giovedì 4 marzo 2010

Medicina del sonno

Il sonno è definito come uno stato di riposo contrapposto alla veglia. In realtà questa definizione, come altre definizioni che si possono trovare su vari dizionari (periodica sospensione dello stato di coscienza durante la quale l'organismo recupera energia; stato di riposo fisico e psichico, caratterizzato dalla sospensione, completa o parziale, della coscienza e della volontà, dal rallentamento delle funzioni neurovegetative e dall'interruzione parziale dei rapporti sensomotori del soggetto con l'ambiente, indispensabile per il ristoro dell'organismo) non è completamente vera. Come la veglia, infatti, il sonno è un processo fisiologico attivo che coinvolge l'interazione di componenti multiple del sistema nervoso centrale ed autonomo.

Infatti, benché il sonno sia rappresentato da un apparente stato di quiete, durante questo stato avvengono complessi cambiamenti a livello cerebrale che non possono essere spiegati solo come un semplice stato di riposo fisico e psichico. Ad esempio, ci sono alcune cellule cerebrali che in alcune fasi del sonno hanno una attività 5-10 volte maggiore rispetto alla veglia. Due caratteristiche fondamentali distinguono il sonno dallo stato di veglia: la prima è che il sonno erige una barriera percettiva fra mondo cosciente e mondo esterno, la seconda è che uno stimolo sensoriale (ad esempio un rumore forte) può superare questa barriera e svegliare chi dorme. Un adeguato sonno è biologicamente imperativo ed appare necessario per sostenere la vita.

medicina estetica

La medicina estetica è una branca della medicina che si occupa di correggere o eliminare gli inestetismi del viso o del corpo senza ricorrere alla chirurgia, bensì attraverso una serie di trattamenti poco invasivi che consentono una ripresa delle normali attività in breve tempo.

Gli inestetismi di cui si occupa la medicina estetica possono essere congeniti oppure possono essere acquisiti nel corso degli anni, ad esempio a causa dell’invecchiamento o dello stile di vita.

Gli inestetismi e le patologie di cui si occupa principalmente la medicina estetica sono:

* acne in fase attiva o cicatriziale
* acne rosacea e couperose
* adiposità localizzata
* alopecia
* angioma
* cellulite o panniculopatia edematofibrosclerotica (P.E.F.S.)
* ipermelanosi e ipomelanosi
* iperidrosi e bromidrosi
* ipertricosi e irsutismo
* lipoatrofia
* rughe e solchi come esito di mimica facciale
* rughe e solchi come esito di un generale invecchiamento della pelle accompagnato a volte da cedimento del profilo
* smagliature
* sovrappeso
* tatuaggi
* teleangectasie e vene reticolari

medicina aerospaziale

La medicina aerospaziale è una branca relativamente nuova della medicina ed è nata negli anni cinquanta, con studi di fisiopatologia animale, con i primi lanci di animali nello spazio. Il primo uomo nello spazio fu il russo Yuri Gagarin, però in seguito negli anni sessanta gli americani arrivarono sulla Luna, missione Apollo 11. Negli anni settanta sono incominciati i voli della navicella spaziale space Shuttle per creare una stazione spaziale orbitante fissa.

Vivere e lavorare nello spazio non è semplice: la mancanza d'aria, l'assenza di gravità, le radiazioni e l'irraggiamento solare, l'igiene personale e le necessità fisiologiche, il nutrimento, la procreazione e tutte quelle attività umane connesse alla fisiologia dell'uomo, in microgravità cambiano.

La microgravità è un ambiente nel quale l'uomo vive in caduta libera, ossia in una situazione assimilabile a quella di un paracadutista che si lanci da 250 km d'altezza e ad una velocità di 27.000 km/ora. Per non perdere di vista le forze e i meccanismi d'azione che influiscono sul corpo, che è formato per il 90% di liquidi, bisogna pensare che il corpo in microgravità, è sottoposto come un satellite alle forze sia centripeta che centrifuga, che lo tengono in equilibrio su una propria orbita e vive sottoposto in costante piccola accelerazione di gravità ossia in assenza di peso, non è fermo e sospeso in una situazione statica come comunemente si fraintende ma sta precipitando in caduta libera. Questo concetto è fondamentale e sta alla base della medicina spaziale sia sulle navette spaziali Shuttle che sulla stazione spaziale orbitante.

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sabato 13 febbraio 2010

displasia ventricolare destra aritmogena (ARVD)

La displasia ventricolare destra aritmogena (ARVD), nota anche come "cardiomiopatia ventricolare destra aritmogena" (ARVC), è una malattia genetica del cuore, a patogenesi non-ischemica, che coinvolge principalmente il ventricolo destro. È caratterizzata da aree ipocinetiche a livello della parete libera del ventricolo destro o di entrambi i ventricoli, in cui il tessuto muscolare (miocardio) è sostituito da tessuto fibroso o fibro-adiposo.

L'ARVD è un'importante causa di aritmie ventricolari nei bambini e nei giovani adulti. Pare essere predominante nei maschi e il 30-50 % dei casi ha una distribuzione familiare. È generalmente trasmessa come carattere autosomico dominante, con espressione variabile. La penetranza è mediamente del 25-30%, ma è significativamente più elevata in Italia. Sette loci genici sono stati individuati come responsabili della ARVD. Tuttavia, circa il 50% delle famiglie che manifestano ARVD e che si sottopongono a screening genetici, non mostrano alcun linkage con nessuno dei loci cromosomici attualmente noti. Non risulta chiaro se la patogenesi varia i con differenti loci genetici coinvolti. Una indagine genetica standard non è attualmente disponibile.

Vi è un lungo prodromo asintomatico negli individui affetti da ARVD. Benché la trasmissione della malattia sia su base ereditaria, nei pazienti in giovane età può non essere evidente nessuno dei sintomi caratteristici nei test di screening.

A questa prima fase asintomatica fa seguito la comparsa di aritmie ventricolari, variabili da sporadiche extrasistoli a tachicardie ventricolari non sostenute e sostenute, con morfologia tipo blocco di branca.

Nelle fasi più tardive insorgono segni e sintomi di insufficienza cardiaca, come edema delle estremità, congestione epatica con aumento degli enzimi. Con il tempo, il ventricolo destro risulta sempre più colpito, ma nelle fasi terminali vi è frequente compromissione anche del ventricolo sinistro. Segni e sintomi del coinvolgimento ventricolare sx comprendono insufficienza cardiaca congestizia, fibrillazione atriale e un'aumentata incidenza di eventi trobo-embolici.

Meno frequentemente, la morte improvvisa insorge in un quadro totalmente asintomatico. Questo si verifica soprattutto in corso di esercizio fisico intenso in pazienti giovani.

displasia fibromuscolare

La displasia fibromuscolare è una malattia delle grosse e medie arterie.

Non è su base aterosclerotica né infiammatoria. Coinvolge l'intima, la tonaca media e l'avventizia.

Più comunemente interessa le arterie renali, la carotide interna, le vertebrali, le succlavie e le arterie mesenteriche.

Colpisce più frequentemente le donne nella terza decade di vita. I pazienti presentano ipertensione non controllabile farmacologicamente. Raramente, l'insufficienza renale, o lo scompenso, può essere il problema primitivo.

La displasia fibromuscolare può causare lesioni tromboembolizzanti a partire da piccoli aneurismi o dissezioni spontanee.

Esistono diversi tipi, in base alla tonaca coinvolta: intima, media o avventizia. Il più comune è la fibrodisplasia della media (65-80% dei casi), che differisce radiograficamente per stenosi tubulari e margini irregolari del vaso. Coinvolge più frequentemente le arterie renali bilateralmente (65%).

La diagnosi è fatta con TC o MRI.
Il trattamento è di angioplastica con palloncino in sede di stenosi