lunedì 16 giugno 2008

Affettività

AFFETTIVITÀ', tendenza a vivere in modo positivo o negativo un'esperienza specifica. Nasce dall'interazione tra il soggetto ed il suo ambiente (anche interiore ). Si può avere una tendenza ad allontanarsi dall'oggetto o ad allontanare l'oggetto da sé, ad avvicinarsi all'oggetto o ad avvicinare l'oggetto a sé. Se l'oggetto è un pensiero o il ricordo di un'esperienza del passato subirà la stessa sorte. L'affettività è, cioè, una carica di energia psichica che investe l'oggetto determinandone la capacità di attrazione o di repulsione.

L'affettività è una risposta (inconscia, priva di azione, anteriore ad una valutazione critica) ad una variazione dell'ambiente esterno o interno della personalità e consiste in una soddisfazione piacevole o in un disagio sgradevole. Si tratta di una carica innata, di tipo istintivo, ma modificabile dall'ambiente e dall'educazione. Si presenta, perciò, sotto il duplice aspetto: biologico e psicologico.

L'affettività è la tendenza (non l'azione) ad orientare il comportamento verso il permanere nello stato di piacevolezza o a por fine a quello di spiacevolezza. Non si tratta di un'esperienza assoluta, ma relativa, che nasce dal confronto con altre esperienze ( effetto del contrasto ). È la relazione con gli stati precedenti o il complesso della situazione che qualifica il desiderio di permanervi o di uscirne. Consegue che uno stato molto piacevole fa giudicare meno gradito uno stato che, in senso assoluto, sarebbe desiderato. Una situazione moderatamente sgradevole, inoltre, se viene inserita in un complesso di stimoli piacevoli, viene accettata positivamente (effetto dell'assimilazione ).

Quando il soggetto prende coscienza del proprio vissuto ed ha l'esperienza, di fronte ad una certa situazione, di piacere, dolore, gioia, paura, tristezza ed amore, cioè quando « valuta » la tendenza che prima aveva nebulosamente avvertito e quando traduce in « azione » la spinta inconsapevole, si dice che ha un « sentimento ». Il sentimento fa assumere un significato di valore alle esperienze della vita. Esso è una risultante della personalità biologica, ma soprattutto della cultura sociale anteriore.

In tal senso il sentimento si evolve nel tempo, fino a mutare in modo radicale. Il sentimento nasce dalla sensazione, ma non vi è contenuto: è una percezione soggettiva di gradevolezza o di sgradevolezza, capace di rievocare, attraverso rappresentazioni di fatti o di luoghi, stati psicologici già vissuti in precedenza. Il sentimento si realizza attraverso la consapevolezza del giudizio sul proprio vissuto, giudizio che manca quando si parla di affettività in senso stretto. Esso si concretizza in una situazione soggettiva dell'Io, in cui le qualità dell'informazione sono vissute con immediatezza.

Anche le oscure impressioni sensoriali che provengono dagli organi interni viscerali contribuiscono al tono sentimentale generale, dando quella esperienza soggettiva gradevole o sgradevole che si chiama cenestesi.