mercoledì 18 giugno 2008

Intossicazione da ammoniaca

Intossicazione da ammoniaca, ha come sintomi, se la sostanza viene inalata, lacrimazione, starnuti, tosse, ma per inalazioni brusche di forti quantità può avvenire la morte per arresto riflesso del cuore e del respiro, spasmo o edema della laringe, o, secondariamente, per polmonite. Se ingerita in soluzione concentrata, l'ammoniaca provoca dolori alla bocca e allo stomaco, diarrea, convulsioni; si sono avuti casi di morte per solo 4-8 g di sostanza.

Amebiasi - malattia amebe intestino

AMEBIASI, malattia causata da amebe, con localizzazione, nella maggior parte dei casi, a livello intestinale (precisamente del colon), dove provoca sintomi dissenterici (dissenteria amebica). Va ricordato, però, che nell'uomo l'amebiasi può insediarsi anche nel fegato, nella vescica, nel polmone e persino nel cervello e nella cute. Le amebe sono protozoi (ovverossia organismi unicellulari) le cui specie sono numerose e assai diversificate tra di loro; esse vivono parassitariamente nell'intestino dell'uomo e degli animali. Sono dotate di movimenti (il loro nome deriva appunto da questa caratteristica) e quindi lentamente possono migrare anche a distanza dal primitivo luogo dove si sono insediate.

Quando le condizioni ambientali diventano poco favorevoli, questi protozoi perdono il movimento ameboide, cessano di nutrirsi e si racchiudono in una specie di capsula da loro stessi costruita, formando in questo modo le cosiddette cisti, che permettono all'ameba di sopravvivere anche in un ambiente inadatto. Per l'uomo le forme patogene sono rappresentate dalla Entamoeba hì-stolytica, dalla Entamoeba disenteriae, dalla Entamoeba tetragena e dalla Amoeba coli. L'amebiasi è diffusa in tutti i paesi dal mondo, ma specialmente nelle zone tropicali. In Italia è maggiormente frequente nelle regioni meridionali e nelle grandi isole. Nei nostri climi è di maggior riscontro l'amebiasi intestinale cronica che è caratterizzata da manifestazioni colitiche (diarrea, alternata a periodi di stitichezza), tra cui si intervallano periodi di relativo benessere. Più grave è l'amebiasi acuta che si manifesta con diarrea ed emissione di feci muco-purulente e sanguinolente (dissenteria amebica).

Ambliopia - inibizione dei centri corticali

AMBLIOPIA, inibizione dei centri corticali della visione. Si può avere transitoriamente come conseguenza di una commozione cerebrale successiva ad un trauma cranico, ma più frequentemente è dovuta al non uso ( nel bambino strabico ) di un occhio, o di ambedue, a causa dell'incapacità di fissazione (quando un oggetto è a fuoco per un occhio, non lo è per l'altro, cosicché il bambino passa continuamente da un occhio all'altro, finché decide di non guardare più ).

Occorre, riconoscere precocemente il fatto e costringere il soggetto all'uso dell'occhio rifiutato, mascherando con occhiale opaco quello sano, impiegato abitualmente.

Ambivalenza - presenza simultanea di sentimenti opposti

AMBIVALENZA, termine che esprime la presenza simultanea di sentimenti opposti, consci od inconsci. È usato in psicanalisi per indicare due tendenze contrastanti (amore e odio) orientate verso la stessa mèta, che Freud definisce come « sviluppo pressoché analogo di coppie opposte di istinti ». Il fenomeno è abitualmente implicato nella sessualità in cui, accanto ad un elemento positivo di attrazione, ve n'è uno negativo di rifiuto che si esprime come inibizione o vergogna.

Mentre nel soggetto equilibrato si giunge ad una composizione delle tensioni ed il comportamento nasce da un compromesso, nel malato questa capacità manca e le due linee di tensione procedono parallelamente, senza alcuna influenza reciproca, creando forti sofferenze interiori. Ciò può dar luogo a fenomeni di conversione somatica neurovegetativa. L'ambivalenza è presente sia nelle nevrosi che nelle psicosi.

Ambissesualità - comportamento eterosessuale e omosessuale

AMBISESSUALITA', condizione in cui coesiste comportamento eterosessuale ( attrazione per gli individui de] sesso opposto: il maschio è attratto dalla femmina e viceversa, normale comportamento psichico e fisico ) e al tempo stesso omosessuale (attrazione per gli individui dello stesso sesso: ovvero comportamento anormale). L'ambisessualità è più frequente fra le donne che fra gli uomini.

Amaurosi - grave indebolimento della vista

AMAUROSI, grave indebolimento della vista non correggibile con mezzi ottici. Le amaurosi congenite sono connesse ad anomalie di sviluppo delle strutture nervose dell'apparato visivo (tali anomalie si accompagnano spesso ad altre malformazioni dell'occhio e del sistema nervoso): talora esse sono la conseguenza di lesioni infiammatorie sviluppatesi nei centri nervosi (encefalite a focolai) durante la vita intrauterina, o di traumi subiti durante l'espletamento del parto.

L'amaurosi acquisita dipende da lesioni organiche delle vie ottiche di natura traumatica, circolatoria, tumorale, infiammatoria, tossica (uremia, eclampsia, da barbiturici, da solfato di carbonio, da piombo, alcoolica e tabagica ). Sono descritte forme di amaurosi nell'isterismo. Con la scoperta dei nuovi mezzi di indagine l'estensione del termine si è venuta a restringere notevolmente, così che oggi è praticamente desueto e viene riservato soltanto alle lesioni molto posteriori dell'apparato visivo sulle vie ottiche e la cui localizzazione non può essere precisata.

Amartoma - malformazione tumorale benigna

AMARTOMA, malformazione a carattere tumorale benigno, dovuta ad anormale proliferazione di una parte dei tessuti presenti in un organo. Per lo più gli amartomi sono vascolari, cioè sono formati da vasi sanguigni esuberanti: la pelle, il grasso sottocutaneo, i muscoli e il fegato sono le sedi più frequenti degli amartomi, che si presentano come macchie a contorni mal definiti e a colorito rossastro o violaceo che scompare alla compressione.

Questo tipo di lesione non ha preferenze di sede né di età, talvolta insorge nella sede di un trauma e guarisce con la semplice asportazione chirurgica, oggi possibile anche per gli amartomi vascolari del fegato, che danno segno di sé solo eccezionalmente, quando sono molto voluminosi e vanno incontro ad emorragie per rottura dei vasi sanguigni che li costituiscono.

Dindrome di Alzheimer - forma di demenza senile precoce

SINDROME DI ALZHEIMER, forma di demenza senile precoce che colpisce i lobi frontali e occipitali del cervello, provocandone un'atrofia diffusa. Non se ne conosce la causa, benché la familiarità della malattia faccia pensare ad interferenze ereditarie. Colpisce di preferenza le donne tra i 50 ed i 60 anni, talora anche prima, tanto da essere stata definita come encefalite presenile progressiva.

Si manifesta con deterioramento mentale, agitazione motoria, ipertonia muscolare e compromissione delle funzioni cerebrali superiori del linguaggio, del riconoscimento e della fine organizzazione motoria. Inizia in modo subdolo, con una perdita progressiva della memoria per i fatti più recenti, accompagnata da una diminuzione globale delle capacità intellettuali. Poi iniziano tremori di tipo parkin-soniano. Dopo circa uno o due anni il deterioramento diventa una vera demenza.

L'esame pneumoencefalografico mostra una dilatazione delle cavità ventricolari del cervello. Finché il malato riesce a camminare è in apparenza iperattivo, irrequieto, continuamente occupato a spostare oggetti, in un complesso di attività inconcludenti. Se costretto a letto, si agita in continuazione, sovvertendo le lenzuola in modo caratteristico (i vecchi psichiatri dicevano che il malato « lava » ! ). Finché il malato riesce a parlare è eccessivamente loquace, ma perde il filo del discorso.

In seguito non trova più le parole, inverte le sillabe, si ostina su alcune di esse. Prima di giungere all'ottundimento completo compaiono idee deliranti, allucinazioni e, talora, attacchi epilettici. La malattia è incurabile e l'esito è mortale in pochi anni.

Alveolite Polmonare - infiammazione alveoli polmonari

ALVEOLITE POLMONARE, processo infiammatorio a carico degli alveoli polmonari, dipendente da molte cause (virus, miceti, batteri, protozoi). L'alveolite corrisponde a una condizione per lo più ben apprezzabile dal punto di vista anatomo-patologico.

Essa, in genere, è espressione di una polmonite interstiziale, ovverossia di una infiammazione che ha sede nella compagine della parete alveolare dove si riversa materiale plasmático e dove si raggruppano cellule proprie della infiammazione (granulociti, linfociti, plasmacellule, mononucleati). Le cellule alveolari, o pneumociti, aumentano di numero e alla fine si sfaldano nella cavità alveolare.

Il processo nelle sedi colpite compromette gli scambi gassosi (ossigenazione, eliminazione di anidride carbonica) tra sangue ed aria respiratoria. I sintomi sono quelli della polmonite: febbre, dolori toracici, astenia, tosse. La diagnosi si conferma radiologicamente. La terapia è fondamentalmente basata sugli antibiotici.

Alveolite dentaria - infezione dell'alveolo dentario

ALVEOLITE DENTARIA, infezione dell'alveolo dentario, cioè della cavità ossea in cui è contenuto il dente, con granulomi, per infezione del coagulo ematico postestrattivo o per la ritenzione nella cavità alveolare di corpi estranei, come frammenti di osso alveolare. Il primo sintomo dell'alveolite è il dolore sempre piuttosto intenso, accompagnato da arrossamento e tumefazione della zona colpita e seguito, talora, da fenomeni suppurativi.

La diagnosi è di solito clinica, accompagnata eventualmente, nei casi più resistenti alle cure, da un esame radiografico che permetta di stabilire la presenza di eventuali corpi estranei sequestrati nella cavità. La cura consiste in accurati e prolungati lavaggi della cavità alveolare con antisettici leggeri, nell'asportazione degli eventuali sequestri e nella somministrazione di antibiotici. In caso di forti dolori si potrà ricorrere anche agli analgesici. Una alveolite curata opportunamente guarisce per lo più in pochi giorni senza lasciare conseguenze.

Allucinosi - stato di allucinazione

ALLUCINOSI, stato di allucinazione. Per alcuni autori l'allucinosi è, invece, una esperienza in cui le sensazioni sono esaltate o anche immaginate, ma riconosciute criticamente come anormali. Le allucinosi, presenti nella seconda accezione anche nelle psicosi, soprattutto nella fase iniziale, sono abitualmente riferite a lesioni neurologiche organiche. In tal senso è frequentemente usato il termine di allucinosi alcoolica e di allucinosi peduncolare ( in cui la lesione organica è a danno del peduncolo cerebrale ).

Allucinazione visiva fenomeno sensoriale

ALLUCINAZIONE VISIVA, fenomeno sensoriale e psico-sensoriale corrispondente, ad una percezione senza oggetti. L'allucinazione si distingue dall'illusione, che è una percezione deformata, ed è una sensazione il cui substrato esiste veramente, ma la percezione del quale è inesatta.

Si distinguono vari tipi di allucinazione: le allucinazioni elementari o fotopsie, sono apparizioni di fenomeni luminosi elementari (come punti brillanti, sfere scintillanti, stelle luccicanti ). Possono essere variamente colorate e sono raramente immobili e fisse; le allucinazioni figurate o morfopsie, riproducono l'aspetto d'oggetti, di figure, di paesaggi complicati spesso rappresentate in rilievo: in genere sono di colore grigiastro, possono essere fisse o mobili, variano spesso dimensione (da quelle più piccole, lillipuziane a quelle ingrandite ) ; le allucinazioni psicosensoriali sono rappresentazioni mentali più che allucinazioni: si manifestano sia con la sensazione di vivere una situazione irreale, e in questo caso l'allucinazione visiva è imprecisa e transitoria, sia con l'illusione di rivivere una scena interiore con la coscienza del ricordo, e allora l'allucinazione è più netta e dettagliata; le allucinosi peduncolari sono allucinazioni visive che sopravvengono al crepuscolo o ad occhi chiusi, in genere di animali o personaggi conosciuti: da segnalare il carattere lucido e critico del paziente che non partecipa all'allucinazione, perlomeno affettivamente; manifestazioni visive associate sono allucinazioni che accompagnano e seguono i danni del campo visivo, provocati da una lesione del nervo ottico, e spariscono se questa lesione guarisce.

Le allucinazioni visive possono, a seconda del loro tipo caratteristico, avere valore di localizzazione ed essere perciò capaci di precisare la sede dell'alterazione avvenuta al livello del sistema nervoso centrale. A questa scopo è importante differenziarle dall'onirismo o stato di sogno, dalle allucinazioni visive psichiatriche, in cui non c'è partecipazione dell'ammalato, e dalle allucinazioni delle oftalmopatie, che si hanno nelle malattie del globo oculare.

Allucinazione - sintomo schizofrenia

ALLUCINAZIONE, esperienza soggettiva di una percezione a cui non corrisponde uno stimolo sensoriale esterno. L'allucinato è convinto che nell'ambiente si verifichi qualcosa che colpisce uno dei suoi organi di senso, mentre « oggettivamente » manca qualsiasi stimolazione. Il fenomeno nasce sia da una alterazione organica del cervello, sia da una alterazione psicologica della affettività. Talora è provocato dalla assunzione di droghe (mescalina, acido lisergico, ecc.), dette appunto sostanze allucinogene. Anche intossicazioni meno specifiche (alcool) possono dar luogo al fenomeno. Le allucinazioni ottiche elementari consistono in immagini di lampi o di zone colorate, talvolta anche organizzate in figurazioni geometriche; quelle più complesse, caratteristiche degli stati deliranti, consistono in visioni di animali (zoopsie).

I malati possono vedere allucinatoriamente le persone che li circondano come se fossero fisicamente diverse (piccolissime, o con braccia particolarmente lunghe o deformate) e possono sovrapporre dati reali ad altri allucinatoti (vedere una serie di vestiti sotto quelli realmente indossati da chi sta loro di fronte). Questo fenomeno è detto poliopia. Eautopsia è, invece, il fenomeno allucinatorie per cui il malato vede se stesso sdoppiato, come davanti ad uno specchio. Le allucinazioni acustiche semplici consistono in suoni, rumori o passi, quelle più complesse in voci che pronunciano comandi o che fanno discorsi strutturati. Le allucinazioni olfattorie consistono nell'avvenire odori quasi sempre sgradevoli e tossici. Una forma particolare di allucinazione consiste nell'udire il proprio pensiero o nel localizzare le voci altrui (avvertite allucinatoriamente) in alcune parti del proprio corpo.

Le allucinazioni, soprattutto le acustiche e le olfattorie, sono sintomatiche della schizofrenia, dove spessissimo il contenuto non corrisponde allo stato affettivo o al tono dell'umore che appare all'esterno. Taluni autori distinguono le allucinazioni in rapporto alla chiarezza o all'intensità della percezione, qualità indipendenti tra loro, poiché possono presentarsi con diversa intensità. Allucinazioni psicogene possono manifestarsi in concomitanza con uno stato oniroide o con un vissuto affettivamente intenso.

Alloritmia - alterazioni del polso

ALLORITMIA, termine con cui si indicano alterazioni del polso, che può presentare caratteristiche diverse. Nel polso intermittente, periodicamente le pulsazioni, anziché ritmiche come di norma, presentano irregolarità per salto di un battito; nel polso higemino, le pulsazioni si succedono a due a due seguite da intervalli relativamente lunghi tra i battiti; nel polso alternante, ad una pulsazione di discreta intensità, ne subentra una successiva più debole.

Allomnesia illusione che riguarda un fatto vissuto nel passato

ALLOMNESIA, illusione che riguarda un fatto vissuto nel passato, rievocato ma alterato involontariamente nel suo contenuto e nel suo significato. Si tratta di una vera deformazione dei ricordi di tipo delirante, poiché essi vengono interpretati secondo particolari aspettative psicologiche.

Allergie professionale affezioni di natura allergica lavoratori

ALLERGIE PROFESSIONALI, affezioni di natura allergica possono interessare molte categorie di lavoratori per la grande diffusione industriale di sostanze capaci appunto di scatenare forme morbose di tal genere. Sono particolarmente esposti ad allergie professionali i lavoratori addetti alla produzione di resine e materie plastiche, di colori e vernici, alla vulcanizzazione della gomma, alla tintoria, a certe attività agricole e zootecniche (nelle quali siano presenti polveri di fieno, frumento e paglia o parassiti di vegetali), alla lavorazione di prodotti animali (pelli, feltro, lana, ecc.) e prodotti vegetali (farina di cereali, fibre vegetali, polvere di legno), ecc.

La sintomatologia varia a seconda della sostanza nociva, ma in genere interessa la cute, le mucose, le vie aeree (con orticaria, riniti vasomotorie, congiuntiviti e, soprattutto, forme di asma bronchiale). La diagnosi si basa sull'anamnesi professionale, sui risultati dei tests cutanei od intradermici, sulle caratteristiche cliniche dell'affezione. L'accertamento della causa professionale di una forma allergica è importante perché, oltre alla terapia medicamentosa (analoga a quella delle forme comuni), è spesso necessario provvedere all'allontanamento dell'interessalo dalla lavorazione no. civa.

Allergie alimentari

ALLERGIE ALIMENTARI, forme allergiche dovute all'ingestione di alimenti verso i quali esiste una particolare ipersensibilità. I sintomi più comuni sono a carico della pelle: orticaria, eczemi, prurito: oppure dell'apparato digerente: gastrite o colite (nausea, vomito, acidità e bruciori di stomaco, crisi dolorose addominali); si possono avere anche attacchi d'asma, emicrania, vertigini, nevralgie, sonnolenza, insonnia, congiuntivite, dolori vescicali o renali, palpitazioni di cuore e perfino crisi che ricordano l'angina pectoris. In linea di massima tutti gli alimenti possono dare una reazione allergica, ma i maggiori responsabili sono le uova (l'albume in modo speciale), il latte, il frumento, il cioccolato, il pomodoro, i legumi, le fragole, i pesci, i frutti di mare, la carne di maiale.

Possono anche essere allergizzanti, ma meno frequentemente, certi funghi, il pane, il miele, il caffè ed i surrogati. Sono stati inoltre descritti casi di allergia allo zucchero, al sale da cucina, all'olio d'oliva, tutti alimenti in genere non sospettati. Può darsi anche che i cibi cotti non diano reazione, e la provochino invece quando sono ingenti crudi. Talvolta una quantità normale di cibo è ben tollerata, mentre una quantità abbondante provoca la reazione allergica: così è di comune osservazione l'orticaria dopo una indigestione. In genere la sensibilità allergica ha un carattere ereditario. Tutte le età possono essere colpite.

La diagnosi di allergia alimentare si fa quando i disturbi insorgono regolarmente dopo l'ingestione d'un determinato cibo, o comunque ad ore fisse durante la giornata, ma spesso è difficile stabilire questo rapporto e si richiede molto spirito di osservazione. La terapia consiste nella somministrazione di farmaci antiallergici (antistaminici, cortisone), e nel tentare la desensibilizzazione dando il cibo incriminato in piccolissime dosi da aumentare a poco a poco, oppure mediante autoemoterapia, iniezioni di calcio, ecc.

martedì 17 giugno 2008

Alitosi - alito di odore sgradevole gengivite stomatite

ALITOSI, alito di odore sgradevole. Può essere provocato da fatti infiammatori della bocca, come gengivite o stomatite , da scarsa igiene orale, da denti con carie vaste o profonde o granulomi, oppure da disturbi digestivi o epatici.

Nelle donne può essere in rapporto anche con i periodi mestruali. È un disturbo non grave, ma assai spiacevole nei rapporti sociali. La diagnosi è imperniata innanzitutto sulla ricerca delle cause che hanno provocato l'alitosi. Necessita quindi un esame accurato delle condizioni orali e della funzionalità epatica e gastrointestinale e, nel caso di un rapporto col periodo mestruale, una visita ginecologica.

Una volta individuata la causa dell'alitosi si potrà impostare la terapia che, nei casi ad origine orale, sarà imperniata su un risanamento delle condizioni della bocca, con l'estrazione o la cura dei denti cariati e dei fatti infiammatori delle gengive e di tutte le mucose orali.

Qualora si tratti invece di disturbi dell'apparato digerente o epatico, si ricorrerà alla somministrazione di preparati che migliorino i processi digestivi e la funzionalità epatica, associati ad una dieta leggera, povera di grassi e di cibi piccanti

Algheosi malattie determinate da alghe

ALGHEOSI, malattie determinate da alghe esistenti in natura nelle acque. Le alghe sono organismi vegetali unicellulari o pluricellulari, provviste di pigmenti azzurri, gialli, rossi, bruni. Il loro potere patogeno è modesto ma evidente: possono provocare infiammazioni croniche intestinali, con l'insorgere di granulomi (vedi granuloma), cioè di formazioni rotondeggianti abbastanza voluminose, con sintomi analoghi a quelli della colite: dolori addominali, stitichezza alternata con diarrea. Non esiste una terapia specifica.

Come si previene. Bisogna evitare di bere acqua non sicuramente potabile.

Alessia - incapacità di leggere

ALESSIA, incapacità di leggere mentre è conservata la capacità di comprendere il linguaggio parlato. È una specie di asimbolia (vedi) ottica per le lettere dell'alfabeto. Si distingue una alessia agnosica da una allesia afasica. La due forme differiscono sia sintomatologicamente, che per la zona cerebrale lesa.

L'alessia agnosica si manifesta con l'incapacità di riconoscere i segni grafici ed è dovuta ad una sofferenza delle fibre nervose contenute nel lobo occipitale o nello splenio . Nella forma afasica manca la capacità di riconoscere le frasi, mentre le parole sono correttamente identificate.

Qui si ha una lesione della zona cerebrale detta della piega curva (quasi sempre dovuta ad un danno della arteria omonima). Nella alessia semantica si ha l'incapacità di interpretare frasi complesse, mentre quelle semplici sono comprese, per una lesione profonda del lobo temporale nella zona di Wernicke.

In quest'ultimo caso si associa una lesione delle vie ottiche che dà perdita della visione dal lato opposto (emianopsia laterale omonima). Il danno deve essere nell'emisfero destro, salvo che per i mancini.

Alcolismo - abuso prolungato di bevande

ALCOLISMO, conseguenza dell'abuso prolungato di bevande alcoliche. I sintomi sono: disturbi gastrici, inappetenza, laringite cronica (voce rauca), cirrosi del fegato, tremori, dolori lungo il decorso dei nervi (polinevriti), arteriosclerosi precoce, deperimento organico progressivo, segni di malnutrizione (vedi), anemia (vedi anemia macrocitica alimentare).

L'alcol non dà una vera dipendenza, ma può compromettere l'attività cerebrale, provocando sia lesioni organiche che alterazioni psicologiche funzionali. Queste danno luogo a particolari forme di comportamento e possono nascere da bisogni affettivi non adeguatamente soddisfatti.

Alcalosi - eccesso di sostanze alcaline nel sangue

ALCALOSI, condizione patologica determinata dall'eccesso di sostanze alcaline nel sangue, in essa compaiono sintomi di diversa gravità come: nausea, vomito, dolori di testa, mancanza d'appetito, sudorazione profusa, oppressione e senso di mancanza d'aria, spasmi nervosi, contratture del viso e degli arti, formicolii, convulsioni.

L'alcalosi può comparire quando si ha assorbimento eccessivo di sali alcalini (dieta esclusiva a base di frutta e verdura o assunzione di bicarbonato di sodio come negli affetti da ulcera gastrica), quando si ha perdita di acidi minerali (come nei vomiti gravi e ripetuti) e quando sussiste un'eliminazione scarsa delle sostanze alcaline (come in alcune forme di insufficienze epatiche, pancreatiche e intestinali).

Vi è una forma di alcalosi, ordinariamente decorrente con sintomi leggeri, che si ha nel mal di montagna (perdita attraverso il respiro di acido carbonico). Manifestazioni più raramente riscontrabili interessano le grandi emorragie, alcune forme di asma e di enfisema, l'epilessia (alla fine di convulsioni prolungate), la tetania infantile, gli avvelenamenti da salicilati. Le ricerche di laboratorio sono uguali a quelle che vengono richieste per Vacidosi (vedi). L'analisi del sangue mette in evidenza un aumento delle basi alcaline e azotemia, mentre nelle urine compaiono reazione alcalina e proteinuria.

Nel trattamento dell'alcalosi vanno prescritti regimi acidificanti (quindi carne, con cui vengono introdotti protidi e lipidi). Si somministrano medicamenti acidi (acido fosforico, acido cloridrico), sali (cloruro di calcio) e vitamina C.

Albuminuria - presenza di albumina nelle urine

ALBUMINURIA. presenza di albumina (una proteina del sangue) nelle urine. Tale termine è entrato nell'uso comune, ma esso non è scientificamente corretto in quanto, in certe circostanze, oltre all'albumina, sono dimostrabili nell'urina altre proteine, talché sarebbe preferibile parlare di proteinuria.

In condizioni fisiologiche è presente nella urina una piccola quantità di proteine che non sono rilevabili con le comuni indagini di laboratorio. Alcune forme di albuminuria dipendono da lesioni renali, altre invece non sono connesse con malattie renali. Albuminuria da posizione: eliminazione urinaria in quantità abnorme di proteine che si verifica in certi soggetti quando assumono la posizione eretta (dicesi anche albuminuria ortostatica). Albuminuria da sforzo: in modo caratteristico si osserva negli sportivi, specialmente quando l'impiego agonistico è prolungato come nei lottatori, calciatori, pugili e n'ell'atletica leggera.

Albuminurie benigne cicliche: si manifestano, specie nei bambini (sono indipendenti dal Palbuminuria da posizione), in modo imprevedibile e transitorio. Albuminuria gravidica di lieve entità: si riscontra verso la fine della gravidanza, è del tutto benigna e può considerarsi nei limiti della norma. Le albuminurie renali propriamente dette hanno un chiaro significato patologico e sono un reperto importante nelle glomerulonefriti, nelle glomerulonefrosi, nell'eclampsia gravidica, nella sifilide renale, nelle intossicazioni da mercurio, nella amiloidosi renale.

Poiché l'albuminuria è un sintomo, la terapia deve essere rivolta verso le singole malattie responsabili. Le albuminurie benigne non sono patologiche e come tali non richiedono alcun trattamento. Solo nella albuminuria da posizione o ortostatica, essendo essa connessa a un'accentuata e particolare deformazione della colonna vertebrale (lordosi), è importante modificare questo difetto per mezzo di un busto correttore.

Agrafia - incapacità di esprimere il proprio pensiero

AGRAFIA, incapacità di esprimere il proprio pensiero spontaneamente per iscritto. Spesso si accompagna ad afasia (vedi) o ad alessia (vedi). Talora l'agrafia è dovuta ad aprassia (vedi) della mano destra, mentre la sinistra riesce a scrivere.

Si distingue un'incapacità alla scrittura spontanea limitata al nome, cognome e talora indirizzo, una alla scrittura sotto dettato (il malato fa semplici scarabocchi), una alla copiatura di parole scritte, che vengono riprodotte come se fossero disegni. Si tratta di disturbi delle funzioni verbali che seguono le cause e l'andamento delle afasie.

Agorafobia - timore angoscioso paura

AGORAFOBIA, timore angoscioso che provoca la paura ad attraversare strade, piazze e luoghi aperti in genere. Il malato si rende conto (a differenza dello psicotico ) che si tratta di un fatto anormale, ma non riesce a vincere, se non a grande prezzo, questo blocco interiore. Il malato sfugge ogni luogo aperto, limitando così la propria vita di relazione ma, nel contempo, vivendo questo comportamento con grande sofferenza interiore.

Si tratta di un sintomo nevrotico, per cui se il malato si impone di superare con la volontà il blocco, accade quasi sempre che se ne generi un altro, perché la carica affettiva che determinava il timore non si elimina (secondo gli psicanalisti) impedendole di manifestarsi con un particolare comportamento.

Agnesia ovarica - assenza congenita delle ovaie

AGENESIA OVARICA, assenza congenita delle ovaie. Clinicamente conosciuta col nome di sindrome di Turner-Albright, si ritiene non sia dovuta a processi patologici selettivi delle gonadi, ma all'assenza embrionaria (quindi dello sviluppo intrauterino) delle cellule della filiera genitale. Il quadro clinico è caratterizzato da amenorrea primaria (mestruazione mai avvenuta), statura più bassa della norma (non oltre 132 cm), cubito valgo (esagerazione dell'angolo del gomito), collo palmato (plica cutanea che si estende come un'ala, simmetrica, dai lati del collo sino all'acromion ), alterazioni oculari (strabismo convergente o divergente, talora esoftalmo), atrofia mammaria, assenza di pelo ascellare e pubico.

La vagina, l'utero e le tube sono, per solito, normali. Così pure l'intelligenza. Talora, ma meno frequentemente, sono associati altri sintomi: sordomutismo, coartazione aortica, ipoplasia surrenalica, spina bifida occulta, ecc. Dal punto di vista endocrino si rileva che l'escrezione degli ormoni ipofisari è abnormemente elevata (l'ipofisi è infatti normale), quella surrenalica è bassa (17 ketosteroidi non oltre mg 1,5/24 ore), pressocchè nulla quella degli ormoni estrogeni. I rilievi clinici suesposti, ed i dosaggi ormonali, permettono una facile diagnosi che deve però venire confermata da un controllo visivo addominale (laparatomia esplorativa o, meglio, laparoscopia). La diagnosi differenziale col nanismo pituitario riposa sul rilievo di ormoni gonadotropi scarsi e statura ancor più bassa (non oltre cm 120).

La terapia è essenzialmente ormonale, onde ristabilire i mestrui e migliorare le condizioni psichiche e matrimoniali. Essa utilizza estrogeni e progesterone secondo schemi fisiologici, sia per via orale che parenterale. Però i risultati sono scarsi per quanto concerne l'atrofia mammaria ed il sistema pilifero.

Afrodisia - accentuazione morbosa del desiderio

AFRODISIA, accentuazione morbosa del desiderio (il termine, in greco significa lussuria, libidine). Gli afrodisiaci sono le sostanze che hanno la proprietà di eccitare ai piaceri dell'amore e che, comunque, accrescono l'istinto e il piacere sessuale. Gli afrodisiaci possono avere una azione stimolante non nociva se presi a piccole dosi, ma addirittura velenosa se presi a forti dosi o ripetutamente. Tra i più noti: cantaride, cocaina, fosforo, oppio, morfina, hascisc, stricnina, yohimbina.

lunedì 16 giugno 2008

Affettività

AFFETTIVITÀ', tendenza a vivere in modo positivo o negativo un'esperienza specifica. Nasce dall'interazione tra il soggetto ed il suo ambiente (anche interiore ). Si può avere una tendenza ad allontanarsi dall'oggetto o ad allontanare l'oggetto da sé, ad avvicinarsi all'oggetto o ad avvicinare l'oggetto a sé. Se l'oggetto è un pensiero o il ricordo di un'esperienza del passato subirà la stessa sorte. L'affettività è, cioè, una carica di energia psichica che investe l'oggetto determinandone la capacità di attrazione o di repulsione.

L'affettività è una risposta (inconscia, priva di azione, anteriore ad una valutazione critica) ad una variazione dell'ambiente esterno o interno della personalità e consiste in una soddisfazione piacevole o in un disagio sgradevole. Si tratta di una carica innata, di tipo istintivo, ma modificabile dall'ambiente e dall'educazione. Si presenta, perciò, sotto il duplice aspetto: biologico e psicologico.

L'affettività è la tendenza (non l'azione) ad orientare il comportamento verso il permanere nello stato di piacevolezza o a por fine a quello di spiacevolezza. Non si tratta di un'esperienza assoluta, ma relativa, che nasce dal confronto con altre esperienze ( effetto del contrasto ). È la relazione con gli stati precedenti o il complesso della situazione che qualifica il desiderio di permanervi o di uscirne. Consegue che uno stato molto piacevole fa giudicare meno gradito uno stato che, in senso assoluto, sarebbe desiderato. Una situazione moderatamente sgradevole, inoltre, se viene inserita in un complesso di stimoli piacevoli, viene accettata positivamente (effetto dell'assimilazione ).

Quando il soggetto prende coscienza del proprio vissuto ed ha l'esperienza, di fronte ad una certa situazione, di piacere, dolore, gioia, paura, tristezza ed amore, cioè quando « valuta » la tendenza che prima aveva nebulosamente avvertito e quando traduce in « azione » la spinta inconsapevole, si dice che ha un « sentimento ». Il sentimento fa assumere un significato di valore alle esperienze della vita. Esso è una risultante della personalità biologica, ma soprattutto della cultura sociale anteriore.

In tal senso il sentimento si evolve nel tempo, fino a mutare in modo radicale. Il sentimento nasce dalla sensazione, ma non vi è contenuto: è una percezione soggettiva di gradevolezza o di sgradevolezza, capace di rievocare, attraverso rappresentazioni di fatti o di luoghi, stati psicologici già vissuti in precedenza. Il sentimento si realizza attraverso la consapevolezza del giudizio sul proprio vissuto, giudizio che manca quando si parla di affettività in senso stretto. Esso si concretizza in una situazione soggettiva dell'Io, in cui le qualità dell'informazione sono vissute con immediatezza.

Anche le oscure impressioni sensoriali che provengono dagli organi interni viscerali contribuiscono al tono sentimentale generale, dando quella esperienza soggettiva gradevole o sgradevole che si chiama cenestesi.

Affaticamento - astenia condizione di affaticamento

AFFATICAMENTO, termine popolare in medicina; più propriamente astenia. La cardiopatia in stato avanzato comporta sempre una condizione di affaticamento, quando ci si accinge a fare anche piccoli sforzi: salire le scaie, eseguire lievi lavori manuali, stirare, lavare, ecc. Il malato, in tutte queste situazioni, si sente spossato.

Come si previene. Portando in compenso la circolazione con adeguata terapia cardiotonica.

Affanno - difficolta di respirazione

AFFANNO, termine popolare che sta ad indicare difficoltà di respirazione. Più propriamente il termine medico è dispnea. L'affanno rappresenta un sintomo comune a malattie acute e croniche dell'apparato respiratorio ed a cardiopatie scompensate.

Consiste in una seria difficoltà di respiro {dispnea) che compare nell'atto di fare uno sforzo (affanno da sforzo), e anche a riposo {affanno a riposo). Quest'ultimo caso è più grave, e si suol dire pittorescamente che il malato, seduto in una caratteristica posizione sul letto con molti cuscini dietro la schiena, « ha fame d'aria ».

Quando l'affanno è molto accentuato il paziente avverte una autentica fame d'aria che si accompagna a sensazione soggettiva di tale gravità da temere di venir soffocato.

Affaccendamento disturbo psicomotorio del comportamento

AFFACCENDAMENTO, attività motoria continua, disordinata, frenetica, inconcludente, senza un momento di sosta, che indica un disturbo psicomotorio del comportamento. Si tratta di un sintomo abituale della manìa, psicosi nella quale sono esaltate le attività psicologiche e neurovegetative. La causa può essere ereditaria, ma più frequentemente nasce da una eccessiva valorizzazione del proprio « Io », non più controllato dal « Super Io ». La prognosi è positiva nel 90 per cento dei casi, soprattutto con l'uso degli psicofarmaci.

Aeropatia - mal d'aereo nausea vertigini pallore

AEROPATIA, o mal d'aereo, indefinito senso di malessere (con nausea, vertigini e pallore) accusato da alcuni soggetti a causa dei vari movimenti dell'aeroplano in volo (quello che in gergo aviatorio dicesi « ballo » ).

Tali effetti si sogliono denominare anche mal d'aria analogamente al mal di mare. Più ci si allontana dal baricentro dell'aeroplano (più ci si scosta, ad esempio, verso la coda del velivolo), più ci si mette nelle condizioni di soffrire di aeropatia. Per brevi viaggi difficilmente si corre il rischio di andare incontro al mal d'aria, che può sopravvenire, invece, durante le lunghe trasvolate con variazioni dei fusi orari.

Il mal d'aria è aggravato quando la navigazione avviene a quote molto basse. Certamente l'aeropatia è influenzata dalle condizioni fisiche del soggetto: infatti il disturbo è più frequente e più intenso in coloro i quali sono contratti dalla paura o che sono facilmente influenzabili ( contagio psichico ). Indubbiamente l'allenamento al volo tende a ridurre i fenomeni di aeropatia. I momenti più critici sono quelli connessi con il decollo o l'atterraggio del velivolo.

Addome acuto - sofferenza organi addome

ADDOME ACUTO, termine generico e diffusissimo che comprende tutti quei quadri patologici a rapida insorgenza, quasi sempre dolorosa, che evidenziano in modo spesso chiaro, ma sempre allarmante, una sofferenza degli organi contenuti nello addome, e che frequentemente (quasi sempre) costringono ad un intervento chirurgico d'urgenza.

In senso stretto vanno quindi esclusi tutti quei quadri dolorosi acuti ad irradiazione addominale ma non appartenenti topograficamente all'addome e/o che comunque sono suscettibili di trattamento medico: tali ad esempio Pileotifo, le pleuriti diaframmatiche, la crisi di aortite addominale, il coma diabetico, le enterocoliti, le elmintiasi intestinali, la colica epatica (soprattutto e spesso), l'insufficienza surrenale acuta (raramente), ecc. Sindromi peritonitiche, occlusive, emorragiche, endoperitoneali richiedono una diagnosi d'urgenza, onde porre una indicazione operatoria precocissima, prima che il quadro sintomatologico diventi molto chiaro, a spese però di una perdita di tempo tale da compromettere il buon esito chirurgico.

Adenite - infiammazione ghiandole linfatiche

ADENITE, termine che, alla lettera, indica uno stato infiammatorio acuto o cronico, specifico o aspecifico di una ghiandola in senso lato. In pratica, però, si parla di adenite nei processi infiammatori delle ghiandole linfatiche (meglio sarebbe usare, in questi casi, il termine di linfadenite, seguito dagli aggettivi esplicativi necessari per meglio chiarire le caratteristiche dell'affezione).

In seguito alla penetrazione di germi attraverso una ferita o un'ulcera, oppure da una infezione circoscritta, qualora vengano superate le difese locali dei tessuti, il processo infiammatorio può diffondersi anche a discreta distanza. In queste circostanze la via di diffusione è quella linfatica: in altre parole i germi percorrono i sottili vasi linfatici che irritandosi danno luogo alla linfangite. Lungo il tragitto dei vasi linfatici sono disseminati dei corpiccioli, della grandezza di un pisello ed anche meno, che corrispondono alle ghiandole linfatiche, o linfonodi che dir si voglia.

Nelle maglie dei linfonodi filtra la linfa proveniente dai vasi linfatici che drenano tutti i tessuti e gli organi. Se, dunque, nella corrente linfatica sono presenti dei germi, ecco che allora anche la linfoghiandola, a scopo difensivo, reagisce e si infiamma, dando luogo alla adenite, che si manifesta a sua volta con ingrandimento, tumefazione e dolenzia della ghiandola linfatica stessa.

Acromatopsia - alterazione percezione dei colori

ACROMATOPSIA, alterazione della percezione dei colori caratterizzata dall'assenza di qualsiasi percezione colorata; ne consegue che lo spettro appare incolore in tutta la sua estensione, qualunque sia l'intensità di illuminazione. Non è certa una trasmissione ereditaria e si accompagna con una ambliopia piuttosto marcata. In certi casi si riscontrano alterazioni del fondo oculare e del campo visivo. È una alterazione congenita, perciò incurabile a qualsiasi età della vita.

Acrodinia Infantile tumefazione faccia naso prurito crisi sudorali

ACRODINIA INFANTILE, tumefazione freddo-umida e cianotica delle estremità; spesso cointeressa faccia e naso con prurito e crisi sudorali ; si registrano incostanti turbe nervose come esaurimento fisico, irritabilità, tremori, tachicardia. Compare solitamente dopo un catarro oculonasale pseudoinfluenzale. Ha un'evoluzione, con interessamento progressivo, della durata di parecchi mesi; si accompagna a deperimento. La guarigione è completa. Attribuita in un primo tempo a carenze alimentari o a intossicazioni, l'acrodinia è messa attualmente in rapporto con un virus neurotropo (che ha particolare tendenza a localizzarsi sul sistema nervoso e neurovegetativo ).

Come si previene. Bisogna seguire un'alimentazione congrua, irrobustire l'organismo con soggiorni prolungati all'aria aperta, somministrare vitamine e tonici del sistema nervoso.

Acrocianosi - disturbo funzionale della circolazione

ACROCIANOSI, disturbo funzionale della circolazione periferica che si manifesta per solito alle mani, talora anche alle orecchie e ai piedi; le zone colpite appaiono fredde, umide, di un colorito rosa-violaceo. Il fenomeno sarebbe determinato da ristagno di sangue nei capillari venosi delle estremità per effetto di una instabilità vasomotoria dovuta presumibilmente a cause ormoniche o neurovegetative. L'acrocianosi prevale nel sesso femminile e nell'adolescenza, specie all'epoca della pubertà: scompare in età adulta o in seguito a gravidanze. Esordisce e tende ad aggravarsi nei mesi freddi: i soggetti colpiti sono predisposti ai geloni. L'osservazione al microscopio ( capillaroscopia ) dei margini dell'unghia mette in evidenza i capillari venosi dilatati al massimo.

Acondroplasia - anomalia di sviluppo dello scheletro

ACONDROPLASIA, anomalia di sviluppo dello scheletro di tipo congenito, ereditario e sistematico, appartenente al gruppo delle osteodisplasie, che si manifesta per un rallentamento, o arresto di svi­luppo, delle cartilagini fertili che presiedono all'al­lungamento delle ossa e pertanto alla crescita in al­tezza dell'individuo. La precoce scomparsa di que­ste cartilagini determina un disturbo di crescita del­lo scheletro che si manifesta, in grado maggiormen­te spiccato, in corrispondenza di omeri, e femori, nelle ossa della base del cranio e nel bacino. Le cau­se non sono note. La malattia si manifesta già alla nascita, e l'acondroplasico è un nano sproporziona­to, tozzo, col naso infossato. Molte volte le dita so­no tutte della stessa lunghezza o quasi (isodattilia), in altri casi divergenti ( mano a tridente ). Il bacino si presenta piatto e stretto. La malattia può colpire entrambi i sessi. La diagnosi è eminentemente ra­diologica. Il nanismo da acondroplasia non va con­fuso con quello dipendente da un alterato funzio­namento della ipofisi ed è quindi di natura ormo­nica.

Acne - brufoli - eruzione o sfogo giovanile della cute

ACNE, eruzione o sfogo giovanile della cute, con formazione dei cosiddetti brufoli sul viso; è una malattia infiammatoria dei follicoli pilosebacei con alterazione e rottura dei follicoli stessi. L'organo, o meglio l'apparato colpito è dunque quello delle ghiandole che producono sebo e che si trovano su quasi tutta la superficie del corpo, ma che sono particolarmente numerose sulle guance, sulla fronte, sul mento, dorso e petto. Sono queste stesse le zone dove fiorisce l'acne giovanile.

La causa prima dell'acne è la formazione esagerata di sebo che rompe all'interno la parete ghiandolare e si mette a contatto con il derma (la parte più profonda della pelle ) ; poiché il sebo ha una componente chimica molto irritante (acidi grassi) ecco svilupparsi, per ogni follicolo ghiandolare che si rompe, una infiammazione, cioè un punto rosso che talora si riempie di pus. Non sempre, tuttavia, e non tutti i follicoli si rompono, ma restano gonfi e tesi perché pieni di sebo (grasso) che si colora di nero per la polvere: si ha così il comedone, o punto nero, che il soggetto si affretta a spremere, facendo uscire una specie di vermiciattolo di sostanza grassa. Ala quale è la causa profonda, cioè interna, dell'acne? Si pensa ad un fattore di ormoni sessuali: infatti, l'acne non compare prima dello sviluppo sessuale e peggiora, nella donna, nel periodo appena precedente la mestruazione, cioè quando l'ormone femminile va scomparendo dal sangue; durante la gravidanza, quando l'ormone femminile (follicolina) è in circolo abbondante, non si ha mai l'acne.

Oltre ai fattori ormonali hanno importanza quelli digestivi e dietetici: particolarmente dannosi risultano gli zuccheri e i farinacei (pasta, pane, patate), che nel corpo si trasformano anch'essi in zuccheri. Infine i fattori nervosi: le tensioni, l'ansia, l'affaticamento nervoso indubbiamente peggiorano un'acne o la fanno comparire. In conclusione, i soggetti colpiti sono gli adolescenti, di ambo i sessi, a pelle tendenzialmente sebacea ( grassa ), ad alimentazione non controllata, e a tensione nervosa maggiore della media. I sintomi con i quali la malattia si presenta sono i comedoni, cioè i punti neri, le follicoliti (i punti rossi), le pustole, e nelle forme mal curate, le cicatrici, che hanno la caratteristica di essere infossate, oppure le cisti, che assumono anche volume notevole e deformano l'estetica del viso o delle parti colpite. In base a questi fenomeni la diagnosi è piuttosto facile. Il decorso è influenzato molto dall'età, per cui verso i venti anni la forma tende ad attenuarsi, ma non è sempre così, se vengono mantenuti gli errori dietetici o le condizioni di vita sfavorevoli già ricordati.

Intossicazione da acido solforico

Ha come sintomi, se l'acido (un liquido incolore e inodore) viene ingerito, dolore e bruciore della lingua e della bocca, dolori di stomaco, vomito con sangue, diarrea; si producono causticazioni della bocca, dell'esofago, dello stomaco (a carico dell'esofago possono residuare, a causa delle cicatrici susseguenti alle causticazioni, gravi restringimenti che compromettono il passaggio dei cibi ). Bisogna somministrare subito all'intossicato bevande alcaline neutralizzanti, per esempio 15-20 g di comune magnesia in mezzo litro d'acqua. Può essere adoperato anche il latte. Controindicato è il bicarbonato di sodio che, sviluppando acido carbonico, rischierebbe di peggiorare le condizioni dello stomaco.

Controindicati sono anche la lavanda.gastrica e la somministrazione di emetici, cioè farmaci che provocano il vomito. Inalato allo stato di goccioline o di vapori, l'acido solforico provoca forte irritazione del naso, della faringe, dei bronchi, tosse, edema della laringe e polmonare con difficoltà di respirazione. In questo caso l'intossicato deve essere trasportato all'aria libera, evitandogli qualunque sforzo, e poi, tenuto a letto in assoluto riposo.

In caso di edema polmonare possono essere opportuni un salasso (500-700 ce) oppure l'ossigenoterapia; controindicata la respirazione artificiale. Può prodursi, infine, un'intossicazione cronica nei lavoratori esposti a inalare i vapori (dell'acido solforico si fa grande uso nelle industrie metallurgiche, delle pelli, tessili, alimentari, dei concimi chimici, dei colori) con: faringite, catarro bronchiale, congiuntivite.

Acidosi - sostanze acide nel sangue

ACIDOSI, stato anormale dell'organismo condizionato da un accumulo di sostanze acide nel sangue e da una perdita più о meno imponente di sostanze alcaline. Possono essere interessati: l'apparato respiratorio (oppressione respiratoria, aumentata frequenza del numero dei respiri, fame d'aria, singhiozzo, odore dell'alito, fino al cosiddetto respiro di Kussmaul, rappresentato da alternanza di respiri superficiali e profondi ) ; il sistema nervoso (cefalea, sensazioni alterate, vertigini, eccitazione psichica, insonnia, sonnolenza, convulsioni, coma); l'apparato digerente (vomito, diarrea, fermentazioni intestinali, dolori addominali, singhiozzo). I sintomi iniziali sono spesso male interpretati о sottovalutati.

Oltre certi limiti e quando non sia curata, l'acidosi conduce spesso a morte. Quando si presentano i primi sintomi sono necessarie prove di laboratorio (ricerca dell'acetone e dei corpi chetonici nell'urina, determinazione di alcune costanti sanguigne, ecc.). Il sangue in condizioni normali mantiene rigorosamente il suo equilibrio acidobasico, e la reazione del sangue deve essere leggermente alcalina. Lo squilibrio presentato dal sangue in senso acidotico è dapprima compensato dai meccanismi regolatori dell'organismo ma, in un secondo tempo, compaiono i sintomi progressivi. La causa più grave è imputabile al diabete mellito (l'organismo non è in grado di utilizzare gli idrati di carbonio e si ha una combustione incompleta dei grassi e delle proteine).

Ma vi sono numerose altre cause: i vomiti ciclici acetonemici dei bambini, l'acidosi gravidica, l'acetonuria premestruale, le acidosi che compaiono nelle malattie infettive acute, nelle gravi alterazioni del fegato, dell'apparato respiratorio e cardiaco, nel digiuno e nella dieta povera d'idrati di carbonio. Altre "varietà di acidosi possono comparire inoltre nelle intossicazioni da ossido di carbonio, nelle insufficienze renali e surrenali, nelle disidratazioni gravi. Contro l'acidosi è opportuno somministrare alimenti vegetali con prevalenza di succhi di frutta, che apportano all'organismo acidi organici trasformati poi in carbonati alcalini; inoltre sono raccomandabili l'abolizione dei grassi e la riduzione marcata delle proteine. Nella terapeutica si adotteranno le sostanze alcaline (senza però eccedere), i sali di cloro e di potassio, la cocarbossilasi.

Il malato, nei casi più gravi, va tenuto al caldo senza eccedere e vanno evitati barbiturici e sedativi. In ospedale le cure generali sono indirizzate a ipodermoclisi, plasma endovenoso (se l'ammalato .è in stato di shock), somministrazione di elettroliti e di glucosio, lavande gastriche secondo i suggerimenti che derivano dalla gravità del caso. Le cure specifiche sono in rapporto alle cause dell'acidosi.

Come si previene. Ricerca delle cause e cura in rapporto ad esse ( vedi 'alcalosi ). In caso di comparsa di disturbi lievi premonitori, nei quali i sintomi sono molto sfumati, fare un esame delle urine con ricerca dell'acetone; bisogna ricorrere al medico e puntualizzare la malattia determinante.

domenica 15 giugno 2008

Abreazione scarica emozionale

ABREAZIONE, termine psicanalitico con cui si definisce una scarica emozionale, che nasce quando si rivive psicologicamente un'esperienza passata sgradevole, rimossa nell'inconscio, perché intollerabile. La cura consiste nel liberare il soggetto dall'angoscia legata al fatto disturbante. Talora è sufficiente prenderne coscienza, più spesso occorre raggiungere una maggiore sicurezza generale. Si tratta anche di un metodo usato in psicoterapia.

Abrasione o escoriazione o spellatura

ABRASIONE, o escoriazione, o spellatura, lesione superficiale della pelle, che interessa cioè solo l'epidermide, causata da un trauma: grattamento, frizioni prolungate, cause violente esterne. Può comparire nelle zone più diverse del corpo, ma più spesso su quelle scoperte: hanno importanza medico-legale le abrasioni prodotte dalle unghie su zone del corpo come il collo o il dorso delle mani (in seguito a colluttazioni, tentativi di strangolamento, ecc. ).

L'abrasione si presenta come una lesione di solito lineare, piccola, di colore rossastro o rosso-cupo, per la presenza di sangue coagulato. Talora, attorno alla lesione, si nota un alone infiammatorio. Per gli accertamenti legali è utile un esame con lente di ingrandimento, che potrà definire meglio la profondità e i margini, o la presenza eventuale di sostanze estranee infette.

La cura consiste in una accurata disinfezione con alcool iodato all'1 per cento e successiva medicazione con polvere o pomata cicatrizzante. Conseguenze possibili di una abrasione sono le infezioni da germi piogeni, cioè germi produttori di pus.

Abrachia

Abrachia assenza congenita delle braccia. Grave anomalia congenita condizionata da fattori prenatali sulla base di alterazioni della cellula uovo o di modificazioni nelle moltiplicazioni cellulari, caratteristiche del primo trimestre di gravidanza. Qualsiasi causa che disturba il normale accrescimento in questo periodo prenatale determina questa alterazione compatibile con la vita. Coesistono facoltativamente altri più o meno gravi difetti di sviluppo degli organi interni che bisogna accuratamente ricercare negli esami prematrimoniali.

Aborto interruzione della gravidanza

ABORTO, interruzione della gravidanza in epoca non vitale per il feto, quindi prima del 180° giorno di gestazione. Non è sinonimo di espulsione del feto; infatti si parla di aborto interno quando esso non è seguito dalla espulsione del prodotto del concepimento. Esistono tre varietà di aborto, da un punto di vista cronologico: ovulare, quando avviene nelle prime 4 settimane di gravidanza; embrionale, quando si verifica non oltre il terzo mese di gravidanza; fetale, dal 4° mese al 6° mese.

Una ulteriore classificazione distingue gli aborti in spontanei e provocati: questi ultimi possono essere terapeutici o criminosi. Tra le numerosissime cause d'aborto è classico distinguere tre gruppi: quelle che agiscono sul prodotto del concepimento causandone la morte (sifilide, tbc, intossicazione da piombo, tabacco, benzolo) talora traumi fisici, avvelenamenti, lesioni perforanti l'utero ecc., quelle che agiscono sul prodotto del concepimento, alterando le connessioni materno-ovulari (ipoplasia uterina, insufficienza luteinica, fibromi, retroflessione uterina e postumi aderenziali di fatti infiammatori periuterini ) ; e quelle che agiscono sulla muscolatura uterina determinando contrazioni e quindi distacco ovulare (endometriti deciduali, cardiopatie, infezioni pelviche, farmaci ad azione congestizia, infezioni acute, come tifo, colera, grippe, scarlattina, tireotossicosi, alimentazioni insufficienti o carenziate, particolare fragilità vasale, ecc.).

La sintomatologia è varia: cessano in genere tutti i fenomeni evolutivi caratteristici della gravidanza, i fenomeni simpatici (nausea, vomito, scialorrea), la congestione della mucosa vaginale, l'accrescimento del volume dell'utero (esiste una evidente sproporzione tra l'amenorrea ed il volume uterino), spariscono i movimenti attivi fetali e scompare il battito cardiaco fetale. La paziente può anche stare benissimo e non accusare alcun disturbo. La diagnosi riposa su considerazioni che emergono dai dati sopra citati. Ovviamente una diagnosi biologica di gravidanza, sulle urine delle 24 ore, sarà imprescindibile.

La sua negatività, eventualmente controllata con un parallelo dosaggio dell'ormone gonadotropo coriale, sarà definitivamente discriminante. Una ulteriore distinzione che va fatta è quella tra aborto minacciante (ancora recuperabile) ed aborto in atto (inevitabile): essa si basa sul giudizio critico e clinico di tre dati importanti (l'aborto interno è asintomatico): la entità della perdita ematica, la presenza (o meno) e la qualità delle contrazioni uterine, le condizioni del collo dell'utero (conservato o rammollato, aperto o chiuso).

La terapia varia a seconda che si pensi di poter salvare ancora la gravidanza minacciata, o che l'aborto sia ritenuto inevitabile, oppure sia già in fase espulsiva, oppure sia già avvenuto in modo incompleto (con ritenzione di materiale ovulare). Nel primo caso il riposo a letto è assoluto, si praticano sedativi, antispastici, ormoni (prevalentemente progesterone e gonodotropo coriale; anche estrogeni, se necessario), vitamina E, e (discussi) coagulanti o antiemorragici; eventualmente antibiotici ( in presenza di febbre ). Nel secondo caso si rende necessario uno svuotamento uterino strumentale (detto impropriamente raschiamento) onde allontanare l'uovo emorragico od i residui ovulari che mantengono l'emorragia. Ciò è di regola nei primi tre mesi. Dal 3° compiuto al 6° mese, tutto ciò non è più possibile per la presenza di un embrione che non può essere estratto da un collo insufficientemente dilatabile. Bisogna allora provocare un travaglio espulsivo (parto in miniatura).

Fenomeno di abadie

Fenomeno di abadie, si ha quando premendo con forza il tendine di Achille, il potente tendine di inserzione del muscolo tricipite del polpaccio sul calcagno, non compare il dolore. È un segno incostante di tabe dorsale, della quale mostra i disturbi della sensibilità profonda, che spesso diminuisce fino a scomparire, mentre rimane conservata la sensibilità superficiale del tatto e del dolore. La stimolazione energica del tendine di Achille non riguarda la sensibilità dolorifica vera e propria, ma la sensibilità propriocettiva, che interessa le ossa, i muscoli, i tendini e le articolazioni.

ABASIA sindrome di Blocq

ABASIA, o sindrome di Blocq delle isteriche, incapacità di camminare dovuta ad insufficiente coordinazione dei movimenti automatici benché l'esame neurologico non mostri alcun segno di lesione. È causata da una impotenza psicologica a comandare, il movimento degli arti inferiori. Colpisce preferibilmente le ragazze in pubertà o le donne in menopausa. È un segno classico dell'isteria e si accompagna a malinconia, aumento dèi desiderio sessuale e della pigmentazione di alcune zone della pelle.

come si previene. L'abasia è un fenomeno sempre meno frequente, perché appare legato ad una cultura ottocentesca e letteraria. La prevenzione è, dunque, esclusivamente educativa e legala alla serenità psicologica dell'ambiente familiare e ad un rapporto affettivo autentico.

Aberrazione cromatica

ABERRAZIONE CROMATICA, nell'occhio, come in tutti gli altri mezzi trasparenti, la velocità di propagazione della luce non è strettamente identica per ciascun colore dello spettro visivo. Per principio non esiste perciò un punto solo in cui si focalizzano le onde luminose, ma un punto per ogni colore: in particolare esiste un punto focale per il rosso, un po' più indietro della retina, e un punto focale per il verde, un po' più avanti. L'occhio normale vedrà dunque più o meno nello stesso modo tanto nel rosso che nel verde. L'occhio miope, invece, essendo tutto il sistema ottico spostato in avanti, vedrà meglio nel rosso, mentre l'occhio ipermetrope vedrà meglio, al contrario, nel verde. È intuitivo perciò che questa alterazione cromatica dell'occhio miope o ipermetrope non è in nessun modo curabile e non esiste prevenzione.

Abburattamento difficoltà ad articolare la parola

ABBURATTAMENTO, difficoltà ad articolare la parola, sia per cause psicologiche che di patologia organica. I movimenti dell'apparato fonatorio, soprattutto della lingua, sono impacciati, vischiosi, lenti e la parola esce pasticciata, appiccicosa, come se chi la pronuncia avesse in bocca del burro.

Abbassamento di voce

ABBASSAMENTO DI VOCE, termine improprio in medicina; più propriamente: disfonia. È un sintomo frequente delle malattie di cuore che portano all'ingrossamento del cuore stesso, e che compare quando le malattie tendono allo scompenso totale di cuore. Sintomo di aggravamento di ogni cardiopatia.

come si previene. Impedendo che il cuore cada in scompenso, cioè nella totale insufficienza di forza contrattile, con conseguente rallentamento di tutta la circolazione. Per tale scopo si ricorre ad adeguati farmaci cardiotonici, diuretici attivatori del circolo.

Terapia della vergogna

La vergogna è stata definita un 'meccanismo di inibizione'. In altre parole, è il risultato di un conflitto tra ciò che l'individuo vorrebbe apparire di essere o di fare e ciò che invece la società, l'ambiente gli impongono di essere o fare. Ci si vergogna quando ci si comporta in modo anomalo rispetto a quello considerato giusto: e infatti c'è la vergogna per una gaffe, c'è la vergogna di essere malati, c'è la vergogna di essere stati sorpresi ad assaggiare un cibo con le dita. In ultima analisi, quindi, il vergognoso è un ribelle mancato: che sente e persino mette in pratica atteggiamenti anticonformisti, senza però avere il coraggio di portarli avanti e sostenerli nel tempo. Non stupisce allora che la terapia fondamentale della vergogna consista in un decondizionamento nei confronti di quel riflesso che la provoca.

È quanto viene attuato in una clinica tedesca, i cui pazienti sono costretti, ad esempio, ad andare in giro per la città indossando scarpe disappaiate o vestiti sgargianti in modo da richiamare su di sé l'attenzione: dopo alcune uscite di questo genere il soggetto si abitua alle situazioni ridicole e, pertanto, non se ne vergogna più. Di qui a rimuovere anche le cause della vergogna endogena il passo sembrerebbe breve: potrebbe essere facilitato proprio ricercando le situazioni di cui si ha paura, per sdrammatizzarle.

Lavoro e tempo libero

Se il lavoro diviene, come dicevamo, espressione e realizzazione di sé, il tempo libero ha il significato di ritmare il vivere umano allo stesso modo del cuore e del respiro. È un tempo che rilassa, distende, riposa, ricrea, rinnova energie non soltanto per poi poter meglio lavorare, ma soprattutto per poter meglio realizzarsi.
In questo modo si sviluppa — attraverso l'alternarsi di occupazioni — l'unità del microcosmo: di questo essere unico, sempre uguale a se stesso, ma sempre in movimento per crescere e migliorare il proprio stato di benessere.

Ritorniamo così al modello fondamentale dal quale siamo partiti: l'uomo visto come microcosmo, cioè come completezza che si rinnova costantemente. Nella situazione di passività il tempo libero non ha senso: libero da che cosa se uno non lavora? Succede allora che il tempo libero possa diventare pienissimo; ma poiché il passivo è comunque passivo, questo tempo sarebbe pienissimo di cose senza valore o addirittura dannose. Inutile esemplificarle, perché tutti le conosciamo.

Nel caso dell'iperattività, di solito la libertà viene usata per compensare, per finire ciò che è rimasto sospeso, per preparare nuovi strumenti di lavoro, per elaborare in pace nuovi metodi di superattività. Non c'è vacanza per l'iperattivo: il pensiero ritorna agli impegni, alle telefonate, agli appuntamenti, alle scadenze, alle cose da fare e rifare a tutti i costi.

Tra queste due opposte posizioni esistono mille modalità che possono venir utilizzate per compensare la stanchezza del momento lavorativo. Tutto dipende dal proprio atteggiamento verso il lavoro: il lavoro è noia e monotonia? Il tempo libero sarà ricco di innumerevoli passatempi; tanto più di routine il lavoro tanto più varia e, se possibile, eccezionale la vacanza; il rischio è di buttarsi nel rumore, il baccano, la folla e di arrivare al lunedì o al ritorno dalle ferie più stanchi di prima.

Il lavoro è obbligo, costrizione, dovere, impegno? Il tempo libero sarà intonato al disimpegno, al dolce far niente, col rischio di svuotarsi, annullarsi e persino di uscirne un po' rimbambiti. Il lavoro sinonimo di corsa, appuntamenti pressanti, stress, orari precisi? Ecco un tempo libero senza orologi, all'insegna della massima libertà: nussun programma e nessun impegno. Tutti trasandati, in vestaglia fino al giorno dopo. Una vacanza fatta di niente, può essere anche costruttiva e risanatrice, purché non porti la noia.

Chi sono i collaboratori?

Si fa presto a riconoscerli nei subalterni o nei subordinati, almeno quando essi sono capaci di collaborare. Ma collaboratori possono essere anche i superiori, i colleghi, gli amici, i clienti, i fornitori, il pubblico, i rappresentanti, I negozianti, i giornalisti, lo spazzino comunale, Il tranviere, lo sconosciuto incontrato per caso. L'importante è essere in grado di ricevere collaborazione.

Lo stress è il sale della vita

Affermava Hans Seyle: «Lo stress è il sale della vita». Infatti egli sosteneva che, poiché lo stress consegue ad ogni tipo di attività, potremmo evitarlo solo prendendoci il lusso di non fare più assolutamente nulla. Ma chi godrebbe di vivere senza slanci, senza rischi e senza le soddisfazioni che derivano dalla propria creatività? Oltre tutto l'attività, di per se stessa contribuisce a 'mantenere in buona forma il meccanismo dello stress'. Tutti sappiamo che vi sono disturbi mentali perfettamente guaribili con terapie fondate sul lavoro e l'attività.

Stress o non stress?

Lo stress: il denominatore comune che lega tutti gli uomini moderni, indipendentemente dal ruolo o dalla posizione. È stressato tanto l'operaio alla catena di montaggio, quanto il dirigente durante una riunione coi sindacati. C'è stress tanto nel fare la coda in macchina, quanto nel prepararsi ad una festa importante o nel pensare alle vacanze che stanno per finire.

Questo fondamentale aspetto della nostra vita quotidiana ha persino trovato alcuni scienziati disposti ad interessarsene a tempo pieno; tra questi, il dottor Hans Seyle, un canadese che, già dal 1930, ha cercato di quantizzare il fenomeno, giungendo sino alla definizione di una sindrome da adattamento. È questo l'insieme delle reazioni che l'organismo mette in atto per adeguarsi alle mutate, esigenze ambientali. noto, ad esempio, che per essere stressante un evento deve verificarsi in un lasso relativamente breve di tempo oppure essere pericolosamente ripetitivo; in questo caso, la produzione di adrenalina e di ormoni steroidei, l'aumentata disponibilità di zucchero nel sangue forniscono quel substrato energetico necessario all'organismo per far fronte alla nuova situazione.

Uno degli aspetti caratteristici delle teorie di Seyle è che, entro certi limiti, lo stress fa bene: tiene infatti, per così dire, allenato il nostro essere a reagire agli eventi, siano essi positivi o negativi, felici o infelici. Insomma, meglio una sana, anche se piccola, dose di stress quotidiano piuttosto che una vita monotona e apatica.

Perché si ingrassa

Generalmente si ingrassa perché ci si nutre molto più di quanto si consuma. E sin qui siamo tutti d'accordo. Noi però non ci vogliamo fermare a questa causa così chiara e lampante, ma anche così ovvia dal punto di vista fisiologico. Ci sembrerebbe di offendere e di contrastare il principio ideologico dal quale siamo partiti e con il quale abbiamo camminato sin qui: l'uomo non è solo un fatto chimico- biologico. Egli è molto di più. È corpo, ma è anche mente, anzi egli è mente e corpo insieme.

E dunque se c'è una disfunzione organica per la quale egli ingrassa al di là della norma, se tale disfunzione è addirittura provocata da una sua decisione personale, cioè se egli decide di lasciarsi condizionare dalla sua stessa gola, allora il problema è sicuramente fisiologico, ma del tutto dipendente dalla psicologia dell'obeso.

Le cause vere che portano a stranutrirsi sono molteplici. Per esempio c'è chi ingerisce e cibo per ingoiare il nutrimento dei desideri e degli affetti mai soddisfatti. 9 come se dicesse a se stesso e al cibo: «L'affetto che non ricevo dal mondo, voglio che mi riempia attraverso la bocca nella misura che io decido, cioè nella quantità che io sento di aver bisogno di ricevere». Il cibo per costui diviene una sorta di nutrimento affettivo. E più sente la carenza affettiva, più mangia. Più mangia e meno si sente amato. In questo modo si trova imprigionato dal suo stesso grasso. C'è chi si sente vuoto. Cioè senza ideali, scopi di vita, depresso. Anche costui si riempie di cibo come se tendesse a riempire il vuoto opprimente che lo lascia squallidamente insoddisfatto.

La staticità e anche l'ottusità mentale, sono caratteristiche dell'obeso: il vantaggio (si fa per dire) che egli ne ricava è quello di mostrarsi fermo, incapace di comprendere e di volere, persino di muoversi e quindi di vivere. Immagina così di riuscire a suscitare e ad ottenere compassione e perciò stesso amore.

Qual è la migliore dieta forma?

Qual è la migliore dieta forma?
Indubbiamente quella che va alla radice dell'obesità affrontando i problemi psicologici che costringono l'obeso a nutrirsi più del necessario. Le frustrazioni della vita, le soddisfazioni insoddisfacenti, di lavoro, di studio, di famiglia, tendono a far cercare compensazioni gratificanti nell'abbondanza di cibo e, soprattutto, di dolciumi, che ricordano le desiderate e ormai perse dolcezze affettive infantili. È sano chi mangia tutto, ma con garbo. Cioè chi stabilisce tra sé e sé un armonico passaggio di entrate e uscite affettivo-biologiche.

sabato 14 giugno 2008

Non è obbligatorio sposarsi

Ancor oggi è abbastanza comune l'idea che chi non si sposa, o almeno non si accoppia, vada considerato con un certo sospetto: può essere un nevrotico, un misantropo, un buono a nulla, un essere spregevole, un incapace di amore e di nobili sentimenti e via di questo passo. In realtà costui può invece aver fatto le sue scelte personali molto ponderatamente: può darsi che preferisca stare solo anziché con una compagna che non lo soddisfi sino in fondo: che male c'è se non l'ha trovata? Può essere che non l'abbia neppure cercata perché, tutto sommato, preferisce,
all'accoppiamento, la sua libertà, i suoi hobby, i suoi impegni scientifici e culturali. Insomma può stare benissimo da solo, anzi può realizzarsi molto meglio da solo: perché sindacarlo?

Il coraggio non è incoscienza

Che cos'è il coraggio?
Certamente il coraggio non è incoscienza, (che può anche essere frutto di distrazione) o distrazione (che può derivare appunto dall'incoscienza) e neppure è noncuranza di leggi e di regolamenti sottovalutati, proprio perché non si conoscono i rischi dai quali essi ci proteggono. Coraggio non è sinonimo di dabbenaggine, ingenuità, sfacciataggine, esibizione, rischio finalizzato allo stesso rischio in sé e per sé.

Il coraggio è piuttosto la capacità di rischiare, in prima persona, anche la vita per difendere e valorizzare beni umani e sociali giudicati superiori a se stessi. La stessa azione, quindi, può essere coraggiosa, avventata, incosciente, a seconda dell'obiettivo che ci si propone. Soprattutto possiamo parlare di coraggio, quando l'azione è sorretta e motivata da forza d'animo, da onestà, da desideri sani di convivenza e di amore per l'umanità.

La paura del mare

Giocare con l'acqua è di solito uno dei divertimenti preferiti dai bambini. Ciò nonostante, alcuni hanno un vero e proprio terrore del mare, che spesso tanto più aumenta quanto maggiori sono i tentativi degli adulti di convincerli a fare il bagno. Secondo gli psicologi, questo è anche un ottimo test per valutare l'atteggiamento del piccolo verso l'ambiente: il bambino sereno, disponibile a nuove esperienze è attratto dal mare, che ne stimolerà l'innata curiosità.

Al contrario, la paura del mare si . accompagna solitamente con una concezione minacciosa e terrificante del mondo esterno; oppure, cosa meno drammatica ma più frequente, con precedenti esperienze negative quali un bagnetto troppo freddo o l'arrivo di una onda con conseguente caduta e 'bevuta' In tutti i casi, , comunque, è molto importante mportante l'atteggiamento di chi circonda il piccolo.

Diviene infatti indispensabile riuscire a infondergli tranquillità e sicurezza; e per farlo non si devono utilizzare metodi coercitivi, ma vincere gradatamente le resistenze che il bambino oppone. è utile ad esempio dimostrargli che l'acqua non fa male, riempiendone un canotto e facendogli fare il bagno .

giovedì 5 giugno 2008

Vita Intrauterina - cellule riproduzione

L'unione di due gameti, cioè di due cellule destinate alla riproduzione perché adatte a fondersi nel processo di fecondazione, rappresenta il primo attimo di vita del microcosmo umano: è una cellula (l'uovo) fecondata, nella quale si accumulano le sostanze necessarie per lo sviluppo dell'embrione. In essa vive il divenire dell'uomo, potenzialmente esistono e si svilupperanno un poco per volta le sue caratteristiche morfologiche, le sue attitudini psichiche e mentali, il suo futuro. Nell'attimo del concepimento si attua il primo «gioco» di unione-separazione: l'amplesso dell'uomo e della donna permette la fusione della cellula maschile con quella femminile: da questa intima unione si forma, differenziandosi, la cellula iniziale di un nuovo essere vivente, l'uomo.
È questo il risultato unico e imprevedibile di migliaia di miliardi di possibili combinazioni cromosomiche. Si calcola infatti che la cellula iniziale contenga 14.380 geni portatori dei caratteri ereditari .

Picofisiologia - mondo fisiologico e quello psichico

La psicologia non è che una lente, attraverso la quale tutto questo mondo interno appare chiaro, sia nella sua struttura costituzionale, sia nella sua funzionalità dinamica. Ma nel microcosmo tutto è coordinato e nulla è separato: neppure i sistemi fisiologici e quelli mentali. Noi siamo stati costretti a vederli separatamente per poterne analizzare — sia pure a volo d'uccello — ogni singola parte. Ora, però, lo vogliamo osservare nel suo insieme; usiamo quindi la lente della psicofisiologia.
Ci rendiamo ormai immediatamente conto che il mondo fisiologico e quello psichico non sono che due parti di un unico universo. E sono in strettissima relazione fra loro. Vediamo così che elementi affettivi ed emotivi, hanno immediata rispondenza nel corpo: a seconda delle loro modulazioni (gioia-dolore; ansia-calma; paura-serenità; terrore-allegria; spavento- sorpresa; depressione-euforia) la partecipazione somatica è intensa sia all'esterno che all'interno, tanto che le reazioni interessano tutte le zone fisiologiche: sono circolatorie, respiratorie, cardiache, pressorie; reazioni della muscolatura liscia, degli sfinteri, della cistifellea, della vescica; avvengono modificazioni della secrezione (ipersecrezione salivare, gastrica, urinaria, tiroidea), del metabolismo, della distribuzione sanguigna, e così via. Anche esternamente osserviamo che il corpo trema, suda freddo, ha caldo improvviso, impallidisce, arrossisce; le pulsazioni del cuore in un solo attimo cambiano ritmo; le scariche di adrenalina possono diventare violente; la pressione può salire o scendere improvvisamente; la respirazione farsi affannosa o calmarsi.
Questo, in una sintesi molto breve e schematica, è il nostro microcosmo.
Ci accingiamo ora ad osservare la sua evoluzione attraverso le tappe più importanti del suo essere al mondo.

Cervello sensazioni sia fisiche che psichiche

Il cervello può essere paragonato ad una perfettissimi centrale elettronica molto sofisticata, alla quale giungono tutte le stimolazioni dell'ambiente esterno e dalla quale partono, elaborate velocissimamente, risposte corrispondenti a sensazioni sia fisiche che psichiche. Alle sensazioni affettive, alle emozioni, ai sentimenti corrispondono reazioni fisiche di tutti i tipi: circolatorie, vascolari, respiratorie, cardiache, secretorie, sia interne che esterne.

Madre e bambino movimenti espressivi del viso e del corpo

A movimenti espressivi del viso e del corpo, qualunque possa esserne stata l'origine, hanno in se stessi grande importanza per il nostro benessere. Essi costituiscono i primi mezzi di comunicazione fra madre e bambino. Sorridendo la madre approva il figlio e lo incoraggia; aggrottando le ciglia gli comunica la sua disapprovazione. I movimenti espressivi conferiscono vivacità ed energia alle parole che pronunciamo; rivelano le intenzioni e i pensieri degli altri più veracemente delle parole, che possono essere false.... Tutte queste conseguenze derivano in parte dallo stretto rapporto che esiste fra quasi tutte le emozioni e la loro manifestazione interiore».

Charles Darwin (1872)

Donna - sesso forte

Il vecchio adagio che afferma che le donne rappresentano il sesso debole va profondamente rivisto, anzi radicalmente cambiato. Studi recentemente condotti in America hanno infatti dimostrato che una casalinga che svolge una attività domestica di normale entità richiede un apporto energetico di oltre 2500 calorie al giorno, pari cioè a quello di un uomo che svolge un lavoro medio pesante. Si è, ad esempio, osservato che costa più fatica stirare la biancheria o lavare il pavimento che non costruire un muro di mattoni, che spingere una cariola da mezzo quintale è meno faticoso che batterei tappeti o i materassi. Ed anche se le macchine e gli elettrodomestici hanno molto facilitato il lavoro della casalinga, esso richiede comunque un loro impegno di almeno 10 ore giornaliere, per sette giorni la settimana: qualunque contratto di questo genere farebbe invece subito muovere i sindacati ed i pretori del lavoro, se applicato all'esterno. L'unico impegno che si avvicina a quello delle casalinghe è quello dei contadini: con esso ha anche in comune lo sforzo ed il consumo d'energia.