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martedì 1 aprile 2008

Tecniche per raggiungere ipotermia

Si possono utilizzare 2 tecniche per raggiungere l'ipotermia.
La prima si definisce raffreddamento di superficie che consiste nel limitare gli scambi termici a livello del rivestimento cutaneo e del tessuto sottocutaneo. Questo raffreddamento si può ottenere tramite una immersione in un bagno di acqua fredda a 2 °C, applicazione sul corpo dell'operato di borse di ghiaccio, impiego di coperte refrigeranti che avvolgono il paziente durante l'intervento, applicazioni di corrente di aria fredda. L'arresto circolatorio non deve mai superare il termine di 8-9 minuti a temperatura rettale di 26 °C (al di sotto di tale temperatura insorgono la fibrillazione ventricolare e l'arresto cardiaco). La seconda tecnica si definisce « refrigerazione del sangue », cioè si ottiene un raffreddamento tramite l'abbassamento diretto della temperatura del sangue. Si possono utilizzare diverse tecniche quali:

refrigerazione arterio-venosa, con 2 cateteri inseriti nei vasi femorali, uniti da un tubo « a serpentina » immerso in una soluzione refrigerante; questa tecnica non viene però utilizzata perché provoca una grave caduta pressoria;

refrigerazione veno-venosa, refrigerazione su membrana (abbandonata per il pericolo di traumi viscerali e di emorragie), deconnessione neuro-vegetativa. La tecnica però più valida e più largamente utilizzata è quella di ottenere il raffreddamento tramite l'aggiunta alla macchina cuore-polmone di uno scambiatore di calore che raffredda il sangue e lo riscalda quando, alla fine dell'intervento, si rende necessario il ritorno alle condizioni fisiologiche normali. Con questa tecnica si passa alla ipotermia intermedia e alla ipotermia profonda, assicurando al chirurgo il tempo necessario per una completa operazione intracardiaca.