martedì 26 aprile 2011

Giallo di Yara, nuovi prelievi nel campo di Chignolo

È tornata a Chignolo d'Isola, Cristina Catta­neo, l'esperta dell'Istituto di medicina legale di Milano che dovrà fare chiarezza sulla morte di Yara Gambirasio (nel tondo).
Nei giorni scorsi, l'anatomopatologa ha effet­tuato un nuovo sopralluogo nel campo dove, esattamente due mesi fa, è stato ritrovato il cadavere della tredicenne di Brembate di So­pra. Sono stati prelevati altro terriccio ed es­senze vegetali. È probabile che si stiano cercan­do riscontri agli esami effettuati finora per capire, al di là delle cause del decesso, non ancora stabilite, se il delitto si sia consumato in quel luogo, come al momento tutto por­terebbe a pensare.
ESAMI COMPLESSI
I resti di Yara erano stati sco­perti il pomeriggio del 26 febbraio scorso da un appas­sionato di modellismo, che stava facendo volare il suo aeroplanino nel campo in­colto che si trova alle spalle dell'area industriale di Chi­gnolo d'Isola. Sono dieci chilo­metri, un quarto d'ora d'au to, dalla palestra di Brembate, l'ultimo luogo dove la ragazzina è stata vista viva la sera del 26 novembre 2010. Erano le 18.45, minuto più minuto meno, e Yara aveva salutato le istruttrici di ginnastica ritmica e le compa­gne di squadra dicendo che si era fatto tardi e che doveva tornare a casa. Nei settecento metri che separano l'abitazione dei Gambirasio dal centro sportivo è avvenuto il presunto rapi­mento. Gli esami medici, per i quali la Procura di Bergamo ha concesso alla dottoressa Catta­neo 90 giorni di tempo (la relazione definitiva sarà consegnata entro il 27 maggio), dovranno dunque accertare le cause della morte e il luogo dove questa è avvenuta. Sembrano esserci po­chi dubbi, invece, sul "quando": quasi sicura­mente la giovane è stata uccisa poco dopo la sparizione, visto che nello stomaco sono stati trovati i resti del suo ultimo pranzo

L'articolo di Maddalena Berbenni su CronacaQui in edicola il 26 aprile

SALUTE: GARATTINI, NO A MEDICINE ALTERNATIVE IN OSPEDALE A SPESE SSN

(ASCA) - Roma, 26 apr - Silvio Garattini, Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negri', sul numero del settimanale 'Oggi' in edicola domani, critica duramente la decisione dell'ospedale di Grosseto di accogliere al suo interno ambulatori di agopuntura, omeopatia e fitoterapia.

''Da qualche decennio - sostiene - la vera medicina cerca di passare dalle impressioni alle prove, per evitare che gli ammalati vengano trattati senza la ragionevole sicurezza di ricevere interventi che indurranno un giovamento.L'altra medicina e' invece completamente senza prove. L'agopuntura e' tutta in discussione anche per le molteplici modalita' con cui puo' essere eseguita; i prodotti omeopatici, in gran maggioranza, non contengono nulla, i prodotti fitoterapici non si sa bene che cosa contengano e possono variare da preparazione a preparazione. Non vi e' nessun controllo, sono stati messi in commercio solo con una notifica e non sono obbligati a presentare alcuna documentazione che ne garantisca l'efficacia. Mentre i prezzi dei farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale sono frutto di negoziazioni, i prodotti omeopatici e fitoterapici hanno facolta' di fissare il prezzo che vogliono''.

Secondo Garattini, ''La via delle due medicine e' anche un attentato a un bene prezioso: il Servizio Sanitario Nazionale, la cui sostenibilita' nel tempo e' legata al rimborso dei trattamenti basati sull'evidenza. E' bene che i politici riflettano sulla necessita' di privilegiare la razionalita' anziche' rincorrere tutto cio' che puo' portare consensi e voti''.

sabato 23 aprile 2011

Cosa mangiare a cena per dimagrire

Cosa bisogna mangiare a cena per dimagrire? Se desiderate dimagrire e mantenere il peso forma in maniera stabile, iniziate a considerare in maniera più attenta e consapevole il momento della cena. La cena, ultimo pasto della giornata, nell’alimentazione quotidiana rappresenta un punto fondamentale della dieta. Igredienti e orario per cenare sono due fattori da tenere in considerazione se desideriamo dimagrire. Per dimagrire velocemente e conquistare il peso forma infatti anche l’ora in cui effettuare la cena rappresenta una strategia da non dimenticare: i monaci tibetani non ingeriscono nulla dopo le 16 del pomeriggio. Ovviamente le usanze occidentali sono differenti, però è bene ricordare che una corretta cena presuppone alimenti leggeri e facilmente digeribili, un piatto nutriente ma cotto in maniera salutare.

A fine giornata il metabolismo è rallentato: i grassi non vengono bruciati con la stessa velocità ed efficacia, per questo rispetto alla colazione, quando la giornata inizia ed è bene rifornire il corpo delle energie necessarie, è opportuno privilegiare alimenti leggeri e salutari.
I cibi pesanti possono complicare la digestione e aumentare in maniera radicale le calorie: se durante la giornata siete costretti a rimanere sul posto di lavoro, cercate di portarvi il pranzo in ufficio e soprattutto fate l’onesto tentativo di non arrivare al momento della cena con lo stomaco drasticamente vuoto e in preda a un brontolio fin troppo noto.
Secondo la medicina tradizionale cinese l’ora migliore per cenare si situa dalle sette alle nove di sera: cenare presto facilita la digestione, evita un sovraccarico al fegato, nonché il fastidioso insorgere di disturbi del sonno.
Evitate di ripetere lo stesso pasto del pranzo: le proteine non sono un obbligo, anzi se a pranzo avete consumato pesce o carne, scegliete un piatto di cereali integrali o pasta per la sera e viceversa.
D’inverno sono ottime le zuppe, specialmente per dimagrire, così come d’estate ottima è un’insalata mista, con formaggio o pesce oppure, massimo due volte la settimana, carne, preferibilmente alla piastra.
Se desiderate dimagrire a cena evitate insaccati e fritti: gli alimenti da preferire sono cereali integrali, riso, oltre a frutta e verdura.
Anche uno yogurt, specie come dessert, può essere ottimo per terminare la cena con un pizzico di dolce bontà.
Il consumo di proteine aiuta a bruciare i grassi, mentre i cereali integrali come l’avena, grazie alla vitamina B, calmano il sistema nervoso e possono conciliare il sonno.

Uranio nel poligono di Quirra

Ora c’è anche la conferma del Politecnico di Torino. Nel poligono interforze di Quirra si è utilizzato uranio, ritrovato nei resti dell’agnello deforme a due teste analizzato nei laboratori dell’ateneo piemontese. Gli studiosi avrebbero riscontrato che “con ogni probabilità le ossa dell'agnello hanno visto una parziale contaminazione con uranio impoverito”.

Oggi dovrebbero essere riesumate, su ordine del Procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, le prime tre delle venti salme di persone morte per tumori al sistema emolinfatico: due sono di militari, l’altra di un pastore. Si tratta per la maggior parte di allevatori o di loro parenti, tutti residenti nei comuni intorno al poligono di Quirra.Saranno poi prese in consegna dal direttore della Scuola di specializzazione in medicina legale dell’Università di Milano, Marco Grandi, il quale dovrà fare i prelievi sui tessuti delle salme, spediti poi al fisico nucleare Evandro Lodi Rizzini. Sarà lui a verificare la presenza o meno di particelle “alfa”, emesse dall’uranio impoverito una volta decaduto. L’eventuale loro presenza sarà la conferma che nel Poligono è stato usato il pericoloso componente.

Intanto, nei giorni scorsi, il procuratore Fiordalisi ha ordinato il sequestro di 375 ettari del Poligono, una porzione importante della base, nel cui interno ci sono anche falde acquifere. Questo di fatto comporta lo stop alle esercitazioni, o ad altre attività militari, mentre ci sarebbe un primo iscritto nel registro degli indagati: si tratta di un ex-colonnello, ora in pensione, comandante dell’ufficio inquadramento del Poligono, dal quale dipendevano i soldati di leva, come lo era anche un teste, ascoltato qualche settimana fa.
L’accelerazione nelle indagini della Procura è arrivata dopo che il militare di leva avrebbe parlato con gli inquirenti di esplosioni di munizioni esauste nel poligono, arrivate da tutte Italia, secondo quanto riferito dal testimone. Tra le carte sequestrate dagli agenti del Questura di Nuoro anche documenti nei quali si riferisce di esplosioni al napalm, un prodotto altamente pericoloso ed usato sia nella guerra in Vietnam che nei conflitti in Iraq e Afghanistan.

Il lavoro della Procura prosegue, pur nella necessaria discrezione che un’indagine del genere comporta. Resta il fatto che le popolazioni della costa sud orientale della Sardegna e dell’immediato entroterra sono in attesa di risposte certe ai dubbi che da troppo tempo li assalgono, circa l’attività del Poligono e su ciò che effettivamente veniva fatto. È evidente che la sola autocertificazione delle ditte o dei militari che utilizzavano il Poligono non poteva essere sufficiente a scongiurare eventuale uso di armi contenti sostanze o elementi dannosi per l’uomo e per l’ambiente.

Eco-doppler alle gambe

Eco-doppler alle gambe Arriva l'esame salvavita

L'esame permette di somministrare tempestivamente terapie per favorire la circolazione e prevenire dolori, gonfiori, irritazioni e problemi respiratori

Bologna, 21 aprile 2011 - La gamba si gonfia e fa male. Qualche volta la pelle si arrossa, apparentemente senza motivo. Ma una causa c’è: una sorta di 'tappo' alla circolazione all’interno delle vene, che dà il via a una difficoltà circolatoria delle gambe, ed è figlio della trombosi venosa profonda.

Peggio ancora se un coagulo si sposta e dall’interno di una vena delle gambe va a chiudere i vasi dei polmoni. In questo caso si rischia l’embolia polmonare, che si manifesta con fortissime difficoltà a respirare o con un dolore al torace che ricorda l’infarto. In certi casi può esserci un problema di circolazione che va trattato per tempo.

Fondamentale è l’esecuzione di un esame eco-doppler, indolore, che attraverso una sonda appoggiata in corrispondenza della gamba permette di visualizzare su uno schermo il flusso del sangue all’interno dei vasi e quindi di rilevare eventuali stop anche parziali alla circolazione. "Essenziale la diagnosi, perché la prognosi di questi pazienti cambia in maniera sostanziale laddove si attui una terapia adeguata, che nella fattispecie è una terapia anticoagulante" spiega Giancarlo Agnelli, direttore di Medicina interna e vascolare all’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia.

''In questo senso vanno ricordati gli anticoagulanti di nuova generazione come apixaban, che fa parte di una nuova famiglia di medicinali, testati inizialmente per prevenire il tromboembolismo venoso in condizioni particolarmente a rischio, ovvero nell’ambito della chirugia ortopedica. Si è poi passati alla terapia della trombosi venosa profonda e quindi alla profilassi dell’ictus da fibrillazione atriale''.

Proprio gli ineterventi ortopedici, come ad esempio quelli che si realizzano per posizionare una protesi d’anca, rappresentano elementi di rischio. Per questo si mette in atto una prevenzione mirata che punti a mantenere il sangue fluidificato proprio quando è necessario sottoporsi ad un’operazione. A rischio sono poi le persone avanti negli anni, chi soffre di tumore, gli individui sottoposti a prolungata immobilizzazione, come chi deve portare un gesso per lungo tempo o chi ha avuto una paresi.

Particolare attenzione debbono poi prestare tutte le donne adulte, in particolare durante la gravidanza e subito dopo il parto. Il consiglio del medico è fondamentale per affrontare al meglio queste situazioni e mettere in atto le opportune misure preventive.

Anoressia e alcolismo: arriva dagli USA la drunkoressia

Digiuni forzati seguiti dall’assunzione di grandi quantità di alcol.
Si chiama “drunkoressia” l’ultima tendenza, in voga soprattutto fra le giovanissime dei college americani, giunta anche in Europa, che si basa sul mix di anoressia, bulimia e alcolismo.

Il “bilanciamento delle calorie” ovvero il digiuno prolungato che può andare dalle 24 alle 48 ore, prima dell’assunzione di dosi massicce di cocktails superalcolici, si sta manifestando come una mania che rischia di diventare una vera e propria patologia fra gli adolescenti.

A tal proposito l’Associazione dei Consumatori, Codici, sottolineando la pericolosità di tale fenomeno ne lancia l’allarme, anche a seguito dei dati divulgati dall’ISTAT che considera l’alcolismo, per le giovani generazioni, un problema in continuo aumento. Inoltre, almeno il 3% degli italiani e 200mila donne, soffrirebbero di disordini e malattie legate all’alimentazione.

Questo disturbo consiste nella riduzione delle calorie, attraverso l’astensione dai pasti oppure il vomito forzato (bulimia), a cui corrisponderebbe, la possibilità di equilibrare tali carenze caloriche con quelle contenute negli alcolici.

Anche se questo comportamento non è ancora stato riconosciuto dalla medicina ufficiale come patologia, la drunkoressia possiede tutti i tratti per diventare tale. Infatti, i rischi dell’anoressia e della bulimia si unirebbero ai danni del consumo eccessivo di alcol, sottoponendo soprattutto il fegato a una lenta e inesorabile distruzione, con forme di tumore, cirrosi, epatite alcolica e steatosi (fegato grasso).

Ma anche altri organi, come l’esofago, i denti, il sistema cardiovascolare, i reni, il cuore e il sistema nervoso, subirebbero gli effetti letali di tali comportamenti.

Queste manifestazioni, comuni soprattutto fra le giovani donne, andrebbero valutate opportunamente alla luce dei modelli che la società dell’immagine ci impone, considerando che il valore di ogni individuo non è dato dall’aspetto estetico ma da quello interiore che è l’unico che può migliorare col passare degli anni.