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giovedì 10 aprile 2008

Epatite acuta cause e rischi epidemie

Esistono professioni più esposte al rischio dell'epatite acuta?
Sì, tutti coloro che per motivi di lavoro vengono a contatto con il sangue di pazienti, che possono essere infettati col virus dell'epatite, sono dei soggetti particolarmente esposti al rischio dell'epatite virale acuta; questi sono in genere il personale paramedico e medico, intendendo sia i medici che fanno prelievi o visitano pazienti infettati sia gli infermieri che vengono a contatto con siringhe o altro materiale o con secrezioni di soggetti ammalati; i tecnici di laboratorio, che eseguono le indagini chimiche sul sangue dei pazienti, come pure coloro che si occupano del lavaggio della biancheria o della vetreria o di qualsiasi altro materiale infettato col virus dell'epatite.

Quali sono le età più esposte all'epatite virale acuta?
Per quanto riguarda l'epatite acuta causata dal virus di tipo A, la cosiddetta epatite infettiva, sono in genere più esposti i bambini, che spesso sono oggetto di epidemie diffuse; viceversa, per quanto riguarda l'epatite virale di tipo B o quella ancora non ben identificata da virus di tipo C, non esiste un'età particolare, in quanto queste forme sono soprattutto secondane a trasfusioni.

Esistono epidemie di epatite?
Sì, le epidemie di epatite virale sono riscontrabili in soggetti in genere di giovane età, i quali siano stati infettati con il virus dell'epatite di tipo A. Tale virus è infatti altamente contagioso (molto di più del virus dell'epatite di tipo B) ed è capace di provocare vaste epidemie. La sua via di diffusione è soprattutto quella oro-fecale, e le fonti di contagio sono acque inquinate, fognature inadeguate ecc.

Rischi epatite virale

Darsi un bacio può significare un maggior rischio di prendere l'epatite?
Nel caso che uno dei due soggetti che si baciano abbia l'epatite virale, sicuramente il bacio può rappresentare un fattore di rischio, in quanto i virus dell'epatite si possono ritrovare in qualsiasi secrezione dell'organismo. Il bacio è comunque la via più comune di diffusione per l'infezione con il virus della mononucleosi, che molto spesso causa una blanda epatite.

I tossicomani hanno un rischio maggiore di prendersi l'epatite virale?
Sì, in quanto è usanza comune tra i tossicomani utilizzare le stesse siringhe: pertanto la siringa può rappresentare veicolo di infezione facilmente diffusibile.

È vero che un intervento chirurgico espone al rischio dell'epatite virale?
Sì, talvolta, per fortuna raramente, in un periodo variabile da 45 a 160 giorni dopo un intervento chirurgico può comparire l'epatite virale, che può manifestarsi come ittero oppure con una serie di altri sintomi. L'epatite virale che consegue a un intervento chirurgico può essere causata da contatto con strumenti chirurgici infetti o dal fatto che l'intervento sia stato eseguito in sale operatorie non perfettamente sterili, nel senso che vi sia stato precedentemente operato un soggetto che aveva in corso un'epatite virale asintomatica. Inoltre, ed è il caso più frequente, se l'intervento chirurgico ha richiesto l'uso di trasfusioni di sangue, l'epatite virale può essere trasmessa dal sangue trasfuso.

Perché le trasfusioni di sangue espongono al rischio dell'epatite virale?
I virus dell'epatite, in particolare il virus dell'epatite di tipo B e presumibilmente anche il virus dell'epatite di tipo C, sono presenti nel sangue dei soggetti infettati per lunghi periodi. Può succedere che i donatori di sangue abbiano una epatite virale in fase preclinica o asintomatica, oppure siano portatori sani (cioè portatori del virus dell'epatite senza avere mai sviluppato una malattia manifesta). Il sangue donato e che verrà trasfuso potrà contenere il virus dell'epatite e causare al paziente, che riceve il sangue, l'epatite virale. Attualmente, per fortuna, questo problema è ridotto poiché i soggetti che donano il sangue vengono
sempre sottoposti a esami per escludere l'eventuale presenza di infezione con il virus dell'epatite: tali controlli hanno infatti diminuito l'incidenza dell'epatite virale post-trasfusionale.