione di agenti esterni; di mantenere a contatto delle lesioni stesse i medicamenti appropriati; di immobilizzare o tenere a riposo una parte del corpo. Prima dell'applicazione di ogni fasciatura va effettuata una scrupolosa cura alle ferite mantenendosi il più possibile alla seguente sistematica:

• pulizia della ferita e delle parti circostanti;

• disinfezione, interessante non solo la zona lesa ma anche quella parte di cute che verrà compresa nella fasciatura;

• applicazione sulla ferita di una compressa di garza (mai cotone) e inizio del bendaggio. A parte l'aspetto estetico che ogni fasciatura

Un'altra avvertenza da seguire è la seguente : le cosiddette fasciature d'emergenza per frenare, mediante compressione, un'emorragia, devono essere rapidamente controllate da un medico per evitare sgradevoli quanto frequenti episodi di ischemia (mancanza di flusso sanguigno) o addirittura di lesioni di nervi sensitivi o motori. Pertanto una fasciatura per compressione va eseguita nel modo seguente: disinfettata o lavata la ferita sanguinante, si applicano una o due garze sterili o panni puliti.

Non importa se esse si impregnano subito di sangue : sopra si pone una spessa falda di cotone e, quindi, si inizia la fasciatura distendendo la benda con una certa energia: il cotone, agendo da cuscino, distribuisce la pressione evitando pericolose formazioni di «corde» o arroto-lamenti della benda. Se dopo la fasciatura si vede riaffiorare il sangue, si pone un'altra falda di cotone e si danno nuovi giri di benda.

In mancanza di bende, per un impiego di emergenza, possono anche essere usati fazzoletti, tovaglioli o teli piegati lungo la diagonale per ottenerne un telo triangolare che può momentaneamente sostituire la fasciatura.

Emorragia interna e emorragie ester­ne

L'emorragia, vale a dire la fuoriuscita di san­gue, è una delle occasioni che più frequente­mente richiedono un pronto soccorso d'ur­genza. Bisogna distinguere tra emorragie ester­ne e emorragie interne. Le prime sono quelle in cui il sangue si versa all'esterno; le seconde si hanno quando il san­gue si raccoglie in una cavità naturale del cor­po senza comunicazioni con l'esterno, oppure nell'interno di organi situati profondamente.

Un particolare tipo di emorragia interna este­riorizzata è quella che si verifica in un prime tempo in una cavità dell'organismo (intestino, utero, polmone, ecc.) e successivamente si esteriorizza attraverso un organo naturale: bocca, ano, vagina, ecc. Occorre anche distinguere tra le emorragie arteriose e quelle venose. L'emorragia arterio­sa è caratterizzata dall'emissione di sangue di colore rosso vivo, zampillante e con degli au­menti sincronizzati con le pulsazioni cardia­che.

Nell'emorragia venosa il sangue ha un colore scuro e non presenta aumenti con le pulsazioni cardiache. Nell'emorragia con fuoriuscita di sangue all'esterno, il soccorritore, purché in possesso di qualche nozione, può essere in grado di arrestare il sangue; nelle emorragie degli organi interni bisogna invece provvede­re, nel più breve tempo possibile, a un soccor­so di tipo chirurgico.

È opportuno quindi trattare solo delle emorra­gie che sono caratterizzate dalla fuoriuscita di sangue all'esterno. Per arrestare l'emorragia si può esercitare una pressione direttamente sul­la ferita {compressione diretta) oppure a qual­che distanza da essa {compressione indiretta). Queste compressioni possono essere esercita­te mediante una fasciatura {fasciatura com­pressiva). Di solito queste misure risultane efficaci nella maggior parte dei casi.

Se l'emorragia non cessa, si cerchi di premere il vaso interessato nel punto dove passa sopra un osso. Quando il soccorso non ha successo, non si deve perdere tempo a cercare il punto da comprimere, ma si deve esercitare la compres­sione di uno di questi punti:

emorragie della testa al di sopra degli occhi. Si preme con il dito pollice la zona posta da­vanti all'orecchio;

emorragie sotto l'occhio e sopra la mandibo­la. Si preme con un dito un paio di centimetri davanti all'angolo della mandibola;

emorragie della bocca e del collo. Il pollice va messo alla base della nuca, le altre dita sotte il pomo di Adamo ai lati del collo. Le dita vanno premute verso il pollice;

emorragie del braccio e della spalla. Si pre­me sull'osso del braccio, a metà tra gomito e ascella;

emorragie del piede, della gamba e della coscia. Si preme il palmo della mano sorte l'inguine, sul lato interno della coscia.