ASTENIA, etimologicamente, mancanza di forza; il termine descrive lo stato di soggetti affettivamente labili e timidi, secondo alcuni su base costituzionale, che reagiscono passivamente alle contrarietà della vita elaborando, nella rinuncia, un risentimento interiore, associato al rifiuto della lotta. La causa di tale manifestazione è una profonda indecisione ed una incapacità ad attuare scelte volontarie spontanee.
Ciò rende gli astenici preda rela. tivamente facile delle decisioni altrui. Questi soggetti resistono poco alle fatiche e all'impegno intellettuale, non a causa di una incapacità organica, ma per una apatia psicologica. Spesso presentano note di depressione e di fobia, ma più frequentemente tendenze ipocondriache. Del tutto distinta da questa è la forma di astenia muscolare, detta miastenia. Al di fuori di questi casi, l'astenia può essere un sintomo di malattie generali ( anemia, insufficienza cardiaca, tumore, insufficienza endocrina della tiroide, delle ghiandole surrenali, dell'ipofisi e delle ovaie, eccesso ormonale). Astenia si ha anche nel diabete, in malattie epatiche e nelle intossicazioni croniche.
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giovedì 9 ottobre 2008
domenica 13 aprile 2008
Pancreatite cronica diabete
Il paziente con pancreatite cronica ha meno appetito?
Non è detto. In qualche caso il paziente con pancreatite cronica mangia più del normale, forse per compensare quanto non è stato assorbito a livello intestinale per la cattiva funzione pancreatica. Più spesso però il paziente si alimenta di meno, soprattutto per la sintomatologia dolorosa che lo accompagna in genere quasi costantemente.
Mangiare eccessivamente può essere pericoloso per un individuo che soffre di pancreatite?
L'eventuale danno causato dall'eccessiva introduzione alimentare può dipendere sia dalla quantità che dalla qualità dei cibi introdotti e da quello che il paziente beve durante i pasti. Infatti al paziente con pancreatite cronica è assolutamente vietato bere alcool, in quanto l'alcool può indurre una crisi dolorosa e riacutizzare una pancreatite cronica, come pure è controindicato mangiare cibi grassi, salumi, panna, gelato, cioè cibi che richiedono una immediata immissione nel duodeno del succo pancreatico con conseguente scatenamento di una violenta crisi dolorosa. Anche il semplice eccesso quantitativo può però essere dannoso, in quanto la distensione gastrica, attraverso meccanismi diversi, stimola la secrezione pancreatica e può indurre una crisi dolorosa pancreatica molto violenta.
Un paziente con pancreatite cronica può essere diabetico?
Sì, certamente. Una delle manifestazioni più frequenti e più comuni della pancreatite cronica è il diabete e, tranne i casi in cui la pancreatite cronica esordisce con la crisi dolorosa o con una sintomatologia di mal digestione, il diabete può essere l'unica manifestazione clinica presente anche per parecchio tempo.
Non è detto. In qualche caso il paziente con pancreatite cronica mangia più del normale, forse per compensare quanto non è stato assorbito a livello intestinale per la cattiva funzione pancreatica. Più spesso però il paziente si alimenta di meno, soprattutto per la sintomatologia dolorosa che lo accompagna in genere quasi costantemente.
Mangiare eccessivamente può essere pericoloso per un individuo che soffre di pancreatite?
L'eventuale danno causato dall'eccessiva introduzione alimentare può dipendere sia dalla quantità che dalla qualità dei cibi introdotti e da quello che il paziente beve durante i pasti. Infatti al paziente con pancreatite cronica è assolutamente vietato bere alcool, in quanto l'alcool può indurre una crisi dolorosa e riacutizzare una pancreatite cronica, come pure è controindicato mangiare cibi grassi, salumi, panna, gelato, cioè cibi che richiedono una immediata immissione nel duodeno del succo pancreatico con conseguente scatenamento di una violenta crisi dolorosa. Anche il semplice eccesso quantitativo può però essere dannoso, in quanto la distensione gastrica, attraverso meccanismi diversi, stimola la secrezione pancreatica e può indurre una crisi dolorosa pancreatica molto violenta.
Un paziente con pancreatite cronica può essere diabetico?
Sì, certamente. Una delle manifestazioni più frequenti e più comuni della pancreatite cronica è il diabete e, tranne i casi in cui la pancreatite cronica esordisce con la crisi dolorosa o con una sintomatologia di mal digestione, il diabete può essere l'unica manifestazione clinica presente anche per parecchio tempo.
Malattie del pancreas
Quali sono le malattie del pancreas e le loro cause più frequenti?
Occorre anzitutto ricordare che il pancreas è un organo ghiandolare situato profondamente nella parte alta e centrale dell'addome, in stretto rapporto col duodeno, con le vie biliari, con lo stomaco e con la milza; esso è composto di vari tipi di cellule che producono le une ormoni, in primo luogo insulina (la sua carenza assoluta o relativa dà il diabete), le altre enzimi digestivi. Le malattie più importanti sono quelle di tipo infiammatorio, le pancreatiti acute e croniche, e i tumori. Sono ancor oggi insufficienti le conoscenze circa la genesi dei tumori, mentre per le pancreatiti si è accertato che grande responsabilità ha l'uso di alcool, causa di molte pancreatiti acute e di gran parte di quelle croniche. Per le forme acute entrano assai spesso in gioco le malattie biliari, soprattutto calcolosi e infiammazione della cistifèllea e del coledoco, talora come complicanza degli interventi chirurgici correttivi; altri fattori causali sono gli agenti virali (gli stessi virus dell'epatite, il virus della parotite epidemica) o certi medicamenti (diuretici tiazidici, alfametildopa, corticosteroidi, contraccettivi, paracetamolo). Anche l'eccesso di ormone paratiroideo, che favorisce la deposizione dei calcoli non solo nel rene ma anche nel pancreas, può dar luogo a pancreatiti croniche. »
Occorre anzitutto ricordare che il pancreas è un organo ghiandolare situato profondamente nella parte alta e centrale dell'addome, in stretto rapporto col duodeno, con le vie biliari, con lo stomaco e con la milza; esso è composto di vari tipi di cellule che producono le une ormoni, in primo luogo insulina (la sua carenza assoluta o relativa dà il diabete), le altre enzimi digestivi. Le malattie più importanti sono quelle di tipo infiammatorio, le pancreatiti acute e croniche, e i tumori. Sono ancor oggi insufficienti le conoscenze circa la genesi dei tumori, mentre per le pancreatiti si è accertato che grande responsabilità ha l'uso di alcool, causa di molte pancreatiti acute e di gran parte di quelle croniche. Per le forme acute entrano assai spesso in gioco le malattie biliari, soprattutto calcolosi e infiammazione della cistifèllea e del coledoco, talora come complicanza degli interventi chirurgici correttivi; altri fattori causali sono gli agenti virali (gli stessi virus dell'epatite, il virus della parotite epidemica) o certi medicamenti (diuretici tiazidici, alfametildopa, corticosteroidi, contraccettivi, paracetamolo). Anche l'eccesso di ormone paratiroideo, che favorisce la deposizione dei calcoli non solo nel rene ma anche nel pancreas, può dar luogo a pancreatiti croniche. »
sabato 5 aprile 2008
Polmonite virale
Che cos'è una polmonite virale?
« La polmonite virale è una polmonite il cui agente eziologico (ossia la causa) è un virus o un insieme di virus. Essa ha delle caratteristiche sia cliniche che radiologiche differenti dalla polmonite batterica, anche se molte volte esistono delle polmoniti associate, in parte virali e in parte batteriche. Gli agenti eziologici virali sono, ovviamente, già stati isolati e tra i più comuni e che colpiscono con maggior frequenza troviamo i virus e gli adenovirus influenzali. La polmonite virale clinicamente si manifesta con un quadro di febbre elevata, con o senza dolore puntorio, e con l'eventuale comparsa di una modesta emoftoe, cioè con la comparsa di un espettorato striato di sangue. La polmonite virale, a differenza di quella batterica, non colpisce generalmente dei segmenti ben precisi ma colpisce nel parenchima e può presentarsi a focolai multipli. Non esistendo una terapia specifica per gli agenti virali, non abbiamo a disposizione alcun medicamento specifico per questa malattia; applichiamo comunemente gli antibiotici più classici, soprattutto quelli a largo spettro, per evitare una sovrainfezione batterica e quindi una propagazione dell'infezione stessa. Come coadiuvanti si usano dei sintomatici quali gli antipiretici e gli antidolorifici. »
È molto pericolosa? Si può guarirne completamente?
« È una malattia che può essere molto pericolosa qualora colpisca anziani o persone defedate quali sono, per esempio, gli individui sottoposti a cure antiblastiche i quali, per via dei farmaci che sono stati loro somministrati, presentano una diminuzione delle resistenze organiche e quindi hanno una maggior facilità ad ammalarsi e una minor resistenza alla malattia. È pericolosa anche per le persone affette da diabete, da sifilide o da altre malattie croniche, per malati in sala di rianimazione ecc. In tutti questi casi la malattia può portare anche alla morte. In soggetti di età giovanile e media la guarigione è completa e non ci sono assolutamente problemi conseguenti ad essa. »
« La polmonite virale è una polmonite il cui agente eziologico (ossia la causa) è un virus o un insieme di virus. Essa ha delle caratteristiche sia cliniche che radiologiche differenti dalla polmonite batterica, anche se molte volte esistono delle polmoniti associate, in parte virali e in parte batteriche. Gli agenti eziologici virali sono, ovviamente, già stati isolati e tra i più comuni e che colpiscono con maggior frequenza troviamo i virus e gli adenovirus influenzali. La polmonite virale clinicamente si manifesta con un quadro di febbre elevata, con o senza dolore puntorio, e con l'eventuale comparsa di una modesta emoftoe, cioè con la comparsa di un espettorato striato di sangue. La polmonite virale, a differenza di quella batterica, non colpisce generalmente dei segmenti ben precisi ma colpisce nel parenchima e può presentarsi a focolai multipli. Non esistendo una terapia specifica per gli agenti virali, non abbiamo a disposizione alcun medicamento specifico per questa malattia; applichiamo comunemente gli antibiotici più classici, soprattutto quelli a largo spettro, per evitare una sovrainfezione batterica e quindi una propagazione dell'infezione stessa. Come coadiuvanti si usano dei sintomatici quali gli antipiretici e gli antidolorifici. »
È molto pericolosa? Si può guarirne completamente?
« È una malattia che può essere molto pericolosa qualora colpisca anziani o persone defedate quali sono, per esempio, gli individui sottoposti a cure antiblastiche i quali, per via dei farmaci che sono stati loro somministrati, presentano una diminuzione delle resistenze organiche e quindi hanno una maggior facilità ad ammalarsi e una minor resistenza alla malattia. È pericolosa anche per le persone affette da diabete, da sifilide o da altre malattie croniche, per malati in sala di rianimazione ecc. In tutti questi casi la malattia può portare anche alla morte. In soggetti di età giovanile e media la guarigione è completa e non ci sono assolutamente problemi conseguenti ad essa. »
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