Le malattie dei fumatori. Vengono così definite, anche se tale affermazione nasconde un concetto un po' distorto dell'origme di queste malattie, pur non negando che il fumo è un grosso aggravante di tali forme.
Un tempo veniva ritenuto il freddo l'agente scatenante delle bronchiti. Oggi a questa causa si devono aggiungere altre cause se non più importanti altrettanto gravi: oltre il fumo, come abbiamo visto, lo smog, una predisposizione naturale, la vita sedentaria, l'aria condizionata degli ambienti, le temperature eccessive degli stessi durante la notte. Il sintomo più costante della bronchite è la tosse: un qualsiasi stimolo, anche il più lieve, può provocare un accesso di tosse. Può anche accadere che la bronchite abbia origine da una infiammazione delle alte vie respiratorie che si propaga poi all'albero bronchiale. La bronchite cronica, a differenza di quella acuta, può avere dei risvolti gravi e irreversibili. Spesso si origina da bronchiti ripetute acute e non curate sufficientemente o trascurate del tutto. Può avere come conseguenza una grave insufficienza respiratoria e cardiaca.
mercoledì 2 aprile 2008
Asma bronchiale e asma allergico
La si riscontra in aumento soprattutto nei centri urbani più congestionati e la si può ritenere un vero e proprio flagello. Nel 50% dei casi ha inizio prima dei 20 anni di età e in particolare fin dalla primissima infanzia; nel 30% fra i 20 e i 45 anni; nel 20% fra i 45 e i 70 anni. Oggi è una malattia che viene spesso definita psicosomatica. L'asmatico, infatti, è di solito un emotivo, un ansioso, è soggetto sovente a cambiamenti di umore, reagisce con emotività eccessiva ad avvenimenti trascurabili per la maggior parte delle persone. Naturalmente se l'asma è allergico (la maggior parte dei casi infantili) il discorso è diverso. In tal caso, infatti, si
manifesta o si accentua nei mutamenti di stagione, nell'assunzione di un certo tipo di cibo o in presenza di polvere contenente determinate sostanze, o scompare cambiando località. Caratteristica dell'accesso asmatico è, soprattutto, la difficoltà dell'espirazione. Il paziente è spesso cianotico e suda molto. L'espirazione ansante è spesso accompagnata da un sibilo che si può udire anche da lontano, spesso accompagnato da tosse. Durante queste crisi è bene rimanere a letto per qualche ora o addirittura per qualche giorno. Se l'asma è allergico è importante trovare gli allergeni responsabili e procedere alla desensibilizzazione mediante le
iniezioni di estratti delle sostanze allergizzanti. Con la prima inspirazione l'allergene penetra fino a fissarsi sui granulociti basofili polmonari. A una successiva introduzione l'allergene reagisce con l'anticorpo legato ai granuli. Questa reazione libera sostanze che influiscono sulla muscolatura liscia dei bronchioli. Tali modificazioni comportano un ostacolo al passaggio dell'aria da cui il senso di soffocamento tipico della crisi asmatica.
manifesta o si accentua nei mutamenti di stagione, nell'assunzione di un certo tipo di cibo o in presenza di polvere contenente determinate sostanze, o scompare cambiando località. Caratteristica dell'accesso asmatico è, soprattutto, la difficoltà dell'espirazione. Il paziente è spesso cianotico e suda molto. L'espirazione ansante è spesso accompagnata da un sibilo che si può udire anche da lontano, spesso accompagnato da tosse. Durante queste crisi è bene rimanere a letto per qualche ora o addirittura per qualche giorno. Se l'asma è allergico è importante trovare gli allergeni responsabili e procedere alla desensibilizzazione mediante le
iniezioni di estratti delle sostanze allergizzanti. Con la prima inspirazione l'allergene penetra fino a fissarsi sui granulociti basofili polmonari. A una successiva introduzione l'allergene reagisce con l'anticorpo legato ai granuli. Questa reazione libera sostanze che influiscono sulla muscolatura liscia dei bronchioli. Tali modificazioni comportano un ostacolo al passaggio dell'aria da cui il senso di soffocamento tipico della crisi asmatica.
Polmonite e Pleurite
Un tempo non molto lontano di polmonite si moriva, soprattutto se questa malattia colpiva in età ancora infantile, o nella vecchiaia. Con la scoperta degli antibiotici questo pericolo è scomparso. Resta comunque pur sempre il fatto che questo tipo di malattie è grave: se trascurate, possono creare complicazioni. La polmonite consiste nell'infiammazione di una zona del polmone, senza interessamento notevole dei bronchi. Spesso ad essere interessato al processo infiammatorio è tutto un lobo del polmone o anche più e può colpire un solo polmone o entrambi. I sintomi sono brividi di freddo, febbre elevata, malessere generale, dolore forte, a punta, nella regione del torace corrispondente al focolaio infiammatorio. Si aggiungono a questi sintomi difficoltà di respiro ed espettorato sanguigno. La polmonite da virus è divenuta oggi la forma più comune di polmonite e colpisce di preferenza soggetti in età giovane o al di sopra dei 50 anni. Conseguenza spesso di polmoniti gravi è l'infiammazione della pleura, la sottilissima membrana che avvolge i polmoni.
La pleurite che ne deriva può essere di due tipi: pleurite primitiva e pleurite secondaria quando è una complicazione di altre malattie.
A parte questa suddivisione di cause, la pleurite si suddivide in essudativa, secca, purulenta, secondo il tipo di infiammazione sopravvenuta. La pleurite essudativa è l'infiammazione della pleura accompagnata da eccesso di liquido. I sintomi sono affanno febbre, dolore toracico, tosse secca. La pleurite secca, invece, è la mancanza di liquido tra il polmone e la pellicina che lo riveste. Ne deriva una infiammazione della pleura con dolore in corrispondenza alla zona toracica relativa La pleurite purulenta presenta tracce di pus nell'essudato. Lo stato del malato in questo caso, è particolarmente tormentato: da una profonda prostrazione passa ad agitazione e ansietà; è particolarmente ossessionato dalla sete e presenta la lingua asciutta e arrossata.
La pleurite che ne deriva può essere di due tipi: pleurite primitiva e pleurite secondaria quando è una complicazione di altre malattie.
A parte questa suddivisione di cause, la pleurite si suddivide in essudativa, secca, purulenta, secondo il tipo di infiammazione sopravvenuta. La pleurite essudativa è l'infiammazione della pleura accompagnata da eccesso di liquido. I sintomi sono affanno febbre, dolore toracico, tosse secca. La pleurite secca, invece, è la mancanza di liquido tra il polmone e la pellicina che lo riveste. Ne deriva una infiammazione della pleura con dolore in corrispondenza alla zona toracica relativa La pleurite purulenta presenta tracce di pus nell'essudato. Lo stato del malato in questo caso, è particolarmente tormentato: da una profonda prostrazione passa ad agitazione e ansietà; è particolarmente ossessionato dalla sete e presenta la lingua asciutta e arrossata.
martedì 1 aprile 2008
Cause cardiopatia acquisita nei bambini
La causa più frequente di cardiopatia acquisita è la malattia reumatica che in genere colpisce il bambino nell'età infantile e molte volte non viene riconosciuta o, se riconosciuta, non sempre viene trattata adeguatamente. La malattia reumatica va in genere a ledere le valvole, la mitrale e l'aortica, e dopo qualche anno appaiono i sintomi della malattia di queste valvole, cioè si manifesta la cardiopatia aortica o mitrale o mitroaortica, malattia quindi acquisita in relazione alla malattia reumatica. Un'altra causa di cardiopatia acquisita è l'arteriosclerosi che provoca la malattia delle coronarie, malattia questa in grandissimo aumento.
Insufficienza mitralica
Che cos'è invece l'insufficienza mitralica?
L'insufficienza mitralica è un'alterazione sempre a carico della valvola mitralica, che consiste in una anomalia della sua chiusura durante la contrazione dei ventricoli; pertanto durante la sistole una parte di sangue viene espulsa nell'aorta e mandata nei vasi periferici e una parte ritorna nell'atrio sinistro, causando un aumento della pressione in questa cavità.
Quali sono i segni principali di una insufficienza mitralica?
I sintomi sono molto simili a quelli di una stenosi mitralica, cioè il paziente si lamenterà di facile stancabilità, dispnea, e palpitazione. I segni sono d'intensità variabile in rapporto alla minore o maggiore gravità dell'alterazione valvolare; i segni clinici tipici comunque sono la presenza di un soffio olosistolico che si sente durante tutta la sistole a livello ascoltatorio, un itto (pulsazione) visibile e palpabile a livello della punta in quinto spazio intercostale, e l'aggiunta di un rumore cardiaco che si definisce terzo tono durante la pausa diastolica. Questi segni permettono di differenziare questa anomalia della stenosi mitralica precedentemente trattata.
Cos'è invece il prolasso della mitrale?
È un'anomalia caratterizzata dalla profusione (sporgenza) nell'atrio sinistro, durante la sistole, di una parte della struttura valvolare mitralica, cioè del lembo posteriore. È un'anomalia presente nella sindrome di Marfan o può essere conseguente a una malattia ischemica, oppure può essere dovuta a una cardiopatia reumatica.
L'insufficienza mitralica è un'alterazione sempre a carico della valvola mitralica, che consiste in una anomalia della sua chiusura durante la contrazione dei ventricoli; pertanto durante la sistole una parte di sangue viene espulsa nell'aorta e mandata nei vasi periferici e una parte ritorna nell'atrio sinistro, causando un aumento della pressione in questa cavità.
Quali sono i segni principali di una insufficienza mitralica?
I sintomi sono molto simili a quelli di una stenosi mitralica, cioè il paziente si lamenterà di facile stancabilità, dispnea, e palpitazione. I segni sono d'intensità variabile in rapporto alla minore o maggiore gravità dell'alterazione valvolare; i segni clinici tipici comunque sono la presenza di un soffio olosistolico che si sente durante tutta la sistole a livello ascoltatorio, un itto (pulsazione) visibile e palpabile a livello della punta in quinto spazio intercostale, e l'aggiunta di un rumore cardiaco che si definisce terzo tono durante la pausa diastolica. Questi segni permettono di differenziare questa anomalia della stenosi mitralica precedentemente trattata.
Cos'è invece il prolasso della mitrale?
È un'anomalia caratterizzata dalla profusione (sporgenza) nell'atrio sinistro, durante la sistole, di una parte della struttura valvolare mitralica, cioè del lembo posteriore. È un'anomalia presente nella sindrome di Marfan o può essere conseguente a una malattia ischemica, oppure può essere dovuta a una cardiopatia reumatica.
Disturbi stenosi mitralica
La dispnea da sforzo è uno dei sintomi più precoci; frequente è anche la dispnea notturna, favorita dalla posizione di riposo assunta dal soggetto, che porta a una rapida ridistribuzione del sangue dalla periferia ai polmoni, con un aumento della pressione in questa zona. Col tempo il soggetto tenterà di dormire assumendo una posizione semi-seduta; altri disturbi riguardano le turbe del ritmo, quali flutter e fibrillazione atriali, tachicardia sinusale o con un significato compensatorio. Altri sintomi sono rappresentati da facile esauribilità e da ipotensione arteriosa, legate alla ridotta quota di sangue che viene espulsa dal ventricolo sinistro durante la sua contrazione.
Quando è indicata la terapia chirurgica?
La terapia chirurgica è indicata nei pazienti in cui sono presenti i sintomi, anche per sforzi moderati, e in quelli che presentano i segni della stenosi anche a riposo, che sono cioè in classe funzionale, terza o quarta. L'intervento chirurgico, effettuato a cuore chiuso o a cuore aperto, tende a correggere le alterazioni (apertura delle commissure fuse tra loro) e viene fatto dopo l'esecuzione di esami idonei a mettere in evidenza la gravità dell'alterazione (esame radiografico e cateterismo delle cavità cardiache). L'infezione reumatica in corso rappresenta una controindicazione all'intervento.
In che cosa consiste la terapia chirurgica della stenosi mitralica?
La terapia chirurgica della stenosi mitralica consiste in un intervento che viene definito di commissurolisi o commissuro-tomia, o di sostituzione della valvola. La commissurolisi o commissurotomia consiste in una dilatazione dell'anello valvolare stenotico. Questo tipo d'intervento si può fare a cuore aperto o a cuore chiuso; è indicato nella stenosi mitralica pura, cioè non accompagnata da alterazioni di altro genere a carico della valvola mitralica o di altre valvole cardiache. La sostituzione valvolare che consiste nel sostituire la valvola alterata mitralica e stenotica con una protesi artificiale, per esempio la valvola a palla di Starr-Edwards, o con una protesi biologica, mediante innesto di valvole aortiche di maiale o umane, viene impiegata in stenosi gravi con valvola calcificata o in presenza di altri difetti a carico della valvola stessa, ad esempio insufficienza della mitrale, coesistente con stenosi della stessa.
Quando è indicata la terapia chirurgica?
La terapia chirurgica è indicata nei pazienti in cui sono presenti i sintomi, anche per sforzi moderati, e in quelli che presentano i segni della stenosi anche a riposo, che sono cioè in classe funzionale, terza o quarta. L'intervento chirurgico, effettuato a cuore chiuso o a cuore aperto, tende a correggere le alterazioni (apertura delle commissure fuse tra loro) e viene fatto dopo l'esecuzione di esami idonei a mettere in evidenza la gravità dell'alterazione (esame radiografico e cateterismo delle cavità cardiache). L'infezione reumatica in corso rappresenta una controindicazione all'intervento.
In che cosa consiste la terapia chirurgica della stenosi mitralica?
La terapia chirurgica della stenosi mitralica consiste in un intervento che viene definito di commissurolisi o commissuro-tomia, o di sostituzione della valvola. La commissurolisi o commissurotomia consiste in una dilatazione dell'anello valvolare stenotico. Questo tipo d'intervento si può fare a cuore aperto o a cuore chiuso; è indicato nella stenosi mitralica pura, cioè non accompagnata da alterazioni di altro genere a carico della valvola mitralica o di altre valvole cardiache. La sostituzione valvolare che consiste nel sostituire la valvola alterata mitralica e stenotica con una protesi artificiale, per esempio la valvola a palla di Starr-Edwards, o con una protesi biologica, mediante innesto di valvole aortiche di maiale o umane, viene impiegata in stenosi gravi con valvola calcificata o in presenza di altri difetti a carico della valvola stessa, ad esempio insufficienza della mitrale, coesistente con stenosi della stessa.
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