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giovedì 31 luglio 2008

Anemia Ferropriva scarsità o mancanza nell'alimentazione del minerale ferro

ANEMIA FERROPRIVA, anemia conseguente a scarsità o mancanza nell'alimentazione del minerale ferro, essenziale per la produzione dei globuli rossi. Il fabbisogno giornaliero di ferro è di 1,5 mg, in genere ampiamente fornito da una normale alimentazione nell'uomo adulto. Diversa è la situazione nella donna, la quale perde mensilmente una notevole quantità di ferro con il sangue mestruale. Perciò l'anemia ferropriva da carenza alimentare è rara nel maschio adulto, più frequente nella femmina (e ancor più in gravidanza, durante la quale il fabbisogno di ferro si raddoppia); è frequente inoltre nel lattante nutrito a lungo esclusivamente con latte (molto povero di ferro, anche quello di donna) e nel bambino.

I sintomi sono: stanchezza, pallore, facile affaticabilità, mal di capo, insonnia, irritabilità, inappetenza, bruciore alla lingua, stomatite, difficoltà di deglutizione, cute secca, capelli ruvidi, unghie fragili, irregolarità mestruali, ecc. L'esame del sangue rivela una diminuzione del numero dei globuli rossi (inferiore a 4 milioni per mmc di sangue; la norma è 4,5-5 milioni) e del valore globulare, ossia dell'emoglobina (il valore globulare è il rapporto fra emoglobina e numero di globuli rossi, normalmente uguale a 1, qui inferiore a 0,8); il dosaggio del ferro nel sangue (sideremia) dimostra la notevole riduzione del minerale. La terapia consiste nel somministrare preparati di ferro, di regola per bocca, immediatamente dopo i pasti principali. Si curerà inoltre l'alimentazione, ricordando che i cibi più ricchi di ferro sono: carne, cervello, fegato, frattaglie, uova, legumi, verdure (spinaci) , patate, frutti (albicocca, uva); utile è anche il vino. Il vitto sia nel complesso abbondante. Occorre un periodo di convalescenza durante il quale l'attività fisica e mentale sarà ripresa solo gradatamente con il migliorare delle condizioni, in un ambiente sereno, vivendo il più possibile all'aria libera.

Come si previene. Si devono evitare gli stati di denutrizione, seguendo un'alimentazione equilibrata e curando le irregolarità della funzione gastrica che impediscono un buon assorbimento del ferro contenuto negli alimenti.

domenica 13 aprile 2008

Anemia cronica

L'anemia può insorgere improvvisamente?
L'anemia, comunemente intesa, ha per lo più un andamento cronico; tuttavia le anemie più gravi sono proprio quelle che insorgono improvvisamente o a causa di gravi perdite di sangue (traumi, ferite, emorragie da rottura di vasi) o a causa di improvvisa distruzione di globuli rossi (anemie emolitiche), conseguente all'inalazione o all'ingestione di taluni tossici, farmaci, legumi (fave, piselli): quest'ultima evenienza è tipica delle anemie emolitiche ereditarie, dovute per lo più a deficit enzimatici dei globuli rossi, oppure ad anemie emolitiche autoimmuni acquisite, che insorgono in seguito a una risposta abnorme dell'organismo che produce anticorpi contro i globuli rossi.

Anemie ereditarie

L'anemia è ereditaria?
Non tutte le anemie sono ereditarie. Si devono distinguere vari tipi di anemie: esiste un gruppo di anemie sicuramente ereditarie, che si trasmettono da generazione a generazione e sono causate da difetti genetici. Le più frequenti anemie ereditarie sono le talassemie o anemie mediterranee, dovute a un difetto dei geni che controllano la produzione dell'emoglobina. Le talassemie possono essere trasmesse indifferentemente ai maschi o alle femmine e presentarsi in forme molto diverse. I soggetti portatori possono anche non accorgersi di avere l'anemia, ma i figli di due genitori portatori possono avere un'anemia grave. Altre forme di anemie ereditarie sono quelle dovute a difetti di enzimi contenuti nei globuli rossi: l'anemia più comune è quella da difetto di glucosio-fosfato deidrogenasi, che causa il favismo, cioè un'anemia emolitica che insorge bruscamente in seguito all'ingestione di fave. Questa forma di anemia è legata al sesso, vale a dire è trasmessa dalla femmina al maschio; la donna è solo portatrice per lo più asintomatica; l'uomo è invece malato. Esistono altre anemie emolitiche meno frequenti, dovute ad alterazioni della membrana dei globuli rossi, che si trasmettono ereditariamente, per esempio la sferocitosi, l'ovalocitosi e altre simili.

domenica 6 aprile 2008

Esami del sangue sono utili per la diagnosi di enterocolite

Gli esami del sangue sono utili per la diagnosi di enterocolite?
Ai fini diagnostici gli esami del sangue non sempre forniscono immediatamente informazioni utili; talvolta sono negativi, altre volte invece possono essere in parte alterati come fatto secondario alla malattia stessa. È senz'altro più utile, nelle forme acute, l'esame delle feci.

Quali esami del sangue possono essere alterati in corso di enterocolite?
Gli esami del sangue più comunemente alterati sono: la velocità di sedimentazione; l'esame emocromocitometrico (globuli rossi, globuli bianchi, emoglobina); gli elettroliti (sodio, potassio, calcio) e le proteine plasmatiche. Se è associata una patologia di altri organi si possono avere alterazioni di esami più specifici.