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giovedì 31 luglio 2008

Angoscia - termine psicanalitico

ANGOSCIA, termine psicanalitico che indica il vissuto sgradevole che si ha quando l'Io è costretto a riconoscere la propria debolezza; si dice reale davanti a problemi del mondo esterno; normale di fronte al Super lo; nevrotica dinanzi alle pulsioni dell'Es. L'angoscia nevrotica, dice Freud, « ha origine nella vita sessuale e corrisponde ad una libido deviata dalla propria destinazione e non ulteriormente impiegata... i sogni d'angoscia sono sogni a contenuto sessuale e la libido inerente ad essi è stata trasformata in angoscia ». Per gli esistenzialisti l'angoscia della morte è intrinseca alla vita, che non può altro che procedere inesorabilmente verso la propria fine. Tuttavia esiste anche un'angoscia esistenziale imposta dalla scelta tra il conformismo e l'accettazione di modelli collettivi da un lato e la affermazione individuale, realizzatrice della propria personalità singola e soggettiva dall'altro.

La differenza tra angoscia normale ed angoscia patologica sta nel comportamento che l'una e l'altra provocano. La prima è vantaggiosa ed adeguata a proiettare la personalità in avanti, verso il futuro; la seconda provoca invece meccanismi di difesa infantili, poco produttivi, rivolti al passato, regressivi. L'angoscia colpisce di preferenza chi ha avuto una vita infantile frustrata, conflittuale, carente sul piano affettivo.

venerdì 4 aprile 2008

Crisi asmatica

Come si presenta un asmatico durante una crisi?
Il paziente improvvisamente, magari svegliandosi bruscamente dal sonno, o qualche volta gradualmente, dopo un periodo di irrequietezza, incomincia a respirare con maggiore frequenza ed avverte una sensazione sempre più intensa di affanno, di soffocazione, di fame d'aria, così da entrare in uno stato di angoscia che si riflette nell'espressione del volto. È pallido, talora cianotico, suda, impegna nello sforzo per respirare tutti i muscoli ausiliari della respirazione, cerca l'aria avvicinandosi alla finestra, ha tosse dapprima secca e stizzosa, che poi tende a dare esito a un'espettorato prima denso e vischioso e poi più fluido; con la comparsa dell'espettorazione più fluida diminuisce la sofferenza.

Cosa dovrebbe fare un asmatico durante una crisi?
L'asmatico durante l'attacco dovrebbe mantenersi il più possibile calmo, favorire la fuoriuscita dell'aria dai polmoni, emettendola attraverso le labbra socchiuse come se volesse « soffiare » per ravvivare un fuoco; inspirare, tirare cioè dentro il fiato, attraverso il naso il più piano possibile. Inspirazioni violente e scomposte, soprattutto se effettuate attraverso la bocca, servono a « gonfiare » più lo stomaco che i polmoni. Occorre tenere presente poi, che è sempre necessario l'intervento del medico per correggere una crisi asmatica di una certa entità.
Durante la crisi asmatica il soggetto cerca istintivamente di alzarsi e chinarsi in avanti, assumendo quella posizione che i medici chiamano genupettorale, per favorire la respirazione.

Quanto può durare una crisi asmatica?
L'accesso asmatico ha una durata e una intensità variabili; spesso si esaurisce in una, due ore; più raramente in meno di un'ora. In molti casi si protrae per molte ore e talvolta, con periodi di modesta attenuazione, per qualche giorno (stato di male asmatico); in questa situazione l'ammalato non riesce a riposare, si alimenta scarsamente ed appare in uno stato di grave e profonda depressione sia fisica che psichica.

Quali sono le sostanze responsabili della crisi asmatica?
I fattori principali sono gli allergeni, ma le sostanze attive responsabili direttamente delle broncocostrizioni sarebbero l'istamina, le sostanze a reazione lenta (SRS-A), la plasmachinina, la serotonina e l'acetolcolina tutte liberate da alcune cellule presenti nei bronchi, che reagiscono cosi allo stimolo allergico