sabato 29 novembre 2008

Clorosi forma di anemia

CLOROSI, forma di anemia, quasi completamente scomparsa negli ultimi decenni, che si manifesta quasi esclusivamente nel sesso femminile e di regola nel periodo dello sviluppo, benché possa insorgere anche dopo i vent'anni. Le cause non sono ben definite e molte ipotesi sono state addotte a spiegazione di questa strana forma morbosa. Tra l'altro si è pensato a disfunzioni ovariche e ipofisarie, ad alterazioni epatiche, gastriche, a carenze di ferro per insufficiente introduzione di ferro con l'alimentazione o anormale consumo di ferro nel periodo dello sviluppo o a ridotto assorbimento di ferro a livello dell'intestino.

Sta di fatto che le migliorate condizioni igienico-alimentari verificatesi negli anni trascorsi hanno coinciso praticamente con la scomparsa di questa malattia. In genere la clorosi ha un esordio lento, che si manifesta con senso di spossatezza generale più o meno intenso. Il grado di anemia è inizialmente leggero. Queste malate presentano una caratteristica sonnolenza per cui dormono profondamente e lungamente e, al risveglio, lamentano una profonda stanchezza con facile mal di testa. t sorprendente che questi disturbi svaniscano nelle ore pomeridiane, tanto che, alla sera, subentra persino uno stato di euforia e desiderio di fare.

Cloroma

Cloroma, considerato un tempo malattia a se stante, altro non è, in realtà, che una localizzazione di una leucemia acuta mieloide (vedi leucemia). Nel cloroma, nel corso di una leucemia, compaiono attorno agli occhi e nelle palpebre masse verdastre mollicce (cloros in greco significa verde), che provocano spostamento in fuori dell'occhio. Masse verdastre analoghe possono manifestarsi, oltre che nell'occhio, anche in altre sedi, specie vicino alle costole, alle vertebre e allo sterno. Diagnosi e cura del cloroma sono quelle della leucemia acuta.

Intossicazione da Cloro

Intossicazione da Cloro, il cloro e i suoi derivati (primo fra tutti l'acido cloridrico) trovano larga applicazione industriale: i lavoratori che con tali sostanze vengono a contatto possono essere colpiti da forme morbose per la loro azione tossica, irritante e corrosiva. Esposti a tale rischio professionale sono coloro che vengono addetti alla produzione di cloro e acido cloridrico, al loro impiego nell'industria chimica e farmaceutica, al decapaggio dei metalli ed all'imbianchimento di fibre tessili, alla disinfezione delle acque e dei rifiuti, alla preparazione di pesticidi (come il DDT). Di norma l'intossicazione professionale da cloro è irritante per le prime vie aeree, con tosse, espettorato ematico, bronchite, e per le congiuntive; è corrosiva per la pelle e mucose (ulcerazioni cutanee, nasali e boccali).

Per inalazioni massive di vapori può aversi una grave intossicazione con fenomeni di asfissia, dovuti a crampi muscolari del laringe, edema polmonare e collasso cardiocircolatorio che possono portare a morte. Nei casi di grave intossicazione sono necessarie misure di pronto soccorso consistenti nell'allontanamento immediato del colpito dall'ambiente inquinato, mantenendolo a riposo assoluto per almeno 4-8 ore, somministrandogli ossigeno, iposolfito di sodio per aereosol, cardiotonici. Nel caso di contatto diretto, le aree del corpo certamente vanno lavate con soluzioni di iposolfito di sodio. Nei casi di disturbi di minor importanza valgono cure sintomatiche.

Clono muscolare

Clono muscolare, termine neurologico la cui etimologia (klonos) significa movimento inconsulto, ma che indica un movimento ritmico e ripetuto del muscolo. La frequenza delle oscillazioni cloniche ( contrapposte spesso alle contrazioni toniche) è di sei o sette al minuto secondo. Il fenomeno è il frutto di una eccitazione riflessa provocata dallo stiramento, prolungato ed esagerato del muscolo; oppure di una facilitazione dei riflessi di adattamento muscolare in soggetti sani e normali neurologicamente, ma ansiosi o, ancora e più frequentemente, di una lesione delle cellule nervose della corteccia cerebrale (neurone centrale) che mandano il comando del movimento volontario alle cellule nervose del midollo spinale e da qui al muscolo.

La mancanza dei controlli dovuti alle zone superiori del sistema cerebrale ( che appaiono lese) libera, attraverso un aumento del tono muscolare generalizzato, i riflessi tendinei di stiramento e permette l'automatismo del clono. Questa è la ragione per cui il clono si può avere frequentemente nei soggetti spastici, nei quali tutti i riflessi osteotendinei sono ipereccitabili ed è sufficiente il lieve stiramento dovuto alla contrazione riflessa (successiva allo stiramento del muscolo colpito dal martelletto del neurologo) per eccitare nuovamente i fusi neuromuscolari e prosrocare una successiva contrazione.

Cloasma o maschera gravidica

Cloasma, o maschera gravidica, discromia cutanea caratterizzata dalla comparsa di macchie giallo-brune o chiazze bruno-scure localizzate, principalmente, alle guance ed al naso. Tali modificazione sono più evidenti e frequenti nelle donne brune e nelle razze a carnagione scura. Caratteristico della gravidanza, il cloasma si ritiene sia dovuto ad una aumentata produzione da parte dell'ipofisi di MSH ( ormone stimolante i melanociti) che ha un ruolo importante nella pigmentazione da melanina. Infatti durante la gravidanza è,stato riscontrato un aumento della produzione dello MSH a partire dal 2° mese sino al termine, seguito da un rapido calo sino alla norma entro pochi giorni dal parto.

Le modificazione pigmentarie del cloasma sono, inoltre, condizionate da alari fattori, squisitamente ormonali, con un meccanismo che coinvolge la funzione corticosurrenale, la tiroxina, e gli ormoni sessuali propriamente detti (HCG, estrogeni e progesterone). Fenomeni analoghi collaterali, che spiegano come la genesi sia di fondo e non locale, infatti, sono l'aumento di pigmentazione dei capezzoli e dell'areola mammaria, lo scurimento progressivo della vulva con diffusione di pigmento all'ano ed alla parte adiacente delle cosce, e la comparsa verticalmente, dall'ombelico al pube, di una linea scura, la cosiddetta linea negra. Dopo il parto, il cloasma tende a regredire totalmente, ma non sempre e non in ogni caso.

Clitoridea

Clitoridea, termine coniato, forse, da Freud; con esso, nella sua classificazione, lo scienziato indica la donna adulta che non ha effettuato il translert erogeno verso la vagina; la persistenza del piacere clitorideo sarebbe, secondo Freud, un sintomo nevrotico di fissazione all'infanzia. In effetti per donna clitoridea si intende colei che raggiunge l'orgasmo attraverso la stimolazione del clitoride ( almeno in prevalenza) e non della vagina. In pratica, ogni donna adulta normale è una clitoridea-vaginale: il piacere vaginale non sostituisce quello clitorideo, ma vi si aggiunge.