sabato 11 ottobre 2008

ATROFIA OTTICA distruzione fasci nervosi nervo ottico

ATROFIA OTTICA, manifestazione della degenerazione (distruzione) dei fasci nervosi del nervo ottico che si traduce in una riduzione dell'acutezza visiva e del campo visivo, e che può portare alla cecità. Le cause suscettibili a provocare una atrofia ottica sono estremamente varie e polimorfe. Possiamo ricordare i traumi per contusione dell'orbita; i tumori del nervo ottico o del chiasma; le malattie infettive da virus, tubercolari, luetiche, ecc.; le intossicazioni, per esempio alcool-tabagica, da chinino; le malattie vascolari, per esempio gli aneurismi intracranici, le trombosi, della carotide interna, ecc. L'enumerazione di queste numerose cause non deve far scordare che troppo spesso la causa di numerose atrofie ottiche non può essere precisata, malgrado molti esami e ricerche correttamente condotte. I sintomi consistono in: riduzione dell'acutezza visiva, che talvolta dopo adatta terapia può essere recuperata, riduzione del campo visivo, che è sempre presente e che spesso permette di localizzare l'altezza, lungo il tragitto del nervo ottico, a cui è avvenuta la lesione. Si hanno anche alterazioni del senso cromatico d'asse rossoverde. Gli esami clinici consistono soprattutto nell'esame oftalmoscopico del fondo dell'occhio, in esami neurologici, radiologici e del sangue. La cura va attuata in base alla diagnosi esatta, che può soltanto essere posta da specialisti. La conseguenza di questa malattia è la cecità, inevitabile nella maggior parte dei casi, per la difficoltà di precisare la causa della malattia e per la estrema delicatezza dell'organo colpito ( nervo ottico).
come si previene. La prevenzione di questa malattia si riferisce a quella delle cause numerose che la possono provocare e, nel caso di danno unilaterale, nella stretta sorveglianza delle funzioni dell'occhio superstite.

ATROFIA CEREBRALE e cellule nervose

ATROFIA CEREBRALE, fenomeno che indica la scomparsa delle cellule nervose, che vengono sostituite da un tessuto relativamente inerte, incapace di trasmettere l'impulso nervoso (tessuto gliale). A questo consegue una riduzione generale del volume della corteccia cerebrale ed un aumento dello spazio tra essa e la teca ossea (spazio evidenziabile radiologicamente). L'atrofia cerebrale esprime con la demenza, di cui condivide parte delle cause.

ATROFIA, diminuzione di volume di un organo

ATROFIA, diminuzione di volume di un organo o di un tessuto dipendente da riduzione di volume delle cellule costituenti o anche da un'effettiva diminuzione numerica degli stessi. L'atrofia porta a riduzione più o meno marcata delle dimensioni dell'organo colpito. Le cause dell'atrofia vanno ri­cercate in un deficitario apporto di materiali nu­trititi, oppure a una loro difettosa utilizzazione. Si distinguono le seguenti forme: atrofia generale da denutrizione (deportati nei campi di concentramen­to, tumori gastrointestinali, disturbi di digestione e di assorbimento, anoressia nervosa o mancanza di appetito degli psicopatici, cachessie neoplastiche da malattie infettive ed endocríne); atrofia se­nile (involuzione degli organi e apparati a causa della vecchiaia); atrolia da inattività (ad esempio, l'immobilizzazione di un arto per una frattura com­porta fenomeni di atrofia dei muscoli in questa sede); atrolia da compressione (se un tumore ma­ligno o benigno comprime un organo vicino, nella zona di contatto si può avere atrofia; se un calcolo dell'uretere blocca il deflusso dell'urina, questa ri­stagnando opera una pressione sul rene, rendendo­lo atrofico). Nell’atrofia muscolare progressiva, va, i muscoli diventano atrofici a causa di lesioni del cervello.

ATRESIA DELL'ESOFAGO, malformazione congenita

ATRESIA DELL'ESOFAGO, malformazione congenita consistente nella mancata o incompleta canalizzazione dell'abbozzo embrionale dell'esofa­go, per cui l'esofago non è pervio o, se lo è, non è in comunicazione con lo stomaco, ma spesso invece si unisce al lume tracheale in prossimità della sua biforcazione (fistola esofago-tracheale) o talvolta al bronco principale sinistro (fistola eso­fago-bronchiale). La sintomatologia è legata alla impossibilità assoluta di una alimentazione nor­male e, in caso di fistola esofago-tracheale od eso­fago-bronchiale, alla comparsa immediata di com­plicazioni suppurative polmonari. L'atresia del­l'esofago, che si associa solitamente ad altre gravi malformazioni, è incompatibile con la vita; le pos­sibilità di sopravvivenza sono legate ad un tempestivo intervento chirurgico, i cui risultati sono d'al­tronde quanto mai aleatori. L'atresia dell'esofago può anche essere acquisita e rappresenta allora l'esito cicatriziale di una esofagite corrosiva acuta provocata dalla ingestione accidentale o volontaria di sostanze, acide od alcaline, ad azione caustica. La sintomatologia è rappresentata sempre dalla impossibilità alla normale alimentazione, se l'atre­sia è completa; in caso di un'atresia incompleta, vi è difficoltà più o meno grave nella deglutizione e nella progressione dei cibi attraverso l'esofago, con ristagno e rigurgito dei cibi stessi; se l'atresia è incompleta il primo, e sovente sufficiente, prov­vedimento terapeutico è costituito da ripetute se­dute di dilatazioni esofagee con apposita strumen­tazione; se l'atresia è totale diventa indispensa­bile una gastrotomia preliminare, in vista di un intervento chirurgico ricostruttivo.

ATRESIA DELLE FOSSE NASALI

ATRESIA DELLE FOSSE NASALI, malforma­zione consistente nella mancanza di pervietà delle fosse nasali per occlusione delle narici o degli ori­fici nasali posteriori, le coane. L'occlusione delle narici è eccezionalmente di origine congenita, più spesso rappresenta l'esito cicatriziale di un pro­cesso suppurativo o di un processo infiammatorio cronico (lupus, sifilide) o di un trauma; l'atresia coanale, o meglio l'imperforazione coanale, che può essere tanto unilaterale quanto bilaterale, è invece quasi sempre di origine congenita; la pa­togenesi è oscura, si pensa che sia dovuta alla per­sistenza della membrana bucco-nasale della vita embrionale o ad una distrofia d'origine eredo-lue­tica; l'occlusione può essere costituita da un dia­framma solamente membranoso oppure, almeno parzialmente, osseo. In ambedue i casi la sinto­matologia è soprattutto respiratoria, legata alla ostruzione nasale (vedi); l'intervento chirurgico co­stituisce il solo mezzo terapeutico diretto al ripri­stino della funzione respiratoria nasale; nell'atre­sia congenita delle coane l'età migliore per l'inter­vento è quella della pubertà.

ATRESIA DELLA FARINGE, malformazione congenita

ATRESIA DELLA FARINGE, malformazione congenita che si associa spesso all'atresia delle Jos­se nasali contribuendo a realizzare una sin­drome pseudo-adenoidea; il cavo orofaringeo ap­pare ridotto in tutte le sue dimensioni ed è prati­camente virtuale mentre la parete inferiore del velo palatino si presenta aderente alla colonna verte­brale; la sintomatologia è puramente funzionale: la respirazione è insufficiente come nella ostruzione nasale; la voce è sorda, nasale (rinolalia chiusa); l'udito è diminuito come nella ostruzione tubarica; la deglutizione è influenzata dalla immobilizzazione relativa del velopendulo, per cui si ha riflusso degli alimenti liquidi dal naso, quan­do naturalmente non vi sia in. associazione una malformazione delle fosse nasali; la terapia è pu­ramente chirurgica.