sabato 29 novembre 2008

COMMOZIONE CEREBRALE immediata perdita di coscienza

COMMOZIONE CEREBRALE, sindrome neurologica che descrive l'immediata perdita di coscienza, il pallore del viso, l'aumento della pressione al- l'interno della scatola cranica, il respiro superficiale, i muscoli completamente rilasciati, la perdita dei riflessi, la scomparsa della sensibilità, l'incontinenza per le urine e le feci, un aumento della glicemia ( quantità di glocosio nel sangue) e dell'azotemia ( quantità di azoto nel sangue). La commozione cerebrale è causata, nella quasi totalità dei casi, da un impatto violento della testa contro una superficie molto dura e piana.

Il colpo crea una serie di onde (dovute all'urto) che scuotono la massa del cervello e si dirigono verso le sue zone centrali e profonde. La commozione cerebrale non si accompagna a lesioni vere e proprie, ma rappresenta la conseguenza della violenta agitazione della massa cerebrale. Solitamente regredisce, in pochi minuti o in poche ore, con ripresa della coscienza, senza postumi, salvo una modesta cefalea. Se la commozione cerebrale dura più a lungo si deve pensare al peggio ( sempre escludendo lesioni specifiche), poiché la frequenza respiratoria si fa velocissima, fino alla paralisi della respirazione e morte. Alla commozione cerebrale può seguire una nevrosi traumatica con le relative implicante psicologiche. Durante la fase centrale incosciente della commozione cerebrale, l'elettroencefalogramma mostra ampie onde lente ( con frequenza di 1-2 cicli al secondo), diffuse sui due emisferi, che scompaiono con la normalizzazione (aumentando progressivamente la frequenza fino a 8- 13 cicli al secondo).


Se dopo alcuni giorni il tracciato elettroencefalografico continua a presentare onde lente, significa che vi è una compromissione organica (ad esempio un'emorragia). In questo caso il tracciato diventa asimmetrico. Se il trauma cranico ha provocato un danneggiamento anatomico di qualche zona cerebrale si parla di contusione cerebrale e non più di semplice commozione. In questo caso i sintomi di localizzazione possono essere irrilevante, perché la zona lesa è funzionalmente muta ( con il termine mute si indicano, appunto, le aree cerebrali la cui compromissione non dà segni clinici osservabili), oppure i sintomi si possono riferire alla parte opposta a quella colpita. La coscienza può rimanere presente. Nella contusione cerebrale, alla distanza di mesi e persino di anni, si può avere come conseguenza un'epilessia, o una emorragia tardiva.