Con il termine menopausa (che in senso stretto significa ultima mestruazione) si indicano di solito correntemente tutti quei sintomi e quelle manifestazioni connessi con il termine del periodo fertile della donna. Le manifestazioni più frequentemente lamentate sono l'affaticamento, la facile irritabilità, la cefalea, l'incapacità di prender sonno; comune è anche uno stato di depressione psichica, variabile nella sua entità da semplici forme transitorie a gravi quadri che richiedono un vero e proprio trattamento medico.
Non tutte le donne lamentano invece dolori articolari, vertigini e palpitazioni, formicolii agli arti, soprattutto alle mani. Non si deve poi dimenticare che in almeno il 20 per cento dei casi il periodo critico (detto anche climaterio) passa in modo del tutto asintomatico. Ma anche in questi casi non manca, solitamente, una delle conseguenze tipiche della menopausa: l'ingrassamento. Esso è variabile, ma pressoché costante, e rappresenta uno dei principali fattori di rischio della donna ormai avviata verso il periodo senile.
Infatti, a questa età, anche per le donne i pericoli di malattie cardiovascolari (infarto compreso) raggiungono i livelli di probabilità degli uomini. E come per questi ultimi, lo stretto controllo metabolico e delle abitudini alimentari diviene indispensabile per evitare lesioni irreversibili delle pareti arteriose.
martedì 6 maggio 2008
lunedì 5 maggio 2008
Orologio della vita - sana vecchiaia
Per una sana vecchiaia è quindi necessaria una nuova igiene, che consideri più attentamente e più «strutturalisticamente» l'organismo e, di conseguenza, veda la salute come una stretta ed armonica interdipendenza tra le diverse strutture e le diverse funzioni. La medicina per prima dovrà quindi rispettare tale armonia evitando, quando non strettamente necessario, di comprometterla con l'azione tossica dei farmaci o con la mutilazione di parti del corpo che concorrono all'armonico funzionamento dell'assieme.
Quello di evitare farmaci ed interventi chirurgici non indispensabili è un capitolo non meno importante degli altri, cui si sta accennando, nel formulare un programma di vita capace di conferire la maggior quota di salute possibile nell'età avanzata e che parta da basi nuove che non consistano più nella semplice difesa da grossolana aggressioni quali un evento infettivo o una marcata carenza alimentare.
Si pensi che la più parte degli interventi chirurgici avviene a carico di tessuti linfatici (tonsille palatine ed appendice) che solo la ricerca più recente ha cominciato a mettere in luce in tutta la loro enorme portata funzionale. Si è già parlato delle difese immunologiche, cui è affidata la protezione dell'organismo dalle infezioni e dalle atipie cellulari, cioè dal cancro. È il tessuto linfatico che produce i linfociti che producono a loro volta gli anticorpi, cui spetta il compito di inattivare sia i virus ed i batteri, sia le cellule tumorali che probabilmente si formano di continuo nell'organismo, ma che fortunatamente vengono quasi sempre fermate in tempo da questi presìdi difensivi. Ora, asportare una parte anche minima di questo tessuto linfatico, espone fatalmente al pericolo che si indeboliscano le difese immunitarie dell'organismo o che, cosa non meno grave, esse non funzionino più con quella efficienza e rapidità che le varie situazioni richiederanno.
Quello di evitare farmaci ed interventi chirurgici non indispensabili è un capitolo non meno importante degli altri, cui si sta accennando, nel formulare un programma di vita capace di conferire la maggior quota di salute possibile nell'età avanzata e che parta da basi nuove che non consistano più nella semplice difesa da grossolana aggressioni quali un evento infettivo o una marcata carenza alimentare.
Si pensi che la più parte degli interventi chirurgici avviene a carico di tessuti linfatici (tonsille palatine ed appendice) che solo la ricerca più recente ha cominciato a mettere in luce in tutta la loro enorme portata funzionale. Si è già parlato delle difese immunologiche, cui è affidata la protezione dell'organismo dalle infezioni e dalle atipie cellulari, cioè dal cancro. È il tessuto linfatico che produce i linfociti che producono a loro volta gli anticorpi, cui spetta il compito di inattivare sia i virus ed i batteri, sia le cellule tumorali che probabilmente si formano di continuo nell'organismo, ma che fortunatamente vengono quasi sempre fermate in tempo da questi presìdi difensivi. Ora, asportare una parte anche minima di questo tessuto linfatico, espone fatalmente al pericolo che si indeboliscano le difese immunitarie dell'organismo o che, cosa non meno grave, esse non funzionino più con quella efficienza e rapidità che le varie situazioni richiederanno.
Proverbi salute e medicina
- La dieta cura meglio del bisturi
- Malato non è colui che è a letto, ma colui che è al suo capezzale.
- Per il malato non buone parole, ma rimedi efficaci.
- È molto facile per i sani consolare i malati.
- Il malato non si rallegra nemmeno per un letto d'oro.
- Curatevi quando siete ancora in buona salute
- Vivi ragionevolmente e non avrai bisogno del medico.
- Pasto lungo vita corta, pasto corto vita lunga.
- Se vuoi vivere a lungo e rimanere in buona salute, mangia come un gatto e bevi come un cane.
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Paralisi grave trombosi cerebrale emiplegico
Non è affatto vinta, invece, l'emiplegia, cioè la paralisi grave di una parte del corpo, la destra o la sinistra, conseguente il più delle volte a una trombosi cerebrale. Anzi, nei Paesi industrializzati l'ictus cerebrale è sempre più frequente e l'emiplegia rappresenta ormai una malattia socialmente significativa.
Ebbene, nella cura dell'emiplegico — e prima ancora nel trattamento delle emiparesi, che sono le forme meno gravi di immobilizzazione muscolare — la riabilitazione trova oggi il suo campo più vasto di intervento, almeno per quanto riguarda l'età adulta.. Nei congressi medici dedicati al recupero degli emiplegici viene solitamente adottata una classificazione dei risultati ottenuti che può essere molto utile anche al profano per capire che cosa implica nella pratica questo tipo di intervento.
Ebbene, nella cura dell'emiplegico — e prima ancora nel trattamento delle emiparesi, che sono le forme meno gravi di immobilizzazione muscolare — la riabilitazione trova oggi il suo campo più vasto di intervento, almeno per quanto riguarda l'età adulta.. Nei congressi medici dedicati al recupero degli emiplegici viene solitamente adottata una classificazione dei risultati ottenuti che può essere molto utile anche al profano per capire che cosa implica nella pratica questo tipo di intervento.
Riabilitazione poliomielitico adulti
La prima massiccia applicazione delle tecniche della riabilitazione avvenne negli Stati Uniti tra il 1930-40 nella cura dei poliomielitici sfuggiti alla morte durante la fase acuta del male. In America la poliomielite era considerata fino all'avvento dei vaccini antipolio (il Salk e poi il Sabin attorno agli anni Sessanta) come un vero e proprio flagello sociale. Ma attraverso le tecniche della riabilitazione (o terapie fisiche) si raggiunsero ben presto risultati insperati. Nel 1952, durante un Congresso di medicina fisica svoltosi a Londra, furono comunicati a questo proposito dati molto significativi: su 100 poliomielitici la riabilitazione motoria era arrivata nel 40 per cento dei casi a una completa regressione della paralisi; nel 30 per cento i risultati erano stati buoni e tali, comunque, da permettere un completo recupero sociale; nei casi restanti i risultati erano stati modesti.
Contrariamente a quanto si crede, la riabilitazione del poliomielitico è importante non solo per quanto riguarda gli arti inferiori, che sono notoriamente i più colpiti dalla terribile infezione, ma anche per la mobilità della colonna vertebrale e per la funzionalità respiratoria. Si tratta comunque — almeno per i Paesi evoluti, dove da anni viene attuato un sistematico programma di immunizzazione — di una applicazione fortunatamente superata: in buona parte del mondo, infatti, la poliomielite può dirsi ormai debellata.
Contrariamente a quanto si crede, la riabilitazione del poliomielitico è importante non solo per quanto riguarda gli arti inferiori, che sono notoriamente i più colpiti dalla terribile infezione, ma anche per la mobilità della colonna vertebrale e per la funzionalità respiratoria. Si tratta comunque — almeno per i Paesi evoluti, dove da anni viene attuato un sistematico programma di immunizzazione — di una applicazione fortunatamente superata: in buona parte del mondo, infatti, la poliomielite può dirsi ormai debellata.
Pelle salute e malattie
Per essere belli bisogna essere sani: questa categorica affermazione è stata ormai accettata anche dalla scienza ufficiale. II corpo è una macchina complessa i cui meccanismi devono funzionare perfettamente perché il suo aspetto sia gradevole. Chi si sente in buona salute riesce ad ottenere un equilibrio psico-fisico che gli permette di affrontare più serenamente la società e la famiglia.
L'involucro esterno dell'organismo, e cioè la pelle, è la prima spia di qualcosa che non va. Essa dovrebbe essere liscia e vellutata al tatto, senza irregolarità o ispessimenti dovuti ad accumuli irregolari di grassi. La circolazione deve essere attiva, nutrire e rigenerare le cellule; non ci devono essere desquamazioni e la pigmentazione deve essere regolare. Derché la pelle possa essere n queste condizioni ideali è oerò necessario regolare il funzionamento di tutto il corpo.
L'involucro esterno dell'organismo, e cioè la pelle, è la prima spia di qualcosa che non va. Essa dovrebbe essere liscia e vellutata al tatto, senza irregolarità o ispessimenti dovuti ad accumuli irregolari di grassi. La circolazione deve essere attiva, nutrire e rigenerare le cellule; non ci devono essere desquamazioni e la pigmentazione deve essere regolare. Derché la pelle possa essere n queste condizioni ideali è oerò necessario regolare il funzionamento di tutto il corpo.
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