venerdì 28 novembre 2008

Carcinoma Basocellulare tumore maligno

Carcinoma Basocellulare, tumore maligno originato dagli epiteli pavimentosi di copertura e più precisamente dai loro strati piú profondi o basali. Questi epiteli, chiamati pavimentosi per la loro struttura a cellule fatte a mo' di piastrella, rivestono la pelle, le cavità delle alte vie respiratorie e digestive (bocca, laringe, esofago), la vagina e la parte dell'utero che sporge in vagina: sono queste dunque le sedi in cui compare questo tipo di carcinoma, il quale tuttavia non è molto frequente: molto più spesso in queste sedi compare un'altra varietà di cancro, il carcinoma spinocellulare .

Per le sue caratteristiche cliniche, il carcinoma basocellulare non si discosta dagli altri carcinomi: unica eccezione è quella del carcinoma basocellulare della pelle, che, in genere, rappresenta una evoluzione del basalioma e che come questo ha una carica di malignità ridotta: il carcinoma baso-cellulare della pelle può recidivare più volte nel suo luogo di insorgenza prima di dare metastasi a distanza.

Carcinoma tumore maligno bocca laringe bronchi utero

CARCINOMA, tumore maligno originato dagli epiteli e, precisamente, dagli epiteli di rivestimento, ad esempio della pelle, della bocca, della laringe, dei bronchi, della porzione estrema dell'utero. Si distinguono carcinomi spinocellulari o epidermoidali, che originano dalla parte più superficiale degli epiteli di rivestimento; carcinomi basocellulari, che originano dalle cellule più profonde degli epiteli; carcinomi a piccole cellule e a grandi cellule; carcinomi indifferenziati. Come andamento clinico, i carcinomi sono assai simili agli adenocarcinomi, che, invece che dagli epiteli di rivestimento, originano dagli epiteli delle ghiandole; alcuni, specialmente in Francia, designano i carcinomi con il nome di epitelioma, che è poco adatto perché non ci dice se il tumore sia maligno o benigno, mentre quando si parla di carcinomi ci si riferisce inequivocabilmente ad una forma maligna.

I carcinomi, originando da strutture superficiali, sono per solito più accessibili alle indagini degli adenocarcinomi, spesso situati nella profondità degli organi, e quindi sono più agevolmente diagnosticabili: essi provocano indurimento della parte, spesso producono rilievi irregolari e si ulcerano ed è facile asportarne un frammento per un preciso accertamento al microscopio ( biopsia). Per il fatto di essere superficiali, alcuni carcinomi sono suscettibili di trattamento radiologico, ma in genere si preferisce, appena possibile, asportarli chirurgicamente, riservando la cura radiologica o farmacologica alle eventuali recidive. Carcinomi e adenocarcinomi costituiscono, insieme, la grandissima maggioranza dei tumori maligni umani.

Carcinoiede tumore localizzato nell'intestino

Carcinoiede, tumore localizzato nell'intestino ( specie nell'appendice) e piú raramente nei bronchi, originato da particolari cellule che hanno la caratteristica di impregnarsi con sali di cromo e di argento se trattate in laboratorio con queste sostanze, e che secernono una sostanza ormonale, chiamata serotonina na o enteramina na o 5HT. Sono tumori piuttosto rari, in genere di piccole dimensioni, talora multipli, che infiltrano la parete dell'intestino o dei bronchi o che crescono a mo' di polipi, ulcerandosi facilmente e quindi sanguinando.

I carcinoidi sono per lo più benigni ma, in una certa percentuale dei casi, possono diventare maligni e dare metastasi. Molte volte sono del tutto privi di sintomi, talaltra danno emorragie e possono ostruire intestino e bronchi con sintomi da occlusione; se secernono molta serotonina compaiono sintomi caratteristici quali diarrea, crisi di spasmo bronchiale, aumento della pressione arteriosa, crisi di rossore cutaneo; in questi casi un esame di laboratorio può dimostrare aumento della serotonina nel sangue e nelle urine. L'asportazione chirurgica del tumore è sufficiente nelle forme benigne a produrre una definitivi guarigione, nelle forme ad andamento maligno invece la prognosi è da ritenersi sfavorevole.

Carbonchio malattia infettiva acuta Bacillus anthracis

CARBONCHIO, malattia infettiva acuta causata da uno specifico bacillo e precisamente il Bacillus anthracis (bacillo dell'antrace), detto anche bacillo di Davaine. Il carbonchio è comune tanto all'uomo quanto ad alcuni animali domestici (bovini, ovini, equini). Per l'uomo le principali fonti di contagio sono innanzitutto costituite dagli animali carbonchiosi e da alcuni loro derivati (lana, carni, pelle, setola, ecc.).

E' difficile la trasmissione da uomo ad uomo, mentre non va trascurata la propagazione della malattia tramite mosche e tafani. Macellai, pastori e veterinari sono facilmente contagiati dalle forme bacillari, mentre i conciatori di pelli, i lavoratori della lana, del crine e delle setole, i facchini, ecc., sono piú esposti al contagio delle spore del carbonchio (rispetto al bacillo del carbonchio, le spore possono vivere per mesi ed anche per anni sui peli e sulle pelli degli animali).

A seconda della porta d'ingresso del bacillo, si manifestano forme cliniche diverse e precisamente il carbonchio esterno o cutaneo, il carbonchio polmonare e quello intestinale. La forma di gran lunga più frequente è quella cutanea che è caratterizzata dalla pustola e dall'edema maligno. La pustola si localizza per lo più sulle parti scoperte del corpo (faccia, arti superiori, collo, nuca). L'incubazione è breve (da uno a tre giorni) e in questa fase non si ha alcun sintomo; successivamente, nel punto d'ingresso dell'infezione, si forma una piccola chiazza rossastra che nel volgere di poche ore si trasforma in una vescicola sanguigna. Quindi la vescicola si rompe e residua una crosta insensibile, attorno alla quale affiorano, a guisa di corona, altre vescichette e si forma un rigonfiamento molle della cute 'edema) di colore rosso-violaceo.

Cappacismo

Cappacismo, incapacità di pronunciare correttamente il suono « C » duro, « kappa ». L'errore consiste nel non appoggiare (per patologia organica del muscolo linguale, dei nervi di trasmissione, o per errori educativi, o per insufficiente apprendimento del suono corretto) il dorso medio della lingua sul palato, nel tenerlo troppo in avanti, nell'emettere l'aria con insufficiente forza. Oltre che con esercizi generali di rieducazione il suono « K » si ottiene attraverso esercizi specifici di pronuncia di una serie di vocaboli che lo contengono (cacao, caccia, caciucco, cacio, cactus, caduco, calcàre, calce, calcio, calcolo, calice, cancelleria, caricare, cavalcare, cieco, cenacolo, ceralacca, cercare, cicoria, cioccolata, circondare, classico, cloaca, cuocere, cucuzzolo, codice, concimare, concomitante, conculcare, contatore, crocchio, croce, crogiolo, cucina). L'esercizio deve differenziare il suono del « K» da quello del « C » dolce (come in « cece »), per cui è bene che le parole usate negli esercizi abbiano ambedue i suoni.

Cannabinomania - uso marihuana

Cannabinomania, uso, a scopo voluttuario, della marihuana, droga derivata dalla canape (Cannabis sativa, Cannabis indica), che determina modificazioni somatiche, ma soprattutto psichiche nell'uomo. La canape e i suoi derivati sono denominati in modi diversi: hashish, bhang, ganja e marihuana. Il termine marihuana viene comunemente impiegato negli Stati Uniti d'America. La parola hashish deriva dal termine arabo hashishan e significa mangiatore d'erba. Le preparazioni di canape vengono fumate, deglutite, masticate e annusate.

Milioni di persone in tutte le parti del mondo ricorrono a questa droga per i suoi effetti psichici. Il fumo della marihuana determina effetti che si instaurano rapidamente ed altrettanto rapidamente scompaiono. A piccole dosi si ottengono fenomeni simili a quelli di una lieve intossicazione alcoolica, mentre a dosi elevate gli effetti sono assai simili a quelli di« altri allucinogeni o farmaci psicogenici o psicodislettici quali l'LSD ( derivato dell'acido lisergico), la psilocibina, la mescalina o peyote ( derivati feniletílaminici), ecc., che determinano modificazioni psichíche più durature. La marihuana è soggetta alle leggi sugli stupefacenti. Il controllo della coltivazione della canape è praticamente irrealizzabile, in quanto le piante crescono facilmente allo stato selvaggio in ogni clima. Chi è dedito alla cannabinomania fuma sigarette alla marihuana, che sono le principali ed illecite fonti della droga. Queste sigarette sono di varie dimensioni e forma. Già il fumo di una o due sigarette produce il caratteristico effetto psichico; chi è dedito alla cannabinomania consuma però abitualmente da sei a dieci sigarette al giorno. La cannabinomania è sicuramente molto popolare, specialmente tra i giovani, ma è difficile valutarne la reale diffusione.

Gli effetti della canape nell'uomo si esplicano quasi esclusivamente sul sistema nervoso centrale e sono caratterizzati da alterazione della coscienza, da ideazione incontrollabile e in sequenze sconnesse. Ora si verifica un certo eccitamento, ora prevale la depressione: i diversi stati variano a seconda della personalità del soggetto. Spesso affiorano alla memoria avvenimenti da tempo dimenticati. L'immaginazione è tumultuosa: i minuti sembrano ore e i secondi sembrano minuti. Sono frequenti le allucinazioni e le illusioni che suscitano la sensazione di possedere una doppia personalità.

La marihuana dà dilatazione delle pupille, tremori delle palpebre, delle labbra e della lingua e accentua la sensibilità tattile e agli stimoli dolorosi. Raramente si ha un comportamento violento o aggressivo e le evocazioni erotiche non trovano per lo più espressione attiva. I superdosaggi inducono confusione mentale, disorientamento, eccitazione, ansietà, depressione e talora coma, pur risultando raramente causa di morte.

Tali effetti sono in ogni caso di breve durata e non risentono di alcun trattamento. Lo studio dell'influenza della marihuana sulla intelligenza e sulla memoria dei fumatori abituali della droga avrebbero dimostrato un transitorio effetto negativo. Quasi unanimemente si ammette che la marihuana sia fondamentalmente nociva, benché non esista un univoco accordo tra gli studiosi americani in ordine alle conclusioni del Centrai Narcotic Intelligente Bureau del Governo Egiziano secondo cui « ...il prodotto preparato a partire dalla pianta Cannabis sativa, mentre trova limitato impiego medico, è capace di danneggiare gravemente le cellule cerebrali e di indurre atti di violenza, tra cui l'assassinio; si tratta, in effetti, di cosa completamente viziosa, pericolosa, di nessun valore per l'umanità e che nulla merita se non l'avversione e il disprezzo delle persone civilizzate ».

La cannabinomania, data dall'impiego continuo della marihuana, ha una limitata tolleranza che scompare con la sospensione della droga. In altri termini, ammesso che si verifichi una debole abitudine, non si verifica certo una dipendenza psichica come nel caso della morfina, dell'alcool e sotto certi aspetti anche del tabacco. Nel concetto di tossicomania è implicito il bisogno impellente da parte di chi è condizionato da una droga a ricorrervi ripetutamente per superare i fenomeni talora gravi dipendenti dall'astinenza.

Per la marihuana taluni mettono in dubbio che essa induca disturbi dovuti alla privazione. Tuttavia in genere i fumatori vi si abituano poiché questa droga finisce col divenire una piacevole fonte di emozione. Certamente l'uso inveterato della marihuana può essere responsabile di disorientamento, di allucinazioni, di graduale e progressiva alterazione della coscienza e, secondo alcuni, di forme di paranoia.