giovedì 31 luglio 2008

Aniridia assenza totale dell'iride congenita

ANIRIDIA, assenza totale dell'iride che può essere: congenita, ed allora è accompagnata da altre gravi malformazioni del globo oculare; secondaria, cioè provocata da malattie che hanno distrutto il tessuto dell'iride e che è stato successivamente riassorbito; traumatica, e in questo caso è sempre accompagnata da gravi lesioni del cristallino e della retina. A parte i sintomi che si riferiscono alla causa dell'alterazione, il disturbo maggiore consiste nell'abbagliamento dell'occhio in quanto non viene regolato l'afflusso della luce poiché manca il diaframma irideo.
come si previene. La prevenzione e la cura si riferiscono alle cause della aniridia; nella semplice, ma rara, aniridia congenita la prevenzione dei fenomeni di abbagliamento è facilmente ottenibile con lenti colorate di opportuno assorbimento.

Angoscia - termine psicanalitico

ANGOSCIA, termine psicanalitico che indica il vissuto sgradevole che si ha quando l'Io è costretto a riconoscere la propria debolezza; si dice reale davanti a problemi del mondo esterno; normale di fronte al Super lo; nevrotica dinanzi alle pulsioni dell'Es. L'angoscia nevrotica, dice Freud, « ha origine nella vita sessuale e corrisponde ad una libido deviata dalla propria destinazione e non ulteriormente impiegata... i sogni d'angoscia sono sogni a contenuto sessuale e la libido inerente ad essi è stata trasformata in angoscia ». Per gli esistenzialisti l'angoscia della morte è intrinseca alla vita, che non può altro che procedere inesorabilmente verso la propria fine. Tuttavia esiste anche un'angoscia esistenziale imposta dalla scelta tra il conformismo e l'accettazione di modelli collettivi da un lato e la affermazione individuale, realizzatrice della propria personalità singola e soggettiva dall'altro.

La differenza tra angoscia normale ed angoscia patologica sta nel comportamento che l'una e l'altra provocano. La prima è vantaggiosa ed adeguata a proiettare la personalità in avanti, verso il futuro; la seconda provoca invece meccanismi di difesa infantili, poco produttivi, rivolti al passato, regressivi. L'angoscia colpisce di preferenza chi ha avuto una vita infantile frustrata, conflittuale, carente sul piano affettivo.

Angiomatosi di Kaposi raro tumore maligno che insorge alle dita delle mani e dei piedi

ANGIOMATOSI DI KAPOSI, raro tumore maligno che insorge alle dita delle mani e dei piedi sotto forma di noduli sottocutanei duri, violacei, dolenti e pruriginosi, i quali si estendono progressivamente, seguendo le vene superficiali, al tronco e al viso, infine ai visceri. Esordisce verso la mezza età e la sua evoluzione può durare anche molti anni. Emorragie ripetute portano a morte chi ne è colpito. La cura consiste in cicli di roentgenterapia associati ad arsenico e ad antitumorali.

Angioma osseo tumore benigno consistente in una proliferazione delle strutture dei vasi sanguigni

ANGIOMA OSSEO, tumore benigno consistente in una proliferazione delle strutture dei vasi sanguigni dell'impalcatura ossea. La sede di questi angiomi sono le vertebre, il cranio, le ossa lunghe degli arti. Le cause possono essere di natura genetica o displasica. Il più colpito è il sesso femminile; è abbastanza raro diagnosticare l'angioma osseo in vita mentre è per contro più frequente il riscontro nel corso di autopsia. Il sintomo principale è il dolore, specialmente sotto carico ( forma vertebrale), con possibili complicazioni compressive a carico del midollo spinale. Quando colpisce parti scheletriche relativamente esterne, il tumore può dare tumefazione. La diagnosi è radiologica e gli aspetti sulla struttura scheletrica, che viene più o meno profondamente alterata, sono abbastanza caratteristici. La terapia di elezione è quella radiante (roentgenterapia), ma se la forma è avanzata, e soprattutto se vi è compressione sul midollo spinale, è necessario l'intervento chirurgico. La prognosi è benigna in una grande percentuale.

Angioma tumore benigno costituito da minuscoli vasi sanguigni o linfatici neoformati

ANGIOMA, tumore benigno costituito da minuscoli vasi sanguigni o linfatici neoformati. Per maggior precisione, si dovrebbero chiamare emangiomi gli angiomi costituiti da vasi sanguigni, e linfan giomi quelli forinati da vasi linfatici, ma nell'uso comune angioma è sinonimo di emangiomi, oma, cioè indica i tumori benigni dei vasi sanguigni. Poiché questi sono diffusi in tutte le parti del corpo, è ovvio che angiomi possono riscontrarsi in tutti gli organi, in tutte le età e in entrambi i sessi, senza alcuna predilezione, tranne forse quella per le età più giovani e per certe sedi come la pelle, la lingua e il fegato. Molto probabilmente gli angiomi sono tumori insorti su malformazioni, tanto è vero che non di rado sono multipli e in qualche caso si estendono a tutto un organo, ad esempio un osso o un muscolo, trasformandolo in una specie di spugna piena di piccoli vasi sanguigni (in tal caso si parla non più di angioma, ma di angiomatosi).

Angiofibroma tumore benigno, costituito da vasi sanguigni (angio) e tessuto connettivo fibroso neoformati

ANGIOFIBROMA, tumore benigno, costituito da vasi sanguigni (angio) e tessuto connettivo fibroso (fibroma) neoformati. L'angiofibroma è localizzato elettivamente nelle cavità retronasali dei giovani in età puberale, soprattutto nel sesso maschile ed ha la forma di un polipo, sicché è facilmente visibile con una visita specialistica: l'esame radiologico della parte è utile per distinguere questo tumore da altri di aspetto analogo, ma di natura maligna. Come tutti i polipi nasali, anche l'angiofibroma si manifesta con difficoltà della respirazione nasale, alterazioni del timbro della voce, sensazione di corpo estraneo. Il tumore si cura con la asportazione chirurgica attraverso il naso o la bocca: talvolta esso può recidivare ad un primo intervento, ma l'evoluzione maligna è da considerarsi eccezionale: al contrario, vi sono dei casi nei quali si è osservata una riduzione spontanea di volume dell'angiofibroma verso i 17-18 anni di età, come se gli squilibri propri dell'età puberale giocassero un ruolo nella comparsa di questo tumore.

Angiocolite processo infiammatorio delle vie biliari

ANGIOCOLITE, processo infiammatorio delle vie biliari, ora acuto ora cronico, altrimenti denominato colangite o epatocolangite. Si parla più specificatamente di coledocite, se vi è interessamento del coledoco, condotto biliare extraepatico che convoglia la bile prodotta dal fegato verso l'intestino; di colecistite se vi è infiammazione della vescichetta biliare, o colecisti, organo che funge da serbatoio della bile, anatomicamente situato in corrispondenza della faccia inferiore del fegato. L'angiocolite acuta è caratterizzata da febbre elevata, aumento di volume del fegato, che deborda dall'arcata costale e che è dolente alla palpazione, ed inoltre da lieve ittero, talora visibile solo alle sclere oculari, che alla luce diurna assumono un colorito giallognolo. Nella forma cronica la sintomatologia è meno appariscente, ma il decorso può essere più insidioso. La terapia medicamentosa di elezione si fonda sulla somministrazione di antibiotici e di disinfettanti delle vie biliari (urotropíni per via endovenosa). È necessario, nella fase acuta, il riposo a letto ed è di determinante utilità una dieta leggera, poverissima di grassi, con esclusione grassi cibi fritti e sughi, di alimenti in scatola o comunque conservati, di alcoolici e di caffè.

Angioblastoma cervelletto tumore costituito da vasi sanguigni neoformati

ANGIOBLASTOMA, tumore costituito da vasi sanguigni neoformati, situato nel cervelletto; di rara osservazione, predilige il sesso maschile e la età compresa trai 30 e i 60 anni. Può esser privo di sintomatologia se di piccole dimensioni, altrimenti provoca sintomi che variano a seconda della sua precisa sede, ma che in genere sono rappresentati da mal di capo e disturbi della coordinazione dei movimenti muscolari. Per solito benigno, può dare complicazioni se i vasi da cui è formato si rompono e provocano emorragie nell'interno del cranio. La cura è di competenza del neurochirurgo.

Angina Pectoris angor, o angina di petto, o stenocardia

ANGINA PECTORIS, o angor, o angina di petto, o stenocardia, caratteristica, molestissima sensazione dolorosa (« come un ferro rovente appoggiato sul petto », secondo quanto spesso riferiscono i malati di cuore anginosi), con irradiazione caratteristica del dolore dalla regione precordiale (ove si avverte il battito del cuore poco sotto lo sterno): dallo sterno in alto lungo il collo, quindi al braccio sinistro, raggiungendo perifericamente il polso e le prime dita della mano sinistra.

Ma non infrequentemente altre sono le irradiazioni del dolore. E cioè: alle due braccia simmetricamente, in alto verso la mandibola, posteriormente alle scapole, alla spalla sinistra, al centro dello stomaco. Le cause dell'angina pectoris, in ordine di frequenza, sono: l'arteriosclerosi delle coronarie (coronaro sclerosi), le malattie dell'aorta, l'ipertensione, che fa ingrossare e ipertrofizzare il cuore (angina da discrepanza), i piccoli emboli che raggiungono le coronarie, l'abuso di fumo, il diabete, che porta precocemente ad usurare le coronarie e ad immiserire il loro lume, le malattie della cistifellea e del fegato (vedi colecistiti).

I sintomi sono rappresentati: dalle crisi dolorose al petto, che si presentano episodiche o si susseguono capricciosamente e imprevedibilmente; da una condizione di sofferenza penosissima del malato che si porta la mano al torace e al cuore, quasi lo sentisse in una stretta: dall'agitazione nervosa notevole; talvolta da tendenza al collasso; dalla sudorazione al volto; dalla depressione del tono dell'umore. Dal punto di vista sperimentale, la diagnosi corretta di angina pectoris si pone con l'elettrocardiogramma, attuato possibilmente durante la crisi, per constatare se il tracciato « legge » la sofferenza delle coronarie.

Ma una diagnosi più affinata, fuori dalla crisi, può essere attuata con l'elettrocardiogramma da sforzo e, ancor meglio, col cicloergoinetro: una specie di bicicletta su cui il coronaropatico pedala con sforzo, mentre si registra contemporaneamente un tracciato elettrocardiografico. Se le coronarie sono in disordine, durante le pedalate compaiono sul tracciato onde anomale.

Angina intestinale angina di petto affezione dolorosa

ANGINA INTESTINALE, in analogia alla cosiddetta angina di petto, corrisponde ad un'affezione dolorosa, localizzata in questo caso all'addome, dovuta ad insufficiente afflusso di sangue arterioso all'intestino. La causa più frequente è l'ostruzione arteriosclerotica parziale dei rami intestinali della aorta.

Prevale nei soggetti anziani: intorno e oltre i 60 anni. Fattore coadiuvante può essere il diabete. Il dolore è l'unico sintomo: ha carattere crampiforme, viene riferito allo stomaco o alla regione dell'ombelico, insorge tipicamente da mezz'ora a un'ora dopo i pasti (la digestione agisce da fattore scatenante, allo stesso modo dello sforzo fisico per il coronarico). Qualche volta si osservano anche nausea e vomito, più sovente diarrea a causa dell'inadeguato assorbimento dei cibi. Il dolore dura fino a due-tre ore gli antispastici non lo dominano. L'aortografia selettiva permette di visualizzare il danno vascolare (restringimento o interruzione di una o più arterie viscerali).

Un accorgimento da consigliare allo scopo di scongiurare le crisi dolorose è quello di raccomandare pasti frugali, frequenti, con cibi semplici, di facile digestione, non freddi. Utile è la somministrazione di farmaci vasoattivi prima di ogni pasto, anche se va tenuto ben presente che l'angina intestinale è l'espressione clinica di una compromissione vascolare già instaurata che richiede un trattamento arteriosclerotico globale.

Angina infiammazione acuta della mucosa faringea

ANGINA, infiammazione acuta della mucosa faringea; al processo infiammatorio partecipano il rivestimento epiteliale del rinofaringe, dell'orofaringe e dell'ipofaringe, le numerose ghiandole mucipare disseminate sulla mucosa faringea e i follicoli linfoidi isolati o raggruppati nelle tonsille palatine, faringee e linguali. Una classificazione delle angine non può basarsi né sui dati batteriologici né sulla sede delle lesioni.

Si distinguono pertanto i seguenti tipi di angina acuta: angina eritematosa, angina eritematopultacea, angina pseudomembranosa, angina ulcero-necrotica, angina vescicolare e angina bollosa. L'angina eritematosa si manifesta con un arrossamento ed un aumento di volume delle tonsille; l'iperemia è diffusa ai pilastri ed alla mucosa faringea; l'eziologia è spesso virale, ma l'angina può anche essere la manifestazione di una malattia infettiva (parotite epidemica, rosolia, scarlattina, influenza, poliomielite) e quando l'origine è streptococcica, essa può precedere la comparsa di un reumatismo articolare acuto.

L'angina eritematosa può essere la manifestazione di un eritema nodoso o di un eri- tema polimorfo e dell'inizio di una mononucleosi infettiva, evolvendo in seguito nelle forme eritemato-pultacea, pseudomembranosa o ulcero-necrotica (angina monocitíca). La sintomatologia specifica dell'angina eritematosa, che si aggiunge a quella del quadro generale della malattia di cui essa rappresenta la manifestazione locale, è soprattutto , la spiccata disfagia dolorosa.

Aneurisma dell'aorta - dilatazione dell'aorta

ANEURISMA DELL'AORTA, enorme dilatazione dell'aorta nei suoi vari tratti anatomici (aorta ascendente, aorta addominale, arco aortico, ecc.), che comporta turbe alla dinamica circolatoria arteriosa dell'importante arteria con minaccia di rottura. L'aneurisma aortico è causato soprattutto dalla degenerazione arteriosclerotica della più importante arteria del corpo umano, e dalla sifilide, che trova il suo punto di localizzazione elettivo sulla valvola aortica o sull'arco aortico. I sintomi sono legati alla sensazione soggettiva del malato di un qualche cosa che « batte all'interno violentemente », visibile ai raggi X, se l'aneurisma è in parte (come spessissimo accade) calcificato. L'ombra aneurismatica pulsa sul profilo dell'arco aortico o dell'aorta nel tratto ascendente o addominale, sincrona con le pulsazioni cardiache.

Come si previene. Curando all'origine la malattia arteriosclerotica nella sua globalità; impedendo all'infezione luetica il suo fatale e pericoloso evolvere dopo il primo stadio (sifiloma primario).

Aneurisma - dilatazione circoscritta a carattere permanente

ANEURISMA, dilatazione circoscritta a carattere permanente — a forma di fuso o di sacco — di un tratto di arteria, raramente congenita (localizzata per solito in questo caso ad un vaso cerebrale) ma più spesso acquisita e conseguente ad un indebolimento, dovuto a varie cause, della parete arteriosa, che viene sfiancata dalla pressione del sangue. L'arteria più frequentemente sede di aneurismi è l'aorta. Le malattie più spesso responsabili sono la sifilide (vedi) che provoca, nei suoi stadi finali oggi sempre più rari a vedersi, aneurismi localizzati al primo tratto dell'aorta, l'aorta toracica, e l'arteriosclerosi ( vedi) che, con l'aumento della vita media, è oggi la causa di gran lunga più importante di aneurismi, interessanti in questo caso generalmente l'aorta addominale.

Il sesso più colpito è quello maschile. Gli aneurismi luetici prevalgono nei soggetti tra i 40 e i 60 anni, mentre quelli arteriosclerotici s'instaurano in linea di massima dopo i 60 anni. Dopo l'aorta le arterie più colpite da aneurismi — in genere arteriosclerotici — sono quelle degli arti inferiori. La presenza di un aneurisma può non essere avvertita dal paziente anche per anni, fino a quando cioè non si rende evidente sotto forma di una tumefazione pulsante o per effetto di compressione su strutture o organi vicini. Gli aneurismi dell'aorta toracica possono causare dolori dietro allo sterno per erosione ossea, difficoltà alla deglutizione per compressione sull'esofago, turbe della respirazione per spostamento della trachea.

Gli aneurismi dell'aorta addominale possono dar luogo a dolori addominali per compressione nervosa, a dolori lombari per erosione vertebrale, a claudicatio intermittens per l'insufficienza del flusso arterioso che raggiunge gli arti inferiori. L'evenienza più drammatica è la rottura della sacca aneurismatica, che uccide il malato in pochi secondi. Una forma a sé è il cosiddetto aneurisma dissecante dell'aorta, in cui il sangue si fa strada nella parete dell'arteria scollandola per un certo tratto fino a romperla con conseguenze fatali per il paziente.

Anetodermia cute lassa, non elastica - atrofia cutanea a chiazze

ANETODERMIA, definizione che significa cute lassa, non elastica; è una atrofia cutanea a chiazze piccole, di forma rotondeggiante o ovale, disseminate sul corpo, con cute flaccida. Si presenta più
facilmente sulle parti esterne delle braccia e delle gambe, sul torace, sulle cosce. L'origine della forma non è ben chiara, forse è secondaria, cioè dipende da fattori interni di tipo infettivo. Infatti, prima ché si formi l'atrofia della pelle, appare spesso una fase infiammatoria di arrossamento. L'anetodermia è di gran lunga più frequente nel sesso femminile; l'età più colpita è tra i 20 e i 30 anni. Inizia con una macchia arrossata grossa come una lenticchia, nel cui interno la cute comincia a raggrinzirsi, poi cede, mentre il bordo attorno rimane ancora rigido. L'atrofia è definitiva. A questo punto non esiste più alcuna cura possibile. Solo all'inizio, in fase infiammatoria, si può tentare con cure penicilliniche intense.

Anestesia Psichica alterazione della sensibilità di origine psicologica

ANESTESIA PSICHICA, alterazione della sensibilità di origine psicologica. Abitualmente è riferita al blocco del dolore, ma può anche riguardare altri organi di senso, come la vista o l'udito. Il malato (quasi sempre un isterico) non vuol sentire o vedere ed impedisce alla sua coscienza di prendere atto degli stimoli che provengono dall'esterno. Il fenomeno si verifica anche nei depressi, per i quali i cibi perdono sapore e i colori della vita e dell'ambiente si attenuano, non solo in senso figurato. Le anestesie isteriche corrispondono alla distribuzione anatomica della sensibilità come il malato immagina che sia ( spesso non uguale a quella reale, per cui è facile scoprire che non si tratta di una lesione organica). Secondo alcuni neurofisiologí l'anestesia psichica non è semplicemente un fenomeno di inibizione del sistema nervoso centrale. Sembra, infatti, che siano state identificate delle fibre nervose dirette verso eli organi di senso, capaci di attenuarne la risposta agli stimoli. L'anestesia psichica non va confusa con fenomeni di assuefazione o di, accomodamento.

Anemia Refrattaria - farmaci antianemici

ANEMIA REFRATTARIA, forma anemica così chiamata per l'inefficacia dei consueti farmaci antianemici; è dovuta alla diminuita produzione di Globuli rossi per una inefficienza del midollo delle ossa. Alcune volte la causa è ignota, altre volte questa anemia dipende da infezioni, intossicazioni (benzolo, sulfamidici, ecc.), radiazioni, squilibri ormonici. L'alimentazione scarsa o povera di ferro e di vitamine può essere una concausa. In genere sono colpiti gli adulti al di sopra dei 30 anni, e con maggiore frequenza le donne. L'inizio è generalmente insidioso, e il decorso successivo può essere acuto o cronico.

Se il decorso è lento i sintomi sono: malessere generale, progressiva diminuzione delle forze, colorito pallidocereo della pelle. Nelle forme più gravi si hanno: emorragie della cute e delle mucose, ulcerazioni della bocca e della faringe, febbre. L'esame del sangue rivela una diminuzione del numero dei globuli rossi (inferiore a 4 milioni per mmc; la norma è 4,5-5 milioni) e del valore globulare, ossia dell'emoglobina (il valore globulare lobulare è il rapporto fra emoglobina e numero dei globuli rossi, normalmente uguale a 1, qui inferiore a 0,8); anche i globuli bianchi sono diminuiti di numero.

Non esiste una cura specifica; può essere efficace la somministrazione di ormoni maschili, si fanno trasfusioni di sangue, possono essere utili l'asportazione della milza (splenectomia) e il trapianto di midollo osseo. L'alimentazione deve essere abbondante, completa, variata.

Anemia Perniciosa - stato anemico dipendente da carenza di vitamina

ANEMIA PERNICIOSA, stato anemico dipendente da carenza di vitamina B12 In realtà non si tratta di una carenza dietetica di questo fattore vitaminico, bensì è in causa un difettoso suo assorbimento intestinale. Con la scoperta della vitamina B12 e della sua correlazione con siffatta forma morbosa, tale anemia è diventata suscettibile di completa regressione e di conseguenza l'aggettivo « perniciosa » assegnato a questa anemia ora non ha più senso, in quanto la prognosi è divenuta favorevole. Solo se l'anemia perniciosa non viene trattata adeguatamente, il suo esito è costantemente mortale.

La malattia è rara al disotto dei 35 anni. Affinché si renda possibile l'assorbimento della vitamina B12 a livello dell'intestino, è necessario l'intervento di un fattore intrinseco (probabilmente di natura mucopolisaccaridíca), che normalmente viene secreto dallo stomaco, ma che nell'anemia perniciosa è carente. Un disturbo di assorbimento di vitamina B12, può dipendere dalla asportazione dello stomaco (gastrectomia per ulcera o per cancro); da malformazioni dell'intestino tenue; quando, per necessità chirurgiche, vengono resecati ampi tratti di quest'ultimo organo; da infestazione da botriocefalo.

In questi casi si parla di anemie perniciosiformi. Caratteristica clinica dell'anemia perniciosa è che la malattia viene sopportata abbastanza bene nonostante la sua gravità. I sintomi sono: facile affaticabilità, respiro pesante, senso di fastidio al cuore e accelerazione dei battiti cardíaci. La carenza di vitamina B12 determina irritazione della lingua con bruciore (glossite) e disturbi gastroenterici (eruttazioni, senso di peso dopo il pasto, riduzione dell'appetito e diarrea).

Nel 10 per cento dei casi si verificano, fenomeni nervosi consistenti in intorpidimento delle gambe e in disturbi della sfera psichica. Alla diagnosi di certezza dell'anemia perniciosa si arriva in base all'esame del sangue (dove i globuli rossi si presentano molto voluminosi; vedi anisocitosi) e del midollo osseo che si aspira dall'osso sternale con un apposito ago (puntura sternale). La moderna cura di questa forma, che un tempo era ad evoluzione invariabilmente infausta, permette di conseguire risultati veramente brillanti, tanto che le condizioni generali del paziente migliorano rapidamente, si ravviva l'appetito, la cute assume un sano colorito roseo, la lingua si normalizza e fa seguito la remissione dei disturbi intestinali e di quelli a carico del cuore. Più lentamente si attenuano le manifestazioni nervose.

Nella fase conclamata e attiva, la somministrazione della vitamina B12 (detta anche cianocobalamina) deve essere fatta da una a tre volte alla settimana mediante iniezioni intramuscolari. L'assunzione per bocca non è efficace per il fatto che, essendo carente il fattore intrinseco, la vitamina 1312, per questa via, non verrebbe utilizzata.

Il paziente deve essere conscio che per tutta la vita dovrà far ricorso alla vitamina B12. Solo quando i valori ematologici si siano normalizzati, sarà sufficiente un trattamento con vitamina B12 una sola volta al mese. Non sono necessarie altre curè consigliate in passato, a base di acido folico o di acido cloridrico per bocca. A meno che non siano presenti alterazioni neurologiche, non è indispensabile che il paziente venga ospedalizzato, fatta esclusione solo per il periodo necessario per la conferma diagnostica.

Come si previene. È utile, prevalentemente, la somministrazione di dose mensile di vitamina B12 ai soggetti che siano stati sottoposti ad asportazione dello stomaco.

Anemia Megaloblastica pernicioso simile alimentazione vegetariana

ANEMIA MEGALOBLASTICA PERNICIOSO-SIMILE, forma di anemia dovuta ad un'alimentazione strettamente vegetariana, e perciò priva di vitamina B12, oppure povera di carne, frutta e verdura e perciò priva o quasi di acido folico (detto anche vitamina M). Poiché la vera e propria anemia perniciosa è causata dall'incapacità dell'organismo di utilizzare la vitamina B12, o l'acido folico, si comprende come la mancanza di queste sostanze nel vitto abbia una analoga conseguenza, cioè una anemia perniciososimile. Le cellule del midollo osseo da cui derivano i globuli rossi sono di dimensioni superiori alla norma, da qui la denominazione di megaloblasti. L'esame del sangue rivela una diminuzione del numero dei globuli rossi ( inferiore a 4 milioni per mmc; la norma è 4,5-5 milioni), i quali sono di diametro superiore alla norma (macrociti, grosse cellule). Anche l'emoglobina è diminuita, però in misura minore rispetto alla diminuzione dei globuli rossi, cosicché il valore globulare (rapporto fra emoglobina e numero dei globuli rossi, normalmente uguale a 1) è aumentato in confronto alla norma, ossia risulta superiore a 1, il che è tipico delle anemie perniciose a paragone delle altre forme di anemia. I sintomi sono: pallore, stanchezza, facile affaticabilità, insonnia, irritabilità, inappetenza, bruciore e arrossamento della lingua (glossite), stomatite, disturbi intestinali, disturbi nervosi, che vanno da semplici formicolii agli arti fino ad tiri vero torpore psichico. La terapia consiste nel somministrare preparati di vitamina B12 e di acido folico. Si curerà inoltre l'alimentazione: vitto abbondante nel suo complesso, ricco di carne, uova, latte, formaggi, e di frutta e verdura fresca. Occorre un periodo di convalescenza durante il quale l'attività fisica e mentale sarà ripresa solo gradatamente col migliorare delle condizioni, in un ambiente sereno, vivendo il più possibile all'aria libera.

Anemia macrocitica alimentare alimentazione povera di proteine

ANEMIA MACROCITICA ALIMENTARE, forma di anemia dovuta ad un'alimentazione povera di proteine (carne, uova, latte, latticini). In queste circostanze, però, eli solito vengono a mancare anche minerali come il ferro, e vitamine, quindi la causa dell'anemia è complessa, i fattori che la provocano, tutto sommato, sono molteplici. Sovente i pazienti sono degli alcoolisti i quali, appunto per tale condizione, finiscono per ridurre il loro cibo al minimo, oppure soggetti che furono sottoposti all'intervento della resezione gastrica o che soffrono di malassorbimento, per cui sono in uno stato cronico di malnutrizione.

L'esame del sangue rivela una diminuzione del numero dei globuli rossi (inferiore a 4 milioni per mmc; la norma è 4,5-5 milioni), dell'emoglobina e del valore globulare, ossia del rapporto fra emoglobina e numero dei globuli rossi (normalmente uguale a 1, risulta qui inferiore a 0,8); i globuli rossi, per un'alterazione dei processi di produzione delle cellule del sangue, sono di diametro superiore alla norma (microciti, grosse cellule) e nondimeno con un contenuto di emoglobina inferiore alla norma. I sintomi sono: pallore, stanchezza, facile affaticabilità, insonnia, irritabilità, inappetenza, bruciore alla lingua, stomatite, difficoltà di deglutizione, irregolarità mestruali, ecc.

Vi sono inoltre sintomi di malnutrizione, di malassorbimento, talora anche di malattie del fegato. La terapia consiste nel somministra re preparati di acido folico, vitamina 1312, aminoacidi (i costituenti delle proteine), ferro, rame, calcio. Si curerà inoltre l'alimentazione: vitto abbon. dante nel suo complesso, ricco di cibi proteici (carne, latte, uova, formaggi), eliminando le bevande alcooliche. Occorre un periodo di convalescenza durante il quale l'attività fisica e mentale sarà ripresa solo gradatamente col migliorare delle condizioni, in un ambiente sereno, vivendo il più possibile all'aria aperta.

come si previene. Bisogna evitare gli stati di denutrizione, seguendo un'alimentazione equilibrata, usando moderazione nelle bevande alcooliche e curando la funzione gastrica ed epatica.

Anemia Ferropriva scarsità o mancanza nell'alimentazione del minerale ferro

ANEMIA FERROPRIVA, anemia conseguente a scarsità o mancanza nell'alimentazione del minerale ferro, essenziale per la produzione dei globuli rossi. Il fabbisogno giornaliero di ferro è di 1,5 mg, in genere ampiamente fornito da una normale alimentazione nell'uomo adulto. Diversa è la situazione nella donna, la quale perde mensilmente una notevole quantità di ferro con il sangue mestruale. Perciò l'anemia ferropriva da carenza alimentare è rara nel maschio adulto, più frequente nella femmina (e ancor più in gravidanza, durante la quale il fabbisogno di ferro si raddoppia); è frequente inoltre nel lattante nutrito a lungo esclusivamente con latte (molto povero di ferro, anche quello di donna) e nel bambino.

I sintomi sono: stanchezza, pallore, facile affaticabilità, mal di capo, insonnia, irritabilità, inappetenza, bruciore alla lingua, stomatite, difficoltà di deglutizione, cute secca, capelli ruvidi, unghie fragili, irregolarità mestruali, ecc. L'esame del sangue rivela una diminuzione del numero dei globuli rossi (inferiore a 4 milioni per mmc di sangue; la norma è 4,5-5 milioni) e del valore globulare, ossia dell'emoglobina (il valore globulare è il rapporto fra emoglobina e numero di globuli rossi, normalmente uguale a 1, qui inferiore a 0,8); il dosaggio del ferro nel sangue (sideremia) dimostra la notevole riduzione del minerale. La terapia consiste nel somministrare preparati di ferro, di regola per bocca, immediatamente dopo i pasti principali. Si curerà inoltre l'alimentazione, ricordando che i cibi più ricchi di ferro sono: carne, cervello, fegato, frattaglie, uova, legumi, verdure (spinaci) , patate, frutti (albicocca, uva); utile è anche il vino. Il vitto sia nel complesso abbondante. Occorre un periodo di convalescenza durante il quale l'attività fisica e mentale sarà ripresa solo gradatamente con il migliorare delle condizioni, in un ambiente sereno, vivendo il più possibile all'aria libera.

Come si previene. Si devono evitare gli stati di denutrizione, seguendo un'alimentazione equilibrata e curando le irregolarità della funzione gastrica che impediscono un buon assorbimento del ferro contenuto negli alimenti.

Anemia emolitica congenita sferocitosi ereditaria ittero emolitico congenito

ANEMIA EMOLITICA CONGENITA, o sferocitosi ereditaria, ittero emolitico congenito di Minkowsk.I,-Chaulfard, clinicamente si presenta » con malessere, dolori vaghi addominali, itterizia, anemia, aumento di volume della milza e sferocitosi (i globuli rossi tendono ad assumere una forma sferica anziché ellittica come di norma). I fattori responsabili di questo tipo di anemia vanno ricercati in una condizione congenita consistente in una relativa anelasticità dei globuli rossi che vengono intrappolati nella milza e qui subiscono una cospicua distruzione (emolisi). A riprova di ciò sta il fatto che se si trasfonde in questi malati del sangue normale, tali globuli rossi non subiscono quell'accentuata distruzione per opera della milza, dimostrando un tempo fisiologico di sopravvivenza. Questa anemia emolitica congenita è a carattere ereditario, è presente in tutte le razze (è solo più rara nei negri), e può manifestarsi già nel periodo neonatale. Non esiste una terapia specifica, all'infuori dell'asportazione della milza (splenectoinia) e di trasfusioni durante le crisi di distruzione dei globuli rossi.

Anemia emolitica acuta intolleranza a farmaci

ANEMIA EMOLITICA ACUTA, malattia spesso riconducibile a intolleranza a farmaci (antimalarici, sulfamidici, nitrofurani, antipiretici, vitamina K), alle fave non cotte, a infezioni, a malaria, a tumori, ecc. Insorge improvvisamente con brividi, febbre, nausea, dolori addominali o lombari, cui fa seguito pallore, ingrandimento della milza (splenomegalia), lieve itterizia. In questi casi le urine assumono un colore rosso o nerastro. L'anemia emolitica acuta spesso si risolve spontaneamente, allorché venga rimosso l'agente nocivo, verso il quale solo i globuli rossi più vecchi del paziente risultano sensibili. Più gravi e mortali sono invece quelle anemie di questo gruppo secondarie a neoplasie metastatiche, a infezioni, specie quelle che si osservano dopo aborti provocati.

Anemia emolitica auto immune acquisita - forma anemica

ANEMIA EMOLITICA AUTO-IMMUNE ACQUISITA, forma anemica che si manifesta con i seguenti sintomi: astenia o profonda debolezza generale, pallore, itterizia o colore giallo della pelle, vertigini, ingrossamento della milza o splenomegalia, anemia persistente dipendente quest'ultima dalla fragilità dei globuli rossi che si rompono e vengono distrutti con estrema facilità (emolisi). Il test di Coombs risulta positivo (questa prova di laboratorio è molto importante per la diagnosi). Tale anemia nel 30 per cento dei casi si accompagna alla leucemia linfatica cronica, al linfogranuloma maligno, al lupus eritematoso, alla mononucleosi infettiva.

Nella maggior parte degli ammalati (circa i dué terzi) non è possibile dare la dimostrazione della malattia di fondo. Può capitare, sia pure raramente, che il succitato test di Coombs risulti negativo come ad esempio nella cirrosi epatica, nella grave insufficienza renale con uremia, nel cancro e in alcune infezioni batteriche.

Anemia del Mixedema riduzione della funzionalità della tiroide

ANEMIA DEL MIXEDEMA, forma di anemia causata dalla spiccata riduzione della funzionalità della tiroide. Si tratta di un'anemia di media gravità, la quale ha molti punti di somiglianza con le forme che si manifestano nella deficienza ipofisaria, o ipopituitaris. La terapia sostitutiva con estratti di tiroide o direttamente con ormoni tiroidei ( tiroxina, triiodiotironina) è efficace, inducendo nel volgere di tre o quattro mesi il ritorno alla normalità dell'emoglobina e del numero dei globuli rossi con risoluzione graduale dei sintomi generali tipici dello stato anemico (pallore, stanchezza, ecc. ).

Anemia da carenza di acido eolico

ANEMIA DA CARENZA DI ACIDO EOLICO, forma anemica che dipende per lo più da malnutrizione che si verifica spesso negli alcoolizzati. Questo tipo di anemia può riscontrarsi anche in gravidanza se l'alimentazione è carente nelle diarree croniche (vedi sprue) e negli epilettici in trattamento con primidone. Dal punto di vista degli esami ematologici, si può confondere con l'anemia perniciosa. La cura consiste nella somministrazione giornaliera di preparati a base di acido folico.

mercoledì 30 luglio 2008

Anemia - impoverimento del sangue

Anemia, termine che, genericamente, esprime impoverimento del sangue e che per lo più si traduce in una riduzione dei globuli rossi. Convenzionalmente quando i globuli rossi, altrimenti detti emazie, scendono al disotto di 4.500.000 per millimetro cubico di sangue nell'uomo, e di 4.000.000 nella donna, si parla di anemia. sono numerose e occorre ricercarle con grande cura e risalire alle sue origini allo scopo di impostare una idonea ed efficace terapia. Ciò richiede indagini ed esami di laboratorio talora assai complessi. Per un inquadramento generale delle anemie, manifestazioni morbose di frequente riscontro, bisogna prima di tutto rispondere ai seguenti quattro fondamentali interrogativi: la malattia dipende da carenza di ferro; si tratta di un'anemia megaloblastica; è in atto un'anormale distruzione di globuli rossi o emolisi; il midollo osseo, sede della produzione delle emazie, è in stato di ridotta attività.

Quando le cause dell'anemia sono oscure, prima di tutto si pensi alla eventuale carenza di ferro nell'organismo. Se l'anemia non può essere ricondotta ai quattro gruppi sopraesposti, bisogna prendere in considerazione le seguenti cause: infezioni, uremia, neoplasie, mixedema, epatite. Perdite di sangue continue e subdole (emorragie) possono portare ad anemia: in questi casi è necessario indagare se nella storia clinica del paziente si ha notizia di emorragie, oppure bisogna ricercare la presenza di sangue nelle feci.

L'anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica, vedi anemia ferropriva) nell'adulto è quasi sempre dovuta a emorragie (mestruazioni eccessivamente abbondanti; emorragie gastro-intestinali dipendenti da ernia diaframmatici, da gastriti, da ulcera gastroduodenale, da polipi gastrici o intestinali, da cancro del tubo digerente, da emorroidi). Basta una perdita continuata di soli 2-4 centimetri cubici di sangue al giorno per ottenere un bilancio negativo del ferro con conseguente anemia (è noto che per formare emoglobina, il pigmento rosso contenuto nei globuli rossi che serve a veicolare l'ossigeno e l'anidride carbonica, è necessario un normale apporto di ferro: la molecola emoglobinica, infatti, contiene ferro e senza ferro non si forma emoglobina).

Tra i criteri diagnostici generali ricordiamo: pallore della cute, debolezza (astenia), facile esauribilità, aumento della frequenza del polso (tachicardia), difficoltà respiratoria (dispnea) e cardiopalmo. A questi sintomi, che sono propri dell'anemia, si sovrappongono quelli della malattia di base. Solo nelle fasi avanzate dell'anemia il paziente può presentare un colore cereo della pelle, fragilità dei capelli e delle unghie, alterazioni della mucosa linguale con arrossamento della stessa. La diagnosi viene confermata dagli esami di laboratorio sul sangue. L'emoglobina può ridursi fortemente, fino a 3 grammi per cento centimetri cubici, i globuli rossi si riducono di numero ( raramente scendono al disotto dei 2.500.000), si colorano debolmente e assumono un diametro più piccolo. Un esame molto importante è la sideremia (contenuto di ferro nel siero sanguigno), che nella anemia ipocromica è inferiore ai 30 millesimi di milligrammo per cento centimetri cubici di sangue (valori normali medi = 90-150).

Esaminando poi il midollo osseo si nota una significativa caduta di pigmento contenente ferro. La terapia specifica è a base di ferro, che si può somministrare per bocca oppure per iniezioni; raramente si richiedono trasfusioni di sangue, fatta esclusione per i casi in cui si hanno cospicue perdite di sangue, oppure nei casi in cui sia necessario correggere l'anemia per interventi chirurgici o per sopravvenuta setticemia. Ovviamente, contemporaneamente alla terapia della anemia bisogna provvedere alle eventuali malattie che l'hanno provocata.

Come si previene. Bisogna combattere le carenze nutritizie e integrare la dieta, che deve essere ricca di carni rosse, uova, e verdure ( gli spinaci, ad esempio, sono particolarmente ricchi di ferro), latticini. I preparati farmaceutici a base di ferro sono richiesti nella convalescenza da malattie infettive. Si tenga presente che le donne hanno un fabbisogno di ferro, fino all'epoca della menopausa, che è di circa quattro volte superiore a quello dell'uomo.

L'esame del sangue rimane la pratica diagnostica più sicura nelle varie forme di anemia. Il responso dell'esame mette in evidenza abbassamenti del numero dei globuli rossi, dell'emoglobina, dei globuli bianchi orientando con sicurezza la diagnosi del medico.

Neurologia - studio del sistema nervoso

Neurologia - Ramo delle scienze mediche che ha per oggetto lo studio del sistema nervoso nei suoi vari aspetti. La neurologia ha compiuto di recente notevoli progressi, grazie all'impiego di validi strumenti diagnostici (elettroencefalografia, arteriografia, ecc.) e di nuovi farmaci (neuro e ganglioplegici, tranquillanti, vitamine Bi e B12, ecc.).

Neurite - affezioni dei nervi cranici o periferici

Neurite:. - Termine generico per indicare varie affezioni dei nervi cranici o periferici, di natura infiammatoria (neuriti interstiziali) o degenerativa (neurite parenchimatose). Si distinguono in mono e polineuriti, e i sintomi variano in rapporto ai diversi nervi colpiti: se si tratta di nervi motori, si hanno fenomeni irritativi, spasmi, contrazioni, paresi, paralisi; se si tratta di nervi sensitivi, si hanno parestesie, anestesie, ecc. La terapia tende a rimuovere le cause della malattia e a ripristinare l'integrità anatomica e funzionale delle fibre colpite.

Organo - parti che costituiscono un organismo

Organo: - In biologia, ciascuna delle parti che costituiscono un organismo, e che vengono distinte in base a criteri morfologici, topografici, di struttura, ed embriologici. Ciascun organo può essere composto da tessuti diversi, ed è inoltre una unita fisiologica. Un insieme di organi che abbia una funzione complessa ma specifica, prende il nome di apparato.

Anello di Kayser Fleischer cerchio cornea tessuto corneale

ANELLO DI KAYSER-FLEISCHER, cerchio di colore verde-bruno che insorge alla periferia della cornea e negli strati più profondi della stessa; costituito dal deposito di sali di rame nel tessuto corneale sia a causa della presenza di un corpo estraneo intraoculare contenente rame, sia a causa di una malattia generale del sistema nervoso e del fegato (malattia di Wilson) in cui si ha un alterato ricambio di sostanze contenenti rame. Nel primo caso occorre provvedere all'asportazione del corpo estraneo, mentre nel secondo caso la presenza dell'anello non costituisce un danno per l'occhio, ma è un segno che permette di fare la diagnosi esatta della malattia di Wilson.

Androfobia - avversione morbosa per il sesso maschile

ANDROFOBIA, nella donna, avversione morbosa per il sesso maschile. A parte tutte le più svariate implicazioni di ordine psicologico che possono essere alla base di un atteggiamento così antinaturale da parte della donna, nel caso più conclamato di androfobia si ha una identificazione tra la stessa e il lesbismo.

Androblastoma - tumore benigno cellule di Sertoli

Androblastoma, tumore benigno costituito da cellule (cellule di Sertoli) normalmente presenti nel testicolo. Più facile ad osservarsi nel maschio, in età giovanile e con testicoli ectopici, cioè non discesi nella borsa scrotale, l'androblastoma può esser ritrovato eccezionalmente anche nella donna, ma è sempre un tumore molto raro, per solito costituito da un piccolo nodulo duro; il medico pensa a questo tumore quando coesistono segni anormali di virilizzazione o di femminilizzazione. Questo tumore si cura efficacemente con la asportazione chirurgica del nodulo (ma vi sono casi rarissimi di androblastomi maligni).

Anchilostomiasi vermi intestinali

Anchilostomiasi, malattia sostenuta da vermi intestinali, clinicamente caratterizzata da anemie, grave a evoluzione lenta ma progressiva, da disturbi intestinali, da stato depressivo con accentuata apatia. L'anchilostomiasi è nota anche sotto il nome di anemia dei minatori, anemia dei fornaciai, anemia del Gottardo, anemia degli ortolani. Il verme responsabile, l'anchilostomiasi duodenale, vive per l'appunto nell'intestino tenue, dove provoca lesioni della mucosa e piccole emorragie. Le sue uova, prodotte ogni giorno a migliaia dalla femmina, vengono espulse con le feci; esse trovano condizioni adatte allo sviluppo nel terreno e qui si trasformano in larve (larva strongiloide), forma questa della quale l'uomo si infesta. La porta di ingresso delle larve è quella cutanea (ad esempio: attraverso la cute lesa dei piedi in chi cammina scalzo); da qui le larve si diffondono in tutti gli organi; giunte nel duodeno, in poco più di un mese si trasformano in vermi adulti.

La malattia si verifica quando è presente nell'intestino un certo numero di vermi. I sintomi sono: anemia (dipendente, più che dalle piccole emorragie duodenali, dalla azione tossica generale prodotta dai vermi), affaticamento, debolezza, difficoltà alla respirazione (dispnea), palpitazioni cardiache, mancanza di appetito (anoressia), perdita di peso. Nel punto di penetrazione dell'anchilostoma si può sviluppare una irritazione cutanea (dermatite) pruriginosa con arrossamento e formazione di vescicole.

Anancastico termine psichiatrico comportamento ossessivo

ANANCASTICO, termine psichiatrico che defininisce un comportamento ossessivo, cioè caratterizzato da un obbligo interiore al quale il malato non riesce a sottrarsi, se non con grande senso di pena. Nell'anancasmo un'idea, una rappresentazione, un ricordo, un sentimento, irrompono violentemente nel pensiero e, senza una ragione plausibile o un motivo accettabile logico, od affettivo, scacciano ogni altro contenuto insediandovisi. Anancastico è perciò un disturbo nel quale il pensiero subisce una coazione (cioè una costrizione involontaria) , immotivata e ripetuta, fino a divenire automatica. Il malato avverte sempre che si tratta di qualcosa di anormale, di estraneo, e vorrebbe rifiutarlo. Il pensiero anancastico può comparire improvvisamente ed avere una base nevrotica, ma può anche nascere più lentamente da una patologia cerebrale (encefalite epidemica, arteriosclerosi), quando questa non si accompagni a demenza. Recentemente si è visto che in queste forme può risultare utile, oltre alla normale psicoterapia, l'associazione tra piccolissime dosi di trimipraminì e di lorazepam.

Anasarca - rigonfiamento tessuti imbibizione di liquidi

L ' Anasarca è il rigonfiamento generalizzato di tutti i tessuti per imbibizione di liquidi (edema) e loro raccolta o versamento nelle cavità pleuriche (idrotorace), in quella perícardiaca (idropericardio) e in quella addominale ( ascite) . Le cause sono diverse e vanno ricercate prima di tutto nelle insufficienze cardiocircolatorie da scompenso cardiaco, nella cirrosi epatica in stadio avanzato, nelle glomerulonefriti, ma soprattutto nelle glomerulonef rosi. I meccanismi sono connessi ora allo sfiancamento del cuore, ora all'impoverimento proteico del sangue. La terapia deve far riferimento alla malattia di base; sintomaticamente si possono somministrare, in tutti i casi di anasarca, diuretici, stimolanti del muscolo cardiaco o cardiocinetici, o fare trasfusioni di plasma. Le raccolte di liquidi nella cavità addominale, pericardica e pleurica, vanno evacuate mediante puntura con un grosso ago (si parla di paracentesi quando si evacua la cavità addominale, di toracentesi quando si evacua quella toracica, di pericardiocentesi quando si estraggono liquidi dalla cavità pericardica).

Anchilosi - cause traumatiche e di natura infiammatoria

Quando si parla di anchilosi, ci si riferisce al blocco definitivo, più o meno totale, di un'articolazione in seguito ad alterazione dei suoi capi articolari, con scomparsa del gioco di movimento fra di essi. Tutte le articolazioni possono venire colpite e le cause possono essere traumatiche e di natura infiammatoria. A queste va aggiunta l'anchilosi terapeutica, che viene realizzata dal chirurgo per bloccare, mediante intervento, l'articolazione colpita; si ricorre a questa tecnica nel caso, ad esempio, di gravi artrosi, per conseguire l'esito più favorevole, come l'eliminazione del dolore al minimo movimento. I sintomi sono rappresentati da limitazione della mobilità e dolore. L'esame radiologico fornisce un quadro preciso della situazione articolare e indirizza la cura. Essa è volta alla causa che sostiene l'anchilosi, che può essere tanto medica che chirurgica.

Anartria - lesione organica di una zona centrale e profonda del cervello

Anartria, incapacità di parlare dovuta ad una lesione organica di una zona centrale e profonda del cervello detta nucleo lenticolare. La lesione è nell'emisfero dominante, a sinistra nei non mancini. Il nucleo lepticolare fa parte di una formazione situata nella base della massa encefalica che prende nome di corpo striato.

Si tratta di una struttura anatomica intercalata sulle vie che portano il comando del movimento dalla corteccia cerebrale ai muscoli, dette vie extrapiramidali. Una lesione delle vie extrapiramidali diminuisce od annulla i movimenti volontari e li sostituisce con altri automatici. Esistono anche altre vie, dette piramidali, che direttamente giungono direttaente dalla corteccia cerebrale al midollo spinale, da dove parte una fibra nervosa diretta ai muscoli che raccoglie sia il comando proveniente dalle vie piramidali, sia quello che giunge dalle vie extrapiramidali.

Chi comprende le parole, ma non è in grado di parlare, può avere una lesione della corteccia cerebrale o delle vie piramidali che da essa partono, cui consegue un'afasia ( vedi ) motoria, ma nel caso abbia una lesione delle vie extrapiramidali, ha una anartria. Se il disturho è parziale si parla di disartria. Questa può essere anche dovuta a incoordinazione dei movimenti muscolari da sofferenza del cervelletto o da lesioni dei muscoli stessi.

Intossicazione da analgesici sudorazione profusa, vomito, vertigini, agitazioni, convulsioni

L' intossicazione da analgesici, ha come sintomo sudorazione profusa, vomito, vertigini, agitazioni, convulsioni, oppure sonnolenza e coma. I principali analgesici sono: l'aspirina, la fenacetina, il fenazone, l'aminofenazone o piramidone, il fenilbutazone, ecc. Occorre la lavatura gastrica, ma in un primo momento si potrà cercare di ritardare l'assorbimento del prodotto ingerito dando da bere a piccoli sorsi latte, possibilmente tiepido.
come si previene. Attenersi scrupolosamente alle dosi prescritte dal medico.

Anale termine psicanalitico evoluzione biologica e psicologica

ANALE, termine psicanalitico che definisce un periodo dell'evoluzione biologica e psicologica che va dall'età di un anno a quella di tre. Durante questa fase la zona erogena è la mucosa dell'ano. Il bambino, per Freud, può emettere le feci o trattenerle. In tal modo assume verso l'ambiente familiare un atteggiamento di obbedienza e di dono, oppure di rifiuto e di testardaggine, ma anche soddisfa il proprio primordiale piacere, eccitando la superficie anale: in un primo tempo trattenendo il materiale fecale, successivamente, dai due anni in avanti, stimolandosi direttamente la mucosa con il dito. In questo periodo l'erotismo è diretto verso se stesso. La psicanalisi afferma che il controllo sintetico è il primo limite repressivo che l'ambiente sociale esercita sul bambino, impedendogli di trarre godimento dalla scarica delle feci.

Amputazione congenita neonato arto amputato

L'Amputazione congenita e una malformazione congenita per cui il neonato nasce con un dito o un arto amputato. è più frequente nella razza nera; ne sarebbero responsabili delle briglie situate nell'interno della placenta capaci di modificare la normale moltiplicazione cellulare. Sono necessarie cure ortopediche attuabili dopo il periodo dello sviluppo.

Amplesso riservato - senza eiaculazione maschile

AMPLESSO RISERVATO, o coito riservato, amplesso che termina senza eiaculazione maschile, benché, durante il suo svolgimento, la donna abbia raggiunto uno o più orgasmi. Per quanto sia una tecnica discutibile e, se non altro, difficile da applicare, giacché l'uomo è più portato all'eiaculazione precoce, qualora venga applicato, al coito riservato va riconosciuto un merito incontestabile: esso insegna all'uomo a procurare uno o più orgasmi alla sua compagna, pur trattenendo la propria scarica spermatica. In altre parole il maschio si preoccupa in tal modo del piacere della compagna vincendo il proprio egoismo. È noto, infatti, come molti uomini non concepiscano neppure la possibilità di andare al di là del proprio piacere soggettivo e si accontentino di erezioni brevi, giusto il tempo di giungere al più presto all'eiaculazione. Tuttavia, l'amplesso riservato presenta due aspetti negativi: per l'uomo, la conservazione prolungata dell'erezione è, alla lunga, dannosa se non è seguita da un sollievo eiaculatorio e comporta: congestione del piccolo bacino e della regione perintonale con senso di pesantezza dolorosa durante la fase di ritorno del pene allo stato di flaccidità, ritorno che è, in genere, prolungato e laborioso; per la donna, l'assenza dell'orgasmo maschile è, alla lunga, frustrante giacché il
« dono spermatico » da parte dell'uomo è la migliore testimonianza del piacere che essa ha saputo procurargli.

Amplesso interrotto

AMPLESSO INTERROTTO, o coito interrotto, atto sessuale incompleto, nel quale l'uomo ritrae il pene dalla vagina prima dell'eiaculazione, sia per motivi nevrotici o per prolungare la durata dell'amplesso, sia a fini anticoncezionali, per impedire cioè che lo sperma venga a contatto con l'ovulo e lo fecondi. Psicanalisti e neurologi convengono nello sconsigliarlo, considerandolo fonte di gravi turbe nervose. In effetti l'uomo spezza con tale pratica la sua tensione volontaria quando essa giunge all'acme, mentre la sua partner subisce nel contempo una grave frustrazione: l'impedimento cioè dell'orgasmo nel momento della massima eccitazione, senza possibilità di una necessaria distensione psicosomatica dopo la tensione del coito.

Amniosite infezione della cavità amniotica

L' Amniosite e un'infezione della cavità amniotica (sacco ovulare in cui è contenuto il feto). Può verificarsi in varie epoche della gravidanza, ma è più frequente in travaglio di parto. Le cause sono più frequentemente batteriche (stafilococco albus, Escherichia Coli, streptococco, ecc.), anche se non mancano il bacillo di Koch, il treponema pallido, il candida ed il toxoplasma. La via di aggressione più frequente è quella ascendente, dalla vagina, in relazione ad una rottura delle membrane (sacco amnio-coriale), Ma può determinarsi anche per via ematogena o per via discendente, attraverso le tube. La sintomatologia è caratterizzata da scolo di liquido amniotico fetido, a volte cremoso, e da eventuale rialzo febbrile materno. Inoltre dai segni della sofferenza fetale (alterazioni del battito cardiaco ferale). Per i vari casi di ammonite a membrana integra, può suffragare l'esame amnioscopico.

Amnesia disturbo della memoria

L' amnesia è un disturbo della memoria che interferisce sulla capacità di fissazione di certe informazioni o esperienze, sulla capacità di conservare nel tempo tali dati, sulla capacità di rievocarli. Per memoria si intende la possibilità di richiamare alla coscienza, sotto forma di ricordi e riconoscendole come tali, esperienze del proprio passato. Amnesia fisiologica è quella dei primi anni di vita o quella che si riferisce a fatti avvenuti Barante il sonno. La fissazione e la rievocazione sono facilitate dall'interesse o dalla implicazione affettiva che l'esperienza memorizzata coinvolge. La amnesia più facile è quella per i nomi, la più difficile a verificarsi riguarda le esperienze giovanili. L'amnesia aumenta con gli anni, tanto che l'anziano fa molta fatica a fissare nella .memoria memoria oggetti e situazioni nuove. Nella demenza senile e nella sindrome di Korsakoff il malato ha un'amnesia elevatissima, tanto che non ricorda ciò che lo ha stimolato pochi istanti prima. Anche gli stati in cui la coscienza è alterata (crepuscolari, deliranti, confusionali) provocano amnesia. Si parla di amnesia retrograda quando non si riesce a ricordare ciò che è avvenuto ore, giorni o mesi prima di un particolare episodio (traumi cerebrali, avvelenamenti, tentativi di impiccagione), durante il cui svolgimento la coscienza era lucida. Si tratta di un deficit di rievocazione, non di fissazione. Si parla di amnesia anterograda quando non si riescono ad evocare esperienze che avvengono dopo l'episodio traumatico (in genere a causa della scarsa atten. zione). Si parla di paramnesie quando la rievocazione dei ricordi è falsata, e di confabulazione se il malato li accetta come se fossero veri. Pseudologia fantastica è il modo con cui vengono definite le frottole che si raccontano per qualche scopo ed a cui si finisce per credere. L'esaltazione della memoria, come negli stati maniacali o post ipnotici, prende nome di iperamnesia. L'amnesia più frequente è quella che si ha per il semplice passare del tempo (curva dell'oblio, studiata da Ebbinghaus): nei primi venti minuti si dimenticano i quattro quinti di quello che si è studiato ed in una settimana si dimenticano altri due terzi. Importante è l'amnesia da fissazione nei soggetti con tumori cerebrali dei lobi frontali.