sabato 29 novembre 2008

COLERA, infezione intestinale causata dal vibrione del colera

COLERA, infezione intestinale causata dal vibrione del colera Vibrio cholerae, che si trasmette mediante ingestione di cibi e bevande contaminate dalle feci di pazienti in fase acuta o durante la convalescenza. Il periodo di incubazione oscilla tra uno e cinque giorni. I sintomi del colera sono inizialmente caratterizzati da improvvise e numerosissime scariche di diarrea, con emissione di feci acquose grigiastre e fangose ( simili all'acqua di riso), da vomito non preceduto da nausea, a causa del quale il paziente non riesce assolutamente a trattenere né bevande né cibi. In dipendenza della cospicua perdita di liquidi e sali attraverso la diarrea e il vomito, il coleroso presenta un grave stato di disidratazione, per cui la pelle e le mucose appaiono aride, gli occhi infossati; il paziente accusa sete intensa e diventa cianotico; la temperatura corporea scende di molto al disotto dei 37 gradi centigradi; insorgono crampi muscolari e addominali. La diagnosi viene confermata solo quando sia stato isolato dalle feci il vibrione del colera.

Se l'infezione colerosa non è tempestivamente riconosciuta e pertanto viene omesso un idoneo trattamento, si ha un'elevata mortalità che si aggira in media sul 50 per cento. La mortalità invece è assai più bassa se la terapia viene intrapresa tempestivamente. I provvedimenti terapeutici consistono nella pronta ed abbondante reintegrazione dei liquidi perduti con la diarrea ed il vomito, ciò che si ottiene praticando fleboclisi di soluzioni acquose e saline. Utile, ma a quanto sarebbe constatato di secondaria importanza, il trattamento con antibiotici (aureomicina, cloramfenicolo, ecc.) e sulfamidici, grazie ai quali il decorso della infezione verrebbe abbreviato.