giovedì 4 marzo 2010

Terapia del dolore Algologia (medicina)

Per algologia o terapia del dolore si intende l'approccio terapeutico e scientifico al trattamento del dolore.

Il dolore rende spesso il soggetto inabile sia da un punto di vista fisico che emotivo. Il dolore acuto relativo ad un trauma è spesso reversibile naturalmente. Il dolore cronico, invece, generalmente è causato da condizioni difficili da diagnosticare e soprattutto da trattare. Talvolta i neurotrasmettitori continuano a trasmettere la sensazione del dolore anche quando la causa scatenante del dolore non esiste più; per esempio un paziente a cui è stato amputato un arto può provare dolore riferito all'arto che non c'è più (sindrome dell'arto fantasma).

Il trattamento con mezzi farmacologici è composto principalmente da (analgesici non oppiacei, oppiacei, antidepressivi triciclici, anticonvulsivanti) e misure non farmacologiche (esercizio fisico, applicazione di freddo o calore).

I medici che si occupano di terapia del dolore sono storicamente gli anestesisti. La terapia del dolore negli ultimi anni, a fatica, tende a divenire (a fatica soprattutto in italia) una pratica collettiva di tutti i medici (dal medico di famiglia, al neurologo, chirurgo....), anche se nella pratica molta strada è ancora da percorrere.
La terapia analgesica viene abitualmente applicata in vari contesti, da quello oncologico, a quello postchirurgico, traumatologico, neurologico (in particolare cefalee, nevralgie...), a contesti con minor gravità, ma altrettanto invalidanti: come l'ortopedico/reumatologico, odontoiatrico...

La terapia del dolore è spesso utilizzata soprattutto durante le ultime fasi di una malattia terminale.

La senologia è la branca della medicina che studia le malattie della mammella

La senologia è la branca della medicina che studia le malattie della mammella. Propriamente in anatomia per seno si intende il solco posto tra le due salienze mammarie ma è invalso l'uso di utilizzare questo termine come sinonimo di mammella.

Charles Marie Gros, ritenuto fondatore della senologia, avrebbe gradito che sulla statua de la natura si svela dinanzi alla scienza"(scolpita da E. Barrias)fosse inciso: "poiché il seno rappresenta l'immagine e la proiezione della donna nella sua totalità, poiché la cancerologia mammaria è la nutrice di ogni cancerologia in generale, poiché il seno è un testimone e forse una vittima di questa società, la senologia deve essere considerata la più umana delle discipline.

La Senologia è materia complessa che si è sviluppata particolarmente negli ultimi decenni diventanto oggetto di studio di molte branche specialistiche: endocrinologia, radiologia, oncologia, chirurgia, anatomia patologica, laddove prima era di pertinenza quasi esclusivamente della ginecologia in quanto il seno considerato organo tipicamente femminile. In realtà la mammella è presente anche nel maschio, sia pure in forma rudimentale ed è soggetta anche nel maschio a varie malattie anche gravi.

Questa particolare attenzione rivolta alla mammella da tanti specialisti è dovuta al fatto che essa è particolarmente colpita dal cancro prima causa di morte per tumore maligno nella popolazione femminile. Le attuali conoscenze in campo oncologico e le esperienze maturate in tanti anni hanno dimostrato che questa malattia così complessa necessita di un approccio multidisciplinare sia nel momento della diagnosi (ecografista e radiologo) che in quello della stadiazione (anatomo patologo) fino alla scelta terapeutica (chirurgo, radioterapista, oncologo, endocrinologo) così da coinvolgere più professionalità. La senologia quindi ha assunto dignità di disciplina 'specifica' tanto che da molti si auspica che ad essa possa essere dedicata una scuola di specializzazione propria. Per il momento ha dato luogo alla creazione di molti gruppi di studio, quali la Scuola Italiana di Senologia, di alcune Associazioni come la Forza Operativa Nazionale sul Carcinoma Mammario (FONCAM), di una Società Italiana di Senologia.

Tutto ciò nell'intento di combattere una malattia che minaccia drammaticamente la vita delle donne. Donne che si potrebbero salvare solo che il cancro venisse diagnosticato per tempo. Una diagnosi precoce meglio ancora se in fase preclinica non solo salverebbe la loro vita ma ne risparmierebbe anche la mammella da interventi mutilanti.

Aspetto quest'ultimo di grande significato considerato il ruolo straordinario che riveste il seno nella vita di una donna.

Radiochirurgia stereotassica

La radiochirurgia stereotassica, anche detta radiochirurgia, è una metodica di trattamento dei tumori con irradiazione assistita dal computer che permette di indirizzare in una singola frazione (o in poche sedute mediante ipofrazionamento) una dose elevata di radiazioni ionizzanti direttamente sul tumore.

La metodica ha lo scopo di limitare il danno ai tessuti limitrofi e di ridurre al minimo gli effetti collaterali. In alcuni casi si attua dopo la radioterapia esterna oppure per il trattamento di tumori poco voluminosi che non possono essere rimossi chirurgicamente.

La Radiochirurgia stereotassica è stata introdotta, circa 50 anni fa, dal neurochirurgo svedese Lars Leksell (1907-1986).

L'apparecchio utilizzato era in grado di produrre una radiazione tanto concentrata che la metodica è stata anche chiamata Gamma Knife, cioè "coltello ai raggi gamma".

Le più recenti evoluzioni del Gamma Knife hanno portato alla creazione di sistemi di radiochirurgia stereotassica robotica.

La psiconcologia è la psicologia applicata all'oncologia.

La psiconcologia è la psicologia applicata all'oncologia.

Il disagio psicologico che si manifesta a seguito della diagnosi e della cura di una patologia organica grave può essere definito come una “normale” reazione ad una diagnosi “ab-norme”; ansia, depressione, collera, sbalzi d’umore, negazione, isolamento, pensieri di suicidio, regressione, confusione mentale, disturbi del ciclo sonno\veglia, disturbi alimentari, sensi di colpa, razionalizzazione, alexitimia, proiezione, spostamento, formazione reattiva sono le più frequenti manifestazioni “fisiologiche” che hanno un'importante funzione adattativa.

Non sempre è facile capire se le reazioni del paziente alla diagnosi sono reazioni normali, fisiologiche, oppure se si tratta di sintomi di una situazione di patologia psicologica, che richiede un supporto adeguato al paziente, sia di tipo psicologico che di tipo psichiatrico.

Il sintomo "acuto" o "fisiologico" si distingue da quello "cronico" o "patologico" sulla base della qualità, della quantità, dell’intensità, verificando da quanto tempo si manifesta e che intensità ha, e quanto influisce sulla vita della persona e sulle sue relazioni.

L’importanza di una corretta diagnosi psicologica o psicopatologica permette di aiutare il paziente stesso nel processo di cura e di guarigione, ove possibile.

Di seguito un breve e sintetico elenco dei principali disagi psicopatologici più frequenti nel paziente oncologico come presentati nel Manuale pratico di Psico-Oncologia, di Grassi, Biondi e Costantini (2003).

Psicofarmaci farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale

Con la definizione di psicofarmaci si identificano diverse classi di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale. Si possono classificare in base al tipo di molecole (classi farmaceutiche) o all'effetto terapeutico. Fra essi i più utilizzati sono: gli ansiolitici, gli antidepressivi e i neurolettici (o antipsicotici); che a loro volta includono molecole appartenenti a classi diverse. A questi possiamo aggiungere il litio e gli antiepilettici usati come stabilizzatori dell'umore. Ci sono anche psicofarmaci ipnotici.

Non si può parlare di un effetto terapeutico comune della psicofarmacologia proprio per la eterogeneità delle molecole e dei disturbi trattati (Responder, non responder): alcune patologie si risolvono con una terapia ben condotta, altre croniche e recidivanti (ovvero perduranti nel tempo o che si ripresentano ciclicamente, soprattutto se i trattamenti farmacologici sono discontinuati), il loro effetto è di attenuare almeno i sintomi del disturbo mentale, favorendo una eventuale psicoterapia, o almeno una convivenza con la malattia mentale, nei casi in cui questa renda impossibile al paziente mantenere un lavoro e una vita normali.

In ogni caso l'uso e la prescrizione di psicofarmaci va valutato attentamente per gli effetti collaterali, a volte pesanti, e la possibilità di errori nell'assunzione, che possono portare a una riaccensione dei sintomi o a vere e proprie intossicazioni, il cui esito è raramente letale; inoltre il trattamento con alcuni tipi di psicofarmaci deve essere interrotto gradualmente, pena l'insorgere di sintomi di astinenza.

psichiatria forense risvolti medico-legali della psichiatria

La psichiatria forense è il settore disciplinare che studia i risvolti medico-legali della psichiatria e le problematiche forensi che spesso si affrontano in campo penale e civile con soggetti affetti da patologia psichica.

Si sviluppa intorno al XIII e XIV secolo.

Tra gli aspetti trattati da questo settore disciplinare vi sono:

* la responsabilità professionale dello psichiatra, come il rischio di denuncia per sequestro di persona per TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) non opportunamente e legittimamente prescritto o quello di denuncia di omissione di soccorso per un ricovero non effettuato, perché non ritenuto indispensabile dallo psichiatra, cui seguono atti auto- o etero-aggressivi.
* le attività connesse alle richieste del giudice o del difensore di perizia psichiatrica dell'imputato, per valutare l'imputabilità, ovvero la capacità di comprendere e sostenere l'evento processuale, ed anche se, al momento in cui il fatto è stato commesso, il reo fosse in tale stato patologico mentale da diminuire totalmente o grandemente la sua capacità di intendere e di volere.

La perizia psichiatrico-forense necessita di indagini di tipo clinico e strumentale