martedì 7 aprile 2009
STITICHEZZA, o stipsi, disturbo consistente in diffcoltà all'evacuazione intestinale
STITICHEZZA, o stipsi, disturbo consistente in diffcoltà all'evacuazione intestinale. Comunemente si crede che la defecazione quotidiana sia indispensabile per mantenersi in buona salute e per evitare la cosiddetta autoi . ntossi . cazi . one: è questo un pregiudizio che non ha fondamento. Ciò che importa è che l'intestino funzioni ritmicamente. Uno scarso ed inadeguato apporto di liquidi o una dieta povera di scorie (come la cellulosa delle verdure), l'inattività fisica e una prolungata degenza a letto favoriscono la stipsi, così come l'assunzione di comuni medicamenti, quali la belladonna o l'atropina, i narcotici, i diuretici, il bismuto, i preparati di calcio e di ferro, l'idrossido di alluminio. Certe nevrosi, l'ipotiroidismo (deficiente funzionalità della tiroide), le affezioni del colone del retto possono pure indurre stitichezza.
MORBO DI STILL
MORBO DI STILL, malattia caratterizzata da sintomi generali (febbre irregolare, dimagramento e diminuzione delle masse muscolari, poliartrite cronica, gonfiori, motilità compromessa), macchie cutanee di durata effimera, modesti ingrossamenti ghiandolari e splenici. Le radiografie delle articolazioni colpite denunziano osteoporosi (rarefazione ossea) ed immagini di reazione del periostio. La malattia, i cui sintomi non sono costanti, può complicarsi con, dolori addominali e compromis- sione cardiaca. È notevole l'aumento dei leucociti. Il morbo di Still si manifesta in tutte le età dell'infanzia ed è più frequente nelle bambine. Il decorso è cronico per qualche anno; talvolta la malattia è mortale. La dieta è libera. Nella terapia sono presi in considerazione farmaci sintomatici, fenilbutazone, cortisone, corticotropina.
EMORRAGIA DELLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO
EMORRAGIA DELLO STERNOCLEIDOMASTOIDEO, è un'emorragia neonatale che si produce all'altezza di un muscolo laterale del collo, che s'inserisce da una parte all'ipofisi mastoide e dall'altra alla clavicola e allo sterno. Si determina un versamento di sangue nella parte media del muscolo e un torcicollo, collo, che può essere associato con un vizio di formazione delle fibre muscolari e con asimmetria facciale. Quattro volte su cinque si ha guarigione spontanea. Mantenere in iperstensione passiva la testa è l'unica terapia valida; se la risoluzione non è spontanea, è necessario l'intervento chirurgico.
STERILITA MASCHILE
STERILITA MASCHILE, la sterilità involontaria riguarda il lo per cento circa delle coppie coniugate. La responsabilità di tale condizione è da attribuirsi al maschio nel 35 per cento circa dei casi, alla femmina nel 45 per cento dei casi e ad entrambi nel 20 per cento dei casi (in cui cioè ciascuno dei due coniugi potrebbe procreare con un altro partner). Nel maschio le cause della sterilità o della ipofertilità sono attribuibili a fattori vari che possono menomare l'individuo riguardo alla spermatogenesi (formazione dello sperma) c/o alla eiaculazione dello sperma: processi infettivi, malformazioni, lesioni meccaniche o chirurgiche, alterazioni endocrine. Non è da considerarsi sterile in senso clinico il maschio affetto da impotentia coeundi (vedi impotenza) quando vi sia da parte del soggetto la possibilità di produrre sperma e di eiacularlo: infatti può essere realizzabile in tali casi la raccolta dello sperma e la fecondazione artificiale. Allo scopo di definire le possibilità fecondative del maschio si può ricorrere allo studio dello sperma, ricavandone l'indice di fertilità di Page e Houlding.
STERILITA, termine che indica l'incapacità a concepire
STERILITA, termine che indica l'incapacità a concepire. La sterilità va assolutamente distinta dall'infertilità che, invece, è l'incapacità di portare a termine utile il prodotto del concepimento. Va subito anticipato che oggi il concetto di sterilità viene riferito non più solo alla donna, ma alla coppia, che va studiata contemporaneamente, nel suo insieme. Perché, infatti, la sterilità non è tanto attribuibile ad uno piuttosto che all'altro dei coniugi, ma al risultato del loro accoppiamento.
STENOSI TRICUSPIDALE
STENOSI TRICUSPIDALE, vizio raro, quasi sempre in rapporto a localizzazione valvolare di un processo reumatico infettivo acuto. Spesso coabita con una stenosi mitralica. Si produce un restringimento dell'orifizio tricuspidale che crea un ostacolo al deflusso di sangue dall'atrio al ventricolo destro durante la distole ventricolare. Il sangue in questo caso ristagna a monte dell'orifizio atrioventricolare destro (cioè a livello della tricuspide) e ingorga l'atrio destro e le vene cave che vi confluiscono. Di conseguenza si ha ristagno di tutta la circolazione venosa reflua. La sintomatologia è tutta a carico del cuore destro, e cioè venosa.
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