martedì 13 gennaio 2009
NECROSI OSSEA, processo necrotico
NECROSI OSSEA, processo necrotico che si produce in un determinato distretto osseo per insufficiente irrorazione sanguigna. Il processo può colpire qualsiasi segmento scheletrico e può verificarsi a qualsiasi età. Classico caso di necrosi è l'epifisite. Generalmente la necrosi ossea è asettica ma essa può venire infettata dai comuni germi piogeni e si trasforma allora in necrosi infiammatoria. Molto frequente è la forma post-traumatica, che interviene per una lesione vasale che, sopprimendo la circolazione in una determinata zona, determina la morte di quel distretto osseo. Questa evenienza si verifica non infrequentemente nelle fratture di collo di femore di tipo basicervicale, vale a dire subito sotto la testa femorale, la quale non ricevendo più l'alimentazione attraverso l'apporto del sangue che le proviene dall'alto, muore, diventando un corpo estraneo di cui si rende necessaria l'asportazione.
lunedì 12 gennaio 2009
NECROFILIA deviazione sessuale
NECROFILIA, deviazione sessuale consistente nell'attrazione verso cadaveri del sesso opposto; si accompagna spesso ad altre gravi manifestazioni patologiche. Secondo la psicanalisi, talvolta la necrofilia si manifesta esclusivamente in fantasie, suscettibili di essere sublimizzate: famoso l'esempio dello scrittore Edgar Allan Poe, maestro dell'orrido e del misterioso. Per quanto riguarda la genesi della necrofilia, si sostiene che la deviazione possa essere la conseguenza di impressioni traumatiche della prima infanzia, come ad esempio la vista del cadaverd di un genitore molto amato. Da altri si ritiene che il necrofilo (specie nei casi in cui violenta il cadavere di una persona da lui uccisa) cerchi di liberarsi, con impulsi distruttivi, da forze oscure, altrettanto distruttive, che minacciano la sua vita.
NECROBIOSI
NECROBIOSI, modificazione grave, abatterica, della struttura di un organo interno o di una sua parte per abolizione della circolazione. Il tessuto colpito subisce delle alterazioni regressive, viene escluso dalla funzione ed incapsulato e annientato dai tessuti vicini. Si può avere necrobiosi negli infarti cerebrali, splenici, renali, cardiaci, ecc.
NARCOLESSIA
NARCOLESSIA, termine neurologico con il quale si descrive una aumentata tendenza ad addormentarsi, dovuta (sembra) ad una inibizione attiva, probabilmente di origine epilettica, di alcuni centri nervosi situati nel tronco dell'encefalo e nell'ipotalamo, che normalmente esercitano una funzione di eccitazione (vigilanza) sulla corteccia cerebrale. Nei malati di narcolessia, durante le brevi crisi di sonno (non diverse da quelle del sonno normale), si ha un rilasciamento muscolare ed un blocco della parola dovuti all'azione attiva inibitoria di un'altra parte del sistema nervoso centrale, la formazione reticolare discendente. Durante i pochi minuti della crisi narcolettica il soggetto non può essere risvegliato nemmeno da forti stimoli. Al termine di essa non ricorda ciò che è accaduto. La terapia farmacologica si basa sulla somministrazione di Efedrina o di Simpamina.
NARCISISMO
NARCISISMO, forma di erotismo introverso che prende il nome dal personaggio mitologico Narciso, il govane bellissimo ma incapace di amare: Narciso s'innamorò della propria immagine riflessa in uno stagno e per averla voluta contemplare troppo da vicino, cadde in acqua e annegò. Freud definì il narcisismo « forma di identificazione e di investimento libidico dell'io ». La sindrome è caratterizzata dalla fatuità, dall'indifferenza e dalla mancanza di autocritica, che non può concludersi altrimenti che con l'ammirazione di se stessi, beata e ingiustificata, che sfiora a volte l'esibizionismo. In campo sessuale, questa perversione si complica con la scoperta del piacere solitario, poiché il malato fa della propria persona un oggetto erotico e nello stesso tempo un motivo di vanto. Il narcisismo morboso nel vero senso della parola è abbastanza raro. Le cure sono di tipo psicanalitico.
NANISMO PATOLOGICO
NANISMO PATOLOGICO, riduzione della statura rispetto alla media, prodotta da numerose cause patologiche. Queste possono essere in rapporto a malattie genetiche (progeria, disgenesia gonadica, sindrome di Turner), a malattie scheletriche congenite (acondroplasia, osteocondrodistrofia, gargoilismo, osteogentsi imperfetta) o acquisite (rachitismo, poliomielite, carie spinali), a disturbi di nutrizione (malassorbimento, mucopolisaccaridosi, diabete mellito, glicogenosi), a malattie di organi interni (renali, cardiache, cerebrali), a malattie endocrine (tiroide, ipofisi, surrenali, malattia di HandSchuller-Cristian). La constatazione di un nanismo, specie se disarmonico o accompagnato da alterazioni collaterali, impone una ricerca delle cause determinanti.
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