mercoledì 29 aprile 2009

RIVOLGIMENTO: manovra ostetrica di cui esistono due tipi

RIVOLGIMENTO: manovra ostetrica di cui esistono due tipi: per manovre esterne e per manovre interne. Il rivolgimento per manovre esterne rappresenta un tentativo di portare il feto (in presentazione di spalla) in posizione longitudinale, esercitando opportune pressioni su di esso attraverso la parete dell'addome materno. Nei casi di presentazione di spalla, in cui le membrane siano rimaste integre fino a dilatazione completa della bocca uterina, può essere eseguito il rivolgimento per manovre interne, seguito dall'estrazione podalica.

RIFLESSO NERVOSO: fenomeno

RIFLESSO NERVOSO: fenomeno, fondamentale nel funzionamento del sistema nervoso, tale per cui a un determinato stimolo che raggiunge un centro nervoso tiene dietro una risposta consistente in un impulso che spinge muscoli a contrarsi, ghiandole a secernere ecc.

RIANIMAZIONE

RIANIMAZIONE: applicazione immediata di rimedi terapeutici che hanno lo scopo di facilitare la ripresa e l'attività degli apparati circolatorio e respiratorio e quindi di reintegrare le funzioni del sistema nervoso centrale nei soggetti in stato di morte apparente.

RASCHIAMENTO

RASCHIAMENTO: intervento che si effettua introducendo uno strumento arcuato in una cavità corporea e facendolo scorrere lungo le sue pareti per asportarne ecrescenze o altro. Trattandosi di cavità uterina, si parla di raschiamento uterino.

QUOZIENTE D'INTELLIGENZA

QUOZIENTE D'INTELLIGENZA: numero che esprime il rapporto tra età mentale (che indica il grado di sviluppo dell'intelligenza relativa a una data età) e l'età cronologica (età effettiva del soggetto) moltiplicato per cento.

PSICOTONICI: gruppo di farmaci appartenenti agli psicoanaléttici

PSICOTONICI: gruppo di farmaci appartenenti agli psicoanaléttici, la cui azione si realizza tramite un'inibizione dell'enzima monoaminossidàsi (MAO), che porterebbe a un graduale aumento nel tessuto nervoso della concentrazione di particolari sostanze, come la 5-idrossitriptamìna e la nor-adrenalina, il cui effetto diretto e caratteristico è di stimolare il sistema nervoso centrale.

PROTEINE: sostanze organiche a peso molecolare

PROTEINE: sostanze organiche a peso molecolare generalmente elevato che, oltre a carbonio, ossigeno e idrogeno, contengono sempre anche azoto; costituiscono una delle tre categorie di alimenti semplici e sono assolutamente indispensabili per la crescita e, per compensarne il logorio, anche nell'organismo adulto. Sono costituite da catene di aminoacidi.

PRESENTAZIONI ANOMALE: presentazioni diverse

PRESENTAZIONI ANOMALE: presentazioni diverse (la quella fisiologica di vertice, in cui il feto è disposto longitudinalmente nell'utero materno, con la testa rivolta verso il basso e completamente flessa sul torace. Tali presentazioni anomale sono quella di podice, quella di spalla, quella di fronte e quella di faccia.

PIOSALPINGE: malattia della tuba ovarica

PIOSALPINGE: malattia della tuba ovarica in cui può sfociare un'annessìte cronica, caratterizzata dal fatto che la tuba contiene liquido purulento, si presenta tumefatta, deformata e legata da aderenze agli organi vicini, soprattutto all'ovaio che viene coinvolto nel processo infettivo.

PELVIMETRIA: misura dei diametri del bacino

PELVIMETRIA: misura dei diametri del bacino; si distinguono una pelvimetria esterna, quando la misura viene eseguita mediante speciali strumenti (pelvimetri), rappresentati da compassi graduati di varia forma; e una pelvimetria interna, per la quale i dati più precisi vengono forniti dalla roentgenpelvimetria (vedi roentgenpelvimetria).

OVOIESTIS: abbozzo primitivo delle ghiandole sessuali

OVOIESTIS: abbozzo primitivo delle ghiandole sessuali conti lo nell'embrione, che è comprensivo degli abbozzi di arabe le ghiandole sessuali, maschili e femminili. Durante lo svilu (secondo che un individuo sia maschio o femmina, in basi suo corredo ereditario), uno degli abbozzi sessuali si atrofiz5 l'altro si sviluppa.

ORMONI: sostanze secrete dalle ghiandole endocrine

ORMONI: sostanze secrete dalle ghiandole endocrine, che, messe direttamente nel sangue o nella linfa, raggiungono tu punti dell'organismo e sono in grado di influenzare in li specifico le più importanti funzioni vitali.

ORMONE LUTEOSTIMOLANTE (LH): ormone prodotto dal lobo anteriore dell'ipofisi

ORMONE LUTEOSTIMOLANTE (LH): ormone prodotto dal lobo anteriore dell'ipofisi; è detto anche gonadotropìna luteoformativa. Esso interviene nel ciclo mestruale solo dopo che ha agito lo FSH. Esso induce la formazione e la secrezione degli estrogeni (la parte dell'ovaio e provoca la rottura del follicolo con conseguente liberazione dell'ovulo; stimola, inoltre, la trasformazione del follicolo in corpo luteo.

NEUROVEGETATIVO: parte del sistema nervoso

NEUROVEGETATIVO: parte del sistema nervoso che presiede alle funzioni della vita vegetativa, cioè a quelle funzioni che si svolgono al di fuori del controllo della volontà (per esempio, la motilità intestinale), e di tutto ciò che a tale sistema appartiene o si riferisce.

NEUROLúTTICI: gruppo di farmachi psicolettici

NEUROLúTTICI: gruppo di farmachi psicolettici che godono di proprietà caratteristiche, in quanto esercitano un'azione sedativa sul paziente, eventualmente facilitandogli il sonno fisiologico, ma senza indurre un vero e proprio stato ipnotico.

NEOSTIGMINA: farmaco parasimpaticomimético

NEOSTIGMINA: farmaco parasimpaticomimético ad azione indiretta che ha la proprietà di impedire la distruzione dell'acetilcolìna, bloccando l'azione dell'enzima acetilcolinesteràsi; viene impiegato nella terapia della miastenia grave.

NANISMO: deficienza sensibile dello sviluppo somatico in altezza

NANISMO: deficienza sensibile dello sviluppo somatico in altezza. Se le varie parti del corpo conservano proporzioni armoniche, si parla di nanismo armonico o ipofisario; se le proporzioni non sono mantenute, si parla di nanismo disarmonico o tiroidèo.

MUSCOLI: organi dotati della proprietà di contrarsi

MUSCOLI: organi dotati della proprietà di contrarsi (accorciarsi) sotto l'azione di uno stimolo. Si distinguono muscoli volontari o muscoli della vita di relazione e muscoli involontari o muscoli della vita vegetativa.

MONGOLISMO: malattia cromosomica

MONGOLISMO: malattia cromosomica caratterizzata dal fatto che gli individui che ne sono affetti non possiedono 46 cromosomi (numero tipico della specie umana), bensì 47; il cromosoma in più si trova nella coppia 21. In altre parole, si dice che nel mongolismo si ha una « trisomia » del cromosoma 21.

MOLA VESCICOLARE: alterazione dei villi curiali

MOLA VESCICOLARE: alterazione dei villi curiali, i quali vanno incontro a una trasformazione in vescicole (cisti), in conseguenza della quale non sono più in grado di assicurare gli scambi materno-fetali, ma conservano sia la proprietà infiltrativi nei confronti della mucosa uterina sia quella di secernere in elevata quantità un ormone, la gonadotropìna curiale.

METABOLISMO BASALE - consumo minimo di energie

METABOLISMO BASALE: rappresenta il consumo minimo di energie compatibile con la vita, cioè la quantità di calorie che l'organismo sviluppa, per sopravvivere, in condizioni di assoluto riposo fisico e psichico. Esso varia da soggetto a soggetto e si esprime di solito in calorie per metro quadrato di superficie corporea e per ora.

MELANOMA: tumore maligno, della cute

MELANOMA: tumore maligno, della cute che trae origine dai melanociti, le cellule che contengono la melanina. Il melanoma insorge spesso su una cute alterata da una dermatosi « precancerosa », chiamata così per l'alta frequenza con cui evolve verso le forme maligne; tali precancerosi sono, nel caso di melanomi, il più spesso rappresentate dai nervi giunzionali e dalla melanosi di Dubreuilh.

MEGACOLON CONGENITO: detto anche malattia di Mya-Hirschsprung

MEGACOLON CONGENITO: detto anche malattia di Mya-Hirschsprung, esso rappresenta una grave malattia del grosso intestino, che si presenta dilatato e talora molto allungato (dolico-megacolon). La patogenesi è da ricercare in un'alterazione delle cellule nervose del plesso mioentérico, costituito dai nervi e dai gangli che si trovano nella parete intestinale e che consentono l'automatismo motorio della peristalsi intestinale.

MASOCHISMO: forma di perversione

MASOCHISMO: forma di perversione, in cui il soggetto colpito cerca il dolore prima di provare piacere, come per punirsi del fatto che desidera il piacere di natura sessuale. Il masochista finisce per provare piacere per la sofferenza in quanto tale.

MARCONITERAPIA: cura di numerose malattie

MARCONITERAPIA: cura di numerose malattie, specie dell'apparato locomotore, mediante l'impiego di onde corte elettromagnetiche; queste ultime, attraversando i tessuti, producono un effetto termico, senza provocare effetti dannosi.

ISTEROSTOMATOMIA

ISTEROSTOMATOMIA: intervento che consiste nel praticare brevi incisioni radiali, in genere due, sulla bocca uterina, in caso di rigidità del collo dell'utero. Queste incisioni permettono una rapida e completa dilatazione del collo, per cui si può procedere all'estrazione del feto.

ISOCORTECCIA

ISOCORTECCIA: corteccia cerebrale costituita da sei strati di cellule; si distinguono un'isocorteccia omotipica, in cui i sei strati sono ben distinguibili, e un'isocorteccia eterotipica, in cui si verifica il prevalere di un tipo cellulare sugli altri.

Malattie oculari IRIDO-CILIATI

IRIDO-CILIATI: malattie oculari caratterizzate contemporaneamente da un processo infiammatorio a carico dell'iride e del corpo ciliare. Dati gli stretti rapporti vascolari esistenti, il più delle volte, iride e corpo ciliare reagiscono contemporaneamente a uno stimolo infiammatorio. Si distinguono irido-cicliti primitive e secondarie, secondo che siano o meno conseguenti ad altre affezioni oculari; si distinguono anche irido-cicliti esogene ed endogene, secondo che la causa scatenante la malattia provenga dall'esterno oppure sia di natura tossica o infettiva. Secondo la causa si distinguono clinicamente un'irido -cicli te tubercolare, sifilitica, reumatica, gonococcica e varie forme di irido-ciclite da processi infettivi vari (tifo, leptospiròsi, dissenteria, malattie esantematiche ecc.), da stati di autointossicazione, da disfunzione ormonale o da malattie discrasiche (diabete).

IPRONIAADE: capostipite dei farmachi psicotonici

IPRONIAADE: capostipite dei farmachi psicotonici (appartenenti alla categoria degli psicoanaléttici), che hanno la proprietà di stimolare il sistema nervoso centrale tramite un'ibizione dell'enzima monoaminossidàsi (MAO), inibizione che condizionerebbe un graduale aumento nel tessuto nervoso della concentrazione di particolari amine (5-idrossitriptamina e noradrenalina).

IPOTALAMO

IPOTALAMO: complessa zona di sostanza grigia situata in ciascun emisfero al di sotto del talamo; esso viene considerato come il centro regolatore fondamentale del bilancio idrico, della temperatura corporea, del ricambio dei grassi e degli zuccheri, della pressione sanguigna, cioè di tutte le principali funzioni vegetative. Alcuni gruppi di cellule secernono anche degli ormoni.

IPOSURRENALISMO: riduzione della funzionalità delle ghiandole surrenali

IPOSURRENALISMO: riduzione della funzionalità delle ghiandole surrenali e cioè deficit di produzione degli ormoni cortico-surrenali (aldosterone, cortisolo, ormoni sessuali, adrenalina e noradrenalina). Si distinguono un iposurrenalìsmo cronico o morbo di Addison e un iposurrenalìsmo acuto o sindrome di Waterhouse-Friderichsen.

IPOSTASI CADAVERICA

IPOSTASI CADAVERICA: comparsa di chiazze rosso-violacee sulla cute delle parti più basse del corpo, trovandosi il sangue, dopo la morte, per la cessazione dell'attività cardiaca, a defluire nei vasi quasi esclusivamente soggetto alla forza di gravità.

IPEREMIA: aumento del contenuto sanguigno

IPEREMIA: aumento del contenuto sanguigno di un organo o distretto corporeo, sia per afflusso copioso di sangue arterioso (iperemia attiva) sia per ristagno di sangue venoso (iperemia passiva); ha circa lo stesso significato di « congestione ».

IPEREMESI GRAVIDICA

IPEREMESI GRAVIDICA: gestòsi del primo trimestre di gravidanza in cui il riflesso del vomito diventa talmente frequente da scatenarsi immediatamente dopo l'ingestione di qualsiasi cibo solido o liquido, oltre che a stomaco vuoto.

IPERCINESIA UTERINA

IPERCINESIA UTERINA: condizione patologica in cui il feto viene sottoposto a una sollecitazione particolarmente intensa e il parto avviene in modo precipitoso, in quanto le contrazioni uterine si presentano più intense, più lunghe e più frequenti della norma.

INTERSESSUALITA

INTERSESSUALITA: condizione caratterizzata dalla presenza dei due sessi in uno stesso individuo. Esistono due tipi di intersessualità: l'ermafroditismo vero, molto raro, determinato dalla presenza simultanea delle ghiandole sessuali dei due sessi, ben distinte e differenziate; lo pseudoermafroditismo in cui gli organi genitali sono conformi a un determinato sesso, ma le ghiandole sessuali presentano un insieme di tessuto testicolare e ovarico.

INSUFFICIENZA MITRALICA

INSUFFICIENZA MITRALICA: vizio cardiaco acquisito in seguito a qualche malattia (solitamente reumatismo), caratterizzato da una incompleta chiusura della valvola mitrale per cui, durante la sistole ventricolare cardiaca, una parte del sangue refluisce dal ventricolo sinistro nell'atrio sinistro.

INSUFFICIENZA AORTICA: vizio cardiaco

INSUFFICIENZA AORTICA: vizio cardiaco che può essere dovuto a cause diverse, caratterizzato sostanzialmente dalla incompleta chiusura delle valvole semilunari aortiche, per cui durante la diastole cardiaca si verifica un reflusso di sangue dall'aorta al ventricolo sinistro.

INFEZIONI FOCALI

INFEZIONI FOCALI: forme morbose che originano da focolai infettivi cronici, quali possono essere rappresentati dalle tonsille o dalle adenoidi cronicamente infiammate, dai denti ecc. e che, tramite il passaggio di germi o tossine nell'intero organismo, possono provocare malattie del cuore (endocarditi), dei reni (glomerulonefrite), delle articolazioni (reumatismo articolare), dei muscoli (miositi), dei nervi (nevriti) ecc.

INDIVIDUO VAGOTONICO

INDIVIDUO VAGOTONICO: soggetto in cui si ha una prevalenza del sistema nervoso parasimpatico sul simpatico nella regolazione delle funzioni vegetative e in cui, se vengono somministrate sostanze parasimpaticomimetiche (o vagotoniche, come la pilocarpina), che stimolano cioè l'attività del parasimpatico, si verifica una reazione esagerata.

INDIVIDUO SIMPATICOTONICO

INDIVIDUO SIMPATICOTONICO: soggetto in cui si ha una prevalenza del sistema nervoso simpatico sul parasimpatico nella regolazione delle funzioni vegetative e in cui, se vengono somministrate sostanze simpaticomimetiche (come l'adrenalina), che stimolano cioè l'attività del simpatico, si verifica una reazione esagerata.

IMPRONTE DIGITALI

IMPRONTE DIGITALI: impronte lasciate dalle linee papillari esistenti nella cute dei polpastrelli delle dita, diverse tra mano destra e mano sinistra e da individuo a individuo, anche tra gemelli monovulari, e che non possono venire alterate, se noti quando viene leso il derma sottostante. Si distinguono attualmente tre tipi fondamentali di disegni delle impronte: disegni • ad arco », con linee curve che passano da un margine all'altro del polpastrello; disegni « ad ansa >, con linee che partendo dal margine arrivano al centro del polpastrello e, ripiegatesi, ritornano allo stesso margine; disegni « a verticillo », formati da un sistema di linee rinchiuse su se stesse. Le impronte digitali sono già definite al terzo-quarto mese di vita fetale.

IMPOTENZA

IMPOTENZA: incapacità più o meno persistente a compiere l'atto sessuale in modo normale c,completo; può essere totale, quando comprende i deficit dell'impùlso sessuale, dell'erezione o dell'eiaculazione con la conseguenza dell'impossibilità a compiere l'atto; parziale, quando si verifica un'erezione incompleta fin dall'inizio o che si riduce nel corso del rapporto; elettiva, quando si verifica nei contatti con una partner particolare, ed è di origine psichica.

IMPOLLINAZIONE: processo di trasporto del polline

IMPOLLINAZIONE: processo di trasporto del polline sugli stirami mediante il quale le cellule germinali maschili vengono a contatto con quelle femminili, attuandosi così la fecondazione. Tale processo può avvenire direttamente nello stesso fiore (autoimpollinazione); generalmente però il polline, affidato a mezzi vettori molto diversi, viene portato da un fiore all'altro (impollinazione incrociata). Si hanno diversi tipi di impollinazione: anemògama, se il polline è trasportato dal vento; idrògama, se è trasportato dall'acqua; entomògama, se è trasportato dagli insetti; ornitògama, se è trasportato dagli uccelli.

IMPIANTI ALLOPLASTICI DENTARI

IMPIANTI ALLOPLASTICI DENTARI: inserimento di una struttura metallica in corrispondenza della superficie mascellare o mandibolare parzialmente o totalmente priva di denti; tale struttura, posta sotto la mucosa gengivale, è munita di pilastri che, fuoruscendo dalla gengiva, permettono un ancoraggio per la protesi parziale o totale.

IMPIANTI ALLOPLASTICI DENTARI

IMPIANTI ALLOPLASTICI DENTARI: inserimento di una struttura metallica in corrispondenza della superficie mascellare o mandibolare parzialmente o totalmente priva di denti; tale struttura, posta sotto la mucosa gengivale, è munita di pilastri che, fuoruscendo dalla gengiva, permettono un ancoraggio per la protesi parziale o totale.

IDENTIFICAZIONE PERSONALE

IDENTIFICAZIONE PERSONALE: riconoscimento individuale delle persone, attualmente basato sul metodo dattiloscopico, cioè sullo studio delle impronte digitali, che sono diverse per ogni individuo e possono variare solo in seguito a lesioni del derma.

GLICOLISI: processo metabolico di degradazione del glucosio

GLICOLISI: processo metabolico di degradazione del glucosio; si distinguono una glicolisi anaerobia che si svolge in assenza di ossigeno e che porta alla formazione di acido lattico e una glicolisi aerobia che si svolge in presenza di ossigeno e porta alla formazione di anidride carbonica e acqua.

GìNGLIMO; tipo di diartrosi

GìNGLIMO; tipo di diartrosi; si distinguono un gìnglimo angolare, quando un capo articolare ha la forma di una puleggia (articolazione omero-ulnare) e un ginglimo laterale, quando un capo articolare ha forma cilindrica e ruota in un anello osteofibroso (articolazione radio-ulnare a livello del gomito).

GHIANDOLEOLOCRINE: ghiandole costituite da cellule

GHIANDOLEOLOCRINE: ghiandole costituite da cellule che si distruggono completamente per formare il secreto, in quanto le cellule per secernere dapprima accumulano i prodotti di secrezione nel loro citoplasma e quindi muoiono e si disintegrano, costituendo esse stesse la secrezione. Un esempio di tali ghiandole è rappresentato dalle ghiandole sebacee della cute.

domenica 26 aprile 2009

ANTIMITOTICI

ANTIMITOTICI: farmachi che ostacolano o impediscono la crescita dei tessuti e particolarmente, se non selettivamente, di quelli neoplastici attraverso un meccanismo o di inibizione all'ingresso in mitosi o di arresto della mitosi stessa in una delle fasi e, più frequentemente, in metafase. Tra gli antimitotici del primo gruppo vi sono i cosiddetti veleni (romosomici o veleni ad azione radiomimetica (dato l'effetto analogo a quello prodotto dalle radiazioni ionizzanti), gli antifolici, gli antipurinici, gli antipirimidinici; tra quelli appartenenti al secondo gruppo vi sono i cosiddetti veleni della mitosi propriamente detti, di cui il capostipite è rappresentato dalla colchicina, numerosi derivati della colchicina, la podofillotossina, la vincaleucoblastina ecc.

ANTIFOLICI

ANTIFOLICI: farmachi strutturalmente molto simili all'acido folico i quali, sfruttando questa loro proprietà, interferiscono con le funzioni di questo, indispensabile per la sintesi di molte sostanze fondamentali per la vita cellulare. 11 risultato finale di tale azione è che la cellula smette di dividersi e va quasi sempre incontro alla morte.

ANTIDEPRESSIVI: gruppo di farmachi cosiddetti timolettici

ANTIDEPRESSIVI: gruppo di farmachi cosiddetti timolettici, che sono stati introdotti in terapia solo recentemente e la cui caratteristica è costituita da un'azione di stimolo che si esplica soprattutto negli stati di depressione dell'umore. Il capostipite degli antidepressivi è rappresentato dall'imipramìna, che presenta un'azione farmacologica molto complessa e non ancora ben definita.

ANORESSICI

ANORESSICI: farmachi che agiscono riducendo la sensazione di fame; la loro sostanza attiva è in genere rappresentata dalle amine simpaticomimetiche o amfetamine le quali spesso, per i loro effetti collaterali (tachicardia, agitazione ecc.), creano un'intolleranza a questi farmachi.

ANORES,SiA MENTALE: malattia psichica

ANORESSiA MENTALE: malattia psichica che colpisce le adolescenti e le giovani, la cui caratteristica sintomatologica fondamentale è rappresentata dal rifiuto del cibo e la cui causa risiede in genere in situazioni conflittuali. Il rifiuto del cibo conduce a un grave dimagrimento e, negli stadi più avanzati, al perturbamento profondo di tutte le funzioni dell'organismo e perfino, in taluni casi, alla morte.

ANGIOTENSINA

ANGIOTENSINA: peptide composto da otto aminoacidi, che si forma dall'« angiotensinogeno » o « ipertensinogeno » in seguito all'azione della « renina ». L'angiotensina, una volta formatasi, provoca una vasocostrizione generalizzata aumentando così la pressione del sangue, e stimola, inoltre, il surrene a liberare aldosterone.

ANCiNA: dal latino « angor » che vuol dire costrizione

ANCiNA: dal latino « angor » che vuol dire costrizione. Questo nome viene dato a condizioni morbose che provocano nel paziente una sensazione soggettiva di « costrizione », di « restringimento » della parte malata. Se si tratta di tonsille si dice semplicemente angina, se invece di cuore angina pectoris.

ANEURìSMA: dilatazione permanente di un'arteria

ANEURìSMA: dilatazione permanente di un'arteria per il cedimento della parete del vaso. Gli aneurismi possono essere di due tipi: fusiformi e sacciformi. Negli aneurismi fusiformi è interessata tutta la circonferenza della parete arteriosa, la quale diventa dilatata in modo più o meno uniforme. Negli aneurismi sacciformi, invece, la parete dell'aorta non si dilata in tutta la sua circonferenza, ma solo in un tratto formando una sacca comunicante con il lume dell'arteria mediante un colletto più o meno stretto.

ANESTETICI: farmachi che hanno la proprietà di abolire la sensibilità dell'organismo

ANESTETICI: farmachi che hanno la proprietà di abolire la sensibilità dell'organismo. Si distinguono anestetici generali e anestetici locali, Gli anestetici generali aboliscono completamente la sensibilità, la coscienza e i riflessi e provocano un rilassamento muscolare più o meno completo; essi possono essere somministrati per vie diverse: per inalazione, per via endovenosa, per via rettale. Gli anestetici locali, invece, paralizzano le terminazioni e le fibre nervose sensitive, e, applicati direttamente su di un nervo, ne bloccano la capacità di condurre gli impulsi nervosi e quindi bloccano anche le sensazioni dolorifiche.

ANATOMIA

ANATOMIA: (dal greco anatèmnein = dividere tagliando) è la scienza che studia la forma e la struttura degli organismi. La « divisione tagliando », cioè la dissezione, non è che tino dei mezzi di studio di questa scienza, che in maniera più esatta potrebbe essere chiamata « morfologia ».
Anche l'anatomia, come ogni altra scienza, si serve di una sua terminologia tutta particolare; ne esporremo ora i criteri fondamentali, tenendo presente che è norma generale quella di considerare il corpo dell'uomo come ritto in piedi, con gli arti superiori avvicinati al tronco, pendenti, con il palmo della mano rivolto all'innanzi, e gli arti inferiori avvicinati tra loro coi (lite alluci prospicienti.
Il corpo dell'uomo è conformato secondo un « piano di simmetria bilaterale » : esso cioè è divisibile in due parti esternamente simmetriche fra di loro, destra e sinistra.
Non è così invece della conformazione interna. dove si notano asimmetrie di posizione, di numero e di forma.

ANASARCA FETO-PLACENTARE: considerevole accumulo di liquido

ANASARCA FETO-PLACENTARE: considerevole accumulo di liquido (èdema generalizzato) in tutto il corpo fetale, nel cordone ombelicale e nella placenta. La condizione morbosa, che generalmente ne è la causa, è l'incompatibilità del fattore Rh tra madre e feto nelle sue forme più gravi.

ANAMNESI

ANAMNESI: (dal greco anàmnesis = reminiscenza) è una sorta di interrogatorio a cui viene sottoposto un ammalato ricoverato in un reparto clinico, qualunque esso sia. Tale interrogatorio sostanzialmente consiste nella raccolta, dalla viva voce del paziente o eventualmente dei familiari, di tutte quelle notizie che possono aiutare il medico a fare una diagnosi esatta. Molte volte il paziente, sorpreso dall'insistenza del medico che vuole arrivare a indagare anche i recessi più intimi e i fatti più delicati della sua vita passata, si irrigidisce in un atteggiamento di evasione e, invece di riferire dati particolareggiati, si mantiene sulle generali, temendo di compromettersi.
Ora, un atteggiamento del genere è quanto mai controproducente e nocivo, non solo al medico, al quale vengono a mancare dati che potrebbero essere utilissimi ai fini della diagnosi, ma anche, e soprattutto, al malato che sconta poi personalmente le conseguenze di una diagnosi non immediata o non esatta.
Vi sono infatti alcune malattie in cui una raccolta particolareggiata e precisa di tutti i dati che il paziente riferisce può da sola bastare per formulare una diagnosi esatta; quando addirittura non è l'unico elemento sul quale il medico si può basare per avanzare una diagnosi.

Farmachi ANALGESICI

ANALGESICI: farmachi che hanno la proprietà di provocare una attenuazione delle sensazioni dolorifiche e un abbassamento della temperatura. Essi vengono suddivisi, in rapporto alla loro azione, in: analgesici-stupefacenti e analgesici-antipiretici. Agli analgesici-stupefacenti appartengono gli alcaloidi naturali dell'oppio, dei quali solo la morfina e la codeina sono dotati di proprietà alla- gesiche, e sostanze semisintetiche o sintetiche ad attività analoga: agli analgesici-antipiretici appartengono i salicilati, la fenacetìna. i derivati pirazolònici e il fenilbutazòne.

ANAFRODISìA: mancanza dell'istinto sessuale

ANAFRODISìA: mancanza dell'istinto sessuale che si manifesta con l'assenza del desiderio amoroso, pur esistendo tutte le condizioni per realizzarlo. Si tratta di una condizione verificantesi in genere in soggetti neuropatici, che va tenuta distinta dalla frigidità, per quanto intervenga spesso a complicarla.

AMFETAMINE: dette anche « amine psicotoniche » o « amine simpaticomimetiche »

AMFETAMINE: dette anche « amine psicotoniche » o « amine simpaticomimetiche »; sono prodotti sintetici che agiscono in senso stimolante sul sistema nervoso centrale, prevalentemente li te a livello della sostanza reticolare e del diencefalo.

ADDOME ACUTO: contrattura muscolare addominale

ADDOME ACUTO: contrattura muscolare addominale accompagnata da dolore intensissimo esteso a tutto l'addome; è prodotta dal risentimento peritoneale in caso di perforazione gastrica, intestinale, appendicolare, oppure in caso di rottura di un aneurisma ecc.

ACROMEGALìA: malattia endòcrina determinata da un'eccessiva secrezione di STH

ACROMEGALìA: malattia endòcrina determinata da un'eccessiva secrezione di STH (ormone somatotròpo) da parte del lobo anteriore dell'ipofisi. Essa si produce quando l'ipersecrezione dell'ormone suddetto si verifica a pubertà già terminata; in tal caso le cartilagini di coniugazione sono già scomparse e le ossa, non potendo più accrescersi in lunghezza, aumentano in larghezza, inspessendosi notevolmente; tutti gli organi inoltre aumentano sensibilmente di volume. Il termine, di derivazione greca, significa propriamente - ingrossamento delle estremità », in quanto l'inspessimento osseo si verifica soprattutto a carico delle ossa della faccia, delle mani e dei piedi.

ACRODIMA: letteralmente dal greco « dolore alle estremità »

ACRODIMA: letteralmente dal greco « dolore alle estremità »; si tratta di una malattia caratteristica dell'età infantile, il cui quadro clinico, tanto tipico da renderla inconfondibile, si impernia su tre gruppi di sintomi fondamentali: disturbi psichici, alterazioni cutanee a carico delle estremità e disturbi cardiovascolari.

ACONDROPLASIA: disturbo congenito dell'ossificazione

ACONDROPLASIA: disturbo congenito dell'ossificazione, probabilmente sii base ereditaria, consistente in una mancanza quasi completa della cartilagine di accrescimento delle ossa lunghe, per cui queste ultime non possono accrescersi in lunghezza. Gli individui che ne sono affetti si sviluppano e crescono normalmente in tutto il corpo, fuorché nelle gambe e nelle braccia, che restano molto corte.

ACIDI NUCLEICI

ACIDI NUCLEICI: composti presenti nel citoplasma e nel nucleo delle cellule degli organismi viventi; essi sono costituiti da diverse unità, ciascuna delle quali contiene quattro molecole di acido fosforico combinate con quattro molecole di uno zucchero a cinque atomi di carbonio (pensoso) e con quattro molecole delle seguenti basi: adenina, guanina, citosina e uracile oppure timina. Si distinguono l'acido ribonucleico (ARN), presente nel citoplasma e nel nucleolo delle cellule, che oltre alle prime tre basi comuni a entrambi gli acidi contiene Turatile; e l'acido desossiribonucleico o timonucleico (ADN), presente nel nucleo delle cellule e contenente, oltre alle tre basi comuni, la timina, da cui deriva il secondo nome che è dovuto alla particolare sua abbondanza nelle cellule del timo.

ABORTO: interruzione della gravidanza prima della fine del sesto mes

ABORTO: interruzione della gravidanza prima della fine del sesto mese, calcolato a partire dal primo giorno dell'ultima mestruazione. Tale definizione non implica necessariamente che l'interruzione della gravidanza sia seguita anche dall'espulsione del feto e dei suoi annessi: si parla infatti di aborto completo, quando l'intero prodotto del concepimento viene espulso; di aborto incompleto, quando una parte di esso (generalmente il feto) viene espulsa, mentre una parte viene trattenuta all'interno dell'utero; di aborto ritenuto o interno, quando avviene la morte del prodotto del concepimento, senza che esso venga espulso.

sabato 25 aprile 2009

ZOPPIA

ZOPPIA, è la claudicazione permanente; il sintomo va distinto dalla claudicatio intermittens. Si determina zoppia per lesioni congenite (lussazione dell'anca), per artropatie degenerative e infettive, distrofia delle ossa degli arti inferiori, traumatismi, artriti, igroma della borsa del tendine di Achille, presenza di difetti ossei, malattie del sistema nervoso (tra cui primeggia la sciatica), paralisi infantili. Nell'emiplegia la gamba rigida disegna un arco di cerchio a ogni passo.

Talvolta risulta difficile stabilire perché un bambino zoppichi; può trattarsi di scarpe inadatte o di piccole lesioni organiche difficili da localizzare per scarsa collaborazione del piccolo paziente. In mancanza di circostanze che possano indurre a una diagnosi, si conclude che si tratta di zoppia psicogena, ossia di un disturbo di origine nervosa, mentale.

ZOOPATIA

ZOOPATIA, alcuni individui affetti da malattie mentali hanno l'impressione deprimente di sentire animali che si agitano nell'interno del loro corpo (zoopatia interna) o che brulicano sulla superficie cutanea (zoopatia esterna). Si verificano situazioni deliranti in cui il malato descrive con dovizia di particolari la maniera in cui l'animale, attraverso gli orifizi del corpo, si è introdotto negli organi interni e reclama dal medico, dalla fattucchiera o dallo stregone, un mezzo per liberarsene. I maniaci ingoiano vermifughi a ripetizione per sbarazzarsi di inesistenti vermi, o si grattano con sicura determinazione per rimuovere inesistenti pidocchi, pulci, zecche.

MALATTIA DI ZOON, balanopostite cronica plasmacellulare

MALATTIA DI ZOON, balanopostite cronica plasmacellulare, forma infiammatoria della mucosa del glande caratterizzata dalla presenza nei tessuti di cellule particolari dette appunto plasmacellule. La malattia, di origine ignota, non contagiosa, col- pisce l'età adulta e avanzata; si manifesta con chiazze pianeggianti di colore rosso o rosso-bruno (per deposito di sangue),a superficie umida, lucente, le quali, dopo un inizio estensivo, si fermano e restano immodificate per lunghissimo tempo. Le linfoghiandole vicine alle lesioni non si ammalano.

ZOOERASTIA

ZOOERASTIA, perversione che consiste nel trarre godimento dalla pratica sessuale con animali. È sinonimo di bestialità (secondo la definizione di Littre: «commercio contro natura con una bestia). Secondo la classificazione di Krafft-Ebing si distinguono tre tipi di unione sessuale tra uomini e bestie: la bestialità, la zooerastia e la zoofilia erotica; la bestialità è l'atto compiuto sull'uomo dall'animale; la zooerastia comprende tutte le forme di bestialità di origine patologica (tare ereditarie, nevrosi, impotenza nel coito con la donna, impulsività nell'esecuzione dell'atto contro natura); la zoofilia erotica configura i casi in cui gli animali esercitano sugli uomini un'azione afrodisiaca.

SINDROME DI ZONDEK - BROMBERG - ROZIN

SINDROME DI ZONDEK - BROMBERG - ROZIN, condizione caratterizata da una serie di alterazioni associate: galattorrea, menometrorragia (aumento della quantità e della durata del flusso mestruale, emorragie fuori del ciclo mestruale), presenza di utero grosso e soffice, ipertiroidismo e ipoglicemia (basso tasso di zucchero nel sangue). La sindrome è legata a un eccesso di gonadostimoline ipofisarie, con conseguente aumento di produzione di estrogeni e stimolazione a ciclo vizioso dell'ipofisi con produzione di prolattina e di ormone tireotropo; generalmente non sono documentabili lesioni diencefalo-ipofisarie.

ZONA, SINTOMATICO, manifestazioni erpetiche

ZONA, SINTOMATICO, si tratta di manifestazioni erpetiche che si possono rilevare in varie malattie, come sifilide cerebrospinale, lebbra, tubercolosi, malaria, tumori midollari, osteite vertebrale, reumatismo cronico vertebrale, leucemia e linfogranuloma. Zona di tipo traumatico può manifestarsi in seguito a traumi o anche in seguito a interventi operatori minimi.

ZONA FARINGEA, manifestazione erpetica a sede faringea

ZONA FARINGEA, manifestazione erpetica a sede faringea, a patogenesi infettiva o trofoneurotica, localizzata alla regione innervata dal nervo mascellare superiore e particolarmente dai suoi rami palatini; la sintomatologia è caratterizzata dalla disfagia, più o meno intensa, accompagnata da dolore che diminuisce al momento della comparsa delle vescicole tipiche delle manifestazioni erpetiche. Le vescicole hanno sede in corrispondenza del velo palatino, del terzo superiore dei pilastri e sulla volta del palato; la manifestazione è quasi sempre rigorosamente unilaterale.

ZONA AURICOLARE, o herpes zoster oticus, o sindrome di Ramsay Hunt

ZONA AURICOLARE, o herpes zoster oticus, o sindrome di Ramsay Hunt, affezione di natura virale localizzata ai gangli, ai tronchi nervosi e ai nuclei bulbari del settimo e ottavo paio dei nervi cranici. Tre sintomi caratterizzano la malattia: l'otalgia, l'eruzione cutanea e la paralisi del facciale. La otalgia è violenta ed accompagnata da febbre elevata, nausea ed astenia; l'eruzione cutanea è contraddistinta dalla comparsa di vescicole (sul padiglione auricolare e nel condotto uditivo esterno) che tendono a confluire e danno luogo rompendosi alla fuoriuscita di un liquido, dapprima citrino e poi brunastro, che si rapprende in croste; la paralisi del facciale, più o meno completa, si accompagna talora a parestesie e a modificazioni della sensibilità gustativa nei due terzi anteriori della corrispondente metà della lingua.

SINDROME DI ZOLLINGER - ELLISON, o adenomatosi multipla

SINDROME DI ZOLLINGER - ELLISON, o adenomatosi multipla, condizione morbosa caratterizzata da tumore pancreatico e da ulcere fulminanti dello stomaco. Le ulcerazioni gastriche sono conseguenti a un eccesso di gastrina (ormone gastrico che stimola le secrezioni acide, la motilità gastrica, la secrezione pancreatica di enzimi e la secrezione biliare) o alla presenza di una sostanza gastrinosimile prodotta dal tumore pancreatico (in genere un adenoma); la sindrome è accompagnata quasi sempre da diarrea; la terapia farmacologica non è efficace sulle ulcere gastriche e l'asportazione chirurgica del tumore è pertanto l'unico trattamento risolutivo.

Intossicazione da zolfo

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA ZOLFO, avvelenamento provocato da zolfo (o solfo) e soprattutto da taluni suoi componenti, fra i quali l'idrogeno solforato (o acido solfidrico), l'acido solforico, l'anidride solforosa, i solfuri (tra cui quello di carbonio).

Tali sostanze possono essere causa di gravi intossicazioni professionali dalla polimorfa sintomatologia; a queste sono esposti i lavoratori addetti alla produzione nonché all'impiego delle sostanze nello sbiancamento della carta e delle fibre tessili, alla purificazione di grassi ed oli, al decapaggio di metalli, alla vulcanizzazione della gomma, alla fabbricazione dei fiammiferi, alla solforazione della frutta e di altre sostanze alimentari, alla derattizzazione e disinfezione con prodotti e antipesticidi a base di zolfo.

L'intossicazione da zolfo può dare, come si è detto, differente sintomatologia a seconda dei composti che ne sono causa.

SINDROME DI ZINSSER - COLE - ENGMAN

SINDROME DI ZINSSER - COLE - ENGMAN, colpisce i neonati e si presenta con una iperpigmentazione della cute appena rimarcabile. In seguito, nel periodo dell'infanzia, si manifestano anomalie dermatologiche diverse come ipercheratosi palmo-plantare, eritemi con dilatazioni vasali, distrofie ungueali. I capelli sono molto fini e rari. E associata una pancitopenia, ossia una dimunizione del numero di tutti gli elementi figurati del sangue (emazie, leucociti, piastrine).

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA ZINCO, avvelenamento provocato dallo zinco

INTOSSICAZIONE PROFESSIONALE DA ZINCO, avvelenamento provocato dallo zinco, metallo dalle molteplici applicazioni industriali (preparazione di leghe, fra cui l'ottone, produzione di coloranti, zincotipia, ecc), dotato di una modesta tossicità, che può provocare nei lavoratori a lungo esposti a tale sostanza, lesioni neurologiche e anemia ipocromica. Più marcata è la nocività dei fumi di ossido di zinco, la cui inalazione può essere causa di stato di malessere generale (con cefalea, nausea, dolori muscolari ed articolari, brividi, fenomeni irritativi delle prime vie aree), accompagnato da febbre e a volte da iperglicemia e turbe della funzionalità epatica. Al rischio di tale intossicazione sono esposti particolarmente i fonditori di metalli, per cui la sindrome è chiamata appunto febbre dei fonditori, o febbre da metalli.

AVVELENAMENTO DA ZIGADENINA

AVVELENAMENTO DA ZIGADENINA, è attribuito allo Zigadenus venenosus una pianta da pascolo della California e dell'America nord occidentale; essa contiene la zigamina, alcaloide molto tossico, che produce un avvelenamento simile a quello della veratrina. L'ingestione in piccole quantità determina vomito, salivazione, cefalea, bradicardia, midriasi, tremori muscolari, collasso cardiocircolatorio. La prognosi è riservata.

SINDROME DI ZIEVE

SINDROME DI ZIEVE, sindrome a inizio poco indicativo, che si manifesta con perdita dell'appeti- to, dimagramento spiccato (fino a sei o sette chilogrammi nell'arco di poche settimane), malessere generale e dolori crampiformi addominali. Successivamente compaiono ingrossamento del fegato e itterizia con tosse, vomito, nausea. L'esame del sangue documenta anemia, emolisi, aumento della fosfatasi alcalina, del colesterolo e della lipemia. La biopsia epatica mette in evidenza cirrosi e degenerazione grassa del fegato; le feci mettono in evidenza le stesse modificazioni che si hanno nelle pancreatici acute.

MALATTIE DA ZECCHE, malattie provocate da parassiti (zecche)

MALATTIE DA ZECCHE, malattie provocate da parassiti (zecche) dotati di un rostro molto sviluppato, che permette loro di fissarsi alla pelle del cane per succhiarne il sangue; a digiuno le zecche non raggiungono la lunghezza di tre millimetri: dopo essersi nutrite assumono le dimensioni di una ciliegia. Sono incriminate le femmine, poiché i maschi prediligono alimenti differenti dal sangue.

Le zecche possono parassitare anche l'uomo: una goccia di benzina o di petrolio, oppure il tocco di una sigaretta accesa, valgono a staccare dalla ferita l'insetto, il cui rostro, qualora resti fissato al corpo, provoca suppurazioni.

Le zecche del cane producono con il morso piccole ulcerazioni che diventano subito escare. In Tunisia e nel bacino mediterraneo, le punture dellezecche inoculano una malattia simile al tifo (vedi Carducci, malattia di).

INTOSSICAZIONE DA ZAFFERANO, dipendente dallo zafferano

INTOSSICAZIONE DA ZAFFERANO, dipendente dallo zafferano, sostanza innocua se usata in piccole dosi come colorante e come aromatizzante, che si ritrova in una certa concentrazione anche nel tè e può determinare intossicazione se è presente in quantità o se viene manipolata in decotto allo scopo di provocare l'aborto. Quando tè e sostanze abortive vengono assunte in dosi elevate, si determinano vomito, tachicardia, ematuria ed enterorragia fino alle convulsioni e al coma.

SINDROME DI YOUNG

SINDROME DI YOUNG, raramente riscontrabile con tutti i più tipici sintomi, è caratterizzata dall'apparizione nella donna di obesità progressiva in rapporto a ripetute gravidanze. Di conseguenza vengono messi al mondo bambini nati morti o affetti da malattie ematiche, cardiache e da epatosplenomegalia. I bambini nati presentano un peso esagerato (bambini dalle caviglie di creta) e sono ipoglicemici per cui vanno incontro a collassi, che si curano con lo zucchero.

YOHIMBINA, alcaloide derivato dalla corteccia di Yohimbe

YOHIMBINA, alcaloide derivato dalla corteccia di Yohimbe che viene impiegato come afrodisiaco ed è controindicato nelle malattie dell'apparato urogenitale. Dosi terapeutiche, ritenute inoffensive, possono generare vertigini, arrossamenti del viso, ambascia, palpitazioni cardiache, eccitazione nervosa. Sono necessarie l'immediata soppressione del farmaco e la somministrazione di sedativi.

YERSINIOSI

YERSINIOSI, si tratta di un gruppo di malattie dovute ad un germe del genere Pasteurella o Yersinia (caratteri tíntoríali simili al bacillo di Yersin, agente della peste). I germi sono responsabili di epizoozie nei roditori e provocano nell'uomo setticemie spesso mortali, adeniti mesenteriche, gastroenteriti acutissime, estremamente gravi, complicazioni broncopolmonari.

XIFOIDODINIA, o xifoidalgia

XIFOIDODINIA, o xifoidalgia, dolore localizzato nella regione dell'appendice xifoide; può essere dovuta ad un traumatismo, a cellulite, a reumatalgia o a un riflesso proveniente da un organo vicino (cuore, stomaco, vescichetta biliare, ecc).

XEROSTOMIA, stato di secchezza della bocca

XEROSTOMIA, stato di secchezza della bocca con impaccio ai movimenti della lingua, la quale ha un aspetto screpolato, asciutto, di colore rosso vivo. La causa è la carenza di vitamina A, presente negli alimenti di origine animale, particolarmente nel fegato dei pesci e del vitello, nelle uova, nel latte, nel burro e inoltre in molti vegetali, specialmente nelle carote, allo stato di provitamina che si trasforma in vitamina A nell'intestino.

XEROSI, degenerazione dell'occhio

XEROSI, degenerazione dell'occhio caratterizzata dalla trasformazione della congiuntiva e della cornea, che assumono un aspetto simile a quello dell'epidermide, ben diverso da quello normale. Svariate possono essere le cause dell'alterazione: scarsità di secrezione lacrimale (in menopausa) o totale abolizione della stessa per estirpazione della ghiandola lacrimale, resasi necessaria per altre cause, esito di una congiuntivite cronica, avitaminosi A (malassorbimento), esito di tracoma, pemfigo oculare, ustioni chimiche e fisiche estese, radioterapia praticata per neoplasie.

La xerosi inizia con la formazione di macchie isolate e opache (macchie di Bitot), sulla congiuntiva, la quale appare coperta da una secrezione biancastra, saponosa. Gli isolotti di xerosi possono successivamente estendersi su tutta la superficie della congiuntiva e della cornea, dando luogo infine alla xerosi totale (xeroftalmo): l'occhio è in questo caso ricoperto da una sottile pellicola traslucida sotto cui si intravede a stento la cornea.

martedì 21 aprile 2009

TURBE PEDOPSICHIATRICHE

TURBE PEDOPSICHIATRICHE, alterazioni che riguardano l'acquisizione di funzioni intellettuali, gli stati emozionali, il comportamento, il rendimento scolastico dell'individuo in età evolutiva. Costituiscono problemi di piccola psichiatria, frequenti nell'arco dell'evoluzione organica, per cui è necessario valutare e stabilire cause e primi provvedimenti. Spesso i genitori definiscono questi bambini come nervosi, ladri, ritardati, mentre risulta necessario un esame più approfondito: un comportamento infantile fisiologico viene infatti spesso interpretato dai genitori come un'anomalia. Prima di un anno un bambino vocalizza dei suoni indeterminati, cioè gorgheggia. A dodici, tredici mesi pronuncia la prima parola; a quindici mesi qualche parola; a diciotto mesi dieci parole; a due anni è in grado di associare due parole; verso i tre anni dispone di un vocabolario discretamente ricco e costruisce frasi grammaticamente corrette.

TUMORI DEL CUORE, neoformazioni primitive o secondarie

TUMORI DEL CUORE, neoformazioni primitive o secondarie (cioè espressioni di lontani tumori, sotto forma di metastasi), localizzate in vari distretti del cuore, e cioè al pericardio, al miocardio, all'endocardio. I tumori possono essere di tipo benigno o maligno. Tra quelli benigni sono da ricordare: il mixoma, il rabdomioma, il fibroma, i lipomi. Tra quelli maligni sono da annoverare: il sarcoma, il rabdosarcoma e altri. 11 tumore più frequente è indubbiamente il mixoma, che sceglie per ubicarsi e strutturarsi le cavità atriali, prevalentemente quella destra.

TUMORE, proliferazione eccessiva e senza scopo di cellule

TUMORE, proliferazione eccessiva e senza scopo di cellule che porta alla formazione di una massa più o meno voluminosa, ben delimitata rispetto ai tessuti vicini o infiltrante nei loro confronti, con crescita limitata o illimitata nel tempo. Sono ritenuti tumori benigni quelli che hanno limiti netti e non infiltrano, che a un certo momento si arrestano nel loro sviluppo, e che sono formati da cellule del tutto eguali a quelle del tessuto di origine; sono invece tumori maligni quelli che continuano a crescere indefinitamente, che infiltrano e distruggono i tessuti vicini, che sono formati da cellule anormali le quali assomigliano poco al tessuto di origine e sono in grado di inviare a distanza, attraverso i vasi sanguigni e linfatici, cellule capaci di ricreare tessuto tumorale in altre parti del corpo (metastasi).

TUMOLET, termine inglese che significa piccolo tumore

TUMOLET, termine inglese che significa piccolo tumore. Designa alcune neoformazioni di piccolo volume che si ooservano sulle pareti dei bronchi e che rappresentano un prestadio di tumore maligno, una lesione che è cioè ai limiti della malignità. Pare che di questi tumoretti nei bronchi, possano esservene parecchi, specialmente nei forti fumatori, e che essi non debbano necessariamente evolvere in cancro.

TUMEFAZIONE, ingrossamento patologico di un organo

TUMEFAZIONE, ingrossamento patologico di un organo, di un arto (parziale o totale), di un tessuto organico. Le cause sono molteplici e vanno sceverate dopo un'indagine locale e generale (congestione, edemi, processi infiammatori acuti o cronici, inclusione di corpi estranei con reazione secondaria, tumori, ecc.).

TULAREMIA, malattia infettiva acuta

TULAREMIA, malattia infettiva acuta caratterizzata da: un periodo di incubazione, variabile da tre a cinque anni; un inizio acuto, con febbre elevata, sudorazione eccessiva, brividi, malessere generale, comparsa di una papula con tendenza all'ulcerazione e con ingrossamento ghiandolare viciniore (adenopatia satellite), oppure di una congiuntivite; seguono ulcerazioni multiple, esantema maculopapuloso diffuso, ingrossamento del fegato e della milza; un periodo di stato, con temperatura elevata, che dura tre o quattro settimane, in cui facoltativamente appaiono ulcerazioni mucose multiple e sono raramente possibili complicazioni come gastroenteriti, pleuriti, polmoniti, ascessi polmonari, meningiti purulente; un periodo di defervescenza, in cui la febbre cade lentamente e residuano incostantemente cicatrici in sede di pregresse ulcerazioni, scleriti cicatriziali, indurimenti linfoghiandolari, sinoviti.

TUBULONEFROSI, o nefropatia tubulare cronica

TUBULONEFROSI, o nefropatia tubulare cronica, malattia che compromette la funzione dei tubuli escretori presenti nei reni; può manifestarsi con sintomi attenuati (modificazione della diuresi, reperto urinario patologico e prognosi benigna), o con sintomi gravi (riduzione della diuresi fino alla scomparsa, sintomi d'insufficienza renale acuta con marcata tendenza a deficit renale permanente), nonché in una terza forma cronica (a decorso progressivo con evoluzione verso l'insufficienza renale progressiva). Il quadro, che si ricava dall'esame delle urine, è vario: di solito si repertano urine scarse con presenza di cilindri, emazie, diminuzione dell'urea (cui fa riscontro aumento dell'iperazotemia sanguigna), aumento di acido urico e presenza di aminoacidi.

TUBERCULIDI

TUBERCULIDI, termine che comprende un gruppo di manifestazioni cutanee in cui si ritengono probabili i rapporti fondamentali per affermare la loro natura tubercolare. Tra queste manifestazioni sono da ricordare: l'esantema tubercolare, a carattere eritematoso, che si osserva talora nel corso della tubercolosi primaria infantile; la cosiddetta tubercolosi miliare della pelle; gli esantemi tubercolinici, cioè gli eritemi che insorgono nei tubercolotici, in seguito alla pratica di intradermoreazione alla tubercolina.

TUBERCOLOSI LARINGEA

TUBERCOLOSI LARINGEA, affezione specifica, secondaria di solito ad equivalente manifestazione polmonare; da un punto di vista clinico la forma può essere miliare, infiltrativo-ulcerativa, vegetante, luposa; la forma più frequente è quella infiltrativo-ulcerativa, che può essere diffusa a tutto l'organo, ma più spesso è circoscritta alla regione aritnoidea o alle corde vocali. La sintomatologia è costituita soprattutto dalla disfonia, che può essere accompagnata da dispnea e soprattutto da disfagia dolorosa con otalgia.

TUBERCOLOSI, o tbc, o tisi, malattia infettiva, contagiosa, acuta o cronica

TUBERCOLOSI, o tbc, o tisi, malattia infettiva, contagiosa, acuta o cronica, universalmente diffusa, che può localizzarsi in vari organi con aspetti clinici polimorfi; i sintomi sono riportabili a quelli delle infiammazioni croniche; in altri casi localizzazioni, sintomi e decorso possono essere generalizzati, o a localizzazione pluriviscerale o comunque interessare le zone più disparate. Agente responsabile è un bacillo acido e alcol-resistente (carattere che ha in comune il solo bacillo della lebbra) col- tivabile con accorgimenti speciali e su terreni adatti, scoperto da Robert Koch nel 1882. Successivamente a tale data furono scoperti il bacillo della tubercolosi bovina (che ha-un'azione patogena variabile secondo le varie regioni), il bacillo della tubercolosi aviaria (praticamente non dannoso per l'uomo) e altri bacilli apatogeni denominati paratubercolari (isolati nel latte, nelle condutture, nei rubinetti, in certi suoli).

OCCLUSIONE TUBARICA

OCCLUSIONE TUBARICA, termine che indica una salpinge diventata impervia, in cui cioè il lume non è più percorribile a causa di una o più ostruzioni. Questa formulazione ha valore assoluto, ma si riferisce soprattutto alla possibilità di transito di spermatozoo ed uovo. Il diametro dell'uovo umano, che è maggiore di quello dello spermatozoo, è di circa 180 micron: qualsiasi causa che restringa il lume di una salpinge al di sotto di tale diametro causerà quindi sterilità. Può perciò essere causa di sterilità anche una stenosi (dal greco stenòs = stretto), cioè il restringimento del lume tubarico, che è infatti assimilato all'occlusione tubarica sotto la definizione di ostruzione incompleta. Parlando dell'occlusione tubarica ci si riferisce più precisamente, alle ostruzioni totali, cioè complete.

TRUNCUS ARTERIOSUS, o tronco arterioso

TRUNCUS ARTERIOSUS, o tronco arterioso, è una gravissima anomalia congenita del cuore caratterizzata dalla presenza di una sola grossa arteria, che fuoriesce dai due ventricoli. Si determinano, dalla nascita, cianosi, insufficienza cardiaca, infezioni polmonari. La prognosi è severissima; il trattamento chirurgico è solo palliativo.

TROMBOSI RETINICA, rallentamento della circolazione venosa

TROMBOSI RETINICA, rallentamento della circolazione venosa dovuto a ipotensione locale (provocata dall'arteriosclerosi), per la compressione di una vena sotto un incrociamento arterovenoso (in particolare, nell'occhio, al punto di passaggio della vena attraverso le strutture del nervo ottico). L'incrociamento arterovenoso, normale situazione che si verifica un po' dovunque sulla retina, può provocare la compressione della vena quando l'arteria che la sorpassa è rigida e tesa a causa dell'ipertensione e dell'arteriosclerosi. Nella trombosi della vena centrale della retina si ha un'improvvisa riduzione del visus con sensazione di annebbiamento più o meno intensa, a seconda di quanto è lesa la regione maculare.

TROMBOSI, formazione di un trombo, ossia di un coagulo di sangue

TROMBOSI, formazione di un trombo, ossia di un coagulo di sangue, nel lume di un'arteria o di una vena. Nel primo caso (trombosi arteriosa) il fenomeno è favorito da processi di atero-arteriosclerosi all'interno della parete arteriosa e ha come conseguenza un ridotto afflusso di sangue ai territori anatomici a valle (vedi sindrome ischemica); nel secondo caso (trombosi venosa) il fenomeno è favorito da aumentata coagulabilità del sangue, da infiammazione della vena, da rallentamento circolatorio (condizione che si avvera stando a lungo fermi in piedi, sia in seguito a prolungata immobilità a letto dovuta ad intervento chirurgico, a parto, a malattia) ed ha come conseguenza un ostacolo al ritorno venoso che dà luogo a gonfiore del piede e della gamba, più o meno intenso o più o meno esteso a seconda della sede del tombo stesso (almeno quando questo ostruisce il circolo venoso profondo).

TROMBOFLEBITE, infiammazione di una vena

TROMBOFLEBITE, infiammazione di una vena con concomitante o successiva formazione di un trombo (o coagulo di sangue) al suo interno. In genere si preferisce riservare il termine tromboflebite alle flebiti superficiali (vedi flebile), mentre per quelle delle vene profonde si preferisce la definizione flebotrombosi.

lunedì 13 aprile 2009

TRISMA, o contrattura mandibolare, o serramento mandibolare

TRISMA, o contrattura mandibolare, o serramento mandibolare, qualsiasi condizione che impedisce la più o meno parziale o completa apertura o chiusura spontanea della bocca. Si tratta di un serramento della mandibola, comunemente ma anche impropriamente definito trisma; l'ostacolo risiede intatti nell'ambito dell'apparato che regola i movimenti mandibolari. Il termine trisma va riferito ad uno stato spastico dei muscoli masticatori che si instaura in gravi forme nervose, quali il tetano, la meningite, oppure nei casi di avvelenamento (stricnina).

TRIPLOPIA, triplicazione delle immagini percepite

TRIPLOPIA, triplicazione delle immagini percepite (le quali possono essere anche doppie, diplopia monoculare, o più numerose, poliopia), che è presente in un occhio solo, anche se l'occhio congenere è chiuso. Si nota in alcune particolari condizioni, quali l'astigmatismo, la cataratta iniziale, l'iridodialisi, ecc. E causata dal fenomeno secondo cui il fascio luminoso, nel penetrare nell'occhio, viene suddiviso in due, tre o più parti. La terapia si riferisce all'affezione causale.

TRIORCHIDISMO, rarissima anomalia

TRIORCHIDISMO, rarissima anomalia consistente nella presenza di tre testicoli, nello scroto, invece di due. Nella grande maggioranza dei casi di supposta esistenza di un terzo testicolo soprannumerario, si tratta in effetti di idrocele del funicolo, spermatocele o formazione di tessuto aberrante: tutte alterazioni patologiche che nulla hanno a che vedere con il triorchidismo.

DISTURBI DEL TRIGEMINO

DISTURBI DEL TRIGEMINO, disturbi che consistono frequentemente in una nevralgia (la nevralgia del trigemino è anche chiamata prosopalgia) di una delle tre branche da cui è costituito il nervo. La nevralgia oftalmica consiste in violenti dolori all'occhio ed alle tempie, con intolleranza verso la luce ed aumento della temperatura. La nevralgia sottoorbitaria è caratterizzata da un dolore che si irradia al naso, al labbro inferiore, alla lingua e all'orecchio. Può accadere che siano contemporaneamente interessate le tre branche. Le crisi di nevralgia trigeminale compaiono improvvisamente, senza motivo, oppure possono esserescatenate da qualsiasi movimento che interessi il viso, anche dalla stimolazione di zone lontane.

TRICROMASIA ANOMALA, alterazione del senso cromatico,

TRICROMASIA ANOMALA, alterazione del senso cromatico, ereditaria, di tipo recessivo, legata al sesso, trasmessa dalle donne e che pare colpire soprattutto i maschi. Coloro che soffrono di questa forma possono vedere tutti e tre i colori fondamentali: rosso, verde e blu, ma hanno una capacità discriminatoria tra i vari colori molto ridotta, e ciò spiega certi errori, certe esitazioni nella scelta dei colori stessi. La tricromasia comprende tre tipi differenti: protanomalia, minore sensibilità per il rosso; deuteroanomalia, ridotta sensibilità per il verde; tritanomalia, difficoltà per la componente blu-giallo.

TRICOSI, affezioni dei capelli e dei peli, a carattere non acuto

TRICOSI, affezioni dei capelli e dei peli, a carattere non acuto, che comprendono l'ipertricosi (vedi), le alopecie congenite e acquisite, e la pitiriasi semplice del cuoio capelluto. La tricosi si manifesta come desquamazione forforacea del cuoio capelluto, verso i 10 anni, e a fasi alterne continua anche per anni; talora si complica per fatti infettivi. Per la cura è sufficiente una lozione all'olio di mandorle, o di zolfo a bassissima concentrazione.

TRICOMONIASI, stato di parassitosi saprofitica

TRICOMONIASI, stato di parassitosi saprofitica o infiammatoria dovuto alla presenza, negli organi genico-urinari di entrambi i sessi, del Tricomonas vaginalis, appartenente alla famiglia dei protozoi. Questo protozoo può essere ospite inoffensivo dell'apparato genitale e urinario così come può dare fenomeni infiammatori. Nell'uomo provoca un'uretrite, solitamente della parte anteriore, con bruciore del canale e secrezione siero-schiumosa caratteristica; nelle forme croniche, il siero è quasi catarrale, scarso. Nella donna la parassitosi compare solo in età adulta e prima della menopausa; colpisce sia l'uretra che la vagina, con disturbi molto più evidenti che nell'uomo: prurito intenso, dolore, essudato abbondante. La trasmissione nei due sessi è nella quasi totalità dovuta al rapporto sessuale; si ammette, nella donna, uno stato di parassitismo senza sintomi.

TRICOFIZIE, infezioni da funghi della cute denominati Tricopbyton

TRICOFIZIE, infezioni da funghi della cute denominati Tricopbyton. Questo genere di fungo comprende due tipi principali: il tipo endotrix parassita solo la specie umana e attacca solo l'interno del pelo; il tipo ectotrix, oltre a penetrare nell'interno del pelo, lo avvolge in una specie di guaina. Il tipo endotrix provoca le tigne torpide della pelle e del cuoio capelluto; l'ectotrix le tigne infiammatorie tipo kerion e sicosi.

TRICHINIASI, o trichinosi

TRICHINIASI, o trichinosi, malattia preceduta da un periodo d'incubazione che va da uno a dieci giorni, caratterizzata da nausea, malessere, debolezza, vomito e diarrea, febbre, dolori muscolari; successivamente compaiono febbre elevata, rigidità muscolare, edemi del viso, eruzioni cutanee, insonnia, sintomi meningei. L'esame del sangue mette in evidenza un aumento degli eosinofili (fino all'80 per cento della formula); vengono inoltre praticati all'inizio gli esami delle feci, la biopsia muscolare, l'intradermoreazione specifica.

Responsabile della malattia è la Trichina spiralis, verme che vive nell'intestino del porco e che viene assunto dall'uomo in seguito a ingestione di carne cotta male. Gli embrioni di tale parassita attraversano la parete dell'intestino e si arrestano nei vari muscoli, con danni straordinariamente gravi, specie se si fissano sul diaframma, sui muscoli intercostali e su quelli dell'occhio.

TREMORE DEL CARDIOPATICO, oscillazione più o meno ritmica di segmenti corporei

TREMORE DEL CARDIOPATICO, oscillazione più o meno ritmica di segmenti corporei (precipuamente delle dita delle mani), che varia per intensità, ritmo, ampiezza di escursione. Si manifesta in genere su base eretistico-nervosa, in quanto il cardiopatico tende a preoccuparsi molto della sua malattia e la vive intensamente, con paura, specie nelle ore notturne. Il tremore è intermittente, ed è evocato da situazioni altamente emotive.

TREMORE, movimento involontario

TREMORE, movimento involontario dovuto alla contrazione successiva di gruppi muscolari antagonisti, alla quale conseguono movimenti ritmici di alcune articolazioni. I tremori sono detti lenti quando le oscillazioni sono meno di 6, rapidi quando sono più di 6 al secondo. Il tremore è definito intenzionale quando compare nello stesso momento in cui si intende compiere un movimento; a riposo quando invece con il movimento scompare.

Le lesioni cerebrali che provocano tremore sono molte: il tremore parkinsoniano, molto evidente alle mani, è grossolano ed ha un ritmo di 5 contrazioni al secondo circa; il tremore senile ha la stessa frequenza ed ampiezza di quello parkinsoniano, ma coinvolge il capo e la mandibola; il tremore da sofferenza del cervelletto è intenzionale ed aumenta al termine del movimento; il tremore familiare compare durante la contrazione, ma scompare alla fine e viene diminuito dall'uso di alcol e sedativi; il tremore tossico, infine, provoca movimenti molto rapidi e di breve ampiezza. Il tremore dovuto al freddo è, invece, fisiologico.

INTOSSICAZIONE ACUTA DA TREMENTINA

INTOSSICAZIONE ACUTA DA TREMENTINA, dipende dall'ingestione o dall'inalazione in elevata concentrazione o dall'assorbimento attraverso la cute di questa sostanza. I sintomi sono gravi e si manifestano con odore caratteristico dell'alito; sensazione urente in bocca, gola, esofago, stomaco; diarrea; insufficienza respiratoria. Sono prescrivibili paraffina (per via orale), ossigeno, barbiturici, caffeina, fleboclisi. Consigliabile, quando possibile, il ricovero immediato in ospedale.

TRAUMI DA PARTO, lesioni che si verificano a

TRAUMI DA PARTO, lesioni che si verificano a carico dell'apparato genitale femminile a causa del parto. Possono riguardare anche il bacino (impalcatura ossea), e naturalmente gli organi viciniori (vescica e intestino). Nel parto spontaneo una frattura delle ossa è ammissibile solo nei casi di osteomalacia (malattia pressoché scomparsa).

Nei parti operativi, pur rimanendo rara, la possibilità di tali lesioni è più frequente. Fratture delle ossa vere e proprie possono occorrere soprattutto quando si richiedano energiche trazioni sul forcipe, al fine di favorire la estrazione di un feto attraverso un bacino viziato. La lesione più frequente è la rottura o la disgiunzione della sinfisi pubica, eccezionalmente dell'articolazione sacro-iliaca.

I traumi da parto, tuttavia, riguardano soprattutto, in assoluto, le parti molli. Relativamente rara è la rottura dell'utero per uso improprio di ecbolici (abbastanza frequente in passato). Oggi quando tale evento si verifica, è nella maggior parte dei casi dovuto a cicatrici causate da precedenti operazioni sull'utero (metroplastica alla Strassmann, miomectomia, taglio cesareo, specie se praticato sul segmento inferiore).

TRAUMI CRANICI

TRAUMI CRANICI, traumi che possono determinare una frattura della volta o della base del cranio, sovente con i sintomi della commozione cerebrale: incoscienza, pallore, abbassamento della temperatura corporea, lentezza del respiro, indebolimento del polso. Tipica della frattura cranica è poi la perdita di sangue dal naso e dalle orecchie. Come norma di primo soccorso, bisogna tenere il paziente sdraiato, immobile, ben coperto, con la testa un po' sollevata se il volto è arrossato, non sollevata se il volto è pallido; in caso di emorragia dall'orecchio, disporre il paziente sul fianco corrispondente alla parte che sanguina, per facilitare la fuoriuscita del sangue (non tamponare l'orecchio: coprirlo soltanto con garza); applicare sulle ferite al capo una leggera garza fissata con una benda, o un fazzoletto pulito, senza premere per non spingere in profondità qualche frammento osseo; si può anche applicare sul capo una borsa con ghiaccio.

La frattura del cranio potrà anche essere priva dei sintomi della commozione cerebrale; in tal caso l'infortunato sarà cosciente: non gli si permetta di sedersi, di camminare, non gli si diano alcolici né stimolanti, non lo si lasci senza sorveglianza.

TRAUMATISMI VULVARI E VAGINALI

TRAUMATISMI VULVARI E VAGINALI, lesioni di origine traumatica interessanti la vulva e la vagina. I più frequenti e comuni sono quelli legati al parto (vedi traumi da parto). Dal punto di vista ginecologico il più banale traumatismo è quello della lacerazione imenale conseguente al primo coito (deflorazione). Questo può però essere anche grave per anomalie di conformazione della donna, per sproporzione del rapporto pene-vulva, per coito passionale e violento, in casi di stupro, per anomalie di atteggiamento coitale. La rottura dell'arteria circovallare può portare anche ad emorragie mortali. All'origine di una lacerazione imenale possono altresì esservi: caduta a gambe larghe o a cavalcioni, uso improprio dei più disparati oggetti in corso di masturbazione (specie quando nella fase orgasmica questa diviene incontrollata), ferite da impalamento (per caduta dall'alto sulle sbarre di un cancello, su una sedia, su un cassetto, sulla canna della bicicletta, ecc).

TRAUMATISMI NEONATALI

TRAUMATISMI NEONATALI, lesioni dovute a modificazioni anormali del meccanismo del parto, oppure a manovre ostetriche indifferibili, richieste dai tempi di espulsione del feto (forcipe, ventosa, qualche volta parto cesareo). Si possono produrre fratture del cranio, della colonna vertebrale, della clavicola, del femore e dell'omero, paralisi dei nervi brachiali, offesa del nervo frenico con disturbi diaframmatici, lesione degli organi interni (fegato e milza, emorragie delle ghiandole surrenali), cefaloematoma, emorragia dello sternocleidomastoideo, granuloma lipofagico .

TRAUMA PSICHICO

TRAUMA PSICHICO, termine psicanalitico con il quale Freud descrive il timore profondo che si accompagna aduna malattia e che provoca una nevrosi Traumi sono «le impressioni vissute in giovane età e poi dimenticate» (Freud), cosicché i sintomi nevrotici appaiono essere «le conseguenze di determinate esperienze ed impressioni che appunto per questo riconosciamo come traumi eziologici... Un trauma nell'infanzia può essere immediatamente seguito dall'insorgenza di una nevrosi infantile caratterizzata da tentativi di difesa con formazione di sintomi» (Freud).

PARALISI DEL MUSCOLO TRAPEZIO

PARALISI DEL MUSCOLO TRAPEZIO, interessa appunto il trapezio o cucullare, che è un'ampia massa muscolare che investe la parte posteriore del collo e postero-superiore del tronco. In conseguenza della paralisi, si determinano abbassamenti della spalla, proiezione in avanti della clavicola e dislocazione della scapola, che risulta allontanata dalla linea mediana. L'esame elettrodiagnostico rende precisa la diagnosi; per la terapia vedi paralisi e poliomielite anteriore acuta.

TRANCE alterazioni della coscienza

TRANCE, provoca caratteristiche elettroencefalografie proprie dello stato di veglia e alterazioni della coscienza che assomigliano al sonno. Viene perduta la consapevolezza del proprio Io e, al momento del ritorno allo stato normale di coscienza, compare amnesia del precedente stato. Suggestione e isterismo possono essere causa di questo stato anormale. Stati di trance diffusi a interi gruppi possono verificarsi nel corso di riti tribali che caratterizzano le popolazioni molto primitive, ma sono possibili anche nei paesi industrializzati (esempi di suicidi collettivi da parte di sette religiose).

TRACOMA, o congiuntivite granulosa

TRACOMA, o congiuntivite granulosa, affezione contagiosa caratterizzata dalla presenza di granulazione sulla congiuntiva palpebrale e da lesioni corneali. L'evoluzione si trascina per anni e si conclude spesso con la cecità. La malattia conosciuta sin dall'antichità, si presenta soprattutto nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L'assenza di igiene e la promiscuità sono le cause prime del contagio. L'agente patogeno pare appartenga alla classe delle rickettsie. L'evoluzione inizia con lieve lacrimazione e sensazione di pesantezza alle palpebre. Le congiuntive sono iperemiche e, soprattutto nella parte tarsiale superiore, presentano granulazione chiare, giallastre, sul fondo rosso vivo della iperemia.

Segue il periodo florido della malattia: il paziente accusa fotofobia intensa e lacrimazione; le palpebre sono semichiuse e i follicoli sono divenuti nel frattempo assai numerosi, così da invadere tutta la congiuntiva tarsiale superiore e spesso anche quella inferiore.

TOXOPLASMOSI, malattia parassitari

TOXOPLASMOSI, malattia parassitaria che attacca parecchie specie animali, nelle quali si verificano manifestazioni encefaliche, oculari, ossee e digestive; ne è responsabile un parassita di incerta classificazione, denominato Toxoplasma gondii. Nella forma congenita si notano in proporzione differente i seguenti sintomi: peso inferiore ai 2500 grammi alla nascita (25 per cento), itterizia (45 per cento), petecchie emorragiche e broncopolmoniti (10 per cento), ingrossamento del fegato e della milza (40 per cento), idrocefalia (20 per cento), microcefalia (10 per cento), infiammazione della retina e della coroide (85 per cento), anemia (50 per cento), calcificazioni craniche rilevabili radiograficamente (40 per cento). A questi sintomi seguono successivamente idrocefalia e infiammazioni oculari.

SINDROME DI TOURAINE, o pachidermoperiostosi plicata

SINDROME DI TOURAINE, o pachidermoperiostosi plicata, malattia caratterizzata da rugosità cutanee diffuse, iperidrosi (eccessiva sudorazione delle mani), aumentata secrezione sebacea, ipertrofia delle mani e dei piedi, braccia e gambe cilindriche. La malattia, probabilmente ereditaria, predilige i maschi nel periodo dell'adolescenza e dura molti anni. Le cure sono sintomatiche.

TOSSIEMIA, penetrazione nel circolo sanguigno di tossine

TOSSIEMIA, penetrazione nel circolo sanguigno di tossine elaborate nella sorgente locale di infe- zione, quale si verifica ordinariamente nel tetano e nella difterite . La tossiemia produce sintomi tossici generali senza che i germi produttori entrino in circolo. L'alterata funzione di alcune ghiandole endocrine (morbo di Basedow per la tiroide, tetania per le paratiroidi), l'ingestione di prodotti alimentari, l'assunzione di alcuni medicamenti, producono forme diverse di tossiemia.

TOSSIDERMIA, intossicazione provocata da sostanze chimiche

TOSSIDERMIA, intossicazione provocata da sostanze chimiche o da veleni vegetali e animali ingeriti accidentalmente o per scopi terapeutici; si determinano dermatosi suscettibili di subire sovrapposizioni infettive in seguito a grattamento e a lesioni di continuo comunque provocate.

TOSSICOSI INFANTILE, stato morboso molto grave caratterizzato da vomito progressivo, diarrea

TOSSICOSI INFANTILE, stato morboso molto grave caratterizzato da vomito progressivo, diarrea imponente talvolta coleriforme, perdita violenta dei liquidi organici. Può essere dovuta, tra le molteplici cause, a gastroenterite, ad otite, a mastoidite, o comparire sulla base di errori alimentari, cattiva igiene, ingestione di sostanze tossiche. La tossicosi interessa i lattanti ed è a prognosi infausta se non viene curata con reidratazioni (ipodermoclisi, fleboclisi, iniezioni di plasma) e cure in rapporto alla causa

TOSSICOSI INFANTILE

TOSSICOSI INFANTILE, stato morboso molto grave caratterizzato da vomito progressivo, diarrea imponente talvolta coleriforme, perdita violenta dei liquidi organici. Può essere dovuta, tra le molteplici cause, a gastroenterite, ad otite, a mastoidite, o comparire sulla base di errori alimentari, cattiva igiene, ingestione di sostanze tossiche. La tossicosi interessa i lattanti ed è a prognosi infausta se non viene curata con reidratazioni (ipodermoclisi, fleboclisi, iniezioni di plasma) e cure in rapporto alla causa determinante (vedi gastroenterite del lattante).

TOSSICOMANIA

TOSSICOMANIA, termine che indica l' a farmaci ipnotico-sedativi o eccitanti, i quali provocano un senso di bisogno e dei disturbi psichici quando la sostanza cronicamente assunta viene soppressa. Barbiturici, tranquillanti, morfina e sostanze con effetti analoghi creano uno stato particolare di farmaco-dipendenza.

TOSSE LARINGEA

TOSSE LARINGEA, tosse legata di solito a modificazioni di sensibilità della mucosa laringea, soprattutto nel senso della iperestesia; si tratta di una tosse secca, stizzosa, abbaiante; se invece esiste la condizione opposta, l'ipoestesia, la tosse può essere dovuta all'inalazione in trachea o nei bronchi di particelle di cibo.

TOSSE CARDIACA

TOSSE CARDIACA, forma di tosse che insorge per cause indipendenti dalla congestione delle vie respiratorie (faringiti, laringiti, tracheiti, ecc). Si tratta quindi di tosse secca, emessa a piccoli colpi, che accompagna il complesso dei sintomi di molti cardiopatici. La tosse dei cardiaci può aumentare il livello di dispnea, cioè di difficoltà respiratoria che tali malati già presentano.

TOSSE, meccanismo spesso riflesso, talvolta volontario

TOSSE, meccanismo spesso riflesso, talvolta volontario, caratterizzato da tre momenti: in un primo tempo si ha un movimento inspiratorio; poi si chiude la glottide con contemporanea contrazione dei muscoli espiratori; infine si riapre la glottide e si ha una veloce, più o meno rumorosa espirazione, cui segue spesso l'espulsione di secrezioni formatesi nell'albero respiratorio o di corpi estranei. La tosse può manifestarsi per affezioni infiammatorie acute e croniche faringee, laringee, bronchiali, polmonari e pleuriche; altre volte possono essere in causa asma, tumori, vegetazioni adenoidi, inalazioni di gas tossici, introduzione di corpi estranei. Tosse può manifestarsi anche in circostanze più rare: per fibrosi polmonare, edema polmonare cisti idatidee, cardiopatie, aneurisma dell'aorta, linfogranuloma, gozzo, timomi, lesioni sottodiaframmatiche, ascesso epatico, cause psicologiche (tisi), presenza di tappo de cerume, mucoviscidosi, ecc. Caratteristica è la tosse determinata dalla pertosse: compaiono, dopo qualche giorno di tosse catarrale, attacchi parossistici della durata di un paio di minuti, ai quali segue vomito o un sibilo terminale.

TORUS PALATINUS, proliferazione ossea a carattere benigno

TORUS PALATINUS, proliferazione ossea a carattere benigno che interessa la sutura intermascellare a livello del palato. La neoformazione esostotica di natura congenita si rende evidente alla fine dell'adolescenza e può rendere difficoltose la masticazione e la parola. Può essere preso in considerazione un intervento chirurgico.

TORSIONE DEL PEDUNCOLO neoplasie ovarice

TORSIONE DEL PEDUNCOLO, frequente complicazione che si verifica nelle neoplasie ovarice (benigne o maligne, cistiche o solide) a causa della rotazione del tumore sul suo asse. L tanto più facile a verificarsi quanto più il peduncolo (cioè il tralcio vascoloconnettivale che salda l'ovaio alla parete pelvica) è sottile e lungo, ancorché possa verificarsi, ma meno frequentemente, in casi di peduncolo breve, largo o addirittura sessile. Le cause che possono favorire la rotazione del tumore sul suo asse sono varie: il movimento ascensionale del tumore (che avviene in modo spiraliforme) quando questo, ingrossandosi, ascende dal piccolo bacino alla grande cavità addominale; la mobilità del tumore: i movimenti delle anse intestinali; le profonde inspirazioni; i movimenti bruschi del corpo (salti, cadute, danza).

La rotazione può avvenire bruscamente o lentamente e può essere parziale o totale. Si possono avere un solo giro o più di uno, fino a cinque-sei. Se la torsione è parziale ed avviene lentamente, le conseguenze possono essere anche scarse, ma se essa è progressiva o totale, si verifica la mancata nutrizione della neoplasia (per strozzamento dei vasi venosi, ma soprattutto arteriosi, contenuti nel peduncolo), la quale cade in sfacelo, provocando una peritonite grave e talora mortale.

giovedì 9 aprile 2009

TORSIONE DEL PEDUNCOLO

TORSIONE DEL PEDUNCOLO, frequente complicazione che si verifica nelle neoplasie ovari che (benigne o maligne, cistiche o solide) a causa della rotazione del tumore sul suo asse. L tanto più facile a verificarsi quanto più il peduncolo (cioè il tralcio vascoloconnettivale che salda l'ovaio alla parete pelvica) è sottile e lungo, ancorché possa verificarsi, ma meno frequentemente, in casi di peduncolo breve, largo o addirittura sessile.

Le cause che possono favorire la rotazione del tumore sul suo asse sono varie: il movimento ascensionale del tumore (che avviene in modo spiraliforme) quando questo, ingrossandosi, ascende dal piccolo bacino alla grande cavità addominale; la mobilità del tumore: i movimenti delle anse intestinali; le profonde inspirazioni; i movimenti bruschi del corpo (salti, cadute, danza). La rotazione può avvenire bruscamente o lentamente e può essere parziale o totale.

Si possono avere un solo giro o più di uno, fino a cinque-sei. Se la torsione è parziale ed avviene lentamente, le conseguenze possono essere anche scarse, ma se essa è progressiva o totale, si verifica la mancata nutrizione della neoplasia (per strozzamento dei vasi venosi, ma soprattutto arteriosi, contenuti nel peduncolo), la quale cade in sfacelo, provocando una peritonite grave e talora mortale.

TONSILLITE, processo infiammatorio acuto o cronico

TONSILLITE, processo infiammatorio acuto o cronico che colpisce le tonsille; mentre le forme acute fanno parte di un quadro generale che interessa tutto l'orofaringe (vedi angina), le forme croniche acquistano un rilievo particolare perché costituiscono un focus responsabile di manifestazioni reumatiche, nefritiche e di malattie del collageno. La tonsillite cronica può rappresentare l'esito di una tonsillite acuta, ma più spesso si instaura come tale fin dall'inizio; sia nell'uno che nell'altro caso esiste sempre alla base una incapacità relativadel tessuto linforeticolare tonsillare ad espletare il normale compito di elaborazione del materiale antigenico; l'ipertrofia tonsillare è infatti l'espressione di un tentativo, senza esito, di riportare in equilibrio una situazione già definitivamente compromessa.

TIROSINOSI

TIROSINOSI, malattia di cui sono sintomi: itterizia, ingrossamento del fegato, anemia, nefrosi, perdita di minerali scheletrici, aumento del fosforo nel sangue e del calcio nell'urina. La malattia conduce a morte, talvolta nelle prime settimane di vita, talaltra nel corso di qualche anno. Nel sangue si trova aumento di metionina e tirosina (è l'accumulo di queste sostanze a determinare la malattia). Una dieta con riduzione di metionina e di tirosina non è ancora stata messa a punto.

TIROSINEMIA, malattia dipendente dalla mancanza congenita di un enzima

TIROSINEMIA, malattia dipendente dalla mancanza congenita di un enzima, la idrossifenilpiruvico-ossidasi, per cui non può avvenire la normale trasformazione della tirosina, un aminoacido costituente delle proteine, in acido idrossifenilpiruvico e acido omogentisinico. Ne deriva pertanto un accumulo nei tessuti ed un aumento della tirosina presente nel sangue. I sintomi insorgono a 2-4 mesi di età: cirrosi epatica con ingrossamento del fegato, emorragie, decorso rapidamente mortale. Si può avere anche una forma cronica, meno drammatica: dopo alcune settimane o mesi dalla nascita compaiono emorragie, anemia, segni di rachitismo vitamino- resistente e difetto dei tubuli renali per cui nell'urina vi è presenza di albumina e glucosio, di grandi quantità di aminoacidi e fosfati; nel sangue un aumento dei cloriti ed una diminuzione del potassio.

TIROIDITI, condizioni di infiammazione della tiroide

TIROIDITI, condizioni di infiammazione della tiroide. La càusa del processo infiammatorio può essere costituita da infezioni batteriche o virali, da autoaggressione (formazione di anticorpi antitiroide elaborati da varie cellule e agenti in senso distruttivo), da traumi, da agenti fisici (irradiazioni). Le forme di infiammazione possono essere acute (infettive, batteriche e virali, e non infettive o traumatiche e fisiche), subacute (tiroidite granulomatosa giganto-cellulare di De Quervain, determi- nante focolai in uno o entrambi i lobi della tiroide, più frequente nel sesso femminile e fra i 25 e i 50 anni, caratterizzata da febbre, dolore e tumefazione in sede tiroidea, suscettibile di trattamento con antibiotici, con antinfiammatori ed eventualmente con terapia chirurgica e con irradiazioni) e croniche (tiroidite di Riedel o tiroidite fibroso-indurativa, caratterizzata da gozzo non voluminoso, dolenzia soltanto alla palpazione, durata compresa fra pochi mesi e 5-6 anni, suscettibile di trattamento con antibiotici, antinfiammatorie con terapia tiroidea sostitutiva; tiroidite di Hashimoto, dovuta a complessi processi di autoaggressione e caratterizzata da aumento irregolare della tiroide con aspetto a grossi nodi, instaurantesi in modo subdolo e progressivo ed evolvente verso l'ipotiroidismo più o meno completo nel corso di mesi o di anni, suscettibile di terapia con trattamenti di blocco anticorpale, antinfiammatori e ormoni tiroidei sostitutivi).

CANCRO DELLA TIROIDE, la ghiandola tiroidea

CANCRO DELLA TIROIDE, la ghiandola tiroidea, situata nella parte bassa del collo, è sede assai frequente di tumori benigni, che si presentano come noduli molli, ben delimitati, sovente cistici per lo più unici (adenomi); quando questi noduli sono numerosi e tendono a confluire (gozzo adenomatoso) tutta la ghiandola appare ingrossata e provoca una tumefazione irregolare della base del collo. Queste forme benigne sono raramente all'origine di tumori maligni (degenerazione maligna di un adenoma o di un gozzo adenomatoso): comunque, se il nodulo è unico e tende a ingrossarsi o ad indurirsi, può essere asportato ed esaminato al microscopio, per escludere un'eventuale presenza di cellule maligne; al contrario, in caso di noduli multipli a forma di gozzo, oggi non si consiglia l'operazione, a meno che la massa sia tanto voluminosa da provocare disturbi alla respirazione o compressione di vasi sanguigni vicini.

TIOPNEUMOCONIOSI, è una broncopneumopatia

TIOPNEUMOCONIOSI, è una broncopneumopatia, conseguente ad inalazione di anidride solfo- rosa, a cui sono esposti particolarmente i lavoratori impegnati in cave e miniere di zolfo. Anche i lavoratori addetti alla produzione dello zolfo e dell'anidride solforosa, alla sbiancatura di carta e fibre tessili, alla solforazione della frutta, alla disinfestazione e alla derattizzazione con prodotti a base di anidride solforosa, possono essere colpiti da tale intossicazione professionale. La sintomatologia, più che essere tipica di una pneumoconiosi, è caratterizzata da irritazione delle vie aeree (con rinofaringite), da senso di oppressione toracica, da bronchite cronica asmatiforme. Nelle forme acute gravi può comparire anche un edema polmonare; in quelle cronicizzantisi si può registrare, a lungo andare, compromissione cardiocircolatoria, secondaria alla comparsa di enfisema polmonare.

INTOSSICAZIONE DA TINTURE PER SCARPE

INTOSSICAZIONE DA TINTURE PER SCARPE, deriva dall'ingestione accidentale o per aver indossato scarpe tinte da poco tempo. I prodotti usati (per tinture o creme per calzature) contengono nitrobenzene e coloranti di anilina che danno luogo a nausea, cianosi, stordimento, aritmie, ematurie. Sono prescritti emetici, analettici, ossigeno, talvolta exanguino-trasfusione, ricovero in ospedale per constatare e curare i danni cardíací, ematící e renali.

mercoledì 8 aprile 2009

TERATOMA tumori tessuti embrionali

TERATOMA, termine che deriva dal greco (teratos = mostruosità) e che definisce quei tumori che insorgono da residui di tessuti embrionali che non si sono regolarmente sviluppati e che, rimasti inclusi in un organo, vanno incontro, ad un certo momento, a improvvisa crescita. I teratomi, al contrario degli altri tumori, che sono per solito formati da un unico tipo di cellule, sono costituiti da tessuti diversi tra loro, ad esempio pelle con peli, ghiandola tiroide, cartilagine, vasi sanguigni, cervello, intestino e così via; in genere queste strutture, pur di tipo tumorale, non sono caratterizzate da aspetti di malignità e quindi i teratomi sono benigni; se, come talvolta accade, uno o più dei tessuti tumorali hanno caratteristiche di malignità, allora anche il teratoma è maligno e viene per solito definito teratoma maligno o teratocarcinoma (vedi). Teratomi possono ritrovarsi in ogni sede, ma le localizzazioni più frequenti riguardano l'ovaia (ove il teratoma è formato soprattutto da pelle con peli e ha aspetto cistico, donde il nome di cisti dermoide), il mediastino, la zona dell'osso sacro; nel testicolo i teratomi sono invece quasi sempre maligni.

TERATOGENICITA DEI FARMACI

TERATOGENICITA DEI FARMACI, gli effetti dei farmaci sulle malformazioni fetali sono stati indagati fin dai primi del Novecento, quando già era noto che l'azione di fattori estrinseci sulle condizioni di sviluppo dell'uovo poteva essere tanto più dannosa, ovvero teratogena (produttrice dei feti mostruosi), quanto più si manifestava precocemente. Nel 1930 si avevano già nozioni sperimentali relative agli effetti teratogenetici di determinati sulfamidici e nel 1935 veniva accertata la possibilità degli ormoni steroidei di produrre malformazioni genitali, sino alla inversione del sesso. Entro la prima metà del Novecento gli studi sulla teratogenesi consentirono di dimostrare che una grandissima quantità di sostanze chimiche possono indurre effetti teratogenetici quando vengono somministrate in una determinata specie animale piuttosto che in un altra, nonché a dosi inappropriate e in momenti inopportuni.

TERATOCARCINOMA, tumore maligno

TERATOCARCINOMA, tumore maligno che insorge su malformazioni di tessuti di vario tipo. Rappresenta la variante maligna del teratoma (vedi) e si localizza nella grande maggioranza dei casi nel testicolo, assai più raramente nell'ovaia, nei tessuti retroperitoneali o nel mediastino. A rapida crescita, con preferenza per le prime due decadi della vita, il teratocarcinoma del testicolo dà facilmente metastasi nelle ghiandole linfatiche dell'addome e nei polmoni; la cura consiste nell'asportazione del testicolo e delle ghiandole linfatiche, con trattamenti radiologici e farmacologici complementari: un terzo dei casi è curabile con questi mezzi, purché il tumore sia stato aggredito in tempo.

TENSIONE PREMESTRUALE, dipende dall'eccessiva concentrazione di follicolina

TENSIONE PREMESTRUALE, dipende dall'eccessiva concentrazione di follicolina (follicolinemia); produce nella donna mestruata dei disturbi talvolta normali talvolta patologici. Facoltativamente compaiono, in condizioni fisiologiche, sintomi psichici (tendenza all'isolamento, umore variabile, eccitabilità psichica e affettiva), intestinali (meteorismo, flatulenza, vomito, diarrea), respiratori (coriza, asma), urinari (tenesmo, pollachiuria), metabolici (variazione del peso per ritenzione di acqua, acetomia, acetonuria), dolori colecistiti. Altre volte si manifestano: aumento dell'appetito fino alla bulimia, tensione dei seni, ripugnanza o eccitazione sessuale. In condizioni patologiche le ricorrenze mensili determinano, per evidenziazione di processi latenti: crisi epilettiche e isteriche, tetania, manifestazioni cutanee, colecistiti, appendiciti, annessiti, ovario

AUMENTO DELLA TENSIONE INTRAOCULARE, ipertensione oculare

AUMENTO DELLA TENSIONE INTRAOCULARE, ipertensione oculare in genere provocata da un aumento della resistenza al deflusso dell'umor acqueo. Questo si forma nella camera posteriore (dietro l'iride) a livello dei processi ciliari, filtra tra cristallino e superficie posteriore dell'iride e passa nella camera anteriore attraverso la pupilla. Il passaggio tra la camera posteriore e quella anteriore non è sempre facile, poiché l'iride si può trovare più o meno aderente alla faccia anteriore del cristallino e creare una specie di blocco (blocco pupillare fisiologico) che in alcune condizioni patologiche può essere ermetico. Una volta giunto nella camera anteriore, l'umor acqueo si trova imprigionato tra la parete anteriore dell'iride e quella posteriore della cornea, per cui non ha che una via di uscita: un canale circolare (canale di Schlemm), contenuto entro la sclera, nell'angolo sclerocorneale.

Per passare dalla camera anteriore in questo canale, l'umor acqueo deve superare una specie di filtro poroso, il trabecolo. Perché il fluido possa circolare esiste nell'occhio una certa pressione: ogni ostacolo alla circolazione del fluido creerà quindi una ipertensione intraoculare.

TENOSINOVITE, infiammazione di un tendine e della sua guaina (sinovia)

TENOSINOVITE, infiammazione di un tendine e della sua guaina (sinovia) di natura infiammatoria o tubercolare. La forma tbc si manifesta nel corso dell'infezione che abbia colpito qualche organo e avviene per disseminazione attraverso la corrente sanguigna. Colpisce di preferenza i tendini della mano e i sintomi sono caratterizzati da tumescenza, dolore, limitazione alla flesso-estensione delle dita. Il processo tende ad aprirsi una strada verso l'esterno attraverso tragitti fistolosi. La terapia è quella chemioterapica antitubercolare. Se gli esiti comportano rigidità della mano si rende necessario l'intervento chirurgico. Per la tenosinovite infiammatoria, la cui sintomatologia è affine, la cura antibiotica porta alla guarigione.

TENIASI, infezione parassitaria

TENIASI, infezione parassitaria talvolta asintomatica che può produrre stipsi alternata a diarrea, nausea e vomito, coliche addominali, insonnia, midriasi (pupille dilatate), scialorrea (aumentata salivazione), astenia, dimagrimento e più raramente convulsioni o segni meningei. È dovuta a diverse varietà di platelminti (vermi piatti segmentati), denominate tenie, che vivono da parassiti nell'uomo o in vari vertebrati (bovini, suini, cani, gatti). Alcune specie (tenia saginata, tenia solium) vivono nell'intestino umano; altre sono parassite dell'uomo allo stato di larva (vedi ecbinococcosi). Questi platelminti, di lunghezza variabile, sono vermi cosmopoliti ermafroditi, si nutrono per osmosi, sono molto longevi (vivono alcuni anni), non permettono altre infestazioni (da qui la definizione di verme solitario); molte specie sono fornite di scolice (testa con ventose), da cui si originano a catena le proglottidi, le quali contengono le uova.

TENESMO, tensione dolorosa talvolta accompagnata da bruciore

TENESMO, tensione dolorosa talvolta accompagnata da bruciore e dal desiderio parzialmente insoddisfatto d'espulsione; si verifica a livello dell'ano (tenesmo rettale) o della vescica (tenesmo vestitale). Il fenomeno rettale può manifestarsi per proctite, emorroidi, ragadi, cancro rettale, polipi, linfogranulomatosi rettale, atonia intestinale con formazione di fecalomi, stenosi infiammatorie e cicatriziali, esiti di traumi, infiammazioni, adenomi, cancri prostatici, tumori e retroversione dell'utero. Un tenesmo vestitale può essere riferito a infiammazioni, tumori delle vie urogenitali, calcolosi, affezioni rettali e prostatiche, mieliti, sclerosi a placche, sclerosi laterale amiotrofica, traumi pelvici, urine eccessivamente acide, spasmi tetanici, operazioni sul retto.

ROTTURA DEL TENDINE DI ACHILLE

ROTTURA DEL TENDINE DI ACHILLE , rottura provocata da un agente traumatico tagliente; determina la retrazione dei due estremi con impedimento della deambulazione. La cura è solo chirurgica e consiste nell'avvicinamento e nella sutura dei due estremi sezionati, da eseguirsi il più presto possibile. Il fatto che il tessuto tendineo non cicatrizzi e che solo quello peritendineo sia in grado di farlo, può dar luogo a complicazioni post-operatorie per il blocco dello scorrimento del tendine stesso.

SINDROME TEMPORALE

SINDROME TEMPORALE, comporta l'insieme di processi patologici che interessano il lobo temporale dell'encefalo e che sono vascolari, tumorali, degenerativi, traumatici, ecc. L'epilessia di origine temporale comporta sintomi come allucinazioni visive, uditive, olfattive e gustative. Compaiono anche pallore, senso di costrizione toracica o addominale, perturbazioni affettive e psicomotrici, afasie (vedi epilessia). In altri casi si verificano perdita della memoria dei fatti recenti ed emianopsia.

PATOLOGIA PROFESSIONALE DA TEMPERATURA

PATOLOGIA PROFESSIONALE DA TEMPERATURA, disturbi e malattie conseguenti all'incapacità del sistema di termoregolazione del corpo umano di rispondere adeguatamente agli stimoli termici ambientali. Gli organi ed apparati maggiormente colpiti sono quelli interessati dai processi di termoregolazione: l'apparato cardiocircolatorio, la cute ed i suoi annessi, il compartimento idroelettrolitico ed il sistema nervoso centrale.

L'organismo umano, che deve mantenere la propria temperatura ad un valore costante di circa 37°, soprattutto per salvaguardare il corretto funzionamento degli organi interni, ottiene tale risultato essenzialmente attraverso due meccanismi controllati dal sistema nervoso centrale: la dilatazione e la costrizione dei vasi sanguigni che, aumentando o diminuendo la massa di sangue circolante a livello della cute, rispettivamente favoriscono ed impediscono il trasferimento del calore dall'interno verso la superficie corporea, e quindi la dispersione di calore nell'ambiente circostante; la sudorazione ed il brivido, che determinano rispettivamente un aumento della dispersione di calore (attraverso l'evaporazione del sudore) e un incremento del calore endogeno (mediante la contrazione della muscolatura volontaria).

TEMPERAMENTO

TEMPERAMENTO, prevede una serie di considerazioni che riguardano sia le qualità psichiche e fisiche sia la tendenza a determinate malattie. Su terreni individuali così disparati riesce enormemente difficile riportare a un minimo comun denominatore comportamenti multipli talvolta imprevedibili. Secondo la medicina ippocratica quattro umori come il sangue, la bile (epatico), l'atrabile (il nervoso), la pituita (il sistema linfatico) condizionano psiche e malattie. Il temperamento sanguigno caratterizza individui superficiali, poco amanti dei grandi problemi, suscettibili. Da sani essi si vantano di non avere avuto mai malattie, di tenere in nessun conto le medicine; da malati divengono estremamente obbedienti e desiderano ascoltare parole e atteggiamenti rassicuranti. Si tratta di soggetti poco predisposti a malattie psichiche ma che vanno incontro con maggiori probabilità a coliche epatiche, cefalee, artritismo, reumatismo, emorragie, infiammazioni delle vie respiratorie.

TELEANGECTASIE, dilatazioni di vasi capillari o di piccole venule

TELEANGECTASIE, dilatazioni di vasi capillari o di piccole venule (in questo caso è sinonimo il termine di microvarici) che si evidenziano, con maggior frequenza nel sesso femminile (predominanza del 70 per cento), agli arti inferiori (specie alla coscia), in età giovanile o matura, sotto forma di fini ramificazioni in ciuffi minuscoli. Si formano in seguito ad eccessivo ingrassamento, oppure per prolungata esposizione al sole o ad altra fonte di calore, non hanno nessuna importanza clinica e la loro cura, indicata soltanto per scopi estetici, consiste nell'iniezione di liquidi sclerosanti che le fanno scomparire.

TECOMA, tumore originato dalle cellule della teca

TECOMA, tumore originato dalle cellule della teca, che, insieme alle cellule granulose o follicolari, circondano la microscopica cavità in cui, nell'ovaia, si sviluppa e matura la cellula uovo. In gran parte i tecomi sono puri, cioè formati da sole cellule recali, ma non di rado vi è una commistione di cellule follicolari o granulose, e allora si parla di tumori tecagranulosi.

MALATTIA DI TAY o coriodite guttata senile

MALATTIA DI TAY, o coriodite guttata senile, colpisce una membrana di colore bruno-nerastro, molto vascolarizzata, che provvede alla nutrizione degli strati interni del globo oculare, ivi compresa la retina. L'ateromasia delle numerose arteriole in essa incluse determina la formazione, rilevabile con l'oftalmoscopio, di numerose macchie gialle irregolari. La funzione visiva non è inizialmente offesa ma, in rapporto all'avanzare degli anni, compare una riduzione dell'acuità visiva e si determina, alla fine, un'opacità del vitreo.

MALATTIA DI TAUSSING-BING, malattia che si manifesta con cianosi

MALATTIA DI TAUSSING-BING, malattia che si manifesta con cianosi precoce, dita ippocratiche (a bacchetta di tamburo), ipotrofia muscolare, soffio sistolico. La radiografia mostra un cuore ingrandito; la cardioangiografia opacizzazione dell'aorta e dell'arteria polmonare; il cateterismo cardiaco penetrazione della sonda nel ventricolo destro e nell'arteria polmonare. La malattia, dovuta ad alterazione congenita nel corso del processo di differenziazione cardiaca, ha prognosi infausta. La terapia è sintomatica.

TARTARO, massa calcificata o in via di calcificazione che aderisce alla superficie dentale

TARTARO, massa calcificata o in via di calcificazione che aderisce alla superficie dentale. Può essere sopra o sottogengivale, ed è più frequente sulle superfici vestibolari dei molari superiori e su quella linguale degli incisivi inferiori, in rapporto con gli orifici di sbocco delle ghiandole salivali. Sulle cause che provocano la formazione del tartaro esistono varie teorie, per lo più si pensa sia dovuto alla precipitazione di sali inorganici (fosfato di calcio salivare) su di una matrice organica formata da microrganismi, cellule epiteliali di desquamazione, leucociti e detriti alimentari aderenti alla superficie dentale. Il fenomeno colpisce di preferenza gli adulti. La sintomatologia è data dalla presenza di depositi duri, di colorito bruno scuro o verdastro, fortemente aderenti alla superficie dentale. Se non viene regolarmente asportato, il tartaro può formare delle masse di considerevole dimensione, che arrivano talora a coprire quasi completamente la superficie dentale. La diagnosi è diretta all'esame del cavo orale.

TARSITE, infiammazione del tarso, scheletro cartilagineo

TARSITE, infiammazione del tarso, scheletro cartilagineo che, contenuto nella palpebra e rivestito anteriormente dalla cute e posteriormente dalla congiuntiva, fornisce forma e consistenza alla palpebra stessa. Tarsite si rileva nel corso del tracoma, dove all'iniziale ispessimento segue la retrazione cicatriziale, che provoca la deformazione del tarso e della palpebra a forma di scodella con concavità interna, fenomeno che è causa della tricbiasi. Con la congiuntivite gonococcica (frequente in passato) si osservano la tarsite sifilitica e tubercolare. La degenerazione amiloide del tarso, che si osserva come esito di tracoma, si presenta come un ispessimento lardaceo, non doloroso, delle palpebre, la cui superficie interna appare come un tessuto di granulazione che sanguina facilmente.

TARSALGIA DEGLI ADOLESCENTI, si tratta di lesioni quasi sempre bilaterali

TARSALGIA DEGLI ADOLESCENTI, si tratta di lesioni quasi sempre bilaterali. In un primo tempo, il ragazzo (per lo più adolescente) nel corso della marcia accusa dolori vaghi nelle parti posteriori e inferiori dei piedi. I passi appaiono normali ma l'usura delle calzature è molto più marcata sul lato interno. I piedi sono deviati all'interno. Sul davanti del malleolo interno si nota un'altra sporgenza formata dalla testa dell'astragalo e, qualche volta, compare una terza sporgenza a livello dello scafoide. Le deformazioni, anche se vistose, sono correggibili con la mano in un primo tempo, ma poi diventano permanenti e si forma per insufficiente contrattura muscolare il piede piatto inveterato. Si formano escrescenze ossee (esostosi) dell'astragalo e dello scafoide. I piedi tendono ad anchilosarsi e si forma, verso i venti anni, un blocco osteo-fibroso che provoca vive sofferenze durante il cammino. Per il medico è necessario distinguere il piede valgo doloroso dal piede paralitico (poliomielite), dal piede piatto traumatico e da quello congenito.